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Autore: Cassiopea Malfoy    29/07/2014    10 recensioni
“Mi dispiace. Sono stato uno stupido a rovinare il tuo appuntamento ma non riuscivo proprio ad accettare il fatto che fossi insieme a Ryoga. Volevo soltanto proteggerti”
“Proteggermi? Io stavo benissimo Ranma!” Disse esasperata, ma almeno aveva smesso di piangere.
Sospirai “Hai ragione. Non volevo proteggere te, soltanto me stesso”
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E questa la dedico a te Irene.
A te che per cinque anni mi hai sopportato.
A te che hai sostenuto ogni singola riga che ho scritto.
Grazie di tutto e per tutto.

 

Non volevo proteggere te, soltanto me stesso


“Papà io esco!” Riuscì a sentire la voce di Akane perfino dalla palestra.
“E dove vai figlia mia?” La preoccupazione del signor Tendo era chiaramente udibile dalla sua voce.
“Ho un appuntamento. Te l’ho detto ieri” Sospirò frustrata “Ma mi ascolti quando parlo?”
“Un  appuntamento? Seriamente?” Risi spavaldo “E chi è il pazzo che vuole uscire con un masch-” Uscii dalla palestra e mi si mozzò il respiro in gola. Sembrava un angelo: un leggero trucco metteva in risalto gli occhi, il vestito bianco che portava fasciava perfettamente le sue forme lasciando scoperte le gambe magre e toniche grazie agli allenamenti e un nastro rosa gli evidenziava il punto vita.
“Un maschiaccio? È questo che volevi dire Ranma?” Mi rispose sprezzante.
“No.. Ecco, io..” Non riuscivo nemmeno a formulare una frase di senso compiuto. Sbuffai e abbassai la testa davanti al suo sguardo accusatore.

