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Autore: shihoshinichi99    31/07/2014    1 recensioni
La scuola è finita ... finalmente! È stato un anno lungo e pieno di sorprese che non mi sarei mai aspettata.
Ora sono qui, seduta sul mio letto e rifletto su cosa fare quest'estate. Il sole è ormai alto e dagli alberi si nota che sta soffiando un leggero venticello. Mi alzo, mi vedo nello specchio e noto come i miei capelli siano completamente spettinati. Erano leggermente cresciuti da settembre.
Li pettinai ma, mentre aspettavo che il professore mi chiamasse per la colazione, un ragazzino, abbastanza basso, con occhiali rotondi e capelli scuri entra nella mia camera. In mano aveva il suo skate, che ormai ne aveva vissute di avventure.
Le mie prime parole furono prorpio queste:
- che ci fai qui? Fuori!! -
piccola anticipazione...
by Shiho
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Detective Boys, Heiji Hattori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4 anni dopo
Alle 13:40, davanti la villa del professor Agasa.
-Buongiorno professore, come sta oggi?-
-Ciao Conan-kun, meglio di ieri sicuramente-
-Sempre spiritoso-
Era diventato più alto e a parte gli occhiali era identico a Shinichi Kudo. Era diventato molto famoso come detective.
-Niente da risolvere oggi?-
-Professore non porti sfortuna …-
-Non è per quello, aspetto una visita … e voglio che tu ci sia-
-Una visita? Chi?-
-Sei curioso eh? Aspetta e vedrai!-
 
Qualche minuto dopo …
DRIIIN DRIIIIIIIIN
-È arrivata!-
-Arrivata? È una signora?-
-Signora? Non esagerare, ha la tua età …- e rise mentre si dirigeva ad aprire.
Kudo-kun sospirava non capendo chi fosse, era curiosissimo.
-La mia età? Davvero? Lei è amico di una ragazza della mia età? Che strano …-
-Amico? Certo, cosa credi che ho solo amici vecchi?-
-Bhe, ecco, io …- rispose un po’ imbarazzato.
Suonò nuovamente il campanello.
-Oh, non sono andato ad aprirle …- corse verso la porta, sembrava come nuovo, non sentiva più nessun dolore.
-CIAO!- urlò aprendo la porta.
-Buongiorno professore- si sentì.
-Entra pure, porto io le tue valigie-
-Stia tranquillo, faccio io- risposi tranquilla, ma con tono dolce, come una figlia.
-Entra su!- mi ridisse felicissimo che fossi tornata. -Indovina chi c’è?-
-Chi?- chiesi un po’ curiosa.
-Buongiorno- si aggiunse una seconda voce maschile. Alzai lo sguardo e incontrai il suo.
Mi ero dimenticata di quanto fossero belli i suoi occhi blu.
-Buongiorno Kudo-kun - risposi pensando che non mi avesse riconosciuta.
-Ai?- chiese rimanendo con la bocca aperta.
-Sì, Kudo-kun -
-Sei diversa … non sembravi te, stai benissimo-
-Ai-chan ti sei mantenuta in forma eh?- si aggiunse il professore.
-Più o meno, studiando sempre, non ho tempo per prepararmi una pasta o altro, così mangio quello che trovo-
-Cosa studi?- mi chiese Kudo-kun.
-Che domanda stupida, Shinichi!-
-Come?- mi guardava pensando che ero e resterò sempre la solita.
Ero alta come Shinichi, capelli lunghi e ramati come al solito, occhi tra il verde e l’azzurro, jeans lunghi e un giacca bianca, a causa del freddo rigido.
-Medicina- dissi dopo sorridendo.
-Ah ok, tutto bene in America?-
-Sì-
Mi avvicinai a Kudo-kun e al professore che mi guardavano stupiti.
Lo guardavo negli occhi.
Poi chiesi: -E Ran?-
-Bhe, ecco, tutto bene-
-Sono felice-
Il professore ci fissava non capendo, ma noi ci eravamo capiti immediatamente.
