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Autore: Kobi    31/07/2014    3 recensioni
|Specie di BanGaze|OOC per sicurezza|Dedicata a Nagumo e Seth per il loro compleanno (?)|Presenza di paroline non esattamente carine, lalala~l
Tratto dal testo:
~
«Suzuno» lo chiamò in un sussurro, che nella stanza vuota rimbombò. Si girò di poco, con ancora gli occhi offuscati «Oggi è il compleanno di B- Haruya. Almeno oggi, sii gentile. Ah sì, dimenticavo, la festa è già finita; ieri sei svenuto per il troppo caldo e ti sei svegliato soltanto ora. Penso tu abbia un alibi per aver tardato.»
Il bianco lo osservò muovere le labbra indifferente e lo liquidò senza troppe pretese.
Insomma. Era solo il compleanno di Haruya.
E almeno si era scansato la festa.
~
«Yo, Suzuno»
Sgranò gli occhi del gelo assoluto e alzando lo sguardo ne incontrò un altro dorato, caldo e rassicurante che veniva incorniciato da un ghigno e una capigliatura cremisi dalla forma a fiamma, anche se da tutti identificata come Tulipano.
A parte il possessore dei capelli.
«Nagumo, ti ho trovato finalmente» Gli regalò un sorriso; lo lasciò basito e si specchiò a lungo in quegli occhi così semplicemente perfetti.
«Auguri eh, vecchio»
«Sai di avere un anno in più, vero?»
« ... Touché.»
~
Ci si becca dentro eh. ♥
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke, Claude Beacons/Nagumo Haruya
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Come Ammirare Le Stelle Ad Occhi Chiusi

