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Autore: Sora_D_Aoi    29/07/2014    3 recensioni
Marineford: l'imminente esecuzione del prigioniero Portgas D. Ace ha portato l'Imperatore Edward Newgate a intervenire con tutte le sue flotte per salvarlo. La battaglia si dimostra fin da subito violenta e senza esclusione di colpi. Inoltre, l'intervento di una delle Undici Supernove Monkey D. Rufy complica ulteriormente la situazione. Tuttavia, nello scontro fra Marina e pirati, una terza persona si unisce segretamente, nascosta da un cappuccio nero, e inizia a fare strage di marines. Il suo scopo? Liberare il condannato. Perché? Semplice, se proprio quell'idiota deve morire lo farà per mano sua, quando lo prenderà a sberle per il macello combinato. E lo stesso vale per Mugiwara.
[Sì, so che l'ambientazione è stata usata fino allo sfinimento, ma ci sono troppe persone che amano quel fiammifero, e io sono tra loro (perché ci hai fatto questo, Oda ç_ç?!)]
Nient'altro aggiungere... Spero che la storia sia di vostro gradimento!
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NEL CAPITOLO PRECEDENTE...

Con la liberazione del condannato Portgas D. Ace la guerra di Marineford prende un esito decisivo. Con l’ordine di fuggire i Pirati di Barbabianca si dirigono verso le navi sopravvissute al combattimento, e dopo l’intervento di Aoi, una vecchia conoscenza di Rufy ed Ace, salvando quest’ultimo da un letale attacco dell’Ammiraglio Akainu la battaglia sembra quasi giunta al termine. Tuttavia, contro la ragazza  schierano anche Aokiji e Kizaru, decisi a non cedere, mentre al suo fianco giungono Barbabianca e il Comandante della sua Prima Divisione, Marco la Fenice, ormai liberatosi delle manette di agalmatolite.

“Lasciami andare, Jinbē! Hanno bisogno del mio aiu”-

“No, Rufy...! Non... intervenire...”

“Ma che stai dicendo, Ace?! Non soltanto Aoi, ma anche il vecchio e il tuo amico rischiano di”-

“Lo so! P-però... non permetterò che altre persone a me care gettino la loro vita per salvare la mia...! Q-quindi... quindi mi fiderò di Aoi e delle sue parole, così come mi fiderò di Marco e del Babbo... Fidiamoci di loro, Rufy!”

Lo scontro non è ancora finito.

 
- QUESTA È LA STRADA CHE HO SCELTO!
ATTACCO FINALE CONTRO AKAINU: ABISU NO HIMEI

Barbabianca fece roteare la sua grande alabarda, sbattendola poi con violenza a terra: “Marco! Mocciosa! Sparite subito da qui e raggiungete gli altri!”

“Ma Babbo...”-

“Vuoi disobbedire ai miei ordini proprio ora, Marco...?!”

“Tsk! Se lui vuole andarsene che faccia pure, ma io non sono tenuta ad obbedirti! Io non accetto ordini da nessuno!” ribatté decisa Aoi, ricevendo in risposta un altro colpo sul terreno dissestato da parte del gigante.

“Non sto scherzando, mocciosa! Vattene e raggiungi quegli scalmanati dei tuoi fratelli una volta per tutte! Per quanto tu sia forte... sono sicuro quel sangue non sia uscito a caso.”

A quella frase gli occhi di tutti si incentrarono su di lei. Barbabianca aveva ragione: dei numerosi tagli si erano gradualmente aperti su varie parti del suo corpo, ricoprendola così di sangue e facendole affannare il respiro.

“Q-questi... non sono niente! Così come questo ghiaccio non è niente!” ringhiò infastidita la biondina, utilizzando il braccio destro per fare una cosa che lasciò tutti di stucco: spezzò di netto l’avambraccio sinistro congelato, per poi iniziare a divorarlo con i denti appuntiti. Contemporaneamente, dal suo avambraccio assente aveva iniziato a sgorgare acqua che stava lentamente prendendo la forma di quell’ultimo.

“Ma cosa...” borbottò Marco, sempre più confuso.

“Il braccio... il braccio si sta riformando...!” balbettarono attoniti alcuni marines e pirati.

“Dannata mocciosa...!”

“Ecco perché non sembrava così preoccupata che le avessi congelato le braccia.”

“Ah...! Sono davvero dei mostri, questi qui...!”

“Io sono acqua, poveri stolti! Siete bravi in chimica? Primo principio della materia: essa non si crea né si distrugge, ma si modifica! Acqua, ghiaccio e vapore sono la medesima sostanza! Mi basta sciogliere il ghiaccio per poter ricostruire le parti del mio corpo! E se evaporo e non ho il tempo necessario per condensare l’acqua persa mi è sufficiente introdurne una quantità pari! Posso rigenerarmi all’infinito!”

