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Autore: EstelBlack    29/07/2014    2 recensioni
"Ti ricordi quando mi hai detto che ci saresti sempre stato per me? [...]
Andrai via di casa e ti dimenticherai di me.
Non voglio.
Non voglio che tu te ne vada.
Ti prego, non lasciarmi qui."
Sirius.Regulus.
Quando l'amore fraterno supera tutto.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Regulus Black, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Inizio con il dire che la colpa della nascita di questa cosa è tutta di Aly Black (si e tu lo sai u.u) che si è auto-eletta  la mia musa ispiratrice.
Questa one-shot è dedicata a lei e spero di non aver deluso le sue aspettative. Buona lettura.
 
 
 

 

-Ti prego, non lasciarmi qui.-
 
“Sai, a volte credo che lo Smistamento avvenga troppo presto.”
Dumbledore.
 
 
 
 
 
 

Sirius urla.
Mia madre urla.
Mio padre urla.
Non che sia una novità, i litigi tra mio fratello e i miei genitori sono all’ordine del giorno.

“BASTA, ME NE VADO DA QUESTA CASA!”

Passi frettolosi che salgono le scale.
Una porta che sbatte.
Silenzio.
Quella frase urlata al limite della sopportazione mi fa gelare il sangue. Non è la prima volta che salta fuori durante i litigi, ma questa volta sento che è diverso.
Mi alzo lentamente dal letto e, senza fare rumore, esco nel corridoio. I miei genitori non vogliono che vada da Sirius dopo che finiscono di urlarsi contro quanto si odiano.
Ancora più lentamente apro la porta della camera di mio fratello ed entro.
Sirius è chino sul suo baule e sta cercando di chiuderlo nonostante sia pieno fino all’orlo.

“Te ne vai veramente?” sussurro con voce roca per colpa delle lacrime che mi sto sforzando di non far cadere.

“Mi dispiace Reg, ma non posso più stare qui, non posso vivere con delle persone che mi odiano.”

Sirius si gira verso di me dopo aver chiuso finalmente il baule.

“Io non ti odio” sussurro ancora.

“Lo so” si avvicina sorridendo “mi mancherai, ma ci vedremo a scuola, no?”

Annuisco senza guardarlo in faccia perché so già che scoppierei a piangere aggrappandomi alla sua gamba per non farlo andare via.
Lui sospira e mi abbraccia.
Ricambio l’abbraccio mentre le prime lacrime iniziano a scivolarmi sulle guance.

“Ti voglio bene” mi sussurra all’orecchio.

Poi si stacca, prende il suo baule –dopo averlo rimpicciolito-, mi da un bacio sulla fronte ed esce dalla camera.

“Ti voglio bene anche io.”

Sospiro e mi siedo sul suo ex letto.
Le bandiere di Grifondoro sono ancora lì, ricordo indelebile del suo passaggio.
 



“Sirius cosa fai?” chiedo mentre mi chiudo la porta alle spalle.
“Sto arredando la camera Reg” mi risponde con in mano una delle tante bandiere della sua casa “ho applicato un incantesimo permanente, così tutti sapranno che c’è stato un Black a Grifondoro.” Ride.
“Sirius?”
“Dimmi Reg.”
“Se il prossimo anno verrò smistato a Serpeverde mi vorrai ancora bene?”
“Certo che si! Sei il mio fratellino. Anche se non sarebbe male se venissi a Grifondoro.”
“Così mamma e papà si arrabbieranno anche con me e non mi vorranno più bene.”
“E quindi? Tu avrai sempre me. Io ti vorrò bene sempre, in qualunque casa verrai smistato. Puoi sempre contare su di me, non te lo scordare mai!”
 



Senza rendermene conto mi sono rannicchiato sul letto con il petto dolorante per i troppi singhiozzi.
Sirius ha sempre fatto tutto per me. Mi ha sempre difeso con i nostri genitori. A volte si prendeva lui la colpa dei nostri scherzi per non farmi punire.
Mi tiro su a sedere, la decisione già presa.
So che i miei genitori a quest’ora si sono già chiusi in camera, quindi non mi preoccupo del rumore che fanno i miei piedi mentre scendo velocemente le scale per arrivare alla porta d’ingresso.
Sirius è sul marciapiede, pronto ad attraversare e a lasciare Grimmauld Place senza guardarsi indietro.

“SIRIUS!” urlo.

Lui si gira guardandomi sorpreso.