-Ora devo andare … mi dispiace-
-Come mi avevi detto che restavi?-
-Mi dispiace professore, ho cambiato idea, meglio se me ne sto da sola-
-E dove vai?-
-Non ti interessa- ero seccata all’improvviso, mi faceva male sapere che andava bene con Ran.
-Ma Ai-chan?-
-Sì professore …-
-Me lo dirai? Io voglio rivederti, non voglio vederti andare via di nuovo-
-Le scriverò l’indirizzo, l’unico che deve sapere è lei- ancora più seccata.
-Quindi a me non vuoi dirmelo?-
-No-
-Bene vedo che non sono desiderato qui, arrivederci Ai, professore Agasa -
-No tranquillo, me ne vado io, sono io che non voglio vederti, pensaci Shinichi, pensa a quanto mi hai fatto male quella sera al campeggio, non mi hai risposto, mi hai ferita, mi dicevi che stava cambiando, ma non era vero! Mi sono sentita ferita e profondamente presa in giro!-
Kudo-kun era a bocca aperta, non credeva che non fossi nemmeno un po’ cambiata.
Ero sempre io.
Gli si spalancarono gli occhi.
Poi lentamente abbassò lo sguardo.
-Arrivederci professore- tagliai corto, senza minimamente guardare Kudo-kun.
-Ciao Ai-chan …- sentii un tono triste e solo. Abbassai la testa.
-Ciao Kudo-kun – si sorpresero entrambi di quel saluto.
-Ciao Haibara- rispose contento del saluto rivoltagli.
Uscii da quella casa, mi sentivo felice e triste allo stesso tempo. Felice perché lo avevo rivisto e triste per un motivo ancora ignoto. Mi incamminai sovrappensiero verso un hotel.
Passarono giorni dal mio ritorno a Beika. Passeggiavo per le strade, sembrava che il tempo non fosse mai passato, era tutto come lo ricordavo. Decisi di rivedere tutti i luoghi a me cari. La scuola elementare, la scuola media, il parco e il resto.
Erano le 11.23 quando mi sedetti su una panchina al parco. Sentivo l’aria tra i capelli. La dolcezza con cui me li accarezzava. Mi ricordai di tutto. Tutto quello che da anni cercavo di dimenticare, ma che ora volevo, sentivo di dover ricordare. Guardai i bambini che salivano sullo scivolo e scendevano, un altro che si dondolava sull’altalena.
Ayumi-chan.
L’unica amica che mi avesse chiamato, oltre ad Agasa ovviamente, mentre ero in America. Mi alzai.
Una voce alle mie spalle però mi chiamava.
-Ai-chan!!- mi voltai e con grande sorpresa mi ritrovai di fronte Ayumi.
- Ayumi-chan … sei te?-
-Sì … sono io … come sono felice di rivederti. Cosa ci fai? Com’è l’America? Hai visto anche gli altri? …- continuava a farmi domande, ma guardavo quella bambina ormai cresciuta che avevo davanti. Non era cambiata, era sempre la stessa.
-Calma Ayumi-chan … ho tempo per raccontarti tutto-
Sorrise con tutti i denti che aveva.
-Che bello!-
 
Al bar lì vicino trovammo un posticino e appena sedute Ayumi cominciò a rifarmi domande.
Sorridevo mentre l’ascoltavo.
Poi tutto finì quando:
-Hai visto Conan-kun?-
-Conan-kun? Sì, ieri …- mi intristii improvvisamente.
-Ho detto qualcosa che non dovevo? Ai-chan, cos’ hai?-
-Niente … continua pure a raccontarmi Ayumi-chan-
-Bhe volevo solo dirti che Conan-kun non si è fatto vedere per mesi, forse un anno, dopo che te ne sei andata. Diceva che la colpa era sua. Noi dicevamo che non era vero. Non ha più parlato con noi. Solo con Agasa. Poi da una settimana circa abbiamo iniziato a rivederci, lui c’era, triste, non sembrava lui. Era felice di rivederti?-
-Non so, era come al solito-
-Ma è davvero stata colpa sua? Cioè il motivo per cui te ne sei andata …-
Il silenzio si stringeva. Non respiravo.
