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Autore: meiousetsuna    30/07/2014    5 recensioni
Questa storia è scritta per il fantastico contest: Come to the Dark Side, di Elisaherm!
Alaric ed Enzo sono tornati dall’Altra Dimensione, ma nel Grill resta comunque uno sgabello vuoto…
Dal testo: Enzo sogghignò mentre la sagoma di Alaric Saltzman sorpassava di tutta la testa la figura di Elisabeth. Dal suo ritorno dall’ Altra Dimensione l’uomo si era fatto vedere poco in giro; come momentaneo risarcimento per la disgrazia che aveva provocato insieme al suo gemello, quell’inutile traditrice di Liv Parker si era ingegnata a creargli un gioiello diurno. Oltre il senso di debito, le minacce di Elena e Stefan erano state una buona motivazione, seppure la strega non fosse per nulla esperta di quel tipo di sortilegio.
L’anello che il cacciatore aveva sempre portato al dito, nel frequente caso di restare ucciso da esseri sovrannaturali, si era rifiutato di cambiare natura, malgrado gli sforzi della ragazza avessero quasi dato fuoco al portico; così avevano ripiegato su qualcosa di pratico, che saltasse meno all’occhio: un orologio.
A Rick la soluzione era piaciuta: semplice e funzionale.
“Ti avverto, professore. Questo sgabello…”
“È preso. Fai attenzione tu a non sederti mai lì”.

Amore, Setsuna
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alaric Saltzman, Enzo, Liz Forbes, Matt Donovan
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Rating: Arancione
Genere: Sentimentale, Commedia
Avvertimenti: What if?, Bromance, Pre-slash, Bashing
Personaggi: Alaric/Lorenzo, Liz, Matt
Eventuali note: Traduzione letterale da Wiki: Alaric ha riguadagnato la personalità che aveva prima di morire. Quando Bonnie ha abbassato il Velo, Alaric ha conservato i poteri vampirici, ma non è il Killer!Vampire, cosa che dipendeva dall’incantesimo di Esther. Dopo la morte, si è spezzato quel potere che derivava dalla loro connessione mentale.
Questa storia ha vinto il premio: Personaggi meglio caratterizzati

borderline

 


Probabilmente, il fatto che il primo edificio a essere ricostruito di tutta la zona centrale di Mystic Falls fosse stato il Grill, avrebbe dovuto dirla lunga sulle abitudini alcoliche dei suoi abitanti.
‘Anzi, sui pilastri sui quali si basa l’ordine della comunità’, rimuginò lo sceriffo Forbes, mettendo perfettamente in ordine i corti capelli biondi sotto il cappello della divisa; luglio era caldissimo come sempre nella parte centrale della Virginia e indossando l’uniforme la situazione era ancora peggiore.
L’ultima cosa tollerabile di una lunga lista di possibilità sgradevoli sarebbe proprio stata entrare in quel locale che aveva contribuito a far esplodere, per essere salvata da Damon, che a causa di quella perdita di tempo non ce l’aveva fatta a tornare indietro prima che i poteri di Bonnie svanissero.
Erano stati veri amici, lei, una tutrice della legge e membro del Consiglio dei Fondatori e quel ragazzo così enigmatico e difficile, a volte crudele, altre incredibilmente generoso.
Quando Caroline aveva commentato sovrappensiero che un po’ le dispiaceva, ma l’importante era che fossero tornati Stefan ed Elena e che era contenta per la nuova possibilità che Tyler aveva ricevuto, si era girata e senza nessuna incertezza le aveva assestato un ceffone come mai aveva fatto in vita sua, senza pentirsene, lasciandola a riflettere sulle sue parole.
‘Una rissa tra ubriachi, di mattina: in fondo potrei avere problemi peggiori’.
Peccato che il principale attore sulla scena fosse un bel ragazzo dagli occhi grigi, i capelli neri e un’energia altrettanto scura che gli gravitava intorno.

