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Le onde si muovevano in un fruscio immenso,
era primavera quando lo vidi.
Gli occhi mi luccicavano di blu,
il mascara nero colava dal caldo,
le dita si increspavano attorno alle maniche corte,
ma non mi importava.
Forse ero una delle poche persone cui non importava dell’apparenza,
forse perché anche lui ne era l’emblema.
Tanto finivo sempre per arrossire,
peperone marcito al calar della sera,
un rosso opaco che andava a confondersi con quello del mio fard al sapor di miele.