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Autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly    31/07/2014    2 recensioni
(Terza classificata e vincitrice del Premio "Miglior triangolo" del "Naruto trangle's Contest" di cranium sul forum di efp)
E’ già stato scritto molto dei tre sennin, specie rimuginando sul loro passato ed il legame che li ha uniti. Ho voluto fare un tentativo con qualcosa di alternativo, mettendo il loro maestro come narratore onnisciente (chi meglio di lui li conosce?) che parla ad ognuno di un loro compagno, evidenziandone aspetti che spero possano piacere.
Uno scambio di lettere, fra i tre sennin, che lascia intendere il loro rapporto nonostante le distanze: certi legami, dopotutto, vanno al di là di qualsiasi diatriba o situazione.
Al di là del bene e del male.
Caro sennin dei baka,
Ringrazia che sto sprecando dieci minuti del mio prezioso tempo per risponderti,
quando avrei di meglio da fare...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jiraya, Orochimaru, Tsunade
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'A Life of a Queen'
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Al di là del bene e del male
 
«Dove balla la foglia arde il fuoco, la fiamma dell'Hokage illumina il villaggio
e con la sua luce la Foglia rinasce.»
 
 
Ogni tanto ci pensi. Non vorresti farlo, ma ti viene quasi spontaneo.
Chiuso in quel laboratorio non vedi la luce del sole per molte ore, barattoli su barattoli che contengono ogni specie di animali che lentamente si svuotano, esperimento su esperimento.
Ma i rospi no, quelli continui a mantenerli senza riuscire mai a sezionarli per davvero.
Quel baka, bene o male, ti provoca sempre una smorfia sul volto, una smorfia che è sempre meglio dell’indifferenza.
Sai dove si trova, ora?
Lo ignori, ma sei venuto a conoscenza della sua fama, non solo come sennin, ma finalmente come scrittore.
E’ là seduto ad un grande tavolo, davanti a lui giornalisti e ninja di ogni genere ascoltano la presentazione del suo nuovo libro.
E no, non te lo immagini vestito elegante, ma piuttosto con quei ridicoli kimono che –a tuo parere – lo rendono solo più grasso.
E’ seduto lì e parla allegro, goliardico, stringe fra le mani il manoscritto originale mentre molte copie sono impilate accanto a lui.
Ne parla come fosse una parte di sé, se lo rigira tra le mani, quasi nervosamente, mentre i suoi occhi scuri sono velati di una amara malinconia.
Ma sorride, si mantiene sempre solare e positivo come solo lui sa essere – e forse è davvero questo che gli hai invidiato.
Non guarda nemmeno la giornalista ben dotata in prima fila, né lancia qualche occhiata promettente alla signorina in piedi delle ultime file, in minigonna e con una evidente aria provocante.
Lui no, quel capellone bianco rimane concentrato sulla copertina del libro, una donna di spalle non ben definita che guarda oltre una finestra, mentre fuori piove.
Gli daresti del patetico, gli diresti che è solo l’ennesima buffonata, l’ennesima storiella dove rifugiarsi per non pensare a cosa, in realtà, non è mai riuscito ad avere – perché sì, tu gli hai sempre detto tutto schiettamente, senza mai soffermarti a pensare se lo stessi ferendo.
Hai sempre agito di testa tua, sei fuggito, lo hai abbandonato. Non hai ascoltato le sue suppliche, né le sue richieste.
Lo hai tradito nel peggiore dei modi, ma soprattutto non gli hai mai chiesto scusa.
Ma, fortunatamente, Jiraiya non è mai stato orgoglioso quanto te, lui ha sempre guardato oltre, è di una lungimiranza che guarda al cuore, piuttosto che alla mente come fai tu.
Ancora non capisci, vero Orochimaru?
Non capisci perché lui sia ancora tanto legato a te, a lei, a voi.
Non capisci perché dopo evidenti rifiuti lui ancora scriva di quell’amore, scriva di quelle speranze, di quelle emozioni che gli hanno riempito il cuore, che lo hanno sempre reso vivo.
Ecco cosa non hai mai capito davvero, tu che ti fai chiamare Signore dei Serpenti: non hai mai capito come sapesse arrivare così a fondo al cuore della gente.
Non capisci perché tutti lo ascoltino con occhi meravigliati, alcuni addirittura si commuovano, mentre tu sbufferesti annoiato e controlleresti quanto manca alla fine di quella boriosa conferenza.
Non capisci come le donne cadano così facilmente ai suoi piedi, anche se a te non è mai davvero importato.
La tua rivalità, la tua battaglia, i tuoi interessi erano altri.
Ma soprattutto non capisci come possa ancora amarla… perché tu, tra mille cavie ed esperimenti, dell’amore ti sei sempre dimenticato.
 