“E quei tagli, invece? Anche quelli fanno parte dei tuoi trucchetti?!” le domandò con tono di scherno Akainu, rialzandosi “Mio malgrado, sia io che Aokiji ti abbiamo colpita troppe poche volte... e anche quando è accaduto le parti interessate erano sotto forma d’acqua. Perciò... quelle ferite altro non sono che contraccolpi!”

“Contraccolpi?!”

“E così... te ne sei accorto, eh, vecchio bastardo?” sibilò lei in un sorriso tirato.

§
 
“Che cosa vuol dire che ha subito dei contraccolpi, Jinbē?!” chiese agitato Rufy, dato che il gruppetto si era fermato a guardare e poteva ancora sentire le parole delle due fazioni nonostante la lontananza.

Per quanto fosse possibile, sia a lui che a Ace parve di vedere l’uomo-pesce sbiancare e chinare il capo: “Ecco...”

“Tu... Tu lo sapevi! Sapevi di questa cosa!!! Vero, Jinbē...?!” sbottò il Comandante della Seconda Divisione, scuotendolo per il jinbei “Rispondi!!!”

“Lascialo andare, Ace!” cercò di placarlo Izou, Comandante della Sedicesima Divisione, rischiando di bruciarsi le mani.

“Taci, Izou! Che accidenti significa tutto questo?!”

“... Questo... è il prezzo da pagare per aver acquisito i poteri del Frutto Mizu-Mizu!” rispose il Cavaliere del Mare, liberandosi dalla presa del giovane “E Aoi-San ne era ben consapevole, quando l’ha mangiato!”

“Spiegati meglio, dannazione!!! Qual è il prezzo da pagare?!”

“Come ben sapete, ingerire un Frutto del Diavolo concede un potere fuori dal comune a discapito della capacità di galleggiare in acqua, oltre ai peculiari svantaggi che variano da Frutto a Frutto. Ebbene... uno degli svantaggi del Frutto che ha mangiato Aoi-San è questo. La maggior parte dei suoi attacchi, al di fuori del Gyojin Karate e dell’Haki, si basano sulla pressione e sulla forza centrifuga attribuite all’acqua, e ogni volta che esse vengono utilizzate vi sono dei contraccolpi all’interno del suo organismo. Più pressione viene attribuita, maggiore è l’entità dei contraccolpi. Con attacchi pienamente controllati i danni possono venire ridotti persino del settanta o ottanta percento, però... se nella foga del combattimento o per forze esterne Aoi-San dosa male la pressione... L’acqua aumenta il volume e la velocità di circolazione del sangue, e i capillari e le vene che non riescono a contenerlo esplodono gradualmente causando le ferite che vedete ora. E con ulteriori sforzi si può arrivare ad un danneggiamento degli organi interni... È vero, Aoi-San può rigenerarsi all’infinito ingerendo o assorbendo acqua, ma non può fare nulla se si dissangua prima di avere la possibilità di aggiungere acqua al suo corpo.”

“Q-quindi... Aoi...”

“AOIII!!!”
 
§
 
“Che accidenti urla, quello stupido Succo di Frutta...?!”

“Credevi forse che non conoscessi le proprietà del Frutto del Diavolo che hai mangiato? Ti ci vogliono tempo e concentrazione per calibrare i tuoi attacchi in modo da non avere ripercussioni sul tuo corpo, e nelle sfide serie come questa non puoi permetterteli! Per questo il tuo corpo comincia ad avere dei problemi! Puoi rigenerarti quanto vuoi introducendo nuova acqua, ma su di te il dissanguamento ha gli stessi effetti che ha su un normale essere umano!”

“Sta dicendo il vero, ragazzina...?!” chiese Marco ancora a bocca aperta.

“... Sì, lo ammetto... Se mi dissanguo sono spacciata... Però vi ucciderò prima che questo accada! Non sono venuta qui per schiattare, e ora che quella faccia da schiaffi è quasi al sicuro non me lo posso permettere! Devo raggiungere lui e quel moccioso di gomma e riempirli di sberle!!!”

“E allora obbedisci e raggiungili, mocciosa testarda che non sei altro...!” sbottò Barbabianca sempre più affaticato “E lo stesso vale per te, Marco!”

“Non sei nella posizione di darmi ordini, vecchio! Sembri un groviera da quanti buchi ti ritrovi! E poi non ti permetterò di morire qui! Ti porterò su una di quelle fottute navi e fuggiremo insieme, che tu lo voglia o meno!”

