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Autore: Therese    08/09/2008    1 recensioni
Questa breve fanfiction è raccontata in prima persona da Mick che non torna a Tokyo per uccidere Ryo ma piuttosto per... Buona lettura.
Genere: Romantico, Song-fic, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo unico: Ritorno a Tokyo (One step closer - Linkin Park -)

Beh, se vi devo dire che sono tornato a Tokyo solo per dovere, è una mezza bugia. O una mezza verità. Come quando il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto. Ah, dimenticavo, il mio nome è Mick Angel ed ho vent'anni! No, scherzo, trentacinque. Però avevo vent'anni quando ho conosciuto Kaori Makimura. Mio padre, Edward, è un famoso desiner d'interni conosciuto in tutta New York ed anche io ho seguito le sue orme: fra settimana andando all'Università di Architettura e nel weekend andandolo ad aiutare nel suo Art Studio.

Fu alla fine del secondo anno di Università che io e Kaori ci conoscemmo. Frequentava anche lei la mia stessa Facoltà. L'avevo addocchiata in giro tra una hall ed il solito bar in cui si recavano tutti, ma non avevo mai avuto modo di parlarle. Il nostro incontro avvenne quando ci toccò seguire lo stesso corso opzionale... un po' perchè il corso era difficile, un po' per scambiarci gli appunti... insomma... avete capito no?

Dopo sette mesi ci mettemmo insieme. Ci laureammo nella stessa settimana e, dopo, andammo a lavorare insieme nello studio di mio padre. Lei però non era originaria di New York. Vi abitava con sua sorella Sayuri di otto anni più grande di lei che si era già trasferita lì da un bel po' di tempo. Ma la loro città natìa era Tokyo e più precisamente il quartiere caldo di Shinjuku. Là avevano lasciato un fratello di qualche anno più grande di Sayuri di nome Hideyuki ed i loro anziani genitori.

Nel maggio dell'anno dei nostri trenta, le arrivò una notizia dai suoi che diceva che Hideyuki aveva contratto il cancro. Visto che Kaori lavorava per l'azienda di mio padre e non c'erano problemi di alcun tipo se si fosse assentata per un periodo di tempo indeterminato, volò a Tokyo sia per assistere i suoi anziani genitori sia anche il fratello malato di dieci anni più grande di lei. Agli ultimi stadi, almeno così sembrava.

Da allora sono passati cinque anni. Io ero molto impegnato con un progetto importantissimo che avrebbe potuto far conoscere il nome del nostro Art Studio anche in Europa, così rimasi a New York a lavorare nonostante io e lei ci sentissimo lo stesso per telefono. L'ultimo aggancio di mio padre era un cliente importante di Milano. Il mio via-vai su e giù per i clienti di quest'ultimo che erano sia spagnoli che tedeschi che francesi non mi lasciò molto tempo.

Troppo oberato dal lavoro, dalla fama e dal successo che il mio progetto mi avrebbe portato, finì pian piano per dimenticarmi di lei. Non equivochiamo, di una persona così non ci si dimentica... però il rapporto andò via via scemando. Ma io pensai che fosse solo una cosa temporanea e che, una volta sistemati un po' i miei ed i suoi affari, tutto sarebbe ritornato come prima. E così pensavo. Dopo circa un anno e mezzo che era in Giappone, o forse due mi sembra, sembrava che Hideyuki stesse già meglio; i medici gli avevano detto che - per il momento - sembrava fuori pericolo: il tumore era stato preso in tempo e la chemio sembrava dare buoni risultati senza troppi effetti collaterali. Sia chiaro che io e lei non ci eravamo lasciati ufficialmente.

