Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: TheSlayer    29/07/2014    6 recensioni
Kimberly Fletcher ha vent'anni, viene da Londra ed è una ragazza cinica. Non crede nell'amore e odia le manifestazioni d'affetto pubbliche. Ha una sorella gemella, Cassie, che è il suo totale opposto. Insieme stanno per intraprendere una nuova avventura: trasferirsi a New York City per un anno. Cassie frequenterà un corso per diventare Wedding and Event Planner, mentre Kim farà uno stage con la sua fotografa preferita, la famosa Sophia Warden. E la donna avrà solo due regole per quel lavoro: "segui le mie istruzioni e non uscire mai con uno dei miei clienti".
Cosa succederà quando Kim incontrerà Harry, affascinante membro di una boy band famosa, nonché cliente di Sophia?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Capitolo 27 – The Lie

“In che senso è stata tutta colpa tua?” Domandai, fissando Niall negli occhi. Lui, invece, continuò ad evitare il mio sguardo e si sedette sul divano bianco dietro di lui. Sospirò e poi cominciò a parlare, ma Harry lo interruppe.
“Non è stata colpa tua, sono stato io che ti ho ascoltato.” Disse.
“Certo, ma se non ti avessi detto certe cose…” Ribatté Niall.
“Qualcuno vuole aggiornare anche me su quello che è successo?” Domandai, spazientita.
“Io sono convinto al cento percento che le relazioni a distanza non funzionino.” Spiegò Niall. “Ci ho provato, sono finite tutte e ci sono stato male. E poi ho visto Liam lasciarsi con Danielle e gli si è spezzato il cuore. Poco prima che iniziassimo il tour anche Sophia, la ragazza con cui si vedeva da qualche mese, l’ha lasciato e lui è impazzito. Non l’ho mai visto così. Per non parlare di Zayn. Lui ha sempre finto di non esserci rimasto male quando Audrey l’ha lasciato dopo anni, ma l’ho sentito piangere nel mezzo della notte. E non volevo che Harry provasse le stesse cose, perché io voglio bene ai miei amici, e…” Il ragazzo parlava così velocemente che facevo quasi fatica a stargli dietro e a seguire il discorso.
“E cosa? L’hai convinto a lasciarmi perché pensavi che non avrebbe funzionato?” Domandai. Non ero più agitata. Ero solo arrabbiata. No, ero furiosa. “E tu l’hai ascoltato?” Chiesi poi, rivolgendomi verso Harry.
“No, non è andata così.” Rispose Niall. “Non l’ho convinto a lasciarti, gli ho solo fatto un discorso. Gli ho detto che io la pensavo in quel modo e che la vostra relazione era troppo giovane per durare. Otto mesi lontani sono tanti e non volevo che nessuno dei due soffrisse. L’idea che nessuno di voi due potesse essere libero di vivere la propria vita per otto mesi perché stava aspettando l’altro mi sembrava sbagliata. Sareste stati male in due e basta.”
“Hai la minima idea di quanto io abbia sofferto quando lui mi ha lasciata?” Ero così arrabbiata che avrei rovesciato una sedia. “Sai per quante notti ho pianto, quanto ho desiderato morire e per quanto tempo mi sono domandata che cos’avessi fatto di sbagliato?”
“Kim…” Mormorò Harry, avvicinandosi.
“No! Kim un bel niente!” Esclamai. “Perché tu hai buttato via tre mesi bellissimi perché lui ti ha detto che non ce l’avremmo fatta! Perché lui ti ha detto che non credeva nella nostra relazione e tu l’hai ascoltato!”
“Lo so, ho sbagliato. Sono stato un cretino.”
“Puoi dirlo forte.” Dissi. “Non riesco a credere che tu… Come hai potuto?” Aggiunsi poi, guardando Niall negli occhi. Lui arrossì ed evitò immediatamente il mio sguardo. “E poi cos’hai fatto? Per consolarti sei andato con la prima che hai incontrato?” Tornai a chiedere a Harry. Lui scosse la testa.
“No, volevo, perché credevo che… no. Non sono riuscito a stare con nessun’altra ragazza in questo periodo.”
“Cosa credevi?” Chiesi.
“Per…” Niall cominciò a parlare con voce flebile. “Per cercare di farlo andare avanti e per evitare che passasse tutto il suo tempo a pensarti gli ho detto che ero rimasto in contatto con Piper e che tu ti stavi già consolando con altri ragazzi ed era per quel motivo che non l’avevi chiamato.”
