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Autore: Mirty_92    29/07/2014    4 recensioni
"Fred alzò gli occhi al cielo. Perchè la Granger aveva sempre il brutto vizio di complicare le cose? Perchè non aveva semplicemente accettato la sua spiegazione della sera prima? Guarda te che razza di conclusioni aveva tratto il cervello contorto di quella saputella! Ed ora tutto era finito."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angelina Johnson, Fred Weasley, George Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Tu che mi hai rubato l'anima

Tu che mi hai rubato l’anima

 

Da giorni non riusciva a fare altro che guardare quella saputella della Granger. La guardava a colazione, a pranzo e a cena. La spiava in Sala Comune e persino nei corridoi, tra una lezione e l’altra. Ci mancava solo che la seguisse quando lei andava al bagno. Se fosse andato avanti così sarebbe sicuramente impazzito, senza contare il fatto che doveva rendere conto continuamente ad Angelina del suo strano comportamento. “Ehi, Fred? Freeeeed? Sto parlando con te!” Angelina gli schioccò le dita di fronte al viso, più volte, riscuotendolo dal suo stato di trance. “Che stavi guardando di così interessante?” Angelina cercò di dirigere lo sguardo nella direzione in cui, poco prima, era fisso quello del suo ragazzo. Fortunatamente per lei e soprattutto per lui, Hermione era appena sparita dietro l’angolo e il corridoio era così affollato che sarebbe stato difficile identificare chi stava monopolizzando l’attenzione di Fred.
“Niente, Angelina. Niente. Mi stavi dicendo?”
Angelina lo prese per mano e riprese il discorso lasciato a metà, scrutandolo però di tanto in tanto, mentre entrambi si dirigevano verso la Sala Grande per la cena.

Quella sera, dopo che ebbe dato la buonanotte ad Angelina nel loro consueto modo speciale, nascosti nella Torre di Astronomia, e dopo averla riaccompagnata in Sala Comune e aver fatto finta di salire nel dormitorio maschile, Fred si precipitò in tutta fretta oltre il buco del ritratto. Hermione doveva essere ancora in giro a pattugliare i corridoi. A quell’ora doveva essere più o meno vicino all’aula di Incantesimi. Fred si diede dello stupido. Era così ossessionato dal pensiero di quella ragazza che aveva persino imparato i suoi turni di Prefetto a memoria. Ma non gli importava. Doveva vederla. Corse a perdifiato finché sentì la sua risata cristallina e sommessa. Era di guardia con Ron, ovviamente. Ma cosa poteva aver detto quell’idiota di suo fratello per farla ridere a quel modo? Improvvisamente provò un moto disumano di gelosia. Eppure non avrebbe dovuto. Lui aveva Angelina. Cosa gli importava della Granger? Nulla! Eppure…
La sentì di nuovo ridere piano e si nascose dietro un angolo per guardarla senza essere visto. Aveva quei capelli ricci così ribelli che lo facevano impazzire, un po’ come quelli di Angelina anche se Hermione, decisamente, non era Angelina. Involontariamente si sporse un po’ di più per guardarla meglio ed Hermione, come se si fosse sentita osservata, guardò dalla sua parte e intercettò il suo sguardo. Aveva gli occhi tristi come quelli di Angelina, come quelli di tutti in quel periodo di paura, ma, decisamente, non erano gli occhi di Angelina. La risata che poco prima aveva fatto capolino sulle sue labbra non si era estesa agli occhi, velati di una così profonda tristezza che Fred quasi si sentì gelare il sangue nelle vene.
“Fred! Che ci fai in giro per i corridoi a quest’ora?” La ragazza gli si avvicinò a grandi passi con fare minaccioso. Per fortuna Ron era appena sceso di un piano per continuare a controllare gli altri corridoi.
“Chi ti dice che io si Fred, Granger?” Era stato scoperto ma non per questo era preoccupato, anzi era soddisfatto che il suo sguardo magnetico l’avesse fatta voltare.
Quando Hermione gli fu abbastanza vicina, sentì un profumo leggero, di mughetto, che gli solleticò piacevolmente le narici. Hermione usava un profumo come quello di Angelina, ma, decisamente, lei non era Angelina. La ragazza alzò gli occhi al cielo. “Mi credi forse così stupida, Fred? Sono 5 anni che ci conosciamo. So distinguerti da George. Ma ora dimmi che ci fai in giro per i corridoi a quest’ora e spero che tu abbia una scusa plausibile altrimenti lo sai che sarò costretta a togliere punti a Grifondoro.” Hermione era autoritaria come sempre ma ora era così pericolosamente vicina a Fred che il ragazzo non poté fare a meno di notare le sue ciglia, lunghe, incredibilmente lunghe, proprio come quelle di Angelina, ma, ancora una volta, lei, decisamente, non era Angelina.
“Cercavo te, Granger” rispose con tutta onestà il gemello facendo spallucce.
Hermione per un attimo rimase a bocca aperta, poi si riscosse. “E perché mi cercavi? Non potevi aspettarmi in Sala Comune?”
“No, dovevo vederti.” Fred si era messo comodo, appoggiato mollemente spalle al muro, gambe incrociate e con la bacchetta tra le mani.
Hermione questa volta sbuffò spazientita. “E perché dovevi vedermi? Sei strano, stasera. Sicuro di non essere stregato, Fred?”
Fred scoppiò a ridere. “Non sono stregato, Granger. Per tua fortuna sono sano come un pesce e comunque non c’è da preoccuparsi. Sto bene. Mi andava solo di vederti e di farti un saluto. Ora me ne tornerò in Sala Comune prima che tu tolga davvero dei punti a Grifondoro. Ci vediamo in giro, Granger” e si allontanò con nonchalance verso la Torre di Grifondoro.