Lei era ancora la mia ragazza, in teoria. Quando mi disse che tutto sembrava a posto, io le chiesi di tornare a New York e di rimetterci a lavorare insieme. Mio padre sarebbe stato entusiasta di lasciare a me ed a lei le redini dell'Art Studio! Prima mi disse che sarebbe tornata presto, poi smentì, poi ci rigirò attorno e poi... mi disse che preferiva per qualche anno rimanere ancora vicino ai suoi anziani genitori che essendo sui settanta e passa, non se la sentiva di lasciarli da soli, non con Hideyuki sempre comunque sul filo del rasoio: i medici avevano detto che lui era fuori pericolo, ma il cancro è uno di quei mali che suona alla tua porta come il postino. Sempre due volte... o magari di più.

Allora non dissi niente. Mi sarebbe sembrato davvero da carogna mettere davanti prima i miei bisogni alla salute di suo fratello e dei suoi genitori. Non nascondo però che la cosa mi puzzava un po'. Di brutto, anzi. Nel frattempo gli affari andavano sempre meglio, la nostra Agenzia oramai aveva espanso il suo mercato anche in Europa, così decisi di prendermi un po' di tempo di riposo: rivedere i miei vecchi amici dell'Università, andare un po' al mare a togliermi questo classico colorito da «mozzarella in carrozza» e cominciare un po' a divertirmi come tutti i ragazzi della mia età. Un giorno per caso, in una di queste serate fra amici in giro per la spiaggia, incontrai anche una ragazza. Rose Mary Moon. Era assolutamente invitante, carnosa, passionale. Era da una vita che non facevo sesso... l'alcool e le sue forme fecero il resto. Ma, giuro su Dio, che quella fu la prima e l'ultima sera.

Dopo un po' di tempo, intanto, Sayuri, con cui avevo un ottimo rapporto d'amicizia essendo la sorella di Kaori, mi disse che si sarebbe sposata col suo eterno fidanzato William, che conoscevo bene anche io, in quanto eravamo usciti parecchie volte con loro.

Kaori tornò a New York per il matrimonio - senza genitori perchè si sarebbero stancati troppo - per fare da testimone alla sposa. Così l'ho potuta rivedere e parlarle a quattr'occhi per sapere cosa ne fosse rimasto del nostro rapporto. Fu schiva.

I cannot take this anymore
(io non riesco più a sopportarlo)

Saying everything I've said before
(sto dicendo tutto quello che ho già detto prima)

All these words they make no sense
(tutte queste parole non hanno senso)

I find bliss in ignorance
(io cerco beatitudine nell’ignoranza)

Less I hear the less you'll say
(meno ascolto quel poco che mi dirai)

You'll find that out anyway
(ma tu ti accorgerai di questo comunque)

Forse ancora aggrappata ai nostri bei ricordi che però ora sembravano smorzati da qualsiasi sentimento. O forse dalla parte di vita che non avevamo più condiviso da tempo. Ma questo è il passato, veniamo al presente. Dal matrimonio di sua sorella ad oggi, è passato un anno. Un anno in cui, ancora una volta, la mia mente è stata dedicata tutta al mio lavoro ed al mio divertimento. Come uno stupido sono andato avanti per la mia strada. Ma ora, no. Non più. Non posso più aspettare. Voglio recuperare il tempo perduto. E lo voglio fare adesso.

Così, eccomi qua, gente. Il sole di Tokyo mi abbaglia. Sono tornato per il funerale di sua madre. Intento a mettere bene in chiaro le cose tra noi. Ancora. Lei mi manca. Mi manca da morire. Sono pronto a trasferirmi a Tokyo, mettere su una impresa nostra, magari familiare, sposarla ed avere tanti bambini. Lo so che sicuramente questo non è il momento. Forse tempo fa ero ancora troppo immaturo, ma forse ora no. Lo so. Lo voglio. E voglio gridarlo al mondo intero, Kaori, quanto ti amo e quanto non posso fare a meno di te. La lontananza ha distrutto il nostro rapporto ma adesso io voglio recuperarlo. Voglio dimostrarti tutto quello che ho dentro e renderti la donna più felice del mondo. Perchè lo so che mi ami ancora Kaori.