Tu credi di potermi dare degli ordini?! Hai idea di chi hai davanti, mocciosa?!”

“Sì! Un vecchio testardo che sta rischiando inutilmente la pelle!”

“Ehi! Modera i termini, ragazzina! Non puoi rivolgerti al Babbo in quel modo!”

“Ah, ma taci, stupido pollo azzurro con la testa ad ananas!”

“Credo che voi tre vi siate dimenticati della situazione in cui vi trovate.” s’intromise Aokiji, mentre il suo corpo si stava lentamente ricoprendo di ghiaccio.

“Distrarvi in un momento simile... Voi pirati siete proprio senza speranze...!” cantilenò Kizaru, facendo letteralmente brillare il suo indice pronto a sparare un letale raggio di luce.

“Vi concedete addirittura tempo per bisticciare su una cosa così inutile?! Non avete ancora capito che nessuno di voi lascerà quest’isola?!” tuonò infine Akainu, aumentando il volume del suo magma “Siamo tre contro tre, ma con il vecchio in quelle condizioni cosa sperate di fare?!”

“Bada a come parli, moccioso di magma! Non mi ci vuole niente per”-

Un violento fiotto di sangue impedì a Barbabianca di terminare la frase. Il suo corpo stanco e affaticato si sporse appena in avanti, rischiando di fargli perdere l’equilibrio.

“Vecchio!”

“BABBO!!!”

“Perfetto! Tu sarai il primo, Barbabianca!”

“Non te lo permette”-

“Ah...! Ti sei distratto di nuovo, Marco la Fenice...!”

Marco si accorse troppo tardi che Kizaru si era materializzato alle sue spalle, colpendolo con un raggio di luce dove non c’erano le sue fiamme blu a ricoprirlo. L’uomo cadde a terra, tossicchiando sangue, mentre gli attacchi degli altri due Ammiragli vennero diretti verso il malconcio Capitano che non poteva difendersi.

“BABBOOO!!!”

I due attacchi, lambendosi appena mentre si dirigevano verso il bersaglio, crearono del vapore, rendendo così impossibile agli sfortunati spettatori di vedere se e come il loro Babbo fosse stato ferito.

Una volta diradatasi la coltre, però, ciò che videro fu sorprendente: un attimo prima che il colpo raggiungesse Barbabianca Aoi si era messa in mezzo, a testimoniarlo il suo corpo per metà congelato e per metà evaporante. Anche Barbabianca e Marco erano allibiti.

“AOI!”

“A... A-appena in tempo...” ansimò appena la giovane, sputando un piccolo fiotto scarlatto “Vedi dove porta la tua cocciutaggine, vecchio...?!”

“Stupida ragazzina!!! Perché accidenti ti sei messa in mezzo?! Non ti ho mai chiesto di proteggermi!” la rimproverò l’uomo, ansando.

“T-taci... vecchio...! I-io... non ti permetterò... di lasciare questo mondo... S-se tutto questo finirà... vecchio... I-io... potrò... chiamarti Babbo...?”

Quella domanda lasciò l’uomo spiazzato. Nonostante tutto, lui si era affezionato a quella ragazzina fin dal primo momento in cui si erano incontrati. E avendo imparato a conoscere il suo carattere, frutto di un’infanzia dolorosa e intrisa di sangue, non si sarebbe mai aspettato una simile domanda proprio da lei.

Il grande Imperatore sospirò, scosso sia dalla spossatezza che dal gesto nobile che quella ragazzina aveva appena compiuto per lui: “... S-stupida mocciosa... Tu sei già mia figlia! Non era necessario un gesto simile!”

Aoi sorrise appena, felice, mentre una solitaria lacrima le solcò il volto: “Invece per me lo era eccome... vecchio testardo... So che non è un buon modo per iniziare ad essere una figlia modello, però... Io... non ti lascerò qui, a costo di disobbedirti!”

Il dialogo venne interrotto dalle risate sguaiate di Akainu, che non provò nemmeno a trattenersi: “Ah, ah, ah, ah, ah!!! Non ci posso credere!!! Gli inutili discorsi di quel vecchio hanno influenzato addirittura te, ragazzina?! Tu, che sei stata educata ad uccidere i tuoi stessi compagni per sopprimere i sentimenti, adesso vorresti entrare nella ciurma capitanata da quel vecchio?! Questa sì che è buona!!!”