“Che cos’hai fatto?” Urlai. Niall sembrava sull’orlo delle lacrime, ma io non riuscivo a calmarmi. Aveva convinto Harry a lasciarmi e poi gli aveva mentito perché si dimenticasse di me. Che razza di persona faceva qualcosa del genere?
“Scusa, Kim. Pensavo che fosse meglio per tutti.” Si giustificò lui. Poi si alzò dal divano, raggiunse la porta e chiese a Louis di farlo uscire, lasciando Harry e me da soli.
“È per questo che mi hai lasciata? Per colpa di Niall?” Domandai. Non ero sicura di volere delle risposte, ma ormai avevamo iniziato il discorso e Louis non ci avrebbe fatti uscire finché non avremmo risolto, tanto valeva parlare.
“No.” Rispose lui, scuotendo la testa. “Non solo per quello. Ti ho lasciata perché sono un cretino, perché non ho mai avuto una storia più lunga di quattro mesi, perché tu ti meriti una persona molto migliore di me, perché non volevo farti soffrire e perché alcuni pensieri mi hanno terrorizzato e sono scappato. E poi non ho avuto il coraggio di tornare indietro e chiederti un’altra possibilità, perché credevo che stessi cercando di superare la cosa e sapevo che ti avrei solo fatta soffrire di più, perché sono uno stupido. Ma soprattutto perché tu non meriti di stare in una relazione come questa. Una in cui siamo costretti a non vederci per settimane, per mesi.”
“C-che pensieri? Che cosa stai dicendo?” Chiesi. Lui deglutì e chiuse gli occhi. “Tu non hai il diritto di decidere per me, Harry. Non puoi lasciarmi per questo.”
“Lo so. Prima che Niall mi facesse quel discorso continuavo a pensare solo a una cosa, ma sono stato troppo codardo per farlo.”
“Che cosa?”
“Continuavo a pensare che avrei voluto passare il resto della mia vita con te e avrei voluto chiederti di sposarmi un giorno, ma non l’ho fatto perché non volevo obbligarti ad essere la moglie che resta sempre in casa da sola, quella che rimane ad aspettare le chiamate su Skype con il fuso orario. Siamo troppo giovani per questa vita e ti amo troppo per vederti soffrire così.”
“E poi Niall ti ha detto che non avrebbe mai funzionato.” Dissi, ignorando la parte in cui mi aveva detto di amarmi.
Harry annuì. “Mi ha anche ricordato che non è nella mia natura essere monogamo e che in un modo o nell’altro finisco sempre per fare qualche cazzata e tradire la persona con cui sto.”
“Quindi mi hai lasciata perché eri terrorizzato dall’idea di volermi sposare e perché pensavi che prima o poi mi avresti tradita?”
“Non lo so, Kim. Non so nemmeno io perché ho fatto una cazzata così grande. Poi quando Niall mi ha detto che avevi già trovato qualcun altro…” Harry chiuse gli occhi e scosse la testa, come se volesse scacciare il pensiero. “Avevo deciso di non farmi più sentire per lasciarti il tuo spazio, ma quando mi hai lasciato quel messaggio in segreteria ho capito che non eri stata con nessuno e che non avrei mai dovuto credere a quello che mi aveva detto lui.”
“Beh, evidentemente non credevi nemmeno tu che ce l’avremmo fatta, o non avresti mai ascoltato Niall.” Dissi. Poi tornai ad arrabbiarmi. Sentivo un fuoco dentro il petto e avevo bisogno di dire tutto quello che mi passava per la testa. “Sei davvero una persona immatura! Io pensavo che fossi diverso, che fossi speciale e che non mi avresti mai lasciata e invece mi hai ferita esattamente come tutti gli altri! Anzi no, di più, perché non sono mai stata innamorata di nessuno come lo sono di te e sai qual è la parte peggiore, Harry? Che nonostante tutto, nonostante tu mi abbia distrutta e nonostante io ti odi… ogni volta che mi succede qualcosa continuo a non vedere l’ora di raccontartelo. E poi mi ricordo che tu mi hai lasciata ed è come se succedesse tutto un’altra volta. È un incubo ed io non ce la faccio più!” Esclamai.
Ci guardammo per qualche secondo senza dire nulla. Poi Harry si avvicinò, prese il mio viso tra le sue mani e mi baciò.
Mi allontanai quasi immediatamente, guardandolo negli occhi. Come si era permesso di fare una cosa del genere? Dopo tutto quel tempo? Io lo odiavo.