Un uomo pelato con due grossi occhiali scuri mi fa un cenno. Deve essere l'amico di Kaori che lei ha detto che mi sarebbe venuto a prendere all'aeroporto di Narita. Mi ha detto che si chiama Umibozu. Un soprannome. Mi si avvicina col suo jeppone verde militare che sembra abbia vissuto un po' di Guerra Del Golfo... e sinceramente mi fa un po' paura. Non il jeppone, ma lui, il Gigante Pelato. Mi dice qualcosa in giapponese. Non ne capisco una mazza, gli dico gentile in inglese. Così comincia a sfoderare un po' del suo inglese quasi come scocciato. Sono americano di New York City, io?! Capito, bello?! Che cazzo pretendi, che sappia la pronuncia dei tuoi fottuti ideogrammi?! Ma non oso dirglielo in faccia, con la stazza che ha - che si nota anche se è seduto - non mi conviene farlo arrabbiare. Ne andrebbe della mia salute.

Mi ha detto che mi porterà in un certo Cat's Eye: un bar-motel, una specie di osteria, che gestiscono lui e sua moglie. Kaori mi aveva accennato a qualcosa del genere. Per me non c'è problema, gli dico. Lui fa un cenno e poi rimette in moto guidando in silenzio. Completo silenzio. Se non fosse perchè il tettuccio della Jepp è calato e posso sentire tutti i rumori delle altre auto e della vita frenetica di questi musi gialli, potrei tranquillamente affermare che solo il ronzio di quella dannata mosca che si sta strofinando le zampette sulla sua pelata, faccia un qualsivoglia tipo di timido rumore. Gli dò un'occhiata in tralice. Lui se ne accorge ed il suo sguardo mi raggela. Siamo sicuri che questo Cat's Eye non sia un mattatoio?! No, dai Mick. Che vai a pensare.

Dopo pochi minuti arriviamo davanti all'entrata, l'uomo non fa in tempo a parcheggiare che dalla porta esce una bellissima ragazza, sembra quasi giappo-americana, non si dice giappo-americana - però mi avete capito - che mi corre incontro e mi saluta cordialmente. E, con un inglese molto migliore di quello del suo burbero marito, mi fa:

- Ciao! Io sono Miki! La migliore amica di Kaori! Vedo che hai già conosciuto mio marito, Hayato. Hai fatto buon viaggio? - Spara tutto a raffica, sembra entusiasta che neanche mi lascia rispondere. Vedo intanto suo marito che mi porta le valigie dentro al locale.

- Sai, sono proprio felice di conoscerti. Kaori ci ha parlato tanto del suo migliore amico che... - Io la guardo basito.

Just like before...
(proprio come prima…)

Io, il suo migliore amico??? Fino a due secondi fa pensavo di essere ancora il suo fidanzato?! Suo migliore amico, un cazzo!

Everything you say to me
(qualsiasi cosa mi racconti)

Takes me one step closer to the edge
(mi porta un passo più vicino al limite)

And I'm about to break
(e sto per crollare)

I need a little room to breathe
(ho bisogno di una piccola stanza per respirare)

Cause I'm one step closer to the edge
(perché sono un passo più vicino al limite)

I'm about to break
(sto per crollare)

Non posso non controbattere:

- Migliore amico? Kaori ti ha detto questo? - Lei mi guarda un po' stranita pensando che forse ha detto qualcosa che non doveva.

- Sì, beh... migliore amico. Sì, mi ha detto che da quando vi siete lasciati, siete comunque rimasti in ottimi rapporti di amicizia... -

Posso morire adesso?

I find the answers aren't so clear
(le risposte che trovo non sono così chiare)

Wish I could find a way to disappear
(desidererei poter trovare un modo per scomparire)

All these thoughts they make no sense
(tutti questi pensieri non hanno senso)

I find bliss in ignorance
(io cerco beatitudine nell’ignoranza)

Nothing seems to go away
(niente sembra andare via)

Over and over again
(ancora una volta)

Lasciati? Ma io pensavo che io e lei fossimo ancora insieme! E mentre penso a queste cose, a quello che ho appena sentito, ecco che ti sbuca dalla porta un uomo alto almeno dieci centimentri più di me, sul 1.90, che mi guarda sorridente, beffardo, con un'aria del tutto particolare. Si avvicina a me e mi stringe la mano, cordiale. Falsamente cordiale.

