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Autore: _Haushinka    30/07/2014    6 recensioni
{One shot collegata alla long fic "La Vera Storia Di Una Guerriera - Arwen}.
Sono passate poche ore dalla partenza di Arwen per il Santuario, dopo aver passato sei mesi sull'Isola di Kanon, e Deuteros si ritrova da solo a pensare alla sua allieva.
Cosa prova per lei?
Se volete scoprirlo, entriamo insieme nella sua mente e anneghiamo in un mare di introspezione.
"Mi chiedi se ti amo, Arwen? Non farlo mai, perché non saprei cosa risponderti : l'amore è qualcosa che pensavo mi fosse precluso. Tu hai sconvolto la tranquillità piatta e l'oscurità sicura della mia vita, e non potrò mai perdonarti per questo".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gemini Deuteros, Nuovo Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'A History of Life and War'
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Il Demone e La Bambina – Questa Notte è Per Te

 

 

 

“You were my first love
The earth moving under me
Bedroom scent, beauty ardent
Distant shiver, heaven sent

I'm the snow on your lips
The freezing taste, the silvery sip
I'm the breath on your hair
The endless nightmare, devil's lair […]

This one is for you, for you,
Only for you
Just give in to it never think again
I feel for you .”

 

{Feel For You - Nightwish}

 

 

Il Vulcano ha smesso di ruggire da parecchie ore. Non si muove, senza il mio permesso. Ed io non potevo assolutamente permettergli di disturbare la tua ultima notte qui.
Dohko e Shion sono arrivati, esattamente come mi aspettavo, e ormai sono diverse ore che tu non sei più qui con me.
Arwen, quanto passerà? Porti via, poco a poco, ogni briciolo della mia umanità, ogni volta che te ne vai da me. Ogni volta che io ti spingo a lasciarmi, ogni volta che ti abbandono.
Perché non posso permettere che tu diventi come me. Meriti di essere felice, e senza di me, col tempo, lo sarai. Una felicità limitata, sottile, sfuggente, ma almeno un po' la proverai.
È il tuo destino, il nostro destino avere solo piccole dosi di pace, in questa vita.

La notte incombe, e il fumo si addensa nel cielo. Non hai mai battuto ciglio per questo paesaggio opprimente. Non hai mai battuto ciglio per nulla, nemmeno quando di motivi per protestare invece ce n'erano, eccome. Nemmeno quando mi hai visto per la prima volta.
Notai Aspros tornare al Santuario dopo una breve missione, sette anni fa, con un fagotto insanguinato attaccato al collo : una bambina che aveva sprigionato il suo cosmo con furia, e che non riusciva più ad abbassarlo. Se ne sentiva il calore a metri di distanza.
Potevi morire, quella notte, se Aspros non ti avesse trovata, e forse sarebbe stato meglio così ; ti hanno portato via tutto, e continueranno a farlo, Arwen : me lo sento. Distruggerei tutte le stelle del firmamento, se fosse sufficiente a impedirti di andare a sbattere contro quel destino che non puoi evitare.
Ti ha affidata a me, perché mi conosce : non gli avrei detto di no. Mio fratello, la mia vita, il mio riscatto. La mia delusione, il mio crimine.
Mi hai osservato a lungo, con quegli occhi gialli da uccellino caduto dal nido, e ti sei sentita persa : ti facevo paura, con quella museruola, vero? Pensavi che io fossi cattivo, crudele, pensavi che ti avrei trattata come un animale? Lo pensavo anche io. Credevo di conoscermi, ormai, credevo di sapere tutto di me. Mi hai messo di fronte a me stesso, Arwen : hai tirato fuori la parte più innocua di me, strappandola a forza dal mio animo borioso con le tue piccole mani sporche di terra e sangue.
Mi hai messo subito in difficoltà, perché non riuscivo a odiarti : ci ho provato, credimi, ma era impossibile. Da quando sei arrivata, piena di dubbi e paure, ti sei aggrappata alla mio braccio come se fosse stato la tua ancora di salvezza, e il mio istinto, quel maledetto istinto che avrei voluto sigillare nelle profondità più oscure del mio essere, mi ha spinto a fare una cosa che mai avrei pensato di riuscire a fare : crescerti.
Ti fidavi di me, nonostante io fossi quello che ero. Mi hai sconvolto.

