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Autore: AstridxAndros    29/07/2014    1 recensioni
[Dal testo]
-Orsù cavalieri erranti,
senza mai passi tentennanti,
galoppate in dorso ad destrieri
e datevi in pasto a quegli sciocchi romanzieri!-
****
La mia prima sciocchezza in versi, siate clementi e ditemi cosa ne pensate!! Enjoy!
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Orsù cavalieri erranti,
senza mai passi tentennanti,
galoppate in dorso ai destrieri
e datevi in pasto a quegli sciocchi romanzieri!-
Il conte concedeva lento
le sue parole, come il vento.
Una brezza di racconti,
per i bimbi e per i tonti.
-Ma non fate affidamento,
alle piume ed ai calamai,
che si sa, chi non sta’ attento,
finisce in grossi guai!-
Ed i piccoli birbanti
sembravan attenti sorveglianti
sotto lo sguardo scrutatore
di quell’uomo raccontastorie.
-Un mio amico, per esempio,
un giorno trottava lento,
calmo e timoroso,
voleva esser forte e generoso.
Passò di lì lo scrittore,
un uomo buffo e di buonumore.
Scrisse di un principe egoista
che scorrazzava senza pista,
tra le aiuole dei giardini
e tra i giochi dei piccini.
Allor,
un anziano un po’ arrabbiato,
un giorno gli corse incontro trafelato.
“Un drago! Un drago!”
Urlò fuggendo
ed il popolo correndo,
“Sta’ arrivando!
È grande e grosso!
Farà di tutti un osso!”.
Il principe spaventato
senza aver rimuginato
fermò il vecchio e chiese dove,
il drago trovar poteva a tutte l’ore.
Lasciò il cavallo e prese l’arma,
che di abbandonar il popolo
non c’aveva neppur la tarma.
Arrivò al posto un po’ sperduto,
nessun drago, neppur svenuto.
Capì d’esser stato raggirato
ma ci rise sopra e un po’ azzoppato
tornò dal popolo applaudendo beffato.
“Bravi bravi, allor mi scuso, d’esser stato un po’ egoista,
di non aver pensato che potessi,
coi miei modi tanto bruschi,
spaventar anche i più grandi,
che non potevano fermarmi.
D’ora in poi starò più attento,
non spavento neanche il vento!”
Da quel giorno il principe egoista
diventò un gran collezionista,
di rocce e di preziosi
che al galoppo non sembravan che cenciosi,
inutili sassi tondi
roba insomma per volgari rubicondi.
Il mio amico, Giorgio Tommaso,
il giorno dopo tornò al paese,
quante sorprese!
Tutto il popolo gli sorrideva
e qualcuno urlò divertito,
“Un drago! Un drago!”
e tutti gli altri in coro,
“Sta’ arrivando!
È grande e grosso!
Farà di tutti un osso!”
Giorgio Tommaso cacciò un urlo sonoro,
capitombolò sul terreno polveroso,
e si sa infatti, quanto fosse già pauroso.
Cavalcò indietro senza sosta,
fuggendo dal drago,
invenzione decisa
da un romanziere,
che per nulla avrebbe fermato le risa-
I bimbi ed i tonti
ridevan sempre alle storie dei conti,
e quella volta non fu’ d’eccezione.
Quando alla fine il conte s’alzò
un bimbo calmo ed un po’ timoroso,
senza paura esclamò.
-Orsù cavalieri erranti,
senza mai passi tentennanti,
galoppate in dorso ai destrieri
e datevi in pasto a quegli sciocchi romanzieri!
Alla fine nessuno di noi,
vorrà fermare le risa dei cavalli e dei buoi!-
 
Note dell'autrice.
Non credo di aver realmente scritto una cosa nosense del genere, e per di più in versi. Quindi rivolgetevi a qualcun'altra...
No, sono perfettamente in grado di scrivere una tale scemenza, lo ammetto. 
Quiiindi, se avete un secondino di tempo scrivete il vostro impietoso parere pleeease!! *^*

 
  
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