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Autore: Cyber Witch    30/07/2014    9 recensioni
La giornata tipo di un'allenatrice che deve affrontare i piccoli problemi nella sua grande avventura.
*
Dal testo:
"Svegliarsi, alzarsi, lavarsi e vestirsi. Scendere le scale, evitare di inciampare nel tappeto che ha posizionato mia madre nel corridoio (orrido, aggiungerei) e fare colazione. Salutare, prendere le pokéball e cercare. Delle volte anche lavorare.
Sì, diciamo che più o meno questa è la mia vita. Un po’ monotona, ma ehi, sempre meglio che niente."

*
Perché, in fondo, tutti amiamo la routine giornaliera.
{Hoenn; Zaffiro}
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Sto modificando la grafica di tutte le mie storie,
niente di quello che è stato scritto verrà toccato a parte gli errori



Ordinaria amministrazione
Dedicato a WeepingLantern,
che mi ha fatto tornare (inconsciamente) la voglia dei Pokémon!







« Mezumi, alzati che è tardi! » grida la mia mamma.
Apro gli occhi svogliata, i Wingull fuori dalla finestra cantano; segno che ormai è mattino inoltrato. Scosto le coperte di lino e butto le gambe fuori dal letto.
« Mezumi sbrigati! » urla ancora mia madre, superando di un ottava quello che dovrebbe essere il naturale suono di una voce umana. Probabilmente ha spaventato un bel po’ di Pokémon là fuori.
Raggiungo il piccolo bagno personale e mi osservo allo specchio. I capelli corti sembrano il dorso di uno Sandslash, leggermente più lunghi ai lati del volto. Santo Latios sembro stravolta!
Appena esco dal bagno prendo i primi vestiti che trovo sulla sedia e mentre raggiungo mia madre in cucina ripeto la solita tiritera. In qualche modo mi aiuta ad iniziare bene la giornata.
Svegliarsi, alzarsi, lavarsi e vestirsi. Scendere le scale, evitare di inciampare nel tappeto che ha posizionato mia madre nel corridoio (orrido, aggiungerei) e fare colazione. Salutare, prendere le pokéball e cercare. Delle volte anche lavorare.
Sì, diciamo che più o meno questa è la mia vita. Un po’ monotona, ma ehi, sempre meglio che niente.
Vivo ad Orocea, la cui unica attrazione... non c’è nessuna particolare attrazione ad Orocea. Un paese in provincia del nulla situato nel granducato del niente!
Probabilmente sono l’unica persona sotto i quarant’anni qua, se non contiamo l’infermiera Joy. I visitatori non mancano, certo. L’unico motivo per cui arrivano sino a qua è Ceneride. Una volta battuta la sua palestra questa è l’unica città (se è possibile chiamarla così) nel giro di chilometri.
Spesso gli allenatori si prendono una vacanza e poi partono per la Lega, il vecchio del peschereccio (diamine, non so ancora il suo nome) organizza viaggi per raggiungere l’isola sulla quale è situata la ‘dimora’ dei più grandi allenatori.
E io? Io preferisco continuare a cercare. Cosa, chiederete voi.
Essenzialmente un modo per uscire da qua. Un po’ di fama, magari soldi. Sì, diciamo un bel po’ di soldi. Sfortunatamente l’unico lavoro che mi è stato offerto è quello di fattorina e non frutta esattamente quello che vorrei.
Secondo le mie stime potrò pagarmi un viaggio con il traghetto M/N Marea fra... vent’anni. Non esattamente quello che speravo, no.
« Mezumi, raggiungo tuo padre a Porto Alghepoli, verso sera saremo a casa. Non combinare disastri, intesi? » mia madre mi dà un bacio sulla fronte e si dilegua.
Adesso che ci rifletto, però, per una come me, la vita qua ad Orocea non è male. Ho il mio Swampert e la mia Altaria che mi tengono compagnia, i miei genitori sono archeologi subacquei e i vecchietti mi adorano... insomma non me la passo malaccio.
Tuttavia vorrei qualcosa di più, come praticamente tutti i giovani vogliono.
Non dico che Mezumi Evans sarà la nuova campionessa della regione di Hoenn, ma almeno qualche titolo... magari colei che è riuscita a raggiungere l’Isola Miraggio!
Sono quasi sicura che se mi sentisse la coppia di vecchietti che cerca la famigerata isola mi verrebbe a prendere e mi racconterebbe, per l’ennesima volta, la sua leggenda.
Kyogre me ne scampi!
Esco di casa, con il berretto della ditta di consegne di Hoenn, da quel che ho capito c’è una sede di essa in ogni città o paese che sia.
Una borsa a tracolla piena di buste, più che altro per il Centro Pokémon e sei pacchi... ancora non capisco come mai ci sia così tanta corrispondenza qua.
È quasi mezzogiorno quando la maggior parte delle consegne sono finite e i miei Pokémon sembrano voler fare una pausa. Acconsento volentieri, d’altronde anche io devo mangiare.
Tiro fuori dalla borsa il panino che la mamma mi ha fatto trovare sopra il tavolo, avvolto in un fazzoletto di stoffa azzurrina. È abbastanza grande da riuscire a condividerlo sia con Altaria che con Swampert, i quali accettano volentieri.
È veramente una bella giornata, il sole si riflette sull’acqua dell’oceano creando l’illusione di essere ricoperto da scintille. Mi ha sempre calmato il suono delle onde che s’infrangono sulle zattere, è tranquillizzante. Dietro di me passa un allenatore, probabilmente in cerca del Centro Pokémon e lo saluto cordialmente.
Swampert sguazza felice in mezzo ai Corsola, mentre Altaria prende i caldi raggi solari riposando sopra il tetto di casa mia: oggi mi ha portato un bel po’ di pacchi da consegnare, deve essere stanchissima. Qualcosa mi sfiora le gambe immerse nell’acqua, abbasso lo sguardo ed uno dei Corsola mi porge un’alga verdastra e soffice.
Non ho mai capito che roba sia, quella. Tuttavia la accetto volentieri e la metto al mio fianco. Capita che delle volte i Pokémon della colonia sotto Orocea donino qualcosa agli abitanti, spesso e volentieri sono oggetti caduti in mare per sbaglio.
Il vento mi scompiglia i capelli corti, un vento impregnato di salsedine e richiami di Wingull. Quanto vorrei essere nata Pokémon in momenti come questi... libera di volare ovunque.
Ho ancora due pacchi da consegnare, ma decido di prendermela con calma. Dopotutto una volta finito il lavoro non avrò più niente da fare. L’acqua fredda mi sfiora i polpacci, che muovo avanti ed indietro, tentando inutilmente di intrattenermi.
Il pontile su cui sono seduta sobbalza quando Swampert si corica alla mia destra, fuoriuscito all’improvviso. Ridacchio agli spruzzi che mi arrivano quando salta e gli accarezzo la testa, grattando appena dietro le pinne arancioni.
« È una bella estate, non è vero? » chiedo al Pokémon.
Annuisce, posizionando la testa sulle zampe incrociate. Il sole continua a battere su Orocea se rimango ancora così rischierò un’insolazione...
Mi alzo dal pontile, rischiando di cadere in mare e prendo un pacco, mentre l’altro lo solleva Swampert. Altaria sembra non volerne sapere di svegliarsi.
I due pacchi sono tutti per la stessa persona, una certa May che risiede da un po’ al Centro Pokémon.
Le porte scorrevoli si aprono non appena mi ci posiziono davanti e le persone là dentro si girano verso di me sorridendomi. Sono sempre apprezzate le facce nuove, soprattutto se sono di giovani allenatori...
« Ciao Joy, ci sono dei pacchi da consegnare... May? » chiedo.
L’infermiera annuisce e prende le scatole di cartone fra le sue mani.
« Non è ancora scesa, ci penso io a consegnarglieli... dove devo firmare? » domanda prendendo una penna dal bancone.
Le indico una linea sopra il foglio di carta che le ho sporto e che poi piego a metà. Lo ficco dentro la borsa a tracolla e, salutando, esco dalla struttura.
« Evviva... un altro pomeriggio vuoto e noioso. » mormoro togliendomi il cappello con la visiera dalla testa. Specchiandomi nell’acqua osservo che i miei capelli non ne vogliono sapere di rimanere al loro posto e sospiro ancora.
Altaria intanto si è svegliata, lanciando il suo tipico verso melodico. Le sorrido quando si posa vicino a me.
Il suo piumaggio morbido mi sfiora gli avambracci, regalandomi una sensazione piacevole.
« Tu hai qualche idea su come passare il pomeriggio? » le chiedo, Swampert intanto sembra divertirsi un mondo fra i Corsola.
Scuote la testa affranta, per poi strusciarsi contro di me cercando di consolarmi.
Sento la sirena del peschereccio, che attracca vicino ad una piccola insenatura, ormai diventata porto ufficiale di Orocea.
Ne scendono il vecchio ed un paio di allenatori, sorridenti e abbronzati. Hanno più o meno la mia età ed Altaria gongola vedendomi osservarli più del dovuto.
« Piantala! » ridacchio.
I due ragazzi si avvicinano entrando nel Centro Pokémon. Poco tempo dopo ne fuoriescono ridanciani.Si siedono affianco a me, sorridendomi.
« Non è che tu ne sai qualcosa dell’Isola Miraggio? » mi chiedono, seri.
Faccio segno di abbassare la voce, se quei due vecchietti sentono quelle due parole si creerà il putiferio.
« Certo che ne so qualcosa, tutti qua ne sanno qualcosa... gli antenati degli abitanti nascevano, crescevano e morivano sulle barche per trovarla! » dico loro, assumendo la classica aria cospiratrice che ogni persona ad Orocea usa per parlare di certi argomenti.
« Wow, ma è incredibile! » esclama l’altro, carezzando il Linoone che si porta appresso.
Scrollo le spalle, alzando l’angolo della bocca.