Quando Hermione poté finalmente andarsene a letto, per molto tempo non riuscì a dormire perché ogni volta che chiudeva gli occhi rivedeva davanti a sé il volto canzonatorio di Fred. Che diamine ci faceva in giro a quell’ora? Era vero che voleva vederla o aveva solo inventato una scusa per non farsi sorprendere a fare altro? La ragazza si batté una mano sulla fronte. Ma certo! Come aveva fatto a non pensarci prima? Sicuramente Fred era in giro con Angelina e quando lei e Ron erano arrivati in quel corridoio, Fred, per permettere alla sua ragazza di tornare alla Torre di Grifondoro senza essere vista, per evitarle una figuraccia, era uscito allo scoperto distraendo Hermione. Doveva essere così. In effetti tutto aveva più senso rispetto a quella patetica scusa che Fred si era inventato del volerla vedere. Il giorno dopo avrebbe dovuto però far presente ad Angelina che girare per i corridoi con la Umbridge sempre all’erta non era una cosa saggia, nemmeno se con lei c’era Fred. Sì, l’indomani avrebbe sicuramente chiarito l’intera faccenda. Hermione si girò su un fianco e finalmente riuscì a prendere sonno.

“FREEEEEED!” Angelina irruppe nella Sala Comune di Grifondoro in pieno pomeriggio, facendo sobbalzare più di metà dei ragazzi riuniti lì per fare i compiti.
Fred e George se ne stavano nel loro angolo preferito con Lee, a completare una lunga lista di prenotazioni di Merendine Marinare. I loro prodotti stavano andando davvero a ruba.
“Ehi, fratellino, mi sa che la tua ragazza ti cerca.” George mal celava un sorrisetto furbo, mentre Lee si massaggiava il petto all’altezza del cuore: Angelina aveva sempre avuto la capacità di spaventarlo a morte, specialmente quando la sentiva urlare imbestialita proprio come in quel momento.
“Ehi, Angelina! Sono qui. E per ora non sono ancora sordo. Ma dimmi, che c’è?” Fred la guardava tranquillo mentre lei l’aveva raggiunto con la faccia paonazza.
“Io e te dobbiamo parlare!” esordì, furiosa.
“Ok, andiamo da qualche parte però. Altrimenti qui disturberemo tutti.” Fred fece per prenderla per un braccio e condurla via dalla Sala Comune ma la ragazza si liberò con uno strattone. “No, caro. Noi rimaniamo qui. Così tutti potranno sentire quello che ho da dirti e tu non potrai mentire.”
Fred la guardò perplesso. “Mentire? E perché mai dovrei? Sei sicura che stai bene, Angelina? Se questo è uno scherzo sappi che non ci sono cascato.”
Angelina sembrò diventare ancora più rossa. Ora le sue gote erano bordeaux proprio come i colori dello stemma di Grifondoro. “Io sto benissimo! Sei tu che te ne vai in giro
di notte per i corridoi correndo dietro ai prefetti!” Angelina gli premette un indice accusatorio sul petto e tutta la Sala Comune trattenne il fiato come un sol uomo.
“Io??” Fred non sembrava affatto sorpreso di fronte a quell’accusa. Sembrava quasi che se l’aspettasse. Tuttavia cercò di mantenere per un attimo le apparenze.
“Si, tu! Idiota!” continuò ad accusarlo Angelina con tono isterico.  “Stamattina Hermione mi ha detto che dobbiamo smetterla di andare in giro per i corridoi di notte e che lo sapeva che tu eri uscito allo scoperto solo per coprirmi. Sei disgustoso! Perché diamine sei andato a cercare Hermione nei corridoi?”
Ogni singolo Grifondoro non si perdeva una sola battuta dei due e continuava a voltare alternativamente il capo, prima da una parte e poi dall’altra, per non lasciarsi sfuggire nemmeno una reazione dei due fidanzati.  
