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Autore: Frenchie    30/07/2014    1 recensioni
Harry odia il 14 febbraio e non vuole festeggiare San Valentino. Per far piacere a Ginny, però, è disposto a fare un’eccezione.
[Questa fanfiction si è classificata prima al contest "La pesca delle coppie" indetto da Evelyne.13211 sul forum di EFP]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Teddy Lupin | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Nick su forum e Efp: Frenchie
- Titolo: Family
- Genere: romantico
- Combinazione scelta (Pacchetti + obbligo): pacchetti 2, 43; obbligo G
- Eventuale citazione: citazione di François de La Rochefoucauld
- Altri personaggi secondari: Hermione, Teddy
- Rating: verde
- Breve introduzione: Harry odia il 14 febbraio e non vuole festeggiare San Valentino. Per far piacere a Ginny, però, è disposto a fare un’eccezione.
- NdA: Secondo me Harry ed Hermione continuano a utilizzare alcuni strumenti Babbani che a volte sono più comodi di quelli magici, quindi utilizzano il telefono, il computer, Internet, ecc.
So che Teddy è cresciuto con Andromeda, ma non posso fare a meno di pensare che Harry, con l'aiuto di Ginny, abbia provato a fare per il proprio figlioccio quello che Sirius non ha potuto fare per lui.



 
Family

Era una sera di inizio febbraio e Harry cercava di pulire il disastro che aveva combinato preparandosi la cena (gli incantesimi domestici non erano la sua specialità, né lo erano i metodi di cucina Babbani). A malavoglia rispose al telefono che squillava, sicuro che fosse l'ennesima persona anonima che lo contattava per un’offerta pubblicitaria. Siccome non aveva prestato attenzione al numero apparso sul display, fu sorpreso di sentire la voce di Hermione.
«Finalmente hai risposto! Avevo paura che non fossi in casa.»
Dalla voce non sembrava preoccupata, ma Harry preferì accertarsi che quella chiamata notturna fosse solo una stranezza dell'amica.
«Ciao, Hermione. Come mai mi chiami a quest'ora? È successo qualcosa?»
«No, tranquillo. Devo solo raccontarti una cosa.»
«Non sarebbe stato più semplice mandarmi un gufo?»
«Ehm, no. Preferivo parlare.»
«Usare la Metropolvere, allora?»
«Uffa, smettila di farmi perdere tempo! Sto scrivendo una relazione importante che devo consegnare domani, ma non riesco a concentrarmi se prima non mi tolgo questo pensiero.»
«Ecco, vedi che qualcosa che non va c'è?»
«In realtà è una stupidata... E non dovrei neanche dirtela perché ho promesso di stare zitta. Però sia che te la racconti, sia che non lo faccia, tradirei la fiducia di un amico, quindi a questo punto preferisco cercare di sistemare le cose.
«Oggi sono stata alla Tana perché avevo appuntamento con Ron (sì, lo so, mi sento sempre in colpa quando esco con lui e non ti invitiamo, ma lui dice che non importa, che tanto capisci). Visto che lui era ancora al negozio mi sono fermata a parlare con Ginny. Le ho raccontato quello che avremmo fatto io e Ron per San Valentino e poi le ho chiesto cosa avevate in programma voi due.»
Mentre Hermione prendeva fiato Harry riuscì a intromettersi nel monologo dell'amica.
«Posso sapere dov'è il problema?»
«Be'... Ecco... Anche se non lo dà a vedere, Ginny è un po' triste perché tu non vuoi mai festeggiare San Valentino come fanno tutte le coppie.»

Mentre andava a letto qualche ora dopo, Harry rimuginava sulla telefonata di Hermione. Ginny aveva sempre concordato con lui che quella fosse una festa stupida e insieme ridevano dei loro amici che la consideravano tanto importante. Si ricordava che quando era a Hogwarts lei era andata a Hogsmead con Dean Thomas, ma aveva pensato che fosse stata solo una cosa da ragazzini...
Harry stava insieme a Ginny da quattro anni e avevano concordato che San Valentino era un giorno normale e che non si sarebbero fatti regali o cose simili. Era stato lui a suggerire questo, principalmente perché le esperienze passate gli avevano fatto sviluppare una spontanea avversione per il 14 febbraio.
Harry era contemporaneamente amareggiato per il fatto che Ginny non gli avesse mai detto di tenerci e arrabbiato con se stesso per non averlo capito da solo.
Si addormentò pensando che la notte porta consiglio e che avrebbe trovato una soluzione l'indomani.

