Tu che mi hai rubato l’anima
Da giorni non riusciva a fare altro che
guardare quella saputella della Granger. La guardava a colazione, a pranzo e a
cena. La spiava in Sala Comune e persino nei corridoi, tra una lezione e
l’altra. Ci mancava solo che la seguisse quando lei andava al bagno. Se fosse
andato avanti così sarebbe sicuramente impazzito, senza contare il fatto che
doveva rendere conto continuamente ad Angelina del suo strano comportamento. “Ehi,
Fred? Freeeeed? Sto parlando con te!” Angelina gli schioccò le dita di fronte
al viso, più volte, riscuotendolo dal suo stato di trance. “Che stavi guardando
di così interessante?” Angelina cercò di dirigere lo sguardo nella direzione in
cui, poco prima, era fisso quello del suo ragazzo. Fortunatamente per lei e
soprattutto per lui, Hermione era appena sparita dietro l’angolo e il corridoio
era così affollato che sarebbe stato difficile identificare chi stava
monopolizzando l’attenzione di Fred.
“Niente, Angelina. Niente. Mi stavi
dicendo?”
Angelina lo prese per mano e riprese il
discorso lasciato a metà, scrutandolo però di tanto in tanto, mentre entrambi
si dirigevano verso la Sala Grande per la cena.
La sentì di nuovo ridere piano e si
nascose dietro un angolo per guardarla senza essere visto. Aveva quei capelli
ricci così ribelli che lo facevano impazzire, un po’ come quelli di Angelina
anche se Hermione, decisamente, non era Angelina. Involontariamente si
sporse un po’ di più per guardarla meglio ed Hermione, come se si fosse sentita
osservata, guardò dalla sua parte e intercettò il suo sguardo. Aveva gli occhi
tristi come quelli di Angelina, come quelli di tutti in quel periodo di paura,
ma, decisamente, non erano gli occhi di Angelina. La risata che poco prima aveva
fatto capolino sulle sue labbra non si era estesa agli occhi, velati di una
così profonda tristezza che Fred quasi si sentì gelare il sangue nelle vene.
“Fred! Che ci fai in giro per i corridoi
a quest’ora?” La ragazza gli si avvicinò a grandi passi con fare minaccioso.
Per fortuna Ron era appena sceso di un piano per continuare a controllare gli
altri corridoi.
“Chi ti dice che io si Fred, Granger?”
Era stato scoperto ma non per questo era preoccupato, anzi era soddisfatto che
il suo sguardo magnetico l’avesse fatta voltare.
Quando Hermione gli fu abbastanza vicina,
sentì un profumo leggero, di mughetto, che gli solleticò piacevolmente le
narici. Hermione usava un profumo come quello di Angelina, ma, decisamente, lei non era Angelina. La ragazza alzò gli occhi al cielo. “Mi credi
forse così stupida, Fred? Sono 5 anni che ci conosciamo. So distinguerti da
George. Ma ora dimmi che ci fai in giro per i corridoi a quest’ora e spero che
tu abbia una scusa plausibile altrimenti lo sai che sarò costretta a togliere
punti a Grifondoro.” Hermione era autoritaria come sempre ma ora era così
pericolosamente vicina a Fred che il ragazzo non poté fare a meno di notare le
sue ciglia, lunghe, incredibilmente lunghe, proprio come quelle di Angelina,
ma, ancora una volta, lei, decisamente,
non era Angelina.
“Cercavo te, Granger” rispose con tutta
onestà il gemello facendo spallucce.
Hermione per un attimo rimase a bocca
aperta, poi si riscosse. “E perché mi cercavi? Non potevi aspettarmi in Sala
Comune?”
“No, dovevo vederti.” Fred si era messo
comodo, appoggiato mollemente spalle al muro, gambe incrociate e con la
bacchetta tra le mani.
Hermione questa volta sbuffò
spazientita. “E perché dovevi
vedermi? Sei strano, stasera. Sicuro di non essere stregato, Fred?”
Fred scoppiò a ridere. “Non sono
stregato, Granger. Per tua fortuna sono sano come un pesce e comunque non c’è
da preoccuparsi. Sto bene. Mi andava solo di vederti e di farti un saluto. Ora
me ne tornerò in Sala Comune prima che tu tolga davvero dei punti a Grifondoro.
Ci vediamo in giro, Granger” e si allontanò con nonchalance verso la Torre di
Grifondoro.
Quando Hermione poté finalmente
andarsene a letto, per molto tempo non riuscì a dormire perché ogni volta che
chiudeva gli occhi rivedeva davanti a sé il volto canzonatorio di Fred. Che
diamine ci faceva in giro a quell’ora? Era vero che voleva vederla o aveva solo
inventato una scusa per non farsi sorprendere a fare altro? La ragazza si batté
una mano sulla fronte. Ma certo! Come aveva fatto a non pensarci prima?