Ma la mia mente era annebbiata dal suo bacio, dalla sensazione delle sue labbra sulle mie e dallo stato in cui quel semplice e veloce gesto mi aveva lasciata. Volevo sentirmi ancora vicina a lui. Avevo bisogno di toccarlo, di baciarlo, di sentire il suo sapore, di sentirlo mio. L’odio che provavo per lui non faceva altro che alimentare il fuoco nel mio petto. E forse non faceva altro che alimentare il mio amore, non ne ero sicura. Sapevo solo che in quel momento avevo bisogno di Harry. E lui era lì e mi guardava con la stessa espressione che avevo anch’io in quel momento. Ormai avevo smesso di cercare di capire perché la mia mente mi diceva una cosa e il mio cuore un’altra. Mi avvicinai e ricominciai a baciare Harry. Ero guidata dalla passione, dal fuoco, dall’odio, dall’amore. Non pensavo di averlo mai baciato in quel modo e ad ogni carezza, ad ogni tocco sentivo di volere di più.
Harry mi sospinse contro il muro del camerino e le sue labbra trovarono di nuovo le mie e questa volta mi interruppi per sbottonargli la camicia.
 
“Quello che è appena successo non vuol dire niente.” Dissi, sistemandomi il vestito e recuperando la scarpa che era volata dall’altra parte della stanza.
“Credo che voglia dire tutto, invece.” Replicò lui, ancora semisdraiato sul divanetto del camerino, con un sorriso compiaciuto e la camicia aperta. Lo guardai male. Malissimo.
“No, ho avuto un momento di debolezza, non vuol dire che sono tornata a fidarmi di te magicamente. Non vuol dire che siamo tornati insieme. Vuole solo dire che sei… decentemente bravo a fare questa cosa.” Risposi. Non sapevo nemmeno io quello che stavo dicendo.
“Kim, questo vuol dire che siamo fatti per stare insieme, che non riusciamo a stare lontani e che, probabilmente, dobbiamo stare insieme.”
“Hai già cambiato idea, quindi? E cosa farai quando Niall ti farà un altro discorso? Mi lascerai ancora? No, stai solo dicendo così perché sei soddisfatto per quello che abbiamo fatto. Alla prima difficoltà scapperai di nuovo, perché sei fatto così.” Replicai piccata.
“No.” Disse lui, alzandosi e cominciando a chiudere i bottoni della camicia. Deglutii, cercando di obbligarmi a non guardarlo. “So di averti ferita e di essere stato stupido, ma non puoi dire che scappo davanti alla prima difficoltà, perché non è vero. Mi sembra di aver continuato a chiederti di uscire anche dopo che mi hai rifiutato. Sono venuto a New York per te, anche se mi avevi detto che non potevamo stare insieme.”
“Perché volevi portarmi a letto, Harry!” Esclamai.
“No, perché mi ero innamorato di te! E perché lo sono ancora, Kim.”
Non l’avevo mai visto così. Era agitato, aveva le guance rosse e parlava velocemente. E di solito era quasi insopportabile la lentezza con cui pronunciava ogni parola.
“Per piacere.” Dissi, sbuffando. “Non usare l’amore come scusa, perché sai quanto me che non esiste. È solo una cosa che ci siamo inventati per giustificare l’attrazione fisica.” Aggiunsi.
La verità era che non riuscivo a smettere di pensare a quello che avevo provato pochi minuti prima, su quel divano, insieme a lui. Si trattava di amore? Quella sensazione di non riuscire a vivere senza di lui? Ma non potevo permettere di cascarci un’altra volta. Harry mi aveva già fatto del male, non volevo che succedesse di nuovo. Perché ero sicura che con il passare del tempo i miei sentimenti nei suoi confronti sarebbero solo cresciuti e allora sarei stata ancora peggio quando mi avrebbe lasciata di nuovo. Perché sarebbe successo, lo sapevo.
“Kim, fermati.” Disse Harry, quando vide che avevo cominciato a camminare verso la porta. Non lo ascoltai e la raggiunsi. “Kimberly!” Esclamò il ragazzo.
“Cosa vuoi?”
“Non uscire da quella porta, ti prego.”
“Perché?”
“Perché se uscirai di lì so che sarà davvero finita e non so se posso accettarlo.” Rispose. Respirai profondamente e cercai di non piangere. Sapevo che anche lui si sentiva così. Lo sentivo dal tremore nella sua voce. Lo vedevo dalle lacrime spuntavano dai lati dei suoi occhi.