Fred alzò gli occhi al cielo. Perché la Granger aveva sempre il brutto vizio di complicare le cose? Perché non aveva semplicemente accettato la sua spiegazione di ieri sera? Guarda te che razza di conclusioni aveva tratto il cervello contorto di quella saputella! Ed ora tutto era finito. Fred guardò per una lieve frazione di secondo il gemello che annuì.
“Perché mi andava di salutarla, ok?”
Angelina rimase spiazzata. Sicuramente non si sarebbe mai aspettata una sua così spassionata confessione. I Grifondoro non riuscirono a trattenere un “Oooooh” di pura sorpresa.
“P-perché t-ti a-andava di salutarla?” ripeté Angelina, stordita.
“Si, esatto. Angelina, devi scusarmi. Non avrei mai voluto dirtelo così ma ormai non posso più aspettare. Mi dispiace ma credo che la nostra relazione non possa più continuare.”
Angelina sbarrò gli occhi ma, orgogliosa com’era, riuscì a trattenere le lacrime.
“Non ti ho tradito con Hermione ne con nessun’altra, se ti può consolare. Tu mi conosci, lo sai che non sono così meschino.”
“Credevo di conoscerti” Angelina scosse la testa, rassegnata. Si mosse indietro con passo incerto. Fred cercò di afferrarle una mano ma lei la scansò e si rizzò in tutta la sua statura. “Ho capito. È finita. Lo accetto ma non aspettarti che tra noi possa ritornare ad esserci l’amicizia che c’era prima.” e rimessasi la cartella sulle spalle, uscì in tutta fretta dalla Sala Comune.

Quella sera nella Torre di Grifondoro non si parlò d’altro che della sfuriata di Angelina e della presunta cotta di Fred per Hermione. Angelina non era ancora rientrata in Sala Comune da quando se n’era andata quel pomeriggio. Con lei probabilmente c’erano Alicia e Kate. Hermione aveva saputo tutto da Lavanda e Calì che avevano assistito alla scena e che, tra una risatina e l’altra e con dovizia di particolari, non avevano tralasciato nulla. Hermione era imbarazzatissima. Di punto in bianco era stata trascinata in una storia più grande di lei. Si sentiva responsabile della rottura tra  Fred e Angelina solo perché era arrivata a delle conclusioni sbagliate. E Fred… Fred sembrava l’unica persona tranquilla in quel triangolo amoroso che sembrava essersi venuto a creare.
“Non pensi di aver un po’ esagerato oggi, Freddie? Angelina non si meritava una batosta del genere.”
“Lo so, Georgie. Ma mi sono visto costretto a dirglielo. Non ce la facevo più. E poi ci penserai tu a consolarla, dico bene?” Fred gli fece l’occhiolino.
“Spiritoso. Certo che ci penserò io anche se dubito che per un bel po’ vorrà ancora avere a che fare con noi. Dev’essere stato uno shock per lei.”
“Forse” rispose meditabondo, Fred. “Anche se ultimamente lo sapeva anche lei che non andavamo più tanto d’accordo e sicuramente non è solo colpa della mia infatuazione per la Granger.”
“A proposito della tua cotta per la Granger, il Prefetto-perfetto è tutta sera che ti guarda. Non sarebbe il caso di andare a parlarci?” George infatti intercettò lo sguardo di Hermione che, seduta vicino al camino con Harry e Ron, guardava dalla loro parte. Appena si accorse di essere stata scoperta, arrossì e abbassò il capo.
“Si, volevo andare a parlarle ma con Ron tra i piedi uscirebbe il finimondo. Non voglio rischiare di far crollare la Torre di Grifondoro in una sola serata. E poi chi la sente la McGranitt.” Entrambi a quell’ultima affermazione di Fred scoppiarono a ridere.
“Capiterà un’occasione. Per ora è meglio lasciar calmare le acque.”