Caro sennin dei baka,
Ringrazia che sto sprecando dieci minuti del mio prezioso tempo per risponderti,
quando avrei di meglio da fare.
Risparmia i convenevoli, sai che li detesto: sono vivo e questo è l’importante. Te l’ho detto che sarò io a seppellirti e non viceversa, quindi mettiti il cuore in pace.
Se esco mai all’aria aperta?
Certo, altrimenti dove credi che le prenda, le mie cavie?
Da quando quel paranoico di Kabuto si è impossessato dei miei studi -credendo di potermi superare- ho deciso di non prendere più alcun assistente o allievo con me, preferisco starmene da solo.
E poi, a dirla tutta, i serpenti sanno essere di buona compagnia, sai?
Ah già, quasi dimenticavo che coi tuoi amici rospetti non vanno poi molto d’accordo.
Sì, ho ricevuto l’invito e ammetto che, se verrò, sarà soltanto per vedere dopo tanto tempo Tsunade ubriaca – a proposito, smettila di chiamarla ancora “la tettona”, potrei sempre riferirglielo e allora non ne usciresti proprio illeso, da quella rimpatriata!
E, sempre a tal proposito, se viene a sapere che chiami il suo adorato Dan con lo pseudonimo di “bamboccio” ti fa direttamente cancellare dai registri di nascita di Konoha senza neanche sporcarsi le mani.
Direi che ho scritto fin troppe righe, puoi anche accontentarti.
 
Addio,
quello che non supererai mai – alias Orochimaru
PS. Non intendo risponderti sulla questione “donne”. Non sono un pervertito come te!
 

Per quanto tu lo abbia disprezzato, per tutto ciò che ha fatto a te e soprattutto a Jiraiya, al vostro team, non se mai riuscita ad odiarlo veramente.
Anche ora, circondata dai tuoi affetti, non puoi fare a meno di fermarti alla finestra e riflettere, pensare che loro siano comunque una parte importante di te, qualsiasi cosa sia accaduta.
Anche se sorrideva ironico mentre tu piangevi disperata dinnanzi al cadavere del tuo adorato fratellino.
Anche se, lasciandovi, alle suppliche di Jiraiya aveva risposto con una semplice alzata di spalle.
Anche se per lui tu sei sempre stata una cavia interessante da studiare, da lasciare in vita.
Eppure hai sempre avuto la sensazione di essere un punto di riferimento: da combattere, da aggirare o qualsiasi altra cosa, ma pur sempre un punto fisso per lui e le sue manie.
Te lo immagini là, chiuso in quel laboratorio buio ed ombroso, in qualche angolo del Paese più remoto e lontano possibile da Konoha, in modo tale che nessuno possa trovarlo e soprattutto disturbarlo.
Solitario, indipendente, maledettamente egoista.
Ogni tanto ti giunge voce delle sue fantastiche scoperte, qualche volta si degna di comunicartelo lui stesso – esclusivamente a te, che di scienza te ne intendi quanto lui, non certamente a Jiraiya.
Eppure, quando ricevi tali notizie da terzi, quando vedi i laboratori della Foglia festeggiare per le sue scoperte, tu non riesci mai ad esultarne veramente.
Perché lo sai, lo sai che quelle scoperte, quegli studi così accaniti e forsennati, sono dovuti soltanto ad una inquietudine che lo sta logorando dall’interno dal momento stesso in cui ha messo piede in questo mondo.
Conoscenza, sapere, razionalità, sono tutto ciò che la sua mente geniale ha sempre bramato e cercato spasmodicamente, mettendo da parte tutte quelle gioie che per te sono vitali.
Provi ancora quell’affettuosa compassione per lui, vero Tsunade?
Non vedi brutalità quando viviseziona degli animali, ma disperazione.
Non vedi sadismo quando uccide, ma incomprensione.
Ma soprattutto, nonostante tutto, in lui non vedi un mostro… ma nemmeno un genio.
Vedi un uomo solo, che si aggira per i boschi più bui ed abbandonati, che ascolta lo strisciare dei rettili, gli parla, li ascolta, li segue ed apprende da loro l’arte del vivere e del sopravvivere, mutando pelle e volto a piacimento.
Così anche mentre tu ridi con il tuo amato marito, non puoi fare a meno di pensare che forse quelle risa Orochimaru non le ha mai fatte.
Certo, vederti prendere a pugni il vostro compagno lo divertiva particolarmente, ma non si è mai espresso troppo.
Gli unici sorrisi che, sei sicura, il suo volto pallido lascia intravedere, sono quelli di una cinica conoscenza fine a se stessa.
Non si cambia nemmeno gli abiti, alterna il kimono blu con quello grigiastro, ma non fa neanche più caso alla cintura violacea che teneva sempre in vita, ormai è un ricordo bello che archiviato.
Insaziabile, insoddisfatto.
All’ultima lettera che gli hai inviato – e per la quale hai dovuto attendere un bel po’ di tempo per ricevere una risposta – hai allegato un rimedio contro il Parkinson, notando che la grafia è più tremante del solito.
Perché lo sai, che orgoglioso com’è non te lo avrebbe nemmeno accennato, eppure tu non hai mai esitato a preoccuparti per i tuoi compagni, anche per lui che senza ritengo vi ha abbandonati.
Anche lui, per te, è sempre stato un punto di riferimento, che tu lo volessi o meno, come per Jiraiya.
E questo lo sai bene, non puoi ignorarlo.
Perché nonostante la sua testardaggine, la sua violenta ironia, il suo cinico modo di pensare di non aver bisogno di nessuno al di fuori di se stesso, lui alle vostre lettere continua a rispondere. Solo alle vostre.
Le guarda, sbuffa, storce il naso, impreca contro di voi ma alla fine si siede alla scrivania e risponde.
E tutte le sacrosante mattine, con la scusante che debba controllare che nessuno abbia scoperto il suo nuovo nascondiglio, volge un’occhiata alla roccia d’entrata – perché sì, in ogni singolo nascondiglio quella roccia gliela mette, proprio perché sa che ci troverà o un rospetto o una lumachina con appresso una lettera.
Impreca contro quella stropicciata di Jiraiya e ringrazia che almeno tu abbai ancora un minimo di amor proprio.
Ma alla fine, anche se imbevute di bava di uno dei due animaletti, le prende e le legge comunque
 