Sì era lui il motivo. Lo amavo troppo, per vederlo con un’altra. Ma forse perché lo amavo molto, troppo, che lo avrei lasciato stare con un’altra, solamente per vederlo felice.  Per sentirlo vicino mi basta ricordare il suo sorriso. I suoi occhi che mi avevano promesso che mi avrebbero protetto. Tutto per lui. Sarei persino morta, per sapere che lui era salvo, vivo.
TUTTO.
-Può essere- le risposi.
-Tu lo ami?-
-Cosa?-
-Lo ami vero?-
-Non saprei …-
-Non è vero! Stai mentendo. Moriresti per lui! Lo ami più della tua stessa vita-
-Ayumi-chan!? Che stai dicendo …?-
-Non dirmi che non è vero!-
-È vero …-
-Non mentire so che è … hai detto che è così? Mi dici cosa ti ha fatto partire di esatto?-
“Se glielo dico, dovrei spiegarle anche che Conan è Shinichi Kudo e io sono Shiho Miyano. Non posso dirglielo, mi dispiace …”
-Niente, una sciocchezza ora che ci penso …- dissi sorridendo. Era una scusa per non dirle la verità. Per fortuna non chiese nient’altro.
Dopo averla salutata, il cellulare suonò.
-Un messaggio, di chi?- guardai e rimasi a bocca aperta -Conan-kun?-
 
Ciao, possiamo parlare? Ho bisogno di un favore … se ti va ci vediamo all’entrata solita del parco stasera verso le 19.
Non serve che rispondi, capirò se non ci sarai.
Conan
-Stasera? Boh, vedo dopo se riesco … se mi va-
 
19:00, Parco di Beika.
Un ragazzo continuava a guardare l’orologio nero e grigio.
-Non verrà … ne sono sicuro- continuava a dire sospirando.
-Ciao … Kudo-kun – alzò lo sguardo e mi vide lì di fronte a lui. Non ci credeva.
-Sei venuta! Cioè,… ciao-
-Cosa volevi chiedermi?-
-Dritta al punto eh?-
-Bhe, sì, perché volevi anche invitarmi a cena per caso?-
-Bhe se hai fame?!-
-Sei incredibile!- risposi scuotendo la testa sorridendo.
-Allora? Hai fame?-
-Un po’ …-
-Andiamo allora-
-Come vuoi …-
Camminavamo uno di fianco all’altro, in silenzio.
Poi dissi: -Perché andare in un ristorante?-
-Cosa intendi?-
-Ti preparo io qualcosa se vuoi-
-Ma avevo detto che non potevo venire a casa tua-
-Se non vuoi vabbè e comunque è un albergo, è aperto a tutti-
-Albergo?-
-Sì- guardai dall’altra parte.
-Bhe se vuoi, per me va bene-
-Ok, allora andiamo di qua-
-Di qua?-
-È una scorciatoia …- sorrisi.
Arrivammo all’hotel senza aver più aperto bocca dopo quel momento.
-Questo è il tuo appartamento? Piccolo …-
-Kudo-kun, sono da sola, non mi serve un appartamento enorme, questo è perfetto-
-Va bene, allora cosa prepari?-
-Aspetta e vedrai-
-Ok- si guardò intorno -Bhe, tornando al motivo per cui ti ho chiesto di vederci …-
-Dimmi ti ascolto-
-Io volevo scusarmi prima di tutto con te, mi sembra di averti rovinato la vita, ti ho fatta andare via, ma mi dici perché quella reazione?-
-La stessa domanda posta due volte in un giorno, strana coincidenza …- cambiai discorso, ma lui se ne accorse.
-Non cambiare discorso, per favore. Ci sono stato male … devi dirmi tutto-
-Tu sei stato male? Sono felice. Non ti dirò niente-
-Sei felice? Perché?-
-Perché?!? Non hai risposto alla mia domanda quella sera … bastava un sì o un no. Niente di più-
-Volevi un sì o un no, te ne sei andata perché non ti ho risposto? Non è un motivo valido …!-
-Sì invece, mi hai ferita. Ma non posso dirti di più.- gli portai un piatto di pasta e un bicchiere di succo, il suo preferito, e tornai in cucina.