Sicuramente Fred era in giro con Angelina e quando lei e Ron erano arrivati in
quel corridoio, Fred, per permettere alla sua ragazza di tornare alla Torre di
Grifondoro senza essere vista, per evitarle una figuraccia, era uscito allo
scoperto distraendo Hermione. Doveva essere così. In effetti tutto aveva più senso
rispetto a quella patetica scusa che Fred si era inventato del volerla vedere.
Il giorno dopo avrebbe dovuto però far presente ad Angelina che girare per i
corridoi con la Umbridge sempre all’erta non era una cosa saggia, nemmeno se
con lei c’era Fred. Sì, l’indomani avrebbe sicuramente chiarito l’intera
faccenda. Hermione si girò su un fianco e finalmente riuscì a prendere sonno.
Fred e George se ne stavano nel loro
angolo preferito con Lee, a completare una lunga lista di prenotazioni di
Merendine Marinare. I loro prodotti stavano andando davvero a ruba.
“Ehi, fratellino, mi sa che la tua
ragazza ti cerca.” George mal celava un sorrisetto furbo, mentre Lee si
massaggiava il petto all’altezza del cuore: Angelina aveva sempre avuto la
capacità di spaventarlo a morte, specialmente quando la sentiva urlare
imbestialita proprio come in quel momento.
“Ehi, Angelina! Sono qui. E per ora non
sono ancora sordo. Ma dimmi, che c’è?” Fred la guardava tranquillo mentre lei
l’aveva raggiunto con la faccia paonazza.
“Io e te dobbiamo parlare!” esordì,
furiosa.
“Ok, andiamo da qualche parte però.
Altrimenti qui disturberemo tutti.” Fred fece per prenderla per un braccio e condurla
via dalla Sala Comune ma la ragazza si liberò con uno strattone. “No, caro. Noi
rimaniamo qui. Così tutti potranno sentire quello che ho da dirti e tu non
potrai mentire.”
Fred la guardò perplesso. “Mentire? E
perché mai dovrei? Sei sicura che stai bene, Angelina? Se questo è uno scherzo
sappi che non ci sono cascato.”
Angelina sembrò diventare ancora più
rossa. Ora le sue gote erano bordeaux proprio come i colori dello stemma di
Grifondoro. “Io sto benissimo! Sei tu che te ne vai in giro
di notte per i
corridoi correndo dietro ai prefetti!” Angelina
gli premette un indice accusatorio sul petto e tutta la Sala Comune trattenne
il fiato come un sol uomo.
“Io??” Fred non sembrava affatto
sorpreso di fronte a quell’accusa. Sembrava quasi che se l’aspettasse. Tuttavia
cercò di mantenere per un attimo le apparenze.
“Si, tu! Idiota!” continuò ad accusarlo
Angelina con tono isterico. “Stamattina
Hermione mi ha detto che dobbiamo smetterla di andare in giro per i corridoi di
notte e che lo sapeva che tu eri uscito allo scoperto solo per coprirmi. Sei disgustoso!
Perché diamine sei andato a cercare Hermione nei corridoi?”
Ogni singolo Grifondoro non si perdeva
una sola battuta dei due e continuava a voltare alternativamente il capo, prima
da una parte e poi dall’altra, per non lasciarsi sfuggire nemmeno una reazione
dei due fidanzati.
Fred alzò gli occhi al cielo. Perché la
Granger aveva sempre il brutto vizio di complicare le cose? Perché non aveva
semplicemente accettato la sua spiegazione di ieri sera? Guarda te che razza di
conclusioni aveva tratto il cervello contorto di quella saputella! Ed ora tutto
era finito. Fred guardò per una lieve frazione di secondo il gemello che annuì.
“Perché mi andava di salutarla, ok?”
Angelina rimase spiazzata. Sicuramente
non si sarebbe mai aspettata una sua così spassionata confessione. I Grifondoro
non riuscirono a trattenere un “Oooooh” di pura sorpresa.
“P-perché t-ti a-andava di salutarla?”
ripeté Angelina, stordita.
“Si, esatto. Angelina, devi scusarmi.
Non avrei mai voluto dirtelo così ma ormai non posso più aspettare. Mi dispiace
ma credo che la nostra relazione non possa più continuare.”
Angelina sbarrò gli occhi ma, orgogliosa
com’era, riuscì a trattenere le lacrime.
“Non ti ho tradito con Hermione ne con
nessun’altra, se ti può consolare. Tu mi conosci, lo sai che non sono così meschino.”