- Ciao, sono Ryo. Ryo Saeba. Tu devi essere l'amichetto di Kaori... - Un sorriso sarcastico si dipinge sul suo volto come fosse un segno di sfida.

Amichetto?

Just like before...
(proprio come prima…)

Brutto stronzo mangia merda, come ti permetti?!!!! Mantieni la calma, Mick. Sorridi e rispondi.

- No, non sono l'amichetto di Kaori. Forse ci sarà un equivoco, ma io sono il suo ragazzo... - Vedo questo Saeba che non si scompone e con altrettanto sguardo di chi la sa lunga mi fa, ironico:

- Ne sei proprio sicuro, biondino? - Rimango per un attimo senza parole.

Everything you say to me
(qualsiasi cosa mi racconti)

Takes me one step closer to the edge
(mi porta un passo più vicino al limite)

And I'm about to break
(e sto per crollare)

I need a little room to breathe
(ho bisogno di una piccola stanza per respirare)

Cause I'm one step closer to the edge
(perché sono un passo più vicino al limite)

I'm about to break
(sto per crollare)

Ma chi cazzo sei?

Shut up when I'm talking to you
(Chiudi il becco quando ti sto parlando)

Shut up, shut up, shut up
(Chiudi il becco, chiudi il becco, chiudi il becco)

E soprattutto, che cosa vuoi dalla mia Kaori?!!?

Shut up when I'm talking to you
(Chiudi il becco quando ti sto parlando)

Shut up, shut up, shut up
(Chiudi il becco, chiudi il becco, chiudi il becco)

Inarco un sopracciglio con sguardo assassino, Saeba sembra cogliere anche se non pronuncio una parola. C'è qualcosa in tutto questo che non capisco. Perchè questo tizio è così sicuro di sè? Perchè nessuno, perchè Kaori non mi ha mai parlato di lui? Perchè quest'uomo sembra essere così vicino ai tuoi pensieri, Kaori?

Ci affrontiamo con lo sguardo. Lui sicuro di sè come se fosse un leone con una zampa sulla sua gazzella morta stecchita che tra poco divorerà con gusto. Ed io... beh io... mi sembro tanto la sua gazzella?! Pochi secondi più tardi, lo sguardo dell'uomo si fa duro, inquietante quasi. Mi fa cenno di seguirlo ed io faccio come mi ha ordinato. Gli altri due, Miki e quell'Umibozu, sembrano non curarsi di noi. In America si usa salutare se uno se ne va, ma loro ci lasciano da soli senza dire niente rientrando al locale.

Questi giapponesi mi spaventano. Sono tutti così misteriosi. L'uomo, forse mio coetaneo, dai capelli corvini folti e lucenti ed un corpo da far sbavare ogni donna - davvero, non sono solito far complimenti ai maschi, ma questo è davvero un pezzo da novanta - si accende una sigaretta e poi espira il fumo senza degnarmi di uno sguardo e comincia il suo discorso.

- Scusami, stavo scherzando prima. So che tu e Kaori siete rimasti in buoni rapporti... - Sinceramente, franchezza per franchezza, non mi va di restare qui a fare la figura dello gnorry patetico con i capelli laccati e il mio solito sorriso smaliante. Sono infuriato, infuriatissimo... o se volete, incazzato a morte con il mondo intero e così gli urlo:

- Senta lei, Saeba. Anzi, Ryo. Diciamoci del «tu» visto che abbiamo in comune Kaori... - Comincio io. Lui mi guarda, calmo, tranquillo come se non avessi detto niente di sconvolgente, eppure il mio tono non era così amichevole, cazzo.