“Ti ricordi quando mi hai detto che ci saresti sempre stato per me? Non voglio che mi escludi dalla tua vita. A scuola stai sempre con Potter e adesso che te ne andrai di casa ti dimenticherai di me. Non voglio. Non voglio che tu te ne vada e che mi lasci qui da solo, non posso farcela. Ti prego, non lasciarmi qui.”

Sirius si avvicina lentamente.

“Non potrei mai dimenticarmi di te. Ti prego Regulus, vieni via con me. Solo tu e io. Andiamocene da questa casa. Nessuno sentirà la nostra mancanza.”

Sirius mi porge la mano.
Mi guardo indietro. Guardo quella che è stata la mia casa per quindici anni. Penso ai miei genitori. Penso a Sirius. E scelgo.
Mi volto verso mio fratello e afferro la mano che mi porge.
Sirius mi sorride.

“Vai a preparare il tuo baule, in silenzio. Ti aspetto qui fuori.”
 



Abbiamo lasciato Grimmauld Place da un’ora ormai a cavallo delle nostre scope.
Non so dove siamo diretti o forse faccio finta di non saperlo. Ho due possibilità su tre di sbagliarmi.
Quando atterriamo sul giardino di un’abitazione sono ormai le due di mattina.
Sirius si dirige sicuro alla porta e suona il campanello. Un uomo assonnato viene ad aprire e guarda prima me e poi mio fratello.

“Sirius? È successo qualcosa? Stai bene?”

“Ecco Signor Potter, avrei bisogno di parlarle. Possiamo entrare?”

“Certo.”

Il signor Potter ci fa accomodare e solo allora mi accorgo che dietro di lui ci sono la moglie e… Potter.

“Sirius?”

“Ciao James.”

“Venite in soggiorno. Sedetevi. Volete qualcosa di caldo?”

“Del tè andrà benissimo signora Potter, grazie.”

Mentre la donna va in cucina Sirius inizia a parlare.

“Siamo andati via di casa. Ho di nuovo litigato con i miei genitori e questa volta non ho resistito. Regulus è voluto venire con me.”

I due Potter mi guardano e il più anziano mi porge la mano.

“Charlus Potter. Piacere.”

“Regulus. Piacere mio.”

Il più giovane dei Potter continua a fissarmi. Un secondo dopo quattro tazze di tè sono sul tavolino davanti a noi.

“E questo bel ragazzo chi è?”

“È mio fratello, signora Potter. Regulus.”

“Oh si, Sirius ci ha parlato tanto di te, sai? È un piacere conoscerti.”

“Anche per me Signora Potter.”

“Bene, finite il tè e poi andate a dormire. Ne parleremo più tardi con più calma.”

Dopo aver trasfigurato due letti nella camera di Potter ci mettiamo a dormire.
 



Mi sveglio lentamente, già pronto a sentire Kreacher chiamarmi e a scendere in cucina a fare colazione tra le occhiatacce che si rivolgono Sirius e mia madre.
Apro gli occhi.
Questo non è il mio letto. Questa non è la mia stanza e di sicuro non la condivido con Potter.
Un Potter seduto sul suo letto che mi guarda.

“Buongiorno.”

“Buongiorno” borbotto.

“Sirius è in bagno a cambiarsi” mi informa.

“Ok.”

Il rapporto tra me e Potter non  è mai stato dei migliori. Sempre se di ‘rapporto’ si può parlare. Ogni volta che ci incrociamo ad Hogwarts ci lanciamo delle occhiatacce che è un miracolo se siamo entrambi ancora vivi. Ho iniziato ad odiarlo già al mio primo anno, quando al binario 9 ¾ saltellava in ogni dove chiamando Sirius ‘fratello’.
Lui non è tuo fratello, Potter. È il mio.

“Perché hai lasciato Grimmauld Place? Non sentirai la mancanza di mammina?”

Prima che possa replicare Sirius entra nella stanza.
Ringrazia la tua buona stella, Potter.

“Ah sei sveglio” mi saluta mio fratello.

“Si.”

“Vi aspetto in cucina” annuncia Potter ed esce.

“Perché siamo venuti proprio qui? Non potevamo andare da Lupin?”

“Perché volevi andare da Remus?” mi chiede perplesso.

“È quello che mi sta più simpatico dei tuoi amici. È l’unico che non mi guarda male.”

“James non è così male. Dai, andiamo a mangiare.”