Quando si svegliò la soluzione gli apparve scontata: doveva smettere di fare lo stupido (in fondo il disastro successo al suo quinto anno non era certo colpa di San Valentino; la sua relazione con Ginny non aveva nulla a che vedere con quella che aveva avuto con Cho) e farle una sorpresa.
Adesso doveva solo trovare cosa organizzare.
Chiedere consiglio ad Hermione sarebbe stato troppo imbarazzante, quindi prese il PC e sperò che la soluzione ai suoi problemi si trovasse tra i meandri di Internet.
Si imbatté in centinaia di citazioni e frasi sdolcinate che perlopiù lo disgustarono. Dovette ammettere a se stesso che una diceva la verità: “La mente si lascia sempre abbindolare dal cuore” *. Lui che aveva avuto la forza di sconfiggere Voldemort aveva ceduto al cuore e avrebbe festeggiato San Valentino.
Harry, però, non era ancora convinto, trovava questi aforismi troppo banali. Mentre curiosava su un blog, gli tornò in mente una poesia e corse in soffitta a rovistare tra i vecchi libri di scuola.

Era diventata quasi una tradizione che ogni venerdì, dopo pranzo, Harry andasse a prendere Teddy da Andromeda. Siccome anche Ginny si era affezionata al bambino, si univa spesso a loro e trascorrevano il pomeriggio tutti e tre insieme. Harry e Teddy adoravano queste occasioni, perché in quei momenti avevano l'impressione di avere una vera famiglia.
San Valentino cadeva di venerdì e questo per Harry era senza dubbio un grande vantaggio, poiché Ginny non si sorprese quando lui la invitò a casa sua per il 14 febbraio.

 
 * * * * *

Quando Ginny arrivò, Teddy la stava aspettando seduto sull'altalena in giardino. Non appena la vide le corse incontro per consolarla della sconfitta subita dalle Holyhead Harpies qualche giorno prima. Il bambino, influenzato da Harry (e Ginny) era infatti già appassionato di Quidditch. Così, noncuranti della stagione, ci giocavano spesso nel cortile dietro casa.
Teddy aveva una scopa volante, ma siccome la pluffa era troppo grande affinché la maneggiasse da solo, si accontentava di salire con uno dei ragazzi e "aiutarli" a lanciare o a parare. Ogni tanto, poi, Harry incantava dei piccoli oggetti affinché volassero e potessero usarli come boccini. Questa era la parte preferita di Teddy perché poteva volare da solo (e perché era quasi sempre lui ad afferrare il premio).

Poiché era stato lui a liberare lo pseudo-boccino, Harry partì per ultimo, ma la sua Firebolt era senza dubbio più veloce delle altre due scope, cosicché recuperò facilmente gli altri due. Era a pochi centimetri dal boccino quando Teddy fece una sterzata piuttosto brusca e andò addosso a Ginny, che perse l'equilibrio e, nel tentativo di stabilizzarsi, si attaccò alla scopa di Harry, con il risultato che caddero a terra entrambi. Si rialzarono un po' acciaccati, ma scoppiarono a ridere quando videro che Teddy, impegnato nell'inseguimento del boccino, non si era nemmeno accorto del disastro combinato.

Questa volta il boccino era una scatolina dorata che Teddy (seguendo le istruzioni precedentemente ricevute da Harry) chiese a Ginny di aprire. Quando la strega fece scattare la serratura, rivelò un piccolo carillon che iniziò a suonare una canzoncina:
Occhi marroni e lucenti di rospo in salamoia,
Capelli rossi e lucidi come di pesce rosso nuotatore
Vorrei che fosse mia - quale divina gioia! -
L'eroina che ha sgominato del Prescelto il cuore.
” **
Ginny rimase un attimo interdetta, ma poi scoppiò a ridere e andò ad abbracciare Harry.
«Grazie! È una sorpresa stupenda.»
«Dovevo togliermi questo sfizio prima o poi, non avevo ancora ricambiato l'adorabile sorpresa che mi facesti 11 anni fa,» disse Harry prendendola in giro.
Nel frattempo il carillon aveva smesso di suonare e quando Ginny volle farlo ripartire, notò che in uno scompartimento prima nascosto dagli ingranaggi c'era un anello di oro bianco con incastonato un opale in tinta con i suoi capelli. Quando alzò lo sguardo i suoi occhi mostravano una sorpresa tale che Harry pensò che, se fosse stata una metamorfomaga, avrebbe avuto gli occhi a punto interrogativo.
Come avevano concordato quella mattina, Harry prese in braccio Teddy e insieme risposero alla domanda che Ginny stava silenziosamente ponendo.
«Vuoi diventare la nostra famiglia?»
 
 
 
* Questa frase è una citazione di François de La Rochefoucauld.
** La poesia è ispirata al “San Valentino musicale” che Ginny mandò a Harry quando erano piccoli.
  
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