- E' proprio questo il punto. Io e te non abbiamo in comune proprio niente. Od almeno, non ora... e non come lo credi tu... - Lo guardo e non capisco. Il suo inglese è perfetto. Poi sento dei passi alle nostre spalle. Passi leggeri. Mi giro. Sta correndo verso di noi, ansimante. Anche Saeba si volta con la fronte corrugata. Una bellissima bimba di due o tre anni, al massimo, ci viene incontro gridando e portando nelle mani un telefono cellulare:

- Papà, papà... è la mamma! Lo zio Yuki si è sentito male, un'altra volta... devi andare subito! La mamma ha detto, subito! - Saeba corruga la fronte di nuovo; leggo una sottile nota di apprensione e di preoccupazione.

Il fratello di Kaori? Ma non mi avevano detto che stava benino ed era fuori pericolo? Saeba cammina rapidamente verso la bambina che ora si ferma, dà il cellulare al padre che si apparta a parlare lontano dalla nostra portata ed io mi accuccio quasi all'altezza della piccina.

Una nota stonata.

Just like before...
(proprio come prima…)

Qualcosa che non colgo subito. Ma so che è come una di quelle cose che poi ti devastano in seguito. Una pulce nell'orecchio. Quelle che si ignorano per non far pensare troppo la propria Coscienza. Così la ignoro e mi accuccio a livello della bambina. Beh, carina la figlia di Saeba. Le sorrido.

- Ciao bella, come ti chiami? - Ma lei non fa in tempo a rispondermi che i suoi occhi mi dicono già tutto. Come ho potuto non capirlo prima? Quella dannata pulce nell'orecchio. La testa mi gira come una trottola impazzita.

Papà? Saeba? Zio Yuki?

Just like before...
(proprio come prima…)

E poi gli occhi della bambina, i suoi capelli.

Everything you say to me
(qualsiasi cosa mi racconti)

Takes me one step closer to the edge
(mi porta un passo più vicino al limite)

And I'm about to break
(e sto per crollare)

I need a little room to breathe
(ho bisogno di una piccola stanza per respirare)

Cause I'm one step closer to the edge
(perché sono un passo più vicino al limite)

I'm about to break
(sto per crollare)

Nocciola come Kaori.

Everything you say to me
(qualsiasi cosa mi racconti)

Takes me one step closer to the edge
(mi porta un passo + vicino al limite)

And I'm about to break
(e sto per crollare)

I need a little room to breathe
(ho bisogno di una piccola stanza per respirare)

Cause I'm one step closer to the edge
(perché sono un passo più vicino al limite)

I'm about to break
(sto per crollare)

Ramati come Kaori.

Everything you say to me
(qualsiasi cosa mi racconti)

Takes me one step closer to the edge
(mi porta un passo più vicino al limite)

And I'm about to break
(e sto per crollare)

I need a little room to breathe
(ho bisogno di una piccola stanza per respirare)

Cause I'm one step closer to the edge
(perché sono un passo più vicino al limite)

I'm about to break
(sto per crollare)

No non posso credere ai miei occhi. Non posso credere a quello che ho appena sentito! Non posso, davvero! I miei occhi cominciano a riempirsi di lacrime. Kaori, come hai potuto? Dio, come hai potuto farmi questo!!! Sento Saeba che mi mette una mano sulla spalla. Schifoso, porco, non toccarmi! Mi sento annientato, distrutto. Mai come ora mi sono sentito così male.

Perchè fa così male? Perchè sto così male? Oramai, non posso farci più niente. Oramai non posso più...

Everything you say to me
(qualsiasi cosa mi racconti)

Takes me one step closer to the edge
(mi porta un passo più vicino al limite)

And I'm about to break
(e sto per crollare)

I need a little room to breathe
(ho bisogno di una piccola stanza per respirare)

Cause I'm one step closer to the edge
(perché sono un passo più vicino al limite)

I'm about to break
(sto per crollare)

Scatto e corro verso il parco lì vicino... ho il cuore che mi scoppia, ma dopo questa rivelazione, dopo questa ultima notizia, non posso fare a meno di...