La giornata passa tranquilla, incredibilmente.
Ho cercato di evitare di pensare ai miei genitori per tutto il giorno, ma adesso che sono a letto la mia mente decide di fare quello che vuole.
Quando si sono accorti che il mio letto era vuoto cosa hanno pensato?
Erano contenti? Erano dispiaciuti?
Avranno cancellato anche la mia faccia dall’albero genealogico della famiglia Black?
Cosa succederà adesso?
 



Il quartetto si è riunito.
Lupin e Minus sono arrivati questa mattina mentre eravamo seduti in cucina a fare colazione. A quanto pare passano sempre l’ultima settimana di vacanze insieme. Non che non lo sapessi, visto che Sirius scompariva sempre una settimana prima di iniziare l’anno scolastico.
Due nuovi letti si sono aggiunti in camera di Potter rendendola un po’ trafficata. Mi sono offerto di dormire nella camera degli ospiti, ma Sirius e Lupin si sono rifiutati.
Adesso sono tutti e quattro in giardino a confabulare mentre io sono rimasto seduto sul divano.
Mi sento di troppo.
Lupin entra in casa e mi sorride, poi va in cucina e torna con cinque bottiglie di burrobirra.

“Vuoi venire fuori con noi?” mi chiede “dai, non stare qua tutto solo.”

Decido di seguirlo in giardino e mi siedo tra lui e Sirius sotto lo sguardo attento di Minus e Potter.

“Ehi Reg” mi saluta Sir “stavamo escogitando degli scherzi perfetti.”

“Si, da fare tutti a voi squallidi Serpeverde.”

“James” lo riprende Lupin.

“Che vuoi? Lo sto avvertendo.”

“Dimmi Potter, tu conosci tutti i Serpeverde?”

“…no”

“E come fai a sapere che siamo tutti squallidi?”

“Perché siete Serpeverde.”

“Pregiudizi. Voi Grifondoro ne siete pieni. Eppure è a noi che il Cappello Parlante dice ‘a Serpeverde, ragazzi miei, vi
troverete gli amici migliori’. Tu non sei un Serpeverde. Non puoi sapere che noi ci definiamo una famiglia da proteggere e difendere. Per voi siamo tutti squallidi. Metti da parte i pregiudizi e cresci Potter.”

Silenzio.
Sirius mi guarda sorpreso.
Minus sembra intimorito.
Lupin mi sorride.
Mentre Potter mi guarda in cagnesco.

“Ha ragione lui James. Detestiamo tanti i Serpeverde quando in realtà non sappiamo niente di loro. Secondo me stanno sulle loro per auto-difesa.”

Lupin guadagna punti a vista d’occhio.
 



Dopo quel pomeriggio mi tengo lontano dai quattro, preferendo stare da solo. Ma Sirius e Lupin non sono dello stesso avviso. Fanno a turno per tenermi compagnia. Con Lupin parliamo principalmente di scuola e di Trasfigurazione, materia preferita di entrambi, e siamo arrivati a chiamarci per nome.
 



È il primo settembre e il binario  9 ¾ è stracolmo di persone, ma di mamma e papà neanche l’ombra. Forse è meglio così.
Sto spingendo il mio carrello chiudendo le file di quello strano gruppetto che mi precede.
Sirius e Potter sono davanti a scherzare fra loro. Minus subito dietro a cercare di entrare nella conversazione, facendo così più baccano di quanto richiesto. Remus è poco distante da loro, estraniandosi dai loro discorsi. Per far finta di non conoscerli, sospetto io.
Con la coda dell’occhio noto un movimento strano nella fila davanti e in un lampo il mio carrello è per terra. Il baule si è aperto. Fogli di pergamena sono sparsi per il binario sporchi d’inchiostro. I libri si sono aperti con l’impatto con il pavimento. I vestiti fortunatamente sono rimasti nel baule.
Sento Potter ridacchiare e mentre alzo lo sguardo lo vedo mettere via la bacchetta.
Remus gli lancia un’occhiataccia .

“Andate avanti, lo aiuto io.” Dice, fermando Sirius che stava venendo ad aiutarmi.

Mi inginocchio davanti al baule seguito da Remus.

“Scusalo, è un imbecille.”

“Lo avevo sospettato.”

In pochi minuti riusciamo a rimettere tutto sul carrello e a salire sul treno prima che parta.

“Bè, vado a raggiungere gli ‘squallidi serpeverde’.”

“Oh si, attento a non farti mordere.”

E con quei sorrisi complici ci separiamo. Ignari che quello era solo l’inizio di una splendida amicizia.
 
 



 
  
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