Caro Orochimaru,
mi raccomando, non sprecarti troppo nello scrivere, non vorrei che le tue preziose manine si rovinassero!
Ti ho detto che te le curo, le reumatoidi , ma smettila di fare il prezioso soprattutto con Jiraiya che ci tiene tanto ma non te lo scrive.
Qui a Konoha le cose procedono bene – lo so che non me lo hai chiesto ma te lo scrivo lo stesso! -, Dan è sempre molto impegnato, ma tra una riunione e l’altra siamo riusciti ad andare al Villaggio del Suono (o quello che ne resta) e a recuperare quello che mi avevi chiesto.
E’ sempre molto disponibile e come Hokage è davvero amato, potresti sforzarti di essere gentile con lui, ogni tanto, visto che si premura di chiedere sempre come e dove tu stia.
Devo ricordare anche a Jiraiya di comportarsi un po’ meglio con lui, ma so che non gli và particolarmente a genio e per questo mi trattengo, limitandomi a dirlo a te e sperando nel tuo buon senso!
A proposito, stavo pensando ad una rimpatriata, quand’è che potresti abbandonare quell’ennesima caverna buia in cui ti sei rinchiuso per venire qualche giorno al Villaggio?
Lo chiedo a te perché tanto Jiraiya, qualsiasi data o ora gli dica, verrà comunque: lui, al contrario di te, qualche sforzo per mantenerci in contatto lo fa e non è solo per guardarmi le tette, lo so che l’hai pensato!
Non sono ancora riuscita a liberarmi di quella piattola di Kabuto, continua ad importunare Shizune per accedere al tuo ex laboratorio e nonostante gli abbia già spezzato un paio di ossicini questo a Dan non dirlo continua ad insistere: te lo vuoi venire a riprendere sì o no, quel quattrocchi?!
Ah, è anche arrivata una lettera da parte del Raikage per te, ha detto che gli ultimi tre/quattro uomini che ha mandato per fartela avere non hanno fatto ritorno (sai che novità!) quindi mi chiede di allegartela, spero avrai almeno la correttezza di leggerla fosse per me l’avrei già cestinata visto il mittente, ma sono questioni delicate, immagino.
 
A presto,
altrimenti ti vengo a cercare personalmente
Tsunade
 
PS. Ricordo a tutti e due disgraziati che fra non molto è l’anniversario della nascita di Konoha, sarebbe gradito che almeno in quell’occasione riuscissimo ad esserci tutti e tre, Dan ci terrebbe molto!
PPS. Riesci a farti dare una copia dell’ultimo libro di Jiraiya? Non me lo vuol far leggere!
 