Sono io che voglio uscire con te Akane

Ma quello rimase solo un pensiero nella mia testa. Non avevo il coraggio di dirgli una cosa del genere.
“Io vado” Disse frustrata.
“Aspetta!” Gridai. “Con chi è l’appuntamento?”
“Ryoga” Non mi lasciò nemmeno il tempo di assimilare l’informazione che se n’era già andata.
La rabbia iniziò a crescere dentro di me e si impossessò di ogni parte del mio corpo. Rientrai in palestra come una furia. Frantumai ogni cosa che mi capitasse sotto mano.
Come aveva osato Ryoga farmi una cosa del genere? Sapevo quello che provava per Akane, ma lei era pur sempre la mia fidanzata. E perché Akane aveva accettato il suo invito? Cosa le passava per la testa?
Mi accasciai sul pavimento e sbuffai esasperato. Che cosa dovevo fare? Ormai sapevo di provare qualcosa per Akane. Qualcosa che andava oltre la semplice amicizia. Era da un po’ che questi pensieri mi vagavano per la mente, e adesso la mia gelosia era la prova di quello che sentivo.
Non avevo mai avuto il coraggio di rivelarglielo però. Troppo orgoglioso per mettermi così a nudo davanti a lei, non dopo tutto le volte che l’avevo insulta. Avrei dovuto rimangiarmi tutto e sapevo già che mi sarei sentito un perfetto idiota. Ma non potevo nemmeno permettere che Ryoga me la portasse via.
Mi presi la testa fra le mani cercando di mettere ordine in quel groviglio che erano i miei pensieri.
Oh, basta! Fanculo l’orgoglio. Akane è la mia fidanzata e me la riprenderò!
Uscii dalla palestra e mi diressi di corsa verso il parco. Ero quasi certo che Ryoga avesse portato lì Akane. Era il posto più romantico della città alla fine.
Dopo 10 minuti ero arrivato. Ci avevo azzeccato in pieno. Erano seduti su una panchina mezza nascosta da un cespuglio, ignari di essere osservati. Mi avvicinai cercando di non farmi notare.
Vidi le loro mani intrecciate e l’idea di tirare un pugno in faccia a Ryoga prese il sopravvento su ogni altro pensiero. Ogni muscolo mi fremeva per la rabbia e la gelosia. Vidi l’imbarazzo sul viso di Akane e Ryoga che si avvicinava sempre di più alle sue labbra.
“RYOGA!” Tuonai uscendo dal mio nascondiglio. Sobbalzarono spaventati e confusi. Appena Ryoga si riprese dallo shock mi guardò con odio.
“Che diavolo stai facendo Ranma!?” Si alzò furioso parandosi fra me e Akane.
“Tu che diavolo stai facendo! Come hai potuto farmi una cosa del genere? Come hai osato chiedere ad Akane di uscire? Ti credevo mio amico” Dissi con amarezza.
“Io sono tuo amico Ranma ma non potevo più aspettare” Iniziò a diventare rosso per l’imbarazzo. Sapevo cosa stava per fare: voleva dichiararsi. “Sai che sono innam-”
Un pugno in pieno volto gli mozzo le parole in gola.
“Ma sei impazzito per caso?” Disse massaggiandosi la mascella.
“Non ti permetterò di portarmela via” Tremavo per la rabbia. Non riuscivo più a controllarmi.
“Perché ti accorgi di lei soltanto quando c’è un altro ragazzo che gli gira attorno? Perché Ranma?”
Gli tirai un altro pugno e un calcio ben assestato nello stomaco. Si accasciò a terra con il fiato corto.
Mi diressi in fretta verso Akane e la presi tra le braccia. Non riuscì a capire se fosse più arrabbiata, sconvolta o imbarazzata. Il suo volto era una maschera di confusione.
“Akane è la mia fidanzata! Stai alla larga da lei o sarò costretto a farti veramente male Ryoga”
Vidi le guance di Akane imporporarsi quando la strinsi maggiormente a me.
Me ne andai a passo svelto e saltai sul primo tetto che trovai. Almeno lì saremmo stati tranquilli e lontani da occhi indiscreti. Dovevo smettere di avere paura e essere finalmente sincero con lei. Ero pronto a dirle tutto quello che provavo, ma la sua reazione mi tolse il fiato. Si liberò dalla mia presa e si allontanò da me.
“Akane” Il mio fu solo un sussurrò, ma sembrava che avessi urlato nel silenzio che si era creato fra di noi.
Si mise le mani fra i capelli e poi, finalmente, si voltò verso di me. Calde lacrime le rigavano le guance. Il mio primo istinto fu quello di consolarla, ma il suo sguardo feroce mi bloccò.
“Che diavolo ti è preso?” La sua voce trasudava rabbia.
“A te che diavolo è preso piuttosto! Come hai potuto accettare l’invito di Ryoga? Sono io il tuo fidanzato Akane. Te lo sei forse dimenticato?” Anche io stavo iniziando a perdere la pazienza. Aveva fatto tutto quel casino solo per lei, e questo era il risultato?
“E allora comportanti come tale maledizione! Comportati sempre come il mio fidanzato, e non soltanto quando ti fa comodo. Non soltanto quando un altro ragazzo mi mette gli occhi addosso, oppure quando sono in pericolo. Sii sempre il mio fidanzato Ranma oppure mettiamo fine a questa sceneggiata del fidanzamento. Non ce la faccio più” Crollò a terra e nascose il viso fra le mani. Tutto il corpo era scosso dai singhiozzi e io non sapevo cosa fare. Aveva ragione. Aveva ragione su ogni cosa. Ma forse un modo per rimediare c’era. Avrei fatto come aveva detto: sarei diventato il suo fidanzato, un vero fidanzato, a partire da quel momento.
