Capitolo 7: Le interviste
La mattina mi svegliò la mia squadra di preparatrici.
-Svegliati cara, dobbiamo prepararti per l'intervista di stasera.- disse Catelyn.
Fu una mattina stressante per una come me. Odiavo dovermi truccare e acconciare i capelli.
*A cosa mi serve tutto questo,se tra un giorno dovrò uccidere e mi sporcherò con il sangue dei tributi che ho massacrato con i miei coltelli?* pensavo mentre Catelyn, Eleanor e Kelly continuavano a lavorare su di me. Quando finirono mi lasciarono in balia di Jared, che entrò con in mano un abito lungo arancione e senza spalline.
-Un vestito? Stai scherzando spero, Jared.- dissi guardando con riluttanza il vestito.
-No, Clove. Durante le interviste bisogna essere al meglio. Bisogna far innamorare le persone per avere più sponsor, e questo è l'unico modo.- disse passandomi l'abito.
Sbuffai e mi feci aiutare a mettere il vestito e...i tacchi. Ho sempre odiato i tacchi, come si fa a lanciare i coltelli o ad uccidere una persona con quei cosi? E ora mi costringono a metterli per avere più possibilità di sopravvivere.
Jared mi accompagnò al piano terra, dove avrebbero avuto luogo le interviste e dove incontrai Cato con uno smoking nero. Eravamo i primi. Qualche minuto più tardi arrivarono quelli dell'1 e del 3, per poi essere seguiti dagli altri tributi. Ci mettemmo in fila e aspettammo l'inizio dello show.
Caesar fece la sua comparsa tutto sorridente. Quest'anno era vestito dalla testa ai piedi di blu. Orribile. Salutò il pubblico e iniziò a chiamarci uno alla volta partendo da Glimmer. Non sono stata ad ascoltare i miei alleati, non mi interessava quello che avevano da dire. Caesar chiamò il mio nome.
-Facciamo un enorme applauso per Clove, la ragazza dei coltelli!-
Presi la sua mano e guardai tutte le persone che c'erano in sala con un sorriso sadico.
-Allora Clove...parlaci di te, perchè ti chiamano la ragazza dei coltelli?-
-Semplice, perchè sono la migliore con il lancio dei coltelli. Riesco a centrare il bersaglio anche a 400 metri di distanza. Non sbaglio mai la mira e potrei ucciderti anche mentre stai scappando in preda al panico.- dissi con un tono glaciale.
-Beh devo dire che è rassicurante sapere di non averti contro.- disse lui con una risata. -Che tecnica utilizzerai durante questi giochi?-
-Non starò qui a rivelare la mia tecnica per avvantaggiare gli altri tributi, basti sapere che durante il bagno di sangue molti tributi moriranno per colpa di un coltello lanciato da me.-
Il segnale acustico suonò e tutti gli spettatori e i tributi erano shockati per la mia freddezza.
-Signori e signore, la ragazza dei coltelli!- disse Caesar per salutarmi, ed io uscii.
Infine Caesar chiamò Cato che parlò di quanto è pronto per questi giochi. Disse di essere un combattente, pronto alla lotta e determinato. Quando uscì mi si avvicinò.
-Bell'intervista.- disse senza guardarmi.
-Anche la tua.-
Stavamo guardando uno schermo per poter assistere alle interviste degli altri tributi.
La ragazza del 5 era misteriosa, Thresh era sfuggente alle domande di Caesar ed era molto forte, la ragazzina, Rue, era tranquilla e rispondeva con molta calma alle domande che le poneva Caesar.
Katniss era impaurita, ma cercava di scherzare con il presentatore. Infine toccò a Peeta.
Anche lui usò la tattica del simpaticone e gli riuscì alla grande. Fece tutto un numero con Caesar in cui fanno a turno per annusarsi. Poi il presentatore gli rivolse una domanda.
-Ci sarà qualche ragazza ad aspettarti al distretto?-
Scosse la testa. -No, nessuna.-
-Andiamo un bel tipo come te.-
-Beh, c’è una ragazza, ma non si è mai accorta di me- sussurrò il ragazzo del 12.
-Allora ti dico una cosa. Vinci, torna al tuo distretto e rubale il cuore.-
-Grazie, ma non credo che servirebbe a qualcosa vincere.- disse con un tono di voce molto triste
-E come mai no?- continuò Caesar.
-Perchè...Perchè lei è venuta qui con me.- disse guardando dritto in camera.
Ci voltammo tutti verso Katniss e vedemmo che lei non ci credeva, era stata una sorpresa anche per lei questa notizia. Ma che importava? Ormai tutti gli sponsor erano suoi.
-Questa Ragazza di Fuoco ci sta dando troppi problemi.- dissi guardandola con disprezzo.
-Avrà una bella sorpresa durante il bagno di sangue, e nemmeno i suoi sponsor potranno aiutarla.- disse Cato guardandomi. -Vieni andiamo a dormire.- disse prendendomi per un braccio e trascinandomi verso l'ascensore.
La sera non riuscii a dormire. Ogni tentativo di prendere sonno falliva, eppure sapevo bene che più dormivo e meglio sarebbe stato il giorno dopo nell'arena.
Dopo alcune ore mi alzai dal letto e andai nel salotto, dove con mia grande sorpresa vidi Cato che scrutava il panorama fuori dalla finestra.
-Non riesci a dormire neanche tu?- dissi all'improvviso.
Lui si girò e mi scrutò per un attimo come per mettere a fuoco chi ero.
-Già...Penso a domani, a come sarà l'arena, al bagno di sangue, al sangue dei tributi che ucciderò sulle mie mani e sul mio viso.- disse andando a sedersi sul divano. -Tu come mai non dormi?-
-Per lo stesso motivo. Che arena speri ci sia?- dissi sedendomi accanto a lui.
-Le rovine del distretto 13. Mi affascinano fin da quando ero bambino.-
-Io spero sia un posto con dell'acqua.- dissi sospirando.
-Hai paura?-
-Io? Paura? Non ho paura di niente.- dissi guardandolo negli occhi.
-Io un po'...ho paura che tu ti possa fare del male.-
Rimasi in silenzio a scrutarlo per capire se quello che aveva detto era vero o stava solo scherzando, quando all'improvviso lui mi chiese una cosa inaspettata.
-Promettimi una cosa... Da quell'arena usciremo insieme oppure non usciremo.-
Mi presi dei secondi per poter assimilare quello che aveva appena proposto, per poi rispondergli.
-Insieme o nessuno. Te lo prometto.-