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Autore: Lady Warrior    31/07/2014    0 recensioni
ATTENZIONE QUESTA FANFICTION PARTECIPA AL CONTEST "INVENTA IL PIATTO POTTERIANO - 2° EDIZIONE" DI RoseDust
Hagrid decide di andare a trovare Norberto nella riserva in Romania. Grazie a una bistecca e al drago Hagrid capirà quanto sia importante combattere contro Lord Voldemort.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Rubeus Hagrid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Anche i mezzogiganti piangono
 


QUESTA STORIA PARTECIPA AL CONTEST "INVENTA IL PIATTO POTTERIANO - 2° EDIZIONE" DI RoseDust
 
 
Thor stava osservando quell’invitante e succulenta bistecca posata sul tavolino di legno, pensando seriamente di mangiarsela. Nel suo cervello di cane, non pensava certo che quella bistecca non fosse riservata a lui, ma a qualcun altro. Il fatto era che Thor aveva fame e avrebbe mangiato di tutto. Così si alzò di scatto e afferrò con la sua enorme bocca la bistecca per gustarsela, ma venne sorpreso da un colpo alla schiena, che lo fece spaventare. Mollò quindi la bistecca e fuggì in un angolino, mugolando.
- Stupido cane!-  borbottò Hagrid, guardando l’animale di sottecchi. – oltre a essere un gran fifone, sei anche un gran mangione!-Il mezzogigante si accucciò, prese la bistecca, e la lasciò penzolare davanti ai suoi occhi. All’estremità era tutta rovinata a causa dei denti di Thor e non sembrava più avere un buon sapore.
- Ho impiegato una settimana a trovarne una così grande e sostanziosa!- esclamò, disperato.La gettò così sul tavolino, facendo un gran fracasso. Di tanto in tanto si dimenticava che essendo un mezzogigante, non possedeva una forza eguale a quella umana, ma superiore, e spesso finiva per combinare qualche guaio.
Si sedette davanti al tavolino con la testa tra le mani, osservando la pietanza. Quel giorno sarebbe stato l’ultimo nel quale avrebbe potuto rivedere Norberto: dopo sarebbe dovuto ritornare in Inghilterra. Silente gli aveva permesso di fare una vacanza di due giorni  in Romania quell’estate, vacanza nella quale avrebbe potuto rivedere Norberto. Certo, il fatto che il suo cucciolo si trovasse in una riserva non gli piaceva molto: lo aveva lasciato andare, certo, ma aveva sempre voluto che il drago rimanesse con lui.
Hagrid aveva sempre avuto un debole per gli animali, specialmente per quelli più strani, magari ritenuti pericolosi da molti. Fuffi, per esempio: era un bel cagnolino che amava la musica, eppure tutti lo ritenevano cattivo e spaventoso. Solo perché aveva tre teste! Era un incompreso. Proprio come me pensò Hagrid. Neanche lui era stato mai capito dagli altri, perché era un mezzogigante. Lo ritenevano strano, pericoloso, un qualcuno, o forse un qualcosa, addirittura, da evitare, da cui stare alla larga. Tutti avevano creduto che lui fosse stato il colpevole indiretto della morte di Mirtilla Malcontenta: e chi poteva mai essere stato, se non uno stupido e goffo mezzogigante a cui piacevano bestie strane, come grossi ragni? Secondo tutti il suo Aragog aveva ucciso la ragazza.
Hagrid scacciò quei pensieri, non doveva badarci, non quel giorno. 
Aveva solo quella bistecca. La prese e se la rigirò tra le mani, cosa non molto igienica, a vero dire. Hagrid fece un mezzo sorrisetto a pensare che quell’inverno uno dei motivi per cui la Umbridge aveva voluto scacciarlo dalla scuola era che la sua capanna puzzava un poco, e a dire della strega non era nemmeno igienica.
Hagrid si alzò di scatto. Non poteva fare altro. Era la sua unica bistecca. Quando Norberto era nato, gli aveva dato da mangiare una piccola porzione di quella pietanza, condita con olio, aceto e peperoncino (forse era per quello che dopo Norberto non aveva fatto altro che sputare fuoco per un’ora di seguito!).  Hagrid scoppiò a ridere sotto la folta barba nera. Forse era meglio che non la condisse con il peperoncino, adesso Norberto doveva essere bello grande, avrebbe di certo incendiato tutto se si fosse messo a sputare fuoco a più non posso.