La vedi, Jiraiya? Lei è felice come non lo è mai stata.
E per quanto tu ti ostinerai sempre a pensare che la sua vera felicità saresti stato tu, apri gli occhi e renditi conto che è già così, è sempre stato così: lei, senza di te, mancherebbe di qualcosa.
Quel qualcosa che la rende la donna felice che tu hai sempre desiderato potesse essere.
Ma te ne sei andato da Konoha, di nuovo, soltanto per non vederla così. Per non vederla con lui.
Lui che la guarda dolcemente, lei che ricambia e gli si avvicina, posando delicatamente le proprie labbra sulle sue.
E vorresti fossero le tue, Jiraiya, vorresti sentire tu quel piacevole sapore di fragola.
Eppure lo sai, lo hai sempre saputo che il suo cuore sarebbe appartenuto a quel ragazzo, un bravo ragazzo che l’avrebbe sempre amata.
Ma non ci riesci, è più forte di te: fuggi, come ogni volta.
Ti rifugi nei letti altrui sperando, ingenuamente, che almeno nei sogni lei possa essere tua.
Non sei nemmeno andato a vedere la casa che si sono costruiti, ora che ci penso non ti sei nemmeno presentato al loro matrimonio.
Ci teneva che tu ci fossi, ci teneva ad averti accanto in un giorno tanto felice, ma non si è arrabbiata quando hai trovato la più patetica delle scuse per non presentarti.
Avresti potuto dirle la verità, lei avrebbe capito, lei già sapeva, perché è sempre stata un passo davanti a te, anche se non ci si è mai voluta mettere.
Ha sempre lasciato che il protagonista fossi tu, non ti ha mai forzato, né rimproverato anche per scelte che non condivideva – sempre troppo premurosa ed apprensiva per lasciarti andare senza una bella litigata.
E’ seduta alla scrivania del suo ufficio, come reggente dell’ospedale del Villaggio: come sempre non indossa il camice bianco perché non riuscirebbe a chiuderlo al petto.
Con molta probabilità, tu saresti già andato a stuzzicarla almeno un milione di volte, mentre Dan rimane nel suo ufficio, lanciando soltanto di tanto in tanto qualche occhiata alla finestra della moglie, così come fa anche lei.
Oppure, come spesso hai fatto anche in passato – e lo ricordo bene -, ti saresti inventato un qualche male che “solo Tsunade avrebbe potuto curare”, giusto per rimanere un po’ da solo con lei, anche se questo avrebbe comportato un’infuriata da parte sua per averle fatto perdere tempo.
Ma avresti riso, come sempre, beccandoti qualsiasi sgridata pur di vederla, pur di stare con lei.
Passa spesso davanti al tuo appartamento di Konoha, sai?
Alza impercettibilmente lo sguardo verso la finestra, la sera quando torna a casa, nella speranza di vedere una luce accesa, un qualche cenno della tua presenza, del tuo ritorno.
Nella pausa pranzo, dopo essere andata a salutare l’Hokage, entra nel tuo misero giardinetto – sì, ha le chiavi del tuo appartamento e lo sai, ma non le hai mai chiesto perché se le sia procurate - ed innaffia quelle due pianticelle che ti ritrovi, giusto perché al tuo ritorno non siano rimasti solo gli arbusti rinsecchiti.
Sembra tanto dura e distaccata, ma forse sai meglio di me quanta tenerezza ci sia sotto quell’ampio petto.
 

Cara tettona Tsunade,
allora come si sta a Konoha vicino al bamboccio senza di me?
Qua è una noia tremenda senza di te che mi prendi continuamente a pugni o mi insulti perché ti fisso il seno o mi inviti a bere pur sapendo che reggerò la metà di te non è male, sono abbastanza impegnato tra una conferenza e l’altra, perciò viaggio molto e questo non mi dispiace così ho meno tempo per pensare a te che ti sbaciucchi un altro.
Mi chiedo come cazzo tu faccia a stare con un bamboccio come Dan invece che con un figaccione come me se tu stia bene e soprattutto tu sia felice, lì a Konoha, del tuo impiego come reggente dell’ospedale: sono sicuro che terrorizzerai saprai prenderti cura egregiamente di tutti i pazienti!
Ma ora basta con le stronzate, è troppo tempo che mi tengo tutto dentro non passiamo una bella serata assieme, quindi verrò di sicuro per l’anniversario della fondazione di Konoha anche se questo vuol dire vederti con lui.
Mi manchi Tsunade. Mi manchi da morire.
Vorrei poterti stringere tra le braccia ogni volta che mi và. Vorrei baciarti con tutta la passione che ho, vorrei poterti dire che ti amo, ti amo e ancora ti amo.
Vorrei che quel bamboccio si limitasse alla sua carica di Hokage come tanto voleva e non pretendesse di avere anche te, perché a me non è rimasta né l’una né l’altra.
Cazzo, sono quasi più sintetico di Orochimaru. Bisogna che mi riprenda ahaha!
 