“Credevo di conoscerti” Angelina scosse
la testa, rassegnata. Si mosse indietro con passo incerto. Fred cercò di
afferrarle una mano ma lei la scansò e si rizzò in tutta la sua statura. “Ho
capito. È finita. Lo accetto ma non aspettarti che tra noi possa ritornare ad
esserci l’amicizia che c’era prima.” e rimessasi la cartella sulle spalle, uscì
in tutta fretta dalla Sala Comune.
“Non pensi di aver un po’ esagerato
oggi, Freddie? Angelina non si meritava una batosta del genere.”
“Lo so, Georgie. Ma mi sono visto
costretto a dirglielo. Non ce la facevo più. E poi ci penserai tu a consolarla,
dico bene?” Fred gli fece l’occhiolino.
“Spiritoso. Certo che ci penserò io
anche se dubito che per un bel po’ vorrà ancora avere a che fare con noi.
Dev’essere stato uno shock per lei.”
“Forse” rispose meditabondo, Fred.
“Anche se ultimamente lo sapeva anche lei che non andavamo più tanto d’accordo
e sicuramente non è solo colpa della mia infatuazione per la Granger.”
“A proposito della tua cotta per la
Granger, il Prefetto-perfetto è tutta sera che ti guarda. Non sarebbe il caso
di andare a parlarci?” George infatti intercettò lo sguardo di Hermione che,
seduta vicino al camino con Harry e Ron, guardava dalla loro parte. Appena si
accorse di essere stata scoperta, arrossì e abbassò il capo.
“Si, volevo andare a parlarle ma con Ron
tra i piedi uscirebbe il finimondo. Non voglio rischiare di far crollare la
Torre di Grifondoro in una sola serata. E poi chi la sente la McGranitt.” Entrambi
a quell’ultima affermazione di Fred scoppiarono a ridere.
“Capiterà un’occasione. Per ora è meglio
lasciar calmare le acque.”
E fu proprio quando tutti ebbero
archiviato l’accaduto che Fred pensò bene di parlare con Hermione.
Un pomeriggio di metà marzo la aspettò
all’uscita della lezione di Erbologia. Fred se ne stava appoggiato alla parete della serra
numero 5 mentre i ragazzi di Grifondoro e di Tassorosso del quinto anno
uscivano dalla serra. Il gemello non passò inosservato e subito, alcune ragazze
tra le quali Calì e Lavanda, iniziarono a ridacchiare e a fare commenti
sottovoce, guardando Hermione di sott’occhi.
Ron quando lo vide lo guardò storto
mentre Hermione si sentì avvampare quando capì che lui le stava venendo
incontro.
“Salve, ragazzi” salutò allegramente il
gruppetto di Grifondoro.
Un coro più o meno scoordinato di “Ciao
Fred” ricambiò il saluto.
“Vi rubo un attimo Hermione. E dai, Ron.
Non fare quella faccia” e senza aspettare nessun consenso prese la ragazza per
un braccio e la portò dietro le serre, in direzione della Foresta Proibita.
“Che ti è saltato in mente, Fred?”
Hermione riuscì a liberarsi dalla presa
del ragazzo solo quando si trovavano ormai in prossimità della Foresta. “Ehi,
calma, Granger. Non c’è bisogno di aggredirmi in quel modo.”
Hermione sbuffò. “Detto da quello che mi
ha praticamente rapita fa un po’ ridere, non trovi?”
“Granger, hai per caso cercato di fare
una battuta? Forse ho rapito davvero
la persona sbagliata” e rise soddisfatto.
La ragazza lo guardava con tanto d’occhi.
Possibile che Fred dovesse sempre dimostrarsi così… così… bambino?
“Insomma, Fred. Che vuoi? Tra mezz’ora ho
un’altra lezione e sai anche tu che la McGranitt non ammette ritardi.”
“Per la studentessa più brillante del
suo anno farà un’eccezione. Anche perché penso che quello che ho da dirti sarà sicuramente
più importante.” Fred le si era avvicinato pericolosamente tanto da
costringerla ad arretrare fino all’abete più vicino. Hermione per un attimo
riuscì a sentire il profumo dei vestiti di Fred. Sapevano di fresco, di
primavera.
“O-ok. Dimmi allora.” Hermione cercò di
non dare a vedere quanto quella vicinanza non solo l’avesse colta di sorpresa
ma la stesse anche mettendo in imbarazzo.
“Io sono single” esordì Fred.
Hermione reclinò leggermente la testa da
un lato.
“E
anche tu sei single” continuò con noncuranza il ragazzo.
Hermione inarcò le sopracciglia. Doveva voleva
andare a parare Fred?
Il ragazzo aspettò qualche minuto
durante i quali ne lui ne Hermione aprirono bocca.
“Insomma Granger! Proprio non ci arrivi?