Enzo, il vampiro amico di Damon, rimasto nella loro città ad infestarla, secondo i suoi parametri; i Viaggiatori erano scomparsi ma Liz non era convinta che questo scambio fosse stato un grande vantaggio.
Diversi tavolini giacevano rovesciati, col loro annesso di tovaglie a quadri sporche delle bevande e dolci sparsi sul pavimento, che mandavano comunque un profumo piacevole.
“Volevano sedersi qui, ma è occupato”.
Enzo non si era disturbato a salutarla, fornire spiegazioni ragionevoli, per non parlare di scuse formali: le aveva rivolto la parola ma continuando a guardare fisso di fronte a sé, come se la parete del bar fosse uno specchio magico in grado di fornire risposte ai dubbi che lo tormentavano.
“Biondino, un caffè per la signora, offro io”.
Matt girò gli occhi blu al soffitto, sbuffando mentre versava una tazza di corroborante caffè nero bollente in un mug, aggiungendo meccanicamente un cucchiaino di zucchero.
“Prego, sceriffo. E tu prima o poi dovrai saldarlo davvero il conto, comincia a essere troppo lungo, non è nostra abitudine fare credito agli estranei”.
“…credito agli estranei, bla bla bla!” Il vampiro aveva imitato la voce seria del barista, fissandolo come se fosse un incrocio tra una sacca di sangue ambulante e un noioso moscone che ronzasse in modo troppo molesto per non incorrere in qualche conseguenza.
Come essere schiacciato con un colpetto secco, all’inglese; cosa che gli sarebbe quindi riuscita naturalmente.
“Credo che resterò qui ancora per un po’, vorrei ricevere il trattamento gentile che riservate a tutti, com’è che si chiama? ‘La calda ospitalità del sud’, anche se voi coloni non mi avete dato modo di supporre che sia verità. In Inghilterra gli stranieri sono sacri; sono stato qui durante la guerra, preso prigioniero e torturato settant’anni e ancora dovrei ricevere un assaggio di questa famosa accoglienza’.
Liz stava per obiettare qualcosa, una giustificazione qualsiasi, quando una voce sopraggiunta alle sue spalle la trasse d’impaccio.
“Vedi di mostrare un minimo di rispetto, Lorenzo, stai parlando ad un pubblico ufficiale”.

Enzo sogghignò mentre la sagoma di Alaric Saltzman, col suo metro e novanta, sorpassava di tutta la testa la figura di Elisabeth.
Dal suo ritorno dall’ Altra Dimensione l’uomo si era fatto vedere poco in giro; era andato ad abitare nella pensione Salvatore, riprendendo il suo ruolo di tutore di Elena e Jeremy; come momentaneo risarcimento per la disgrazia che aveva provocato insieme al suo gemello, quell’inutile traditrice di Liv Parker si era ingegnata a creargli un gioiello diurno.
Oltre il senso di debito, le minacce di Elena e Stefan erano state una buona motivazione, seppure la strega non fosse per nulla esperta di quel tipo di sortilegio.
L’anello che il cacciatore aveva sempre portato al dito, nel frequente caso di restare ucciso da esseri sovrannaturali, si era rifiutato di cambiare natura, malgrado gli sforzi della ragazza avessero quasi dato fuoco al portico; così avevano ripiegato su qualcosa di pratico, che saltasse meno all’occhio: un orologio.
Stefan aveva accennato un sorriso vedendolo, ma a Rick la soluzione era piaciuta: semplice e funzionale.
“Ti avverto, professore. Questo sgabello…”
“È preso. Fai attenzione tu a non sederti mai lì”.