Allora ci vediamo fra qualche giorno!
Tuo Jiraiya
 
PS. Anche se ora sei sposata posso tenere quella tua foto mezza nuda nel portafoglio? Oppure il bamboccio qualcuno si arrabbia?
 

 
Fine




("Naruto Tirangle's Contest" di cranium)
TERZO POSTO E VINCITRICE DEL PREMIO MIGLIOR TRIANGOLO:
AL DI LA’ DEL BENE E DEL MALE (ellecowgirl in Madame_Butterfly)

Grammatica e stile: 14,6/15
“- a proposito…” (-0,2)
Non hai chiuso la lineetta, lasciandone solo una.
“… almeno tu abbai, le prende…” (-0,2)
Un piccolo errore di distrazione –abbia-.
Mi è piaciuta la scelta delle lettere e l’idea di lasciare la parola al loro maestro, che in realtà non si nota neppure molto, se non per il fatto che si vede benissimo che il narratore li conosce benissimo, quasi come un padre e quasi prevede i loro pensieri e le loro azioni. Il lessico è adeguato, anche per quanto riguarda le lettere.

IC personaggi: 8,5/10
L’unico difetto che posso farti notare per quanto riguarda l’IC di Orochimaru, che ho trovato abbastanza OOC, forse troppo gentile, soprattutto nei confronti di Jiraya nella sua lettera, mentre per gli altri due personaggi non ho riscontrato questo piccolo problema. Me lo sarei aspettato più scostante e meno attaccato a Tsunade e all’altro sennin.
Il personaggio che secondo me hai reso meglio è stato Jiraya, davvero perfetto, l’ultima lettera mi ha fatto commuovere (quando si parla di lui io sono un fiume di lacrime), ma di questo voglio parlarne in seguito. Quando lo hai descritto all’anteprima del suo libro mi sembrava di averlo davanti, dico sul serio.
L’immagine di Tsunade, che cerca Dan dalla sua finestra e che quando passa davanti alla casa di Jiraya lo cerca attraverso la finestra, secondo me è l’emblema del rapporto della donna con questi due uomini, ama Dan, ma Jiraya per lei è sempre rimasto quasi un bambino da difendere, ecco perché l’ho trovata perfetta. I rapporti tra loro, anche se sono lontani e si sentono solo attraverso delle lettere, sono molto chiari (e anche no, ma anche di questo voglio parlare in seguito), sono l’uno dei pensieri dell’altro quotidianamente. Mi piace molto quello che sei riuscita a fare.

Originalità: 13,5/15
Come hai detto tu è già stato scritto molto sui sennin e il loro passato, ma credo che tu sia riuscita a trasmettermi qualcosa che non avevo ancora letto. Hai lasciato davvero molto spunti di riflessione sul loro passato assieme, qualcosa che non hai scritto, ma che sotto c’è, basta scavare un poco, tra cancellature delle lettere e nelle parole del loro maestro.
Hai trovato il modo di distinguerti, ma rimanendo nella semplicità.

Gradimento personale: 10/10
Mi sento di assegnarti il premio Miglior Triangolo per alcuni motivi che adesso elencherò. Come ho detto la tua storia mi ha fatto davvero commuovere, Orochimaru che seziona animali, ma non i rospi, perché gli ricordano il suo compagno Jiraya, Tsunade che manda le medicine a Orochimaru, annaffia le piante di Jiraya, Jiraya che non manda il libro a Tsunade perché è chiaro che parla di lei.
Non ho parole per descrivere le cancellature della lettera di Jiraya, veramente mi sono commossa, non tanto per quelle parole, ma per tutto quello che era/non era stato detto prima.
Nella lettera di Orochimaru non ci sono cancellature, forse perché è il personaggio più schietto, difficile da interpretare, ma i suoi sentimenti sono più leggibili rispetto a quelli dei suoi compagni, in quella di Tsunade si iniziano a vedere i primi scarabocchi, mentre quella di Jiraya è tutto un buco nero, e alla fine chiede scusa per la sua sintesi. Non sono tanto le parole che hai scritto, come ho già detto, quello che ho apprezzato della tua storia, ma proprio quelle che hai voluto omettere e che mi hai fatto immaginare. Non credo di poterti dire altro che complimenti! Davvero!

Totale: 46.6/50


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