“Almeno adesso sai come mi sono sentita io quando mi hai lasciata.” Dissi. Poi bussai e richiamai l’attenzione di Louis. “Tomlinson, fammi uscire.” Aggiunsi. Sperai che fosse ancora lì e che non se ne fosse andato, abbandonandomi in una stanza troppo piccola insieme a Harry. Fortunatamente, pochi secondi dopo, sentii il rumore metallico della serratura e la porta bianca si aprì.
Louis sembrava pronto a farmi una battutaccia, ma dopo una sola occhiata al mio viso cambiò completamente idea. Invece mi sorprese e mi abbracciò stretta.
“Andrà meglio, te lo prometto.” Mi disse, accarezzandomi i capelli. Lo guardai, confusa.
“Come fai a saperlo? Tu ed Eleanor state insieme da millenni e non avete mai litigato.” Ribattei.
“El ed io siamo un raro esempio di coppia perfetta, lo ammetto.” Disse lui, riprendendo il suo solito sorriso compiaciuto. “Ma conosco Harry da quattro anni, è il mio migliore amico e penso di conoscerlo persino meglio di se stesso. Non l’ho mai visto così e gli ho detto immediatamente che secondo me aveva fatto una cazzata a lasciarti.” Continuò.
“Smettila.” Mormorai.
“No, devi sentire queste cose.” Insistette Louis. “Qualcuno deve dirtele. Perché io lo so che voi siete fatti per stare insieme e avete solo bisogno di parlare come si deve, smettere di stare sulla difensiva – e sto parlando soprattutto di te – e risolvere tutto. Ormai sai quello che è successo e non potete tornare indietro e rifare tutto. Potete solo andare avanti, tornare a fidarvi l’uno dell’altra e accettare che dovrete passare mesi in cui non vi vedrete. Non sarà facile, perché anche con El non lo è mai stato e non lo sarà mai, ma dovete credere che ne valga la pena e fare uno sforzo.”
“Perché stai facendo tutto questo?” Domandai. Mi bruciavano gli occhi e volevo scappare il più lontano possibile.
“Perché al contrario di quello che sembra, tengo ad entrambi. Harry è il mio migliore amico, gli voglio bene come se fosse mio fratello. E tu… beh, so che non sembra, ma mi stai simpatica e sei mia amica.” Rispose lui con tutta la semplicità del mondo. Nei suoi occhi leggevo sincerità. Non aveva nessun sorrisetto sarcastico, non stava usando un tono ironico. Era tutto vero.
Cominciai a piangere contro la sua spalla, perché sapevo che quello che mi aveva appena detto era vero. Avevo solo una paura incredibile. Paura di fare la scelta sbagliata, paura di pentirmene e, soprattutto, paura di stare di nuovo male.
“Per la cronaca, ti ho detto che sei mia amica solo per vederti piangere.” Scherzò Louis dopo un po’. Sorrisi tra le lacrime e gli tirai un lieve pugno sulla spalla.
“Sei un cretino.” Dissi. “Ma ti voglio bene e grazie per quello che mi hai detto.”
“Ehi, nessun problema. Se posso fare stare meglio te e smettere di sentire Harry lamentarsi per essersi lasciato scappare l’amore della sua vita…” Rispose lui, tornando il solito Louis di sempre. Il ragazzo sorrise e scrollò le spalle. “Se torno dagli altri mi prometti che non imploderai o comincerai a cadere a pezzi o cose del genere?”
“Posso provarci.” Dissi.
“D’accordo, allora vai a darti una sciacquata al viso, beviti un bel bicchiere d’acqua fresca e torna di là con noi, okay?”
Annuii, ma in realtà non avevo intenzione di fare nessuna delle cose che mi aveva suggerito. Qualcosa che mi aveva detto non voleva abbandonare i miei pensieri e dovevo risolvere quella situazione una volta per tutte.
Louis cominciò a camminare verso il camerino in cui c’erano anche gli altri ragazzi ed io mi ritrovai da sola in corridoio. Mi voltai verso la stanza dalla quale ero appena uscita e vidi Harry ancora seduto sul divano, con una mano tra i capelli.
“Hai detto a Louis che ti sei lasciato scappare l’amore della tua vita?” Domandai. Harry alzò lo sguardo e sembrò sorpreso di rivedermi.
“Sì.” Rispose semplicemente.
Mi avvicinai a lui e mi sedetti sul divano.
“Come siamo arrivati a questo punto?” Domandai.
Lui scosse la testa e abbassò lo sguardo.
“Andava tutto bene, poi ho deciso di fare il cretino.”