I due vampiri si sfidarono con astio evidente, salvo il momento in cui, contemporaneamente, fissarono l’alto sedile che li separava.
Era dolorosamente facile immaginare il seducente ragazzo dalle iridi di cielo che avrebbe dovuto trovarsi tra loro, una bottiglia di bourbon di fronte a sé, un bicchiere senza ghiaccio tra le mani e una battuta pungente sulle labbra.
Alaric non si curò di nascondere la tristezza che lo pervadeva al ricordo del suo sfortunato amico, che aveva appena avuto la certezza che la ragazza fosse sua, per perderla in un atto di eroismo che pochi gli avrebbero riconosciuto.
Quando tornò a sostenere lo sguardo del suo opponente, però dovette ammettere che non era il solo a essere sincero sui suoi sentimenti; negli occhi tenebrosi di Enzo, piccole lacrime di sconforto lottavano per scivolare giù, respinte a fatica da uno sforzo di volontà.
“Liz, posso tenere la situazione sotto controllo, avrai altro a cui pensare”.
La Forbes sospirò sollevata. “Grazie Alaric, mi fido di te”.
Appena lo sceriffo uscì dalla porta, l’uomo chiamò Matt con un cenno.
“Per favore, uno scotch doppio. No, triplo, anzi la bottiglia. Con due bicchieri”.
“Non sono fatti miei e so che non può farvi male, ma c’è il divieto di vendere superalcolici di mattina, il Consiglio è stato molto chiaro”.
Rick sarebbe stato l’ultimo a infrangere una regola cittadina, ma proprio per quello Matt lo prevenne.
“D’altra parte sono le dieci, è l’orario meno affollato. Potrei lasciarvi chiarire questa faccenda e tornare per preparare il pranzo, sperando di trovare ancora del mobilio, qualcuno deve lavorare per vivere!”
“Sparisci ragazzino e forse troverai anche il conto pagato”.

Mentre il quarterback si allontanava scuotendo la testa, Alaric prese il portafoglio conteggiando in silenzio a quanto potesse ammontare, a occhio, la cifra dovuta dal bruno.
“Almeno aggiungi dieci dollari per il disturbo di dover mettere a posto la sala”. *
“Stai scherzando, spero! Io non do mai mance, non ci credo, per lasciarla il cameriere avrebbe dovuto fare qualcosa di speciale, che so… riempirmi il bicchiere almeno sei volte, invece alla terza ha cominciato a fare storie”.
“Hai pensato che Matt sta facendo questo lavoro da due anni per pagare le bollette e mantenersi a scuola, mentre i suoi amici hanno cominciato l’Università?”
Enzo sorrise in modo inquietante mostrando i denti candidi, per poi leccarsi le labbra con fare provocante.
“Io no, ma percepisco una forte preoccupazione per il benessere del nostro barman, magari ci sono dei servizi extra per i quali lo vuoi ricompensare? Nessuno fa niente per niente”.
Rick si trovò per la prima volta a desiderare fortemente di essere rimasto il vampiro-killer per dare una buona lezione a quello sfacciato, affondando i canini nel suo collo ad esempio. Ecco, proprio quello che non avrebbe dovuto immaginare, visto che un’espressione di assoluto imbarazzo si stava dipingendo sul suo volto sincero.
Il vampiro inglese si alzò dallo sgabello, avvicinandosi al professore fino a posargli una mano sul ginocchio.
“Ti è caduto il tovagliolo sotto il tavolo e l’ha raccolto?”
In un secondo Rick era balzato in piedi, rompendo una sedia per improvvisare un paletto di legno da infilzare tra le costole di quell’idiota, ma Enzo si era prontamente portato dietro il bancone, ghignando come lo Stregatto di fronte all’ingenua Alice.
“Non ci sarebbe nulla di male! È la tua reazione ad essere divertente. Coraggio, a me puoi dirlo, Alaric. Ti piacciono le donne?”
“Sono stato sposato, anche se mi sembra che sia stato in un’altra vita, ormai”.
“Non hai risposto alla mia domanda”. Il tono di Enzo era bruscamente tornato serio, mentre osservava l’uomo fissare come ipnotizzato la propria mano sinistra, dove un’ impercettibile differenza di colore dell’epidermide dell’ anulare indicava la passata presenza di un anello.
“Prima di quella paccottiglia con lo stemma, c’era una fede qui”.
“Ok, questo lo rispetto. Anche io ho amato davvero una ragazza, una volta. Ma quello che mi chiedevo era se in questo momento stessi passando… una fase alternativa?”