Voleva cucinargli quel piatto perché Norberto si ricordasse di lui.  Hagrid aveva letto, infatti, che  i draghi hanno una lunga memoria “gustativa”, cioè si ricordano sempre le cose che mangiano, e se esse sono state fornite loro da alcune persone, si ricordano anche di queste. Hagrid sperava che Norberto, mangiando quella bistecca, si ricordasse di lui in senso positivo, e fosse disposto a farsi accarezzare da lui, per l’ultima volta.
Così Hagrid posò la bistecca su un piatto di porcellana, e iniziò a condirla con l’olio. Doveva essere poco. Purtroppo, però, calcolò male le distanze: al momento di versare l’olio era accucciato, ma poiché gli faceva un po’ male la schiena, tentò di alzarsi un poco, non calcolando alla mensola sopra la sua testa. Così, alzando il capo, la ruppe in due pezzi: uno di essi cadde sulla bottiglia d’olio che il mezzogigante teneva in mano, rompendola: così tutto il suo contenuto cadde sulla bistecca, che per un attimo parve nuotare su un mare giallo. Hagrid la osservò, preoccupato. Gettò via l’olio in eccesso, ma temeva che Norberto non l’avrebbe più riconosciuto: nella pietanza che gli aveva cucinato quando era ancora un cucciolo, c’era solo un filo d’olio. Crucciato, Hagrid prese l’aceto e lo versò sulla bistecca, sperando vivamente di non fare danni. Fortunatamente tutto filò liscio, e il guardiacaccia di Hogwarts tirò un sospiro di sollievo.
Sollevò il piatto osservando la bistecca tutto soddisfatto. Quasi quasi gli veniva fame.
Anche Thor pareva aver fatto quel pensiero, dato che stava osservando sognante la carne.
- Non è per te- gli ripeté Hagrid.Uscì dalla capanna  (era riuscito a costruirsene una in Romania, non voleva stare in alberghi o strutture simili) e si avviò con passi decisi verso il boschetto di fronte, seguito da Thor, che non abbassava lo sguardo dalla bistecca.
Si addentrarono nel boschetto. Hagrid teneva ben saldo il piatto in mano, ma non rinunciava a guardarsi attorno in cerca di qualche animale curioso e a suo dire carino.
Nel frattempo, Thor, per la prima volta nella sua vita canina, decise che doveva avere coraggio. Mise da parte la sua fifa e decise di disubbidire al suo padrone, per una volta. Trotterellò al fianco di Hagrid, scodinzolando appena, puntò la bistecca, che Hagrid stava tenendo abbastanza bassa, e con un morso veloce la tolse dal piatto, correndo via a gambe levate.
Hagrid si accorse dell’assenza del cane solo poco tempo dopo.
- Ehi, Thor! Razza di fifone, dove ti sei cacciato? Thor! Thor!- iniziò a chiamare , muovendo il piatto in qua e in là senza accorgersi della scomparsa della bistecca.“Stupido cane, deve essersela data a gambe per qualcosa” pensò, ridendo sotto i baffi cespugliosi. Adorava quel cane: era stato per lungo tempo la sua unica compagnia, il suo unico confidente.
Esasperato, il povero Hagrid posò lo sguardo sul piatto e cacciò un verso roco quando notò che la bistecca era scomparsa.
- Oggi sparite tutti! Prima Thor, poi …. – disse, e aggrottò le folte sopracciglia – la bistecca- sussurrò.La bistecca. Certo. Thor doveva avergliela rubata. Canaglia!
A passi svelti e lunghi Hagrid ritornò indietro, urlando il nome del cane, che non gli rispose.
Si stava iniziando a preoccupare per la bistecca, quando trovò l’animale che stava gustando la prelibatezza sotto un albero.
- THOR!- tuonò Hagrid.Il cane lo guardò coi suoi occhioni neri, mugolò, e si allontanò dalla bistecca, che ormai era ridotta a metà e tutta rovinata.
- Quella non è tua!- lo rimproverò Hagrid per la terza volta in quel giorno.Afferrò la bistecca e decise di trasportarla a mano, senza piatto.