Mi sedetti accanto a lei e feci un respiro profondo.
“Mi dispiace. Sono stato uno stupido a rovinare il tuo appuntamento ma non riuscivo proprio ad accettare il fatto che fossi insieme a Ryoga. Volevo soltanto proteggerti”
“Proteggermi? Io stavo benissimo Ranma!” Disse esasperata, ma almeno aveva smesso di piangere.
Sospirai “Hai ragione. Non volevo proteggere te, soltanto me stesso”
“E da cosa?” Finalmente era tornata a guardarmi. Con gli occhi rossi e i capelli arruffati mi sembrò ancora più bella del solito.
“Dal perderti. Io.. Io non avrei sopportato di perderti. Nonostante ti tratto male la maggior parte delle volte tu sei molto importante per me. So che non lo do a vedere ma è così. Mi dispiace per tut-” Non riuscì a finire la frase. Le labbra di Akane mi bloccarono le parole in gola. Fu un contatto brevissimo e delicato ma bastò a farmi tremare il cuore. Quando allontanò il suo viso dal mio era rossa come un pomodoro e non riusciva a incrociare il mio sguardo nemmeno per sbaglio.
Scoppia in una fragorosa risata. “Beh se questo è il risultato, ti inseguirò molto più spesso quando esci”
“Ranma!” Esclamò sconvolta e isterica. Ma lo vedevo che era felice. Lo vedevo da quella scintilla che aveva negli occhi. Non riuscì a trattenere un sorriso. Mi tirò un pugno sul braccio, senza farmi male, anche se avrebbe potuto. “Sei proprio uno stupido!” Disse divertita.
“E tu sei proprio bella quando ridi” Mi uscì in modo così spontaneo che quasi non me ne accorsi. Mi sembrò di averlo soltanto pensato fino a quando non vidi i suoi occhi sorpresi posarsi su di me.
“Che cosa hai detto?”
“Ho detto che sei bella Akane. Sei bella quando ridi, quando piangi, quando ti arrabbi e sei bella soprattutto quando ti alleni. Hai sempre un’aria così rilassata. Sei veramente bella e mi dispiace di non avertelo mai detto” Dissi sincero. Ero veramente imbarazzato, ma il sollievo di avergli finalmente detto la verità era talmente forte che avrei continuato a parlare per delle ore.
“E tutte quelle volte che mi hai chiamata maschiaccio?”
“Era solo il mio orgoglio e l’imbarazzo. E avevo anche paura di quello che avresti pensato”
“Ranma Saotome che ha paura di qualcosa! Questa me la devo proprio segnare” Disse ridendo.
“Hey! Io sto parlando sul serio” Risposi, facendo finta di essere arrabbiato.
“Lo so” Allungò la mano e la appoggiò sul mio viso. Sentii il calore causato dal suo contatto irradiarsi per tutto il mio corpo. “Ti ringrazio per questa sincerità. E penso che dopo tutto quello che è successo dovrei essere sincera anche io” Il mio cuore perse un battito: era arrivato il momento della verità.  Ero molto nervoso ma cercai di non darlo a vedere.
“Pensavo che il bacio bastasse” Sorrisi ammiccante.
Fece una faccia offesa e voltò nascondendo il viso alla mia vista. “E allora non ti dirò che sono innamorata di te” Mi immaginai il sorrisetto soddisfatto che aveva, di sicuro, appena fatto. Sapeva di avermi colto di sorpresa ma anche io avevo il mio asso nella manica.
Gli presi il mento fra le mani e gli girai velocemente il volto verso il mio. La bacia prima che avesse il tempo di reagire. Fu un bacio molto diverso dal precedente: molto più profondo e intenso, pieno di stupore, amore e soprattutto speranza. Gli presi il viso fra le mani e approfondì il contatto. Non riuscivo a smettere. Avevo aspettato così tanto quel momento che avrei voluto che durasse per sempre.
Mi staccai soltanto per mancanza di ossigeno. Avevamo entrambi il respiro affannato e le guance rosse. Sorrise raggiante e io feci lo stesso, ammaliato dalla sua felicità.
“Ti amo Akane” Riuscì finalmente a dire.
Lacrime di gioia cominciarono a scendere dalle sue guance e mi buttò le braccia al collo prima che potessi aggiungere qualcosa. “Ti amo anche io” Mi sussurrò all’orecchio. E restammo così per un po’: lei che piangeva sulla mia spalla e io che le accarezzavo delicatamente la testa, abbracciati e felici, finalmente insieme.



Spazio d'autrice
Salve a tutti! Prima storia che oso scrivere su Ranma e Akane. Ho adorato fin da subito questa coppia e ho sempre sperato in un bacio tra di loro. Dato che non sono stata accontentata ci ho pensato da sola. Spero di non essere stata troppo romantica e smielata. 
Spero che vi piaccia e di ricevere qualche recensione 
  
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