-Tu non mangi?-
-Mi è passata la voglia- gli risposi andando verso la camera per appendere il cappotto.
-Scusa, era meglio se non ti chiedevo di vederci … scusami per tutto-
-No, non devi scusarti, perché non serve, niente può tornare indietro, soprattutto il tempo passato da sola a studiare, senza amici, sentendomi sola, in una scuola americana, a parlare inglese, coi compagni che ti prendono in giro per il colore dei tuoi capelli, non è bello, te lo dico io-
-Non è vero, tutto torna. Un attimo! Hai sentito?-
-Un rumore assordante-
-Cos’è stato ora?-
-Non saprei … sembrava …-
- Un’esplosione ai piani di sotto!-
-Kudo-kun! Un poche nera! E un incendio al piano sotto di noi, al terzo piano!-
-Una poche? Stai scherzando?-
Un’altra esplosione, ma sta volta al piano sopra di noi.
Qualcuno mi tirò indietro.
-Stai attenta!-
-L’altoparlante della polizia!-
-EVACUARE TUTTI I PIANI, TRANNE IL QUARTO PIANO E SUPERIORI!- sentimmo fortissimo.
-Sono matti! Così moriremo tutti!-
-DAL SESTO IN SU SALITE FINO AL TETTO, ARRIVERÀ UN ELICOTTERO A PRELEVARVI!-
-Sono fuori di testa! E quelli del quinto piano dovrebbero rimanere qui?- Conan-kun era furioso, era una procedura sbagliatissima.
-Tranquillo, …- un'altra esplosione, andai a vedere.
-Il secondo piano- dissi a Kudo-kun.
Sentii qualcuno che mi stringeva la mano. Era Conan-kun.
-Stanno cercando di intrappolarci!-
-Sento che la colpa è nostra, Kudo-kun!-
-No, tranquilla-
Un quarta esplosione prese largo nei sotterranei. Il palazzo era in fiamme.
-Che caldo e c’è sempre meno ossigeno-
-Respira meno che puoi- gli dissi -E andiamo, non voglio dargliela vinta-
Uscimmo dalla stanza, controllammo quelle vicine, erano vuote.
-Dove sono tutti?-
DRIIIIN DRIIIIIIIIN
-Il mio cellulare!-
-Rispondi!-
-Sconosciuto … pronto?-
-Ciao Sherry. Non riuscirai a scappare. Le scale sono tutte fuori uso. Morirai e io avrò la mia vendetta Sherry-
-Lascia parlare anche me Gin! Tu non vincerai mai, capito?- e attaccai.
-Usciremo di qui Ai-chan, te lo prometto!-
-Credi davvero che ci riusciremo …? Le scale sono fuori uso, l’ascensore, hanno pensato a tutto!-
-Le scale di servizio!- mi disse sorpreso di non averci pensato.
-Ma non so dove siano …-
-Bhe cerchiamo un estintore in questo piano, di fianco dovrebbe esserci la mappa di tutto, esatto?-
-Esatto-
-Andiamo- mi prese la mano, mi diede il suo cappello per coprirmi la faccia dal fumo, e mi tirò alla ricerca dell’estintore.
Mi fermai più volte.
Non sentivo più le gambe.
La vista appannata.
Sentivo solo la mano di Shinichi stringere la mia.
Dovevo salvarlo.
Corsi ancora. Ci fermammo e in fondo a un corridoio intravidi qualcosa di rosso.
-Kudo-kun l’estintore!-
-Resta qua, vado io-
Riuscì a prenderlo e a staccare la pianta del piano.
L’altoparlante risuonò nuovamente.
-SE C’è QUALCUNO AL QUARTO PIANO SI FACCIA VEDERE!-
Sembrava strano, lasciare che ci salvassimo, non era da loro e poi Gin sembrava deciso a farci morire.
-No Shinichi!- lui si bloccò, davanti alla porta di una stanza, guardò bene la finestra e vide qualcosa lampeggiare.
-SI ALLONTANI! UNA BOMBA!-
Corse indietro e vedendo che non avevo forze mi prese in tra le sue braccia e mi portò al sicuro.