“Perché mi fai questa domanda? Piuttosto se dobbiamo restare qui a ubriacarci insieme, offri la tua parte di confidenze. Perché tu non hai un gioiello contro la luce del Sole ma vai in giro tutto il giorno a disturbare le brave persone di Mystic Falls? Non dovresti riposare in una bara? Cosa sei, il Superman dei vampiri?” **
“Questa ti piacerà, professore. E non farti strane idee, in questo momento l’unica persona con la quale mi rotolerei in un letto è la Principessa bionda, quello zuccherino della figlia della tua amica Liz. Ma visto che vuole giocare al gatto e il topo dovrò aspettare, sono un gentleman, non posso certo saltarle addosso. Guarda qui!”
In un attimo Enzo era tornato vicino a Rick e aveva slacciato la cintura dei pantaloni, abbassandone una parte sul fianco destro.
“La sera che sono stato catturato e portato nelle segrete della Augustine ce l’avevo un talismano, era la mia piastrina da soldato. *** Appena ho capito cosa stava succedendo l’ho strappata e nascosta in un angolo: quando la prima notte mi hanno ributtato in gabbia ferito ho capito che avevo solo una possibilità; l’ho presa e l’ho spinta nello squarcio profondo che avevo sull’inguine, sperando che non tagliassero più quel punto. Bè, ha funzionato: ce l’ho sotto la pelle, vuoi controllare?”
“Rivestiti, se ci tieni a vedere un’altra giornata. Comunque, mi dispiace moltissimo per quello che è successo a te e Damon, ho ascoltato tutto, dall’altra parte. Un orrore così non dovrà esistere mai più”.
“Già”. Enzo vuotò il suo bicchiere in un sorso, posandolo con tanta forza da spezzarlo; impugnata la bottiglia bevve direttamente da quella, passandola a Rick come un calumet della pace.
“Tutti quegli anni, disperato, distrutto, solo; tranne i cinque in cui Damon è stato mio compagno di prigionia. Lo so, mi ha spiegato che avrebbe voluto far fuggire anche me, che le sbarre erano cosparse di verbena, che si è punito spegnendo l’umanità. Posso credergli, in fondo. Il punto è un altro”.

Ne era certo, stava per succedere, un uomo stava per baciarlo e lui non aveva veramente voglia di spaccargli la faccia o una reazione affine che mostrasse di che pasta era fatto.
Quando la bocca soffice di Lorenzo si posò sulla sua, Alaric scoprì che non gli dispiaceva affatto; essere tornato dal mondo dei morti doveva averlo scombussolato parecchio, abbassato le sue difese, perché l’unica cosa che riusciva a pensare era che quel dannato cockney**** era un gran baciatore.
Enzo rimase con gli occhi chiusi anche dopo essersi tirato indietro, per continuare ad assaporare quel contatto dolce e insperato.
“Vedi Rick, mi sto chiedendo se tu e Damon vi siete mai baciati così”.
Rinnegare il suo migliore amico perduto non era un’opzione che l’onestà intellettuale di Alaric potesse considerare, malgrado sopportare le inevitabili battute e frecciatine che sarebbero seguite fosse poco appetibile.
“Una volta, ma eravamo ubriachi fradici. No, togli il ‘ma’. Eravamo tristi, sconsolati e ubriachi, però capivamo cosa stavamo facendo. Ci stavamo dicendo che ognuno c’era per l’altro, che siamo… eravamo troppo amici per avere paura di una convenzione”.
Contrariamente alla previsione, nella risposta di Enzo non c’era la minima presa in giro.
“È per questo che mi sono comportato male con tutti voi; perché vi amava. Il suo compagno di avventure, la sua preziosa  belle dame sans merci ***** che viaggiava in carrozza, la dolce Elena, perfino i suoi amici umani, ma soprattutto il suo inetto fratello. Quante volte l’ho difeso, quando Damon impazziva di rabbia e dolore perché non veniva a cercarlo, non era preoccupato per lui. Volevo che si aggrappasse alla sua umanità, all’idea che c’era qualcuno per cui valesse la pena lottare e sopravvivere. Quando l’ho incontrato è stato differente; è così sicuro di non sbagliare, qualsiasi cosa faccia, l’eroe! Ho fatto in modo che mi uccidesse, ma lui l’ha perdonato. Odio Stefan Salvatore, lo disprezzo. Quindi Damon deve tornare, buddy: quando sarà di nuovo qui sarà una sfida alla pari, voglio essere così importante anche io”.