Così chiamo Kaori al cellulare e le urlo alla cornetta tutto il mio dolore, la offendo e non mi risparmio. Lei mi dà ragione. Dice che non ha mai avuto il coraggio di dirmelo. Lurida puttana, brucia all'Inferno! Non ha mai avuto il coraggio di dirmi in questi anni che aveva avuto una storia col pseudo-cognato di suo fratello.

Proprio così. Ryo Saeba è il fratello maggiore di Saeko, la fidanzata di Hideyuki. E la bimba che assomiglia tanto a lei, non è altro che il frutto del loro amore. Di tutto quello che io mi sono perso in questi cinque anni. Di tutto quello che io non ho visto e che speravo con lei. Ma le cose cambiano... ripensandoci, non mi sono mai offerto di farle da sostegno morale dopo la notizia della malattia di suo fratello. Forse c'è stato quel Saeba accanto a lei. C'è stato lui a cullarla fra le sue braccia ed a sussurrarle nell'orecchio che ci avrebbe pensato lui a mettere tutto a posto.

Everything you say to me
(qualsiasi cosa mi racconti)

Takes me one step closer to the edge
(mi porta un passo più vicino al limite)

And I'm about to break
(e sto per crollare)

I need a little room to breathe
(ho bisogno di una piccola stanza per respirare)

Cause I'm one step closer to the edge
(perché sono un passo più vicino al limite)

I'm about to break
(sto per crollare)

Io dove ero? A New York, troppo peso dai soldi facili, dalla mia ambizione e dal progetto per il cliente di Milano. Ecco, dove ero! Mi dice che gli dispiace, che è una codarda e che non ha mai avuto le palle per dirmelo in faccia e che quindi, voleva usare questa occasione per farmelo capire. Solo che c'era stato l'imprevisto. La bambina si trovava anche lei al Cat's Eye. Kaori pensava che Saeba avesse con sè nelle sue tasche come al solito, invece l'aveva lasciato alla piccola! Kaori era stata raggiunta da una chiamata di sua zia che si trovava a casa di suo fratello. Aveva avuto un arresto cardiaco. Poi, grazie all'abilità di infermiera della zia di Kaori, tutto era andto a posto, ma solo dopo pochi secondi. Dice che me l'avrebbe detto comunque e si scusa. E mi chiede se posso raggiungerla un attimo a casa sua. Dopo dieci minuti, dopo aver seguito le sue indicazioni, riesco a raggiungere casa sua a piedi. Suono. Con le gambe che mi tremano. Cosa le dirò? Le dovrò dire che comunque l'ho tradita prima io con Rose Mary? Taccio o le dico tutto così si sentirà meno in colpa. Io sono un duro ma non posso ignorare le lacrime che scendono ora dai miei occhi. Poi, quando lei mi apre, mi sciolgo definitivamente. Per l'amore che provo ancora per lei. Per le occasioni mancate tra noi. Per la lontananza. Per la mia poca disponibilità nei suoi confronti. Per il mio egoismo che l'ha portata a cadere tra le braccia di un altro. Per la mia assenza, anche spirituale. Per il mio ignorare i suoi bisogni e le sue difficoltà. Per non capire che lei in quel momento aveva avuto bisogno di me. Ed io non c'ero stato. Ed ora, sono arrivato troppo tardi.

Sul campanello della sua porta c'è scritto: «Ryo Saeba, Mikiko Saeba, Kaori Makimura».

Everything you say to me
(qualsiasi cosa mi racconti)

Takes me one step closer to the edge
(mi porta un passo + vicino al limite)

And I'm about to break
(e sto per crollare)

I need a little room to breathe
(ho bisogno di una piccola stanza per respirare)

Cause I'm one step closer to the edge
(perché sono un passo più vicino al limite)

I'm about to break
(sto per crollare)

Troppo tardi.

- FINE -

  
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