Farti superare le tue difficoltà divenne il mio scopo.
Quel maledetto orecchio danneggiato ti ha rallentata, perfino mantenere l'equilibrio era un problema per te. Ma tu eri capace, eri tutto tranne che debole ; mi sorprendevi di continuo.
Era come se mi leggessi nella mente, sapevi che non amavo parlare, e non mi costringevi a farlo. Mangiavi ciò che ti davo, dormivi sul giaciglio logoro, ti vestivi di stracci, senza dire una parola. A volte ti scoprivo a fissarmi, mentre cenavamo intorno al fuoco, e mi domandavo cosa vedessi : un demone? Un uomo? Il tuo maestro?
Mi fronteggiavi, con la tua stazza insignificante, ed io ti colpivo quanto più delicatamente mi fosse possibile ; quando avevi tredici anni, e ti slogai il gomito, mi sentii come se ti avessi ucciso.
La convalescenza fu lunga e dolorosa, ma quanto ci avvicinò? Tu non potevi fare da sola le cose più elementari, e io non volevo lasciarti da sola. Le lunghe giornate passate a guardati riposare, le veglie notturne per alleviarti il dolore con il mio cosmo, e poi farti il bagno, che divenne un'attività così naturale, per noi, priva di ogni malizia e allusione. Eri ancora una bambina, in fondo, e io ero solo un ragazzo. Ora sono un uomo, che ha assistito al tuo fiorire : smettila di considerarti brutta, per me sei un raggio di Sole.
Parlavi, con la tua voce che diventava di anno in anno sempre meno infantile, e raccontavi di cose belle, che ti facevano sorridere, e che mi facevano venir voglia di negarti l'addestramento.
Avresti sorriso così, una volta iniziata la Guerra?
Ti ho mandata in pasto ai demoni del Vulcano, e sei tornata indietro vittoriosa : non avevo dubbi, Arwen, altrimenti non te lo avrei mai permesso. Un cosmo di quella portata non poteva fallire, la Fenice era pronta a nascere, ed è esplosa in te.
Ti ho dato tutto quello che potevo, tutto quello che ti sarebbe servito : ti ho donato la maschera che forgiai io stesso sette anni fa, perché tu sapessi che tutto quello che avevamo fatto insieme non mi era indifferente. E mi hai pietrificato con un bacio che poteva diventare un assalto, se solo tu avessi centrato le mie labbra, con le tue che allora erano ancora sane e prive di marchiatura : ti ringrazio per non averlo fatto. Per avermi dato il modo di conservare, ancora per un po', l'illusione che io e te altro non fossimo che maestro e allieva.