“Non ci avrei scommesso un centesimo, ma sono d’accordo con te, non su Stefan ma sul fatto che non dobbiamo arrenderci; non voglio continuare a bere di fronte ad una tomba vuota per l’eternità. Damon merita una possibilità e ovviamente anche Bonnie; forse è rimasto un posto ancora salvo, o c’è un tipo diverso di varco che possiamo aprire, ma devi darmi la tua parola che per ora resterà tra noi due. Non voglio vedere la delusione negli occhi di Elena se la illudessi sul ritorno del suo ragazzo e la sua più cara amica, per scoprire che non è stato possibile”.
“Qua la mano”.
La stretta robusta di Rick incontrò quella decisa di Enzo, che non lasciò subito la presa, avvicinandosi fino a sussurrare all’orecchio dell’altro.
“Sai cosa ci aiuterebbe? Bere del sangue dalla vena, essere preparati per una dura battaglia, soldato! Ad esempio…”
In quel momento la porta si aprì, lasciando passare Matt con le braccia colme di sacchetti della spesa: dopo averli posati si rivolse ai due vampiri che lo guardavano in modo strano.
“Avete trovato un compromesso, speravo che andasse a finire così, d’altra parte non ho mai visto una lite che non si appianasse con una bella bevuta! Ora perché mi fissate?”

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“Enzo non avremo esagerato con Matt?”
“Tranquillo nessuno è mai morto perdendo poche once di sangue, dovevi cominciare a piccoli passi e lui era il donatore ideale: sano, giovane, volontario… in fondo è stato solo un taglietto sul polso, la prima volta che si passa da una sacca dell’ ospedale ad un umano vivo bisogna essere cauti, non volevo trovarmi un altro vampiro cannibale da gestire”.
Rick sollevò la bocca dal collo sottile della ragazza, lasciando che il sangue sgocciolasse sul mento, rovesciando la testa all’indietro per non perdere l’ultimo sorso di quel dolce nettare.
La giovane dai lunghi capelli biondi mossi cercò di divincolarsi con poca convinzione.
“Sei un bastardo, mi fidavo di te, ti ho anche incantato un gioiello!”
Enzo ritrasse i canini affilati dalla gola del fratello gemello della strega. “Zitta bellezza, le vostre lamentele non ci interessano. È solo colpa vostra se Damon è rimasto prigioniero dall’altra parte, non vi uccideremo a patto di avere il vostro giuramento di creare una magia per riportarlo in vita”.
“Luke!”
“Non può aiutarti, è svenuto. Ho sempre sostenuto che le donne sono più forti, temo che la responsabilità ricada su di te. Cosa scegli?”
“Non avere fretta, Liv”. Alaric si leccò le labbra pregustando il sapore che stava per deliziare di nuovo il suo palato. “La notte è appena cominciata”.

THE END

* Citazione del celebre dialogo iniziale di “le Iene” di Tarantino, nella quale si discuteva sulla mancia e tre canzoni di Madonna, tra cui ‘Borderline’ presa in prestito per il titolo!
** Questa domanda me la pongo anche io…
*** Le Dog Tag sono diventate note per la guerra del Vietnam, ma furono create nella 2° guerra mondiale. Enzo dovrebbe essere stato trasformato circa tra il 1935 e il 1938. (Fonte: Wiki)
**** Inglese dei bassifondi, dispregiativo ma anche ironico.
***** La Belle Dame sans Merci (La bella dama senza pietà) è una ballata del poeta inglese John Keats; ebbe tale fama da diventare una definizione per: ‘donna seducente e crudele’.

 

 

 

 

 

 

  
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