“Non è del tutto colpa tua.” Dissi, accettando finalmente parte della responsabilità per quello che era successo. “So di non essere una persona facile e probabilmente anche quello ti ha spaventato. Se non fossi così fottutamente fragile non avresti avuto paura di ferirmi stando lontano da me durante il tour.”
“Non darti la colpa di quello che è successo, Kim.”
“Sei un gentiluomo fino all’ultimo, vero?” Domandai con un mezzo sorriso. “Ascolta, io ti amo. È inutile cercare di negarlo, perché lo sanno anche i muri.”
“Ed io amo te, Kim.” Rispose lui. “Sai, quando Niall mi ha detto che avevi trovato un altro ragazzo non volevo crederci. Pensavo che avresti combattuto almeno un po’ per stare con me. Parte di me lo sperava, almeno.”
“E parte di me sperava che tu mi richiamassi e mi dicessi che ti eri reso conto dell’errore che avevi fatto.”
“Se solo avessimo avuto il coraggio di parlarne tra di noi, eh?”
Sorrisi e guardai Harry negli occhi. Sapevo che non sarei mai riuscita a fare a meno di lui, così come l’avevo saputo il primo giorno in cui l’avevo incontrato. Solo che all’epoca non avevo voluto ammetterlo nemmeno con me stessa, perché per me l’amore era segno di debolezza. Ed io non volevo essere debole. Volevo essere forte e indipendente, non volevo dipendere da nessuno.
“So che non sarà facile stare insieme, ma voglio provarci.” Dissi dopo qualche minuto.
“Ti prometto che non darò più ascolto a nessuno se non al mio cuore e che proverò a cominciare ad esprimere i miei sentimenti a parole, come le persone normali. Non mi terrò più tutto dentro e, se mi verrà qualche pensiero che mi spaventerà, te ne parlerò.” Replicò lui. “E non cercherò mai più di scappare da te.”
“Ti prometto la stessa cosa.” Dissi.
“A questo proposito, tu hai sempre fatto sembrare facile scappare. Hai un certo talento per quello, lo sai?”
“Tu stai zitto, che mi hai lasciata, sei salito su un aereo e l’hai fatto con la stessa facilità con cui ti allacci le scarpe.”
“Kim, io non mi allaccio le scarpe, porto gli stivali.”
“Sei un idiota.” Mormorai e appoggiai la testa alla sua spalla. Ormai eravamo tornati noi stessi. Eravamo tornati Harry e Kim. Anzi, Fossette e Kim. Stavamo vivendo la quiete dopo la tempesta e la cosa non mi dispiaceva. Perché la tempesta mi aveva veramente distrutta e non ero sicura di riuscire a sopravvivere ancora per molto in quella situazione. Anzi no, ero sicura che sarei sopravvissuta, ma probabilmente sarei stata un robot. Non avrei amato più nessuno e non avrei mai più creduto nell’amore.
“Allora Kim, vuoi tornare ad essere la mia ragazza?” Mi domandò lui, mettendosi su un ginocchio davanti a me e offrendomi la collana con la croce che portava sempre al collo.
“Sì.” Dissi. “Sì, voglio essere la tua ragazza.” Aggiunsi. Fossette mi abbracciò e mi diede un lungo bacio.

 



Ed ecco il nuovo capitolo!
Finalmente scopriamo cosa c'entra Niall in tutta questa storia. E, grazie all'idea di Louis di chiuderli a chiave in un camerino, Kim e Harry sono finalmente riusciti a parlare e a risolvere tutto. Ma rimarrà davvero così? Oppure i due si lasceranno di nuovo alla prima difficoltà?
Nel prossimo capitolo scopriremo se le cose rimarranno così o se i due dovranno affrontare ancora tanti ostacoli.
E, a questo proposito, vi dico che probabilmente il prossimo capitolo arriverà martedì sera, perché io sarò in vacanza e penso che starò fuori tutto il giorno, quindi credo che posterò quando tornerò in hotel.
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo! Grazie per aver letto e grazie a chi ha inserito la mia storia tra le preferite, seguite o ricordate! Grazie alle ragazze che mi hanno lasciato le loro bellissime recensioni al capitolo scorso! <3
Un bacione e a martedì prossimo!

 


p.s. Ho iniziato a pubblicare una nuova storia, se volete leggere qualcosa di nuovo! Si chiama Little White Lies e potete trovarla QUI! :)

Blog | Pagina Facebook | Account personale Facebook | Twitter | Tumblr

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: TheSlayer