Ti ho lasciata al Santuario, ti ho buttata nella vita che io non ho mai potuto fare, senza nemmeno chiederti cosa ne pensavi. Non volevi lasciarmi, te lo leggevo nello sguardo, ma cosa potevo fare? Farti vivere per sempre con me sull'Isola, ad aspettare un sentimento che sarebbe inevitabilmente sbocciato, solo perché io sono il primo e unico uomo che tu abbia mai conosciuto? Non lo meritavi.
E così sono tornato a nascondermi, e ti ho osservata da lontano, guardandoti mentre cercavi disperatamente di adattarti. Sorridevo, quando in molti ti sfidavano, credendoti debole solo perché eri piccola : illusi. Il frutto dei miei insegnamenti, la bambina prodigio, che faceva il culo ai cadetti più convinti del Santuario.
Avrei voluto venire lì, ogni volta che ti sentivi sola e abbattuta, e portarti via, per vivere quella vita di solitudine condivisa che tanto agognavi.
"E' stato più difficile di quanto pensassi abituarmi alla vostra mancanza" mi avevi detto una volta, e io mi sono sentito sull'orlo di mollare tutti i miei buoni propositi e fuggire sull'Isola con te, lontano da tutti quelli che ti facevano star male.
E se lo avessi fatto, non sarebbe successo quello che poi era successo. Avevi ucciso quella ragazza, e non era stata colpa tua, ma lo avevi fatto, e nessuno sarebbe stato così comprensivo come lo ero stato io. Non potevo permetterti di buttare tutto all'aria : i tuoi sforzi, i nostri sforzi. Ti ho convinto a farla sparire, e poi ti ho abbandonata, guardandoti mentre ti lasciavi massacrare nell'arena da pappe molli che avresti potuto sistemare con due pugni, solo per espiare, in qualche modo, la tua colpa.
Perdonami. Non ho saputo starti vicino, ma la tua disperazione mi distruggeva.
Ti ho vista mentre lui cercava di risollevarti, e tu ti aggrappavi al suo braccio, con fiducia e in silenzio, come eri solita fare con me. Cosa vuole da te, non l'ho ancora capito, ma so cosa tu pensi di lui, perché ti conosco come questo cielo che mi sovrasta, e so che amerai, prima o poi. Hai cuore e passione, hai il fuoco nelle vene : hai vita, anche se non lo vuoi ammettere. Una come te è destinata ad amare.
Sono stato tradito, Arwen, dalla persona che più amavo ; una cosa così ti cambia, ti dilania, ti divora. Mio fratello mi ha tradito, mi ha mandato in pasto al suo freddo Ego calcolatore, mi ha usato per la sua ambizione perversa. L'ho ucciso, perché dovevo, anche se in passato avevo giurato di essere disposto a morire per lui. Chi è il vero traditore? Lui o io?
Sento ancora la sua voce nella mia testa, quando chiudo gli occhi, che mi schernisce, che mi maledice ; ho voglia di strapparmi il cervello, credimi, e buttarlo tra le fiamme di questo Vulcano, pur di non doverlo più sentire.
Ho capito tutto, nel momento in cui l'Armatura di Gemini mi ha riconosciuto : avrei potuto combattere io per te, non c'era bisogno che tu soffrissi. Sono stato scelto anch'io per questa Guerra, alla fine, e tu potevi scappare, potevi rinunciare a tutto : io avrei sistemato le cose per te, e ti avrei fatto ricongiungere con tuo fratello, risolvendo il mistero della tua famiglia. Lo avrei fatto, perché sono abbastanza forte per tutti e due, e sono abbastanza freddo da sopportare qualunque cosa.
Ma se c'è una cosa che ho capito, è che il destino non si può evitare. Mentre distruggevo la tua Armatura, avvertivo la tua disperazione, e a ogni pezzo che la mia bocca staccava, una parte della mia umanità moriva. Ti sei inginocchia, raccogliendo i cocci, con la mente annebbiata dalla mia pazzia, ed io riuscivo solo a pensare : “Vattene. Salvati.”.
Ma ti sei rialzata, con l'Armatura indosso, e mi hai fronteggiata senza paura, e allora ho capito : eri ancora più forte, e potevi diventarlo molto di più.
La Fenice si era rigenerata, come la leggenda prevedeva, e lo considerai un segno di buon auspicio.
Sono stato crudele, perché era l'unico modo di spingerti oltre il limite che non avevi superato durante il primo addestramento. Ti ho osservata vivere come un animale, ho sopportato il tuo odio nei miei confronti che cresceva ogni giorno, ti guardavo quando faticavi a camminare per le ferite.
Quante volte ho avuto voglia di prenderti e riportarti al Santuario con la forza, ma sapevo che non sarebbe bastato a farti rinunciare al tuo ruolo ; avresti affrontato quello che ti aspetta, solo che senza l'addestramento non saresti sopravvissuta fino alla Guerra, probabilmente. Ed io ci tengo a vederti vivere.

 

 

“[…] Remember the first dance we shared?
Recall the night you melted my ugliness away?
The night you left with a kiss so kind
Only a scent of beauty left behind

Ah, dear friend I remember the night
The moon and the dreams we shared
Your trembling paw in my hand
Dreaming of that northern land
Touching me with a kiss of a beast

I know my dreams are made of you
Of you and only for you
Your ocean pulls me under
Your voice tears me asunder
Love me before the last petal falls [...]”

 

{Beauty and the Beast - Nightwish}

 