~ Lacrime al vento ~


Era il ventinove luglio, quel giorno, e l'afa estiva suscitava gran pigrizia nella maggior parte del Sun Garden, che preferì non andar oltre il cancello arrugginito.
Faceva troppo caldo. E Suzuno Fuusuke non accettava ciò. 
E poi era mattina. Suvvia, era da matti svegliarsi sudati e ancor più stanchi.
Era in camera sua e di un ragazzo che sinceramente reputava quasi al suo livello di intelligenza, Shūji Tōchi; i suoi occhi neri incorniciati dagli occhiali dello stesso colore rispecchiavano l'anima maliziosa di chi vuole sempre arrivare in alto, sempre più. 
Quasi, eh.
Erano buoni amici. Adorava parlare di libri con lui, lo ammetteva. Si somigliavano molto, e si perdevano nei loro discorsi silenziosi che valevano più di mille parole. 
Quando aprì gli occhi ghiaccio lo ritrovò a leggere uno dei suoi soliti libri horror, e pensò che fosse la sesta volta che si apprestava a scorrere lo sguardo sulle pagine candide di quel romanzo a lui sconosciuto, ancora per poco.
Si stropicciò gli occhi cristallini e lo salutò con un semplice gesto del capo, e in risposta ricevette una fugace occhiata.
«Suzuno» lo chiamò in un sussurro, che nella stanza vuota rimbombò. Si girò di poco, con ancora gli occhi offuscati «Oggi è il compleanno di B- Haruya. Almeno oggi, sii gentile. Ah sì, dimenticavo, la festa è già finita; ieri sei svenuto per il troppo caldo e ti sei svegliato soltanto ora. Penso tu abbia un alibi per aver tardato.»
Il bianco lo osservò muovere le labbra indifferente e lo liquidò senza troppe pretese.
Insomma. Era solo il compleanno di Haruya. 
E almeno si era scansato la festa.
Chiuse la porta e attraversò il lungo corridoio dalle pareti giallognole colmo di quadri e porte che conducevano alla stanza delle rispettive “coppie”.
Si ritrovò in fretta nella spaziosa cucina e con distacco dalla realtà si sedette al tavolo in legno, posto al centro della stanza.
Era solo?
C'erano festoni con raffigurante il nome e gli auguri per il neo diciassettenne, palloncini ovunque come i coriandoli multicolore, carta da pacchi regali per terra e vari oggetti imbarazzanti che scoprì alzando alcuni coperti accompagnati da bigliettini con semplici “occhiolini”, oppure con scritte del tipo “buona fortuna”.
Di cosa ... 
Non ci fece caso e mangiò la piccola fetta di torta che gli conservarono, e ne fu stranito. Accanto al dolce alla crema giaceva un regalo, ancora tutto intero, e lesse il mittente: Suzuno.
Non aveva scartato il suo regalo. 
Sorrise flebilmente: ovvio, sin da piccoli aprivano i regali che uno faceva all'altro insieme, mai una volta che qualcuno avesse sgarrato. Era una specie di promessa. 
Successivamente, con un biscotto al cioccolato tra le labbra, si alzò e si recò nell'ampio giardino che circondava l'orfanotrofio; si guardò intorno per bene osservando le fronde degli alberi su cui, ricordava, si arrampicava da piccolo assieme ad un suo amico.
Il suo unico amico, il migliore.
Tra i rami si potevano scorgere i rosa e delicati ciliegi che gli solleticarono il naso, e scacciò poi un petalo che si poggiò lì.
Camminò lentamente, quasi con passo solenne e addolcì di poco lo sguardo divenuto malinconico ripercorrendo sia i momenti brutti che belli della sua vita, d'improvviso. E si accorse che in ognuno era presente sempre una persona, il suo primo migliore amico. E a lui che prima risultava come un nemico adesso era più di un'importante “icona” d'amicizia indissolubile. 
E sì, dai. Gli costava ammetterlo ma gli voleva davvero bene.
Forse troppo.
Si stese con la schiena poggiata al tronco di uno dei ciliegi più grandi dell'ampio giardino fiorito, reduce del 'party' avvenuto poco prima.
Chiuse gli occhi e si portò le gambe al petto facendo ricadere dolcemente il capo sulle ginocchia, e sospirò.
«Yo, Suzuno»
Sgranò gli occhi del gelo assoluto e alzando lo sguardo ne incontrò un altro dorato, caldo e rassicurante che veniva incorniciato da un ghigno e una capigliatura cremisi dalla forma a fiamma, anche se da tutti identificata come Tulipano.
A parte il possessore dei capelli. 
«Nagumo, ti ho trovato finalmente» Gli regalò un sorriso; lo lasciò basito e si specchiò a lungo in quegli occhi così semplicemente perfetti.
«Auguri eh, vecchio» 
«Sai di avere un anno in più, vero?»
« ... Touché.»
Sghignazzò appena, Haruya, che ancora lo osservava. Forse per la sorpresa per aver ricevuto gli auguri da quel ragazzo di ghiaccio in modo così facile, oppure per aver avuto l'ultima parola.
Non lo sapeva, ma in quel lasso di tempo che pareva infinito ai loro occhi riuscì soltanto a contemplare i suoi lineamenti delicati albini.
«Che hai, Haruya?» 
«Niente, Fuusuke. Sono solo ... Un po' ... Stanco.»
Il freddo ragazzo distolse lo sguardo e lo puntò davanti a sé; gli allacciò un braccio dietro il collo e gli chiese spiegazioni, con un tono di voce diverso dal solito tagliente.
«Stanco di questa situazione. Stanco della nostra situazione. Stanco e basta. Sono stufo!» 
Gli prese il mento e incatenò i suoi occhi fiammeggianti in quelli cristallini del bianco, e gli lesse della confusione.
Non riuscì a decodificare ciò che voleva dirgli il rosso ma con questo assottigliò gli occhi, avvicinandosi piano.
«E che vorresti dire con questo, Haruya?»
«Che ... Sei così fottutamente bello.» 
Lo baciò. Così, di slancio; un fondersi di labbra continuo, come se combattessero per aver la meglio, anche in quest' istante, dopo che Suzuno gli permise l'accesso.
Quest'ultimo si staccò dopo poco, e gli consegnò il regalo con il permesso di aprirlo da solo, per quella volta, e scappò di corsa in camera.
Aveva delle lacrime agli occhi, ed alcune si persero nel vento di fine Luglio. Corse a perdi fiato nella sua camera, ormai completamente vuota, e sprofondò con il viso bronzeo nel cuscino in lattice; singhiozzò appena, lanciando mugolii soffocati.
Nagumo nel mentre stringeva tra le mani quello stupido pacchetto, a detta sua, e rimase a bocca spalancata nella direzione dove precedentemente si trovava il bianco, e iniziò a lacrimare, alzandosi e dando pugni sempre più forti sulla corteccia di quell'albero che gli suscitava tanti di quei ricordi: sopratutto l'incontro con il ghiacciolino.
Si accasciò al suolo con ancora le mani strette, dalle ormai nocche rossastre, sul ciliegio e aprì tremolante l'ultimo regalo, se non il più importante di tutta la sua vita.
Sì. Perché qualcosa di davvero importante per la sua vita risiedeva in quel pacchettino. Non sapeva cosa, ma aveva questa sensazione.
Aspettava di leggere il biglietto che ogni anno gli scriveva il mittente, ma al suo interno scovò una collana, con un ciondolo dalla forma a fiamma con incisi i loro nomi.
Girò questo e ci trovò un piccolo post-it, che recitava una sola frase che successivamente lesse anche sulla fiamma argentea, ormai indelebile:
“Ti amo troppo per starti accanto”
Senza pensarci due volte la indossò e chiuse gli occhi alzando il viso verso il cielo.
Ecco come sarebbe stata la sua vita senza lui: come ammirare le stelle ad occhi chiusi. 
«Che compleanno di merda»

.: Angolino della Distruttrice di OTP in Ritardo :.
Hi ~
Ehm sì, questa dovrebbe essere la fic per il compleanno di Nagumo, cough-
Non so perché mi sia uscita una cosa deprimente. òvò 
Comunque, per il ritardo: sono a Los Angeles, e per rispondere e star un po' con le mie amiche devo rimanere sveglia di notte (da me) e a volte ci sono rimasta che da me era tipo appena spuntato il sole. Okay che sono abituata, ma ieri (il 29, ora 30 ma a voi 31 (?)) ero davvero stanchissima. Ho fatto di tutto, ma quella bastarda di Mai (nientedomande) ha detto di togliere il cellulare [...]. 
Non sapete quando c'ho sclerato, seriamente. -.-
E ma io DOVEVO dedicarla a Seth, oltre che a Nagumo(?), cioè, lei è la mia Burn che tanto amoH ❤
E l'editor ha deciso di fumarsi un paio canne, ma okay. E ho cercato di pubblicato per ventisette volte (non scherzo).
E dopo metterò una foto; e per dopo intendo sera da voi e mattina da me, eh. E che dirvi se non: scusatemi per 'sto schifo, non preoccupatevi che tanto sto pensando di lasciare la scrittura e prendermi una pausa? *depression time*
Ehm- vado, bye ~
~ K o r i ~
  
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