E per fortuna che sei tu la strega più brillante del…”
“Oh, Fred! Smettila con questa storia
della strega più brillante, ok? Altrimenti ti schianto qui su due piedi! Ho capito
perfettamente cosa vuoi dirmi.” Hermione aveva cercato di fingersi
disinteressata solo per prendere tempo. Sapeva perfettamente cosa passava per
la testa di Fred. Era fin troppo arguta per non averlo intuito subito ma aveva preferito,
per un momento, illudersi che non stesse capitando niente di strano. Ma ora non
poteva più ignorare quella vocina nella sua testa che la sfidava a tenere testa
a Fred rispondendogli a tono. Da quando Fred aveva lasciato Angelina di fronte
a tutta la Sala Comune, non era passato giorno in cui Hermione non avesse pensato
a lui. Inizialmente quel pensiero la infastidiva. Non c’era assolutamente alcun
motivo per cui lei dovesse pensare al
fratello del suo migliore amico, per il quale tra l’altro aveva una cotta da
circa due anni, eppure il volto di Fred si sovrapponeva sempre più spesso a quello
di Ron. Aveva cercato di parlarne con Ginny ma non ci era riuscita. Poi i
giorni erano passati ed Hermione era stata costretta ad ammettere a sé stessa
di aver cominciato a sperare in una cosa che probabilmente aveva solo immaginato.
Fred, quella sera, aveva solo voluto salutarla. Non c’era stato nulla che l’avesse
indotta a pensare che lui aveva lasciato Angelina per lei. Non le aveva detto
niente per settimane. Ma ora? Voleva forse dirle qualcosa che le aveva tenuto
nascosto? Il cuore della ragazza iniziò involontariamente a battere più velocemente.
“Allora, signorina Granger, se hai
capito cosa voglio dirti, parla. Sono tutto orecchi” Fred aveva appoggiato la
mani al tronco all’altezza delle spalle di lei, imprigionandola. Sul volto
aveva stampato un sorriso malandrino.
Hermione si sentì avvampare. “Io… Io…”
“Cosa c’è, Granger? Hai perso la lingua?”
Fred sembrava divertirsi un mondo a vederla lì, quasi impotente.
“Perché dovrei dirtelo io. Sei tu che mi
hai trascinato fin qua giù!” la caparbietà della ragazza era emersa
prepotentemente in lei.
“Ma tu mi hai detto di aver capito” precisò
Fred.
“E allora? Non per questo devo dirtelo
io” continuò lei ostinata, alzando il mento.
Quel gesto di sfida le costò molto caro.
Fred avvicinò repentinamente le sue labbra alle sue e le strappò un bacio. Hermione
sbarrò gli occhi ma non poté trattenere un sospiro quando Fred decise di
staccarsi dalle sue calde labbra.
“Allora? Vuoi dirmi che cosa hai capito,
Granger?” Fred si sforzava di non ridere.
Hermione, ancora scossa, negò risoluta
con il capo.
“Forse ti serve un altro suggerimento” e
questa volta Fred le posò le mani sui fianchi e l’attrasse a sé. Hermione si
sentì attraversare da capo a piedi da un brivido. Mai nessuno aveva osato
tanto. Il suo istinto le diceva di scansarsi, di fuggire via ma il suo cuore,
per una qualche ragione non ben definita, le suggeriva di rimanere lì, tra le
braccia di Fred. Il ragazzo iniziò a muoversi dolcemente, cullandola e poi
iniziò a depositarle piccoli baci sul collo. La sentì sospirare e sorrise
mentre le sue labbra raggiungevano gli angoli della bocca di Hermione.
La guardò negli occhi e questa volta non
vi lesse più la tristezza che vi aveva scorto quella sera quando tutto era
cominciato; quella stessa sera in cui Fred aveva fatto l’amore per l’ultima
volta con Angelina mentre pensava ad Hermione. Quella sera il suo corpo era
stato con Angelina ma la mente era dietro quella ragazza che ora era lì tra le
sue braccia e aveva gli occhi lucidi. Hermione lo guardava a tratti in modo
supplichevole e a tratti con aria di sfida. Come potevano quegli occhi
comunicargli così chiaramente quello che la tormentava. Hermione ancora non
accennava a parlare. Aspettava, aspettava semplicemente. Fred capì che non
avrebbe mai parlato per prima anche se ormai non aveva più dubbi: sapeva che
anche lei provava qualcosa per lui. I suoi sospiri e il suo sguardo glielo
avevano confermato.
Fred la prese delicatamente per mano. “Ho
capito, Granger. Vieni, andiamo. Questo pomeriggio la McGranitt dovrà fare a
meno delle sua migliore studentessa. Avrò molto da spiegarti.”
Hermione non fece obiezioni. Improvvisamente
si sentì svuotata. Si era solo arresa a quel sentimento che ormai da settimane
la stava consumando e al quale non aveva ancora saputo dare un nome. Beh, ora
lo sapeva. Si era innamorata di Fred Weasley.