« Ordinaria amministrazione... »















 
.:.Cyber-spazio.:.
30/07/2014: pubblicata
17/03/2015: modificata

Per puro aspetto grafico sto modificando le mie OS, nulla di quello che ho scritto verrà cambiato a meno che essi non siano errori.
Cy.


 

[ qua sotto lascio le note originali nel caso possano interessare cielo ero una cretina lol ]
Torno di nuovo sui Pokémon con Hoenn! Regione che ho amato tantissimo perché si dà molta importanza agli ambienti naturali anziché alle n so se è degno di nota, ma nello scrivere le tre prime righe ho starnutito tipo sette volte, mi dovrei preoccupare?
Mi sono immaginata Mezumi come Luo Tianyi, la vocaloid... ma non so se anche questo è degno di nota.
Alcune cose sono puramente inventate, come il fatto che ci sono fattorini in Hoenn o che c’è un vecchio con un peschereccio che ci porta fino alla Lega, ma sennò non sarei riuscita a fare un belin... Quindi beccatevi Orocea così!
Per quanto riguarda, invece, le cose vere ho cercato bene su internet le leggende di Orocea e quello degli antichi e dell’Isola Miraggio è riportato fedelmente dai vecchi della baracca a sud. Ho fatto un accenno anche all’eroina principale, ovvero May, giusto così... ad minchiam ecco.
Spero vi sia piaciuta!
Un inchino,
Caprico.





 

  
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