Fred fece esattamente così. Nelle settimane che seguirono si comportò come se nulla fosse. Hermione passava il suo tempo con Ron, Harry e Ginny mentre lui se ne stava con George e Lee. Angelina riprese a parlargli anche se solo per cortesia mentre George cercava di rincuorarla a modo suo. Un giorno come un altro Hogwarts trovò altri pettegolezzi da raccontare e si dimenticò del presunto triangolo tra la Granger, Weasley e la Jhonson. Ormai era tutto solo un ricordo.
E fu proprio quando tutti ebbero archiviato l’accaduto che Fred pensò bene di parlare con Hermione.
Un pomeriggio di metà marzo la aspettò all’uscita della lezione di Erbologia. Fred  se ne stava appoggiato alla parete della serra numero 5 mentre i ragazzi di Grifondoro e di Tassorosso del quinto anno uscivano dalla serra. Il gemello non passò inosservato e subito, alcune ragazze tra le quali Calì e Lavanda, iniziarono a ridacchiare e a fare commenti sottovoce, guardando Hermione di sott’occhi.
Ron quando lo vide lo guardò storto mentre Hermione si sentì avvampare quando capì che lui le stava venendo incontro.
“Salve, ragazzi” salutò allegramente il gruppetto di Grifondoro.
Un coro più o meno scoordinato di “Ciao Fred” ricambiò il saluto.
“Vi rubo un attimo Hermione. E dai, Ron. Non fare quella faccia” e senza aspettare nessun consenso prese la ragazza per un braccio e la portò dietro le serre, in direzione della Foresta Proibita.
“Che ti è saltato in mente, Fred?”
Hermione riuscì a liberarsi dalla presa del ragazzo solo quando si trovavano ormai in prossimità della Foresta. “Ehi, calma, Granger. Non c’è bisogno di aggredirmi in quel modo.”
Hermione sbuffò. “Detto da quello che mi ha praticamente rapita fa un po’ ridere, non trovi?”
“Granger, hai per caso cercato di fare una battuta? Forse ho rapito davvero la persona sbagliata” e rise soddisfatto.
La ragazza lo guardava con tanto d’occhi. Possibile che Fred dovesse sempre dimostrarsi così… così… bambino?
“Insomma, Fred. Che vuoi? Tra mezz’ora ho un’altra lezione e sai anche tu che la McGranitt non ammette ritardi.”
“Per la studentessa più brillante del suo anno farà un’eccezione. Anche perché penso che quello che ho da dirti sarà sicuramente più importante.” Fred le si era avvicinato pericolosamente tanto da costringerla ad arretrare fino all’abete più vicino. Hermione per un attimo riuscì a sentire il profumo dei vestiti di Fred. Sapevano di fresco, di primavera.
“O-ok. Dimmi allora.” Hermione cercò di non dare a vedere quanto quella vicinanza non solo l’avesse colta di sorpresa ma la stesse anche mettendo in imbarazzo.
“Io sono single” esordì Fred.
Hermione reclinò leggermente la testa da un lato.
“E anche tu sei single” continuò con noncuranza il ragazzo.
Hermione inarcò le sopracciglia. Doveva voleva andare a parare Fred?
Il ragazzo aspettò qualche minuto durante i quali ne lui ne Hermione aprirono bocca.
“Insomma Granger! Proprio non ci arrivi? E per fortuna che sei tu la strega più brillante del…”
“Oh, Fred! Smettila con questa storia della strega più brillante, ok? Altrimenti ti schianto qui su due piedi! Ho capito perfettamente cosa vuoi dirmi.” Hermione aveva cercato di fingersi disinteressata solo per prendere tempo. Sapeva perfettamente cosa passava per la testa di Fred. Era fin troppo arguta per non averlo intuito subito ma aveva preferito, per un momento, illudersi che non stesse capitando niente di strano. Ma ora non poteva più ignorare quella vocina nella sua testa che la sfidava a tenere testa a Fred rispondendogli a tono. Da quando Fred aveva lasciato Angelina di fronte a tutta la Sala Comune, non era passato giorno in cui Hermione non avesse pensato a lui. Inizialmente quel pensiero la