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Autore: Madelyne Scott    29/07/2014    3 recensioni
{ Long-fic | Giallo | Generale, Introspettivo, Sentimentale, Slice of Life | Riko Aida, Momoi Satsuki, Un po' tutti | Shoujo-ai, Shounen-ai [Riko*Momoi] [Accenni vari] | What if...?, OOC }
°-°-°-°-°-°
Riko Aida. Vent'anni, studentessa universitaria dai brillanti risultati, realizza che ogni sua convinzione si basa sul nulla.
E a farglielo capire, in un modo non convenzionale, è l'unica persona che mai lei si sarebbe aspettata di incrociare nella propria vita: Momoi Satsuki.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Riko Aida, Satsuki Momoi, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Down
Sottotitolo:
Storia di Metamorfosi
Autore:
_E n s e i_
Fandom:
Kuroko’s Basket
Stato
: Long-fic

Rating: Giallo
Genere:
Generale, Introspettivo, Sentimentale, Slice of Life
Personaggi:
Riko Aida, Momoi Satsuki, Un po’ tutti –non avete idea dell’emozione che ho provato scorrendo l’elenco-
Coppia: Shoujo-ai, Shounen-ai, Accenni vari
Avvertimenti:
What if…?, OOC

Note dell’autrice: sono molto felice di aver finalmente pubblicato questa Long. E spero sia di vostro gradimento.
Sono consapevole del fatto che il prologo in questione sia relativamente breve e scarso di informazioni, ma il tutto è volontario: spiegherò il tutto a tempo debito, nel frattempo spero di incuriosirvi almeno un po’.
Ho inserito l’avvertimento OOC per due motivi: il primo è che non mi destreggio ancora bene con la caratterizzazione di questi personaggi; il secondo riguarda Momoi. Sappiate che anche questa modifica, ancora piuttosto leggera –in quanto io stessa ho preferito non esagerare- è calcolata e voluta da me. E poi, il fatto che non sia più molto chiassosa ha permesso l’accondiscendenza di Riko per-
Insomma, leggerete.
Per la lettura del titolo, ve lo dirò all’ultimo capitolo. Intanto, sentitevi liberi di interpretarlo come più vi sembra adeguato.
Vorrei ringraziare con tutto il cuore s p a n k e Anis Paranoid che hanno betato il prologo, davvero mille grazie
Y
Vi lascio alla lettura, che spero sia per voi piacevole e invitante.
Au revoir~

 

 

˜ Down

Storia di Metamorfosi

Prologue_



Riko Aida non aveva mai dato troppa importanza al proprio aspetto fisico; preferiva, piuttosto, dedicarsi ad hobby da lei considerati produttivi, quali la lettura e lo studio.

Eppure, giunta al liceo, ai doveri da studentessa che mai le erano mancati si affiancò un nuovo interesse, quello per il proprio corpo: in questo modo, aveva iniziato a preoccuparsi di come appariva esteriormente agli occhi degli altri. Dal nulla, nacque in lei un’attenzione al limite del morboso (come per ogni ragazza adolescente) per le mani, di cui non si era mai curata minimamente: notò la pelle secca e screpolata, le unghie rovinate da attacchi di nervosismo.

Certo, aveva comunque il suo bel daffare: non solo la scuola e lo studio le sottraevano gran parte del tempo giornaliero a sua disposizione, ma ad esso si sommava quello da lei dedicato al club di basket, del quale era diventata una sorta di allenatrice (vista la sua innata capacità di quantificare con un’occhiata il potenziale degli atleti). Si limitava, quindi, all’utilizzo di qualche crema idratante la sera, e a quello di smalti rinforzanti quando aveva un attimo di pausa.

Con il tempo, però, anche il viso aveva attirato l’attenzione della giovane Aida, che si era ritrovata a disprezzare il principio di acne che vi si manifestava tramite qualche punto nero e brufolo di troppo sul naso e la fronte. E allora giù di creme giornaliere e maschere occasionali, per togliersi lo sfizio di apparire meno trascurata, nonché per piacere personale: come ogni donna, anche lei aveva la sua (seppur minima) dose di civetteria.

Tuttavia, non si era mai preoccupata di truccarsi; troppo indaffarata, non concepiva come il trucco avesse potuto aiutarla nell’apparire più piacevole. Queste sue riflessioni erano supportate molte volte da leggeri e delicati complimenti rivoltile dal capitano della squadra, nonché Shooting Guard, Hyuuga Junpei.

E, come ad ogni ragazza, anche a lei capitò di arrossire per quei gentili commenti che, inevitabilmente, la paralizzavano e imbarazzavano allo stesso momento.

Non che non le facessero piacere, ovviamente.

Nel giro del primo anno di scuola, quindi, si era convinta di provare un affetto particolare nei riguardi di quel ragazzo, che si mostrava sempre attento riguardo la propria allenatrice. E quando, durante il secondo anno, aveva deciso di lasciarsi crescere i capelli, che aveva sempre tenuto corti, aveva apprezzato immensamente l’approvazione del suddetto.

Nonostante tutto ciò non si era mai sentita attratta nel vero senso del termine: gli voleva bene, forse in modo più profondo rispetto ad altri componenti della squadra, ma l’affetto che provava era solo di carattere fraterno.

Se ne era resa conto, in modo particolare, durante l’ultimo anno di liceo: nonostante dovesse prepararsi per gli esami e decidere la facoltà universitaria che avrebbe intrapreso, aveva cercato di stare appresso al club con la stessa costanza, ma le cose non erano state semplici. Aveva comunque continuato a frequentare Junpei, Izuki, Kiyoshi e tutti gli altri come prima, forse con un po’ meno frequenza, ma non aveva più percepito il rossore sulle guance ai complimenti del capitano. E, durante una delle lunghe notti insonni passate ad osservare il soffitto, si era resa improvvisamente conto di non provare assolutamente più nulla per lui, se non semplice affetto.