Sapendo delle bombe alle finestre, era rimasta solo l’opzione delle scale di servizio.
Ne trovammo una dalla quale proveniva del fumo.
-Vado a vedere, tieni l’estintore ok?-
-Aspetta, non voglio lasciarti andare da solo, vengo anch’io-
Scendemmo le scalette strette, entrambi senza fiato, le fiamme ci stavano per raggiungere, dal piano superiore, dal terzo, scendemmo ancora, al secondo, ancora più giù, al primo. Un’altra esplosione al primo piano, ma noi eravamo quasi alla fine.
Senza fiato, sentii le fiamme del primo piano raggiungerci, faceva troppo caldo, senza ossigeno, Shinichi crollò.
-Kudo-kun?-
Mi misi di fianco a lui. Lo presi e lo tirai su. Dovevo salvarlo.
Arrivammo alla porta, lo appoggiai contro il muro, ancora senza sensi, e cercai di aprire la porta.
Era bloccata.
Presi l’estintore e cercai di aprirla sbattendolo contro la maniglia della porta.
-No … no! Apriti!- piangevo, le fiamme dietro di me.
-Se mi senti Kudo-kun vorrei dirti che sono partita perché mi sono sentita sola, fallita, quando non hai risposto alla mia domanda. Triste che non sapessi rispondere. Una semplice domanda. Un sì bastava. Però volevo sentirlo dalla tua bocca. E ora… sono qui e sento che è colpa mia. Sento che questo non sarebbe successo se io non avessi mai creato l’APTX4869. Ora capisco. Ayumi e Ran avevano ragione. Io preferirei saperti al sicuro che con me. Morirei per te -
-Cosa Ai-chan?-
-Kudo-kun …- continuai appoggiando la mano destra sulla porta e anche la fronte, la guancia rigata dalle lacrime -Ti amo Kudo-kun -
Sentivo il silenzio.
Le fiamme dietro di me.
-Ai-chan, dici davvero?-
-Scusa Shinichi! È colpa mia! È tutta colpa mia, lo è sempre stata!- piansi ancora.
Sentii delle braccia circondarmi le spalle. Piansi ancora di più afferrandole con le mani tremati.
-Scusami Ai … avevo paura di risponderti quella sera, ma ora se vuoi posso risponderti-
-Non importa se sì o no, dovevo pensare che la tua felicità per me è tutto-
-NO …-
-Cosa?-
-Volevo risponderti di no, ma poi avrei dovuto anche dirti che anch’io ti amo più della mia stessa vita-
-Shinichi, non riesco … a … resp …- svenni tra le sue braccia.
Poi ricordo poco, le sirene delle ambulanze, la polizia, la poche nera, il telegiornale, Shinichi di fianco a me.
Era un continuo riprendere e perdere coscienza.
 
Passarono un paio di giorni, i telegiornali, mi dissero in seguito, non facevano che parlare di quello, che tutti le persone al suo interno durante l’incendio, sono tutte sopravvissute, solo qualche ferito.
Io, per esempio, avevo una storta alla caviglia, presa mentre scendevamo le scale, e il polso rotto, quando avevo provato ad aprire la porta alla fine delle scale di servizio con un estintore.
Kudo-kun stava bene.
Stava bene.
Quando mi risvegliai, ero ancora all’ospedale, intorno a me c’erano Agasa, Ayumi, Genta, Mitsuhiko, Conan, Ran e Goro.
-Ai-chan! Sei sveglia!- urlò subito Ayumi abbracciandomi.
-Ai! Come stai?- mi chiese subito Agasa.
-Credo bene, anche se mi fa male il polso …-
-Bhe si è rotto mentre cercavi di aprire la porta con l’estintore- si aggiunse Kudo-kun sorridendomi.
Ricordai tutto.
Gli avevo detto quello che provavo.
All’improvviso arrossii perché anche lui provava lo stesso per me.
-Ai-chan? Cosa ti succede? Sei rossa come un pomodoro maturo!-
-Ah … niente- risposi mettendo la testa sotto le coperte.
 

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torna anche l'organizzazione! evvai!
bhe, che dire, alla prossima :)
Shihoshinichi99
  
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