Il suo sorriso divenne amaro: “... Non fa nulla... Non m’importa un cazzo che un rifiuto come te capisca o meno il mio desiderio... Sì... per diventare una perfetta assassina sono stata educata a sopprimere i miei sentimenti... Ho messo da parte le mie paure, i miei affetti e ogni forma di umanità... ho ucciso i miei stessi compagni, perché altrimenti sarei stata uccisa da loro... Sono stata privata del sonno per anni, per potermi difendere dai loro agguati... Laggiù, per sopravvivere, non potevo far altro che immergere le mani nel sangue di quelli che sarebbero potuti essere miei alleati... I veri assassini non possono essere umani... non possono provare emozioni... Sono macchine da guerra incapaci di amare, di soffrire o di nutrire speranza... Il loro unico scopo è uccidere chi viene loro nominato... non importa chi esso sia. Ma... è proprio per questo che sono scappata. La mia semplice presenza qui testimonia che io ho ancora delle emozioni! Io sono ancora umana! Non ho mai voluto diventare un’assassina, non ho mai voluto imparare ad uccidere senza provare rimorso! I miei affetti, i miei sentimenti, la mia libertà... non li ho mai dimenticati! Li ho soltanto dovuti accantonare fino a che non ho avuto occasione di ribellarmi! Questa è la strada che ho scelto, e non me ne pento!!! Ma tanto... le mie parole per voi, per la Giustizia, sono soltanto le parole di una feccia... Però il vostro disprezzo non mi sfiora nemmeno! Perché questo è... questo è il mio credo, e non lo rinnegherò!!!”

“Adesso mi hai davvero stufato, mocciosa!!! Hai detto bene: tutte quelle parole sono patetiche dette da una feccia come te!!! Avresti potuto avere un futuro migliore servendo la Giustizia, e l’hai buttato al vento!!! Perciò la morte sarà la tua punizione!!!” tuonò teatralmente l’Ammiraglio di magma, avvolgendosi in una quantità di lava nettamente maggiore a prima, la quale venne scagliata con forza contro di lei prendendo poi la forma di una testa di cane “Inugami Gureo (Segugio Fiammante)!!!”

“AOIII!!!”

“SPOSTATI DA LÌ!!!”

“Di’ pure quello che vuoi, botolo di merda... IO NON MORIRÒ, E NON TI PERMETTERÒ DI FAR SOFFRIRE ULTERIORMENTE LA MIA FAMIGLIA!!!” urlò con tutta voce che aveva, allargando le mani più che poté. Contemporaneamente, il terreno sotto ai piedi di tutti iniziò a tremare, e le onde sembrarono iniziare ad agitarsi, come se una violenta marea fosse in arrivo.

“M-ma queste scosse...”

“S-sono...”

“I suoi poteri...?!”

D’un tratto, dalle fratture nel ghiaccio e nel terreno alle sue spalle e a quelle dell’Imperatore s’innalzarono nove altissime colonne d’acqua, che vorticavano tutte con fragore su loro stesse, avvicinandosi tra di loro.

“Che accidenti sta...”-

“I suoi poteri... possono spingersi fino a tal punto?”

“Oh... è davvero un mostro, quella ragazzina...!”

ABISU NO HIMEI: HAIDORA (Urla degli Abissi: Idra)!!!” gridò, alzando poi le mani sopra la testa e facendole ondeggiare con forza in avanti.

Le basi dei grandi getti si unirono fra loro, mentre le cime mutarono lentamente, assumendo la forma di nove teste di drago, le quali si lanciarono tutte verso il cane di magma del marine seguendo gli ordini dettati dalle sue braccia, producendo un forte boato simile quasi ad un ruggito.

I due attacchi si scontrarono pienamente, generando una potente onda d’urto nell’area circostante e una gigantesca coltre di vapore. Tuttavia il divario tra le due mosse fu palese: tutti videro chiaramente che alcune delle teste travolsero con tutta la loro potenza l’Ammiraglio, scaraventandolo per metri e metri.

La nebbia si diradò con una lentezza che parve estenuante, facendo trattenere il fiato a tutti i parteggiatori della giovane. Tra questi, Ace e Rufy si sentivano il cuore in gola, angosciati dalle condizioni della ragazza.

Infatti furono i primi a sgranare gli occhi e a sentirsi svenire, quando la loro compagna fu nuovamente visibile: a terra, immersa in una pozza di sangue, con la parte sinistra del corpo piena di scottature e quella destra praticamente mancante, poiché evaporata nell’attacco antecedente.

Il tempo sembrò fermarsi in quell’istante. Nessuno fiatò, nessuno si mosse. Sembrava che tutti fossero stati congelati da una mossa di Aokiji.

Aoi non si muoveva. Aoi non respirava.

Aoi...

Fu in quell’istante, che una voce si levò in tutta la sua disperazione, raggiungendo anche il cielo. Un nome: “AOIII!!!”
  
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