Sei mesi per farmi odiare, una notte per farmi perdonare.
Hai alleviato la mia solitudine, con la tua schiena bollente attaccata alla mia, con il tuo cuore impazzito che batteva : riuscivo a sentirlo, contro la mia pelle. Era all'unisono col mio.
Prendi il mio animo, tormentalo, puniscimi come vuoi : ti ho fatto del male, lo merito! Ma tu sei incapace di ferirmi. Cosa ci vedi, in me?
Mi hai baciato, senza sapere come si facesse ; ti sei tuffata sulla mia bocca, e mi è piaciuto essere il primo. Mi piaci tu, perché è semplicemente impossibile il contrario. Dovevo sentirti mia, almeno una volta, almeno un po'. Ho sentito le tue vibrazioni, ho sentito il mio fuoco rispondere al tuo, avvolgente. E potevamo diventare una cosa sola, se non avessi avuto il sangue freddo di fermarmi a ragionare, proprio nel momento in cui mi hai toccato, timorosa eppure decisa.
Per una volta, ho avuto più buon senso di te.
Non potrò mai dimenticare il modo in cui mi hai guardato dopo ; non pensare mai che ti abbia rifiutata perché non mi piaci, non devi crederlo nemmeno per un secondo. Ma come avrei potuto lasciarti andare, se ci fossimo amati fino in fondo? Dove avrei trovato il coraggio di farti portare via, per poi rivederci chissà quando?
"Che tu lo voglia o no, sarò sempre un pò tua, Deuteros" mi avevi detto, e ne sono stato felice e terrorizzato allo stesso tempo.
Mi chiedi se ti amo, Arwen? Non farlo mai, perché non saprei cosa risponderti : l'amore è qualcosa che pensavo mi fosse precluso. Tu hai sconvolto la tranquillità piatta e l'oscurità sicura della mia vita, e non potrò mai perdonarti per questo. Perché sei dovuta arrivare? Perché mi vuoi con te?
Hai sondato le parti più nascoste di me, e hai capito tutto in un attimo. Mi intimidisci.
Della bambina che si addormentava sulla sabbia, esausta, con la cena ancora nel piatto, e che io mettevo a letto senza svegliare, è rimasta una donna che sa cosa deve fare, che sa quello che vuole. Ne sono orgoglioso.

La notte è calata, e la Luna si riflette su quel mare che ti ha vista nuotare mille volte. E te ne sei andata da diverse ore.
Avrei spaccato la faccia a Dohko, per essere venuto a fare ciò che era suo diritto e dovere fare : chiamarti a combattere. Ma mi sei corsa incontro, e mi hai inchiodato con il tuo sguardo : gli è andata bene, stavolta.
Ti ho confessato i miei tormenti, e li hai capiti uno per uno.
Mi hai promesso che tornerai, e lo farai, quando avrai più bisogno di me ; perché non c'è nessuno che ti conosce come me, e ti asciugherò le lacrime con le mie labbra.
Non so cosa ti succederà, ma devo accettare il fatto che sei una Sacerdotessa di Atena, non una semplice donna nata per servire il suo uomo e sfornare i suoi figli. Affronterai il tuo nemico, e alla fine, io sarò qui.
C'è chi si prenderà cura di te, nel frattempo. Fidati di lei, fino ad ora non mi ha mai deluso.
Verrò da te, e combatteremo insieme, come vuoi tu. Ma non aspettarmi troppo, continua a vivere.
Mi chiederai se ti amo? Ti risponderei che non posso non amarti : non so in che modo vuoi che ti ami, io non ne conosco molti.
Mi sento confuso : ho sonno, e le giornate con te sono state lunghe.
Ti mando la mia buonanotte attraverso questo cosmo che ci ha sempre tenuti legati, come un filo invisibile.
Ti penserò. Nel frattempo, guardati le spalle. E pensa che io sono con te, in questa vita e in qualunque altra.

 

 

Nota dell' Autrice : Un ringraziamento speciale a Elpida – altrimenti detta “Madame Pazienza” - per avermi consigliato le due bellissime canzoni citate nel testo. Lasciatevi cullare dalla musica dei Nightwish, e dai pensieri di un Deuteros calmo, quieto, che si confessa alla sua allieva lontana.
Vi chiedevate cosa provi in realtà per Arwen? Forse nemmeno con questa one shot riusciamo a scoprirlo con certezza, dato che lui stesso è confuso sui propri sentimenti. Affetto, amore, dipendenza? Forse tutto questo, o qualcosa di molto meno scontato? Sentitevi liberi di dare la vostra personale interpretazione alle parole di questo personaggio così complicato.

Non è stato facile narrare dal suo punto di vista, e ammetto che potreste trovarlo alquanto OOC. Ma mi sono impegnata, e spero di avervi donato almeno una lettura piacevole :)
L'avvertimento “tematiche delicate” è stato inserito solo per via della sostanziosa differenza di età tra Arwen e Deuteros.
Il titolo è preso dal capitolo 4 della storia principale.

Dedico questa one shot a tutte le persone che mi seguono e mi sostengono, e a quelle che si sono affezionate, almeno un po', ai miei personaggi e alla long-fic.
Ci vediamo presto con un nuovo aggiornamento, fresco fresco per voi!

Alla prossima,
_Haushinka

 

 

   
 
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