Finì il liceo. Il giorno del diploma, Riko e gli altri furono quasi sicuri di aver visto brillare gli occhi di quelle che erano state le matricole, ma loro rimasero dritti e fieri. Lei non pianse lì, davanti a tutti, ma si limitò a farlo più tardi, imbrattando di lacrime e mascara (alla fin fine, persino lei aveva iniziato a truccarsi, di tanto in tanto) le giacche di tutti i componenti del club.

Era più che consapevole che, con l’Università che andava a frequentare, sarebbe stato davvero difficile riuscire a incontrarsi nuovamente con gli altri: aveva scelto la facoltà di medicina dell’Università Imperiale di Tokyo, la Tōdai, e perciò si era trasferita nella grande capitaleë.

Alloggiava, da sola, in un appartamento non molto distante dalla scuola, o almeno fu così per il primo anno. Le capitò poi, per caso, nel periodo di febbraio, di leggere l’annuncio di una ragazza, di un anno più piccola rispetto a lei, che cercava un appartamento da condividere. Fra una cosa e l’altra, poco dopo il termine della scuola, si era ritrovata ad aspettare colei che sarebbe potuta diventare la sua coinquilina.

Si erano date appuntamento in un bar, proprio sotto il condominio, e Aida era in anticipo di una decina di minuti. Si era accomodata tranquillamente ad un tavolino, affiancato ad una delle grandi vetrate della caffetteria semi-deserta: eccettuata lei, vi era solo un altro posto occupato, dove sedeva un uomo sulla trentina che armeggiava con il proprio pc.

Aveva ordinato un frappé alla fragola, assorta nei propri pensieri: inutile dire che era davvero curiosa di chi le si sarebbe parata davanti. Condividere l’appartamento per quelli che sarebbero potuti essere tre o quattro anni, anche cinque, non era qualcosa da prendere sottogamba. Era talmente intenta a riflettere che quasi non si accorse, o non volle mettere da parte i propri pensieri, che la porta si era aperta, lasciando entrare una figura femminile.

Riko quasi si strozzò con il frullato quando, osservata la ragazza che le stava davanti, dritta in piedi, vi riconobbe Momoi Satsuki. Scattò in piedi, facendo forza con le mani sulla superficie del tavolino.

«Tu?!» esclamò esterrefatta, fissando lo sguardo inespressivo (Aspetta, cosa-) della nuova arrivata.

«Aida-san.» rispose, atona, l’interpellata. Non sembrava offesa dal tono con cui le era stata rivolta la parola, né mostrava qualsiasi altra emozione. Si sedette, sotto gli occhi sbarrati della maggiore, e ordinò un bicchiere d’acqua. Vedendo poi che l’altra non la imitava, sollevò un poco il viso e le rivolse il placido invito di accomodarsi.

L’ex allenatrice della Seirin si sedette meccanicamente, senza smettere di studiare l’espressione monotona sul viso dell’interlocutrice.

«Momoi-san, va tutto bene?» domandò con perplessità, ma il quesito posto ebbe come risposta un ‘No’ secco di Satsuki.

«Sono qui per l’appartamento.»

Le due giovani erano sedute sul divano nel modesto salottino dell’abitazione di Aida. Quest’ultima, come prevedibile, era evidentemente a disagio, ma non per la presenza dell’altra. Era la tranquillità fredda e algida che Momoi emanava ad essere disturbante, o meglio, inaspettata, per la bruna.

«Ah, eh, quindi ti iscriverai alla facoltà di… farmacia?»

«Esatto, Aida-san

«Ch-chiamami pure Riko.» sì, decisamente disturbante. Nonostante non avesse mai parlato tanto con lei, era sicurissima che il suo carattere fosse più solare e loquace. Satsuki, nonostante non la vedesse da più di un anno, era cambiata un sacco: non sorrideva, non faceva allusioni alla sua coppa B, non parlava di Kuroko o di altri ex componenti della Generazione dei Miracoli.

Anzi, non parlava proprio.

Di conseguenza, quella sorta di colloquio si concluse così, senza molte altre parole. Le due si salutarono, cordialmente, e la minore disse che sarebbe tornata con la sua roba la settimana successiva; nel frattempo, entrambe si sarebbero preparate per il trasloco di lei.

Riko, tornata in casa, mise a scaldare del ramen confezionato, riflettendo accuratamente su ciò che era successo. Si sedette a tavola, davanti alla tv accesa, ma non badò al programma che in teoria stava seguendo.

Non aveva mai badato al carattere di Satsuki, né si era mai minimamente preoccupata per lei. Eppure l’avrebbe descritta come una ragazza indubbiamente sveglia ed intuitiva, ed altrettanto in grado di tenere un discorso anche meglio di una persona normale. Terminata quella che, per lei, era diventata una cena abituale, si chiuse in camera e aprì la rubrica del cellulare.

Affiancò il dispositivo all’orecchio e, dopo alcuni secondi, sentì rispondere.

«Pronto?»

«Scusa il disturbo, ma ho bisogno di farti una domanda. Sai cos’è successo a Momoi-san

 

 

 

ëLa Seirin si trova all’interno dell’enorme agglomerato urbano di Tokyo, ma la capitale vera e propria consiste in un gruppo di quartieri speciali che si affacciano sulla baia di Tokyo. La Taidō si trova in questa zona (a Bunkyō), mentre la Seirin non può essere identificata; nel mio personale headcanon, il Liceo Seirin è situato in uno dei quartieri periferici, e Riko si è trasferita al centro. Se avete qualcosa in contrario, vi prego di riferirmelo, grazie.

 

 

 

 

 

  
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