infastidiva. Non c’era assolutamente alcun motivo per cui lei dovesse pensare al fratello del suo migliore amico, per il quale tra l’altro aveva una cotta da circa due anni, eppure il volto di Fred si sovrapponeva sempre più spesso a quello di Ron. Aveva cercato di parlarne con Ginny ma non ci era riuscita. Poi i giorni erano passati ed Hermione era stata costretta ad ammettere a sé stessa di aver cominciato a sperare in una cosa che probabilmente aveva solo immaginato. Fred, quella sera, aveva solo voluto salutarla. Non c’era stato nulla che l’avesse indotta a pensare che lui aveva lasciato Angelina per lei. Non le aveva detto niente per settimane. Ma ora? Voleva forse dirle qualcosa che le aveva tenuto nascosto? Il cuore della ragazza iniziò involontariamente a battere più velocemente.
“Allora, signorina Granger, se hai capito cosa voglio dirti, parla. Sono tutto orecchi” Fred aveva appoggiato la mani al tronco all’altezza delle spalle di lei, imprigionandola. Sul volto aveva stampato un sorriso malandrino.
Hermione si sentì avvampare. “Io… Io…”
“Cosa c’è, Granger? Hai perso la lingua?” Fred sembrava divertirsi un mondo a vederla lì, quasi impotente.
“Perché dovrei dirtelo io. Sei tu che mi hai trascinato fin qua giù!” la caparbietà della ragazza era emersa prepotentemente in lei.
“Ma tu mi hai detto di aver capito” precisò Fred.
“E allora? Non per questo devo dirtelo io” continuò lei ostinata, alzando il mento.
Quel gesto di sfida le costò molto caro. Fred avvicinò repentinamente le sue labbra alle sue e le strappò un bacio. Hermione sbarrò gli occhi ma non poté trattenere un sospiro quando Fred decise di staccarsi dalle sue calde labbra.
“Allora? Vuoi dirmi che cosa hai capito, Granger?” Fred si sforzava di non ridere.
Hermione, ancora scossa, negò risoluta con il capo.
“Forse ti serve un altro suggerimento” e questa volta Fred le posò le mani sui fianchi e l’attrasse a sé. Hermione si sentì attraversare da capo a piedi da un brivido. Mai nessuno aveva osato tanto. Il suo istinto le diceva di scansarsi, di fuggire via ma il suo cuore, per una qualche ragione non ben definita, le suggeriva di rimanere lì, tra le braccia di Fred. Il ragazzo iniziò a muoversi dolcemente, cullandola e poi iniziò a depositarle piccoli baci sul collo. La sentì sospirare e sorrise mentre le sue labbra raggiungevano gli angoli della bocca di Hermione.
La guardò negli occhi e questa volta non vi lesse più la tristezza che vi aveva scorto quella sera quando tutto era cominciato; quella stessa sera in cui Fred aveva fatto l’amore per l’ultima volta con Angelina mentre pensava ad Hermione. Quella sera il suo corpo era stato con Angelina ma la mente era dietro quella ragazza che ora era lì tra le sue braccia e aveva gli occhi lucidi. Hermione lo guardava a tratti in modo supplichevole e a tratti con aria di sfida. Come potevano quegli occhi comunicargli così chiaramente quello che la tormentava. Hermione ancora non accennava a parlare. Aspettava, aspettava semplicemente. Fred capì che non avrebbe mai parlato per prima anche se ormai non aveva più dubbi: sapeva che anche lei provava qualcosa per lui. I suoi sospiri e il suo sguardo glielo avevano confermato.
Fred la prese delicatamente per mano. “Ho capito, Granger. Vieni, andiamo. Questo pomeriggio la McGranitt dovrà fare a meno delle sua migliore studentessa. Avrò molto da spiegarti.”
Hermione non fece obiezioni. Improvvisamente si sentì svuotata. Si era solo arresa a quel sentimento che ormai da settimane la stava consumando e al quale non aveva ancora saputo dare un nome. Beh, ora lo sapeva. Si era innamorata di Fred Weasley.

 

 

  
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