Così si affrettò a ripercorrere la strada attraverso il boschetto, rinunciando all’osservazione di animali magici particolari.
Così arrivò all’entrata della riserva.
Si fermò davanti al piccolo cartello di legno e una lacrimona trasparente cadde dall’occhio destro di Hagrid, solcando le gote paffute e attraversando la folta balba, foresta intricata per il punto di vista della lacrima. Essa indugiò sul mento e poi cadde rovinosamente a terra. Anche i mezzogiganti piangono, pur sembrando strano, specialmente quelli come Hagrid: spaventosi e terrificanti a vedersi, forse, ma di un cuore grande e buono.
Hagrid piangeva perché era emozionato di rivedere Norberto, e si ricordava di quei brevi, stupendi, intensi momenti trascorsi con lui. Fin da piccolo aveva desiderato possedere un drago, e con Norberto c’era riuscito, per un tempo molto breve.
Ricordava che quando era piccolo chiedeva sempre a suo padre di regalargli un drago.
- Imparerò a cavalcarlo, papà! E ti porterò in luoghi lontani! Molto lontani! Andremo a trovare la mamma, tu ed io! -  gli diceva sempre. E quel piccolo omino che era suo padre gli sorrideva sempre a quella richiesta, e gli rispondeva che era troppo piccolo, ma un giorno glielo avrebbe comprato, e lo avrebbero cavalcato assieme, magari sarebbero andati sopra le nuvole, e ancora più su.
Hagrid tirò su col naso a quei ricordi, e scoppiò a piangere. Thor, che era appena giunto lì, lo guardò mugolando, poi gli si sedette vicino per consolarlo.
- Pensavo a papà, Thor. Sai perché ti chiami così? Perché papà amava la divinità da cui prendi nome! - disse Hagrid, soffiandosi il naso.Guardò mesto l’entrata, e fece un passo.
Impiegò poco tempo a recarsi al punto di ritrovo con Charlie Weasley. Lui era già lì, coi capelli rossi al vento. Assomigliava molto a Ron, solo che aveva una chioma più lunga.
- Buongiorno Hagrid. So che sei venuto qui per Norberto -
- Sì. è cresciuto, vero? Chissà se ricorda ancora la sua mamma!- esclamò Hagrid, non riuscendo a trattenere un’altra lacrima.
- Beh, non lo so. Ormai ha quattro anni -
- Chissà che bel cucciolo! Sarà cresciuto … -Charlie assunse un’espressione strana, e borbottò un “eh sì”.
-Che ci fai con quella in mano?- chiese ad Hagrid, indicando la bistecca.
-Oh, questa è per lui –Charlie tacque e invitò il mezzogigante a seguirlo. Ben presto si trovarono davanti a un drago. Era alto, imponente, “ e anche un po’ cicciottello” pensò Hagrid.
- E Norberto dov'è?-
- é quello - rispose Charlie.
Hagrid lo guardò. Era cresciuto in quattro anni. Erano lontani da lui, ma Hagrid voleva avvicinarsi. Così iniziò a farlo.
- Ehi, cosa fai? È pericoloso, vieni qui, mantieni la distanza di sicurezza!- urlò Charlie, spaventato.Hagrid, però, non gli dette ascolto.
Si parò davanti al drago e lo chiamò.
Norberto lo guardò di sottecchi e iniziò a sputare fuoco per aria, mentre Charlie ancora chiamava il guardiacaccia di Hogwarts. Thor, nel frattempo, era fuggito chissà dove.
- Non mi riconosci, eh? Sono la mamma!- esclamò Hagrid.Così prese la bistecca e la lanciò vicino al drago. Questi arretrò, impennandosi. Poi si placò un poco e annusò la pietanza.
Ad Hagrid parve di vedere una scintilla negli occhi di quel maestoso essere.
Norberto emise un suono strano, poi divorò la bistecca. Dopo un minuto guardò Hagrid e ringhiò, sputando fumo dalle narici.
- Non mi riconosci, vero? È stato tutto inutile …- disse Hagrid, abbattuto.Con le lacrime agli occhi, si voltò e fece per andarsene, quando sentì qualcosa di caldo e squamoso accarezzargli il collo.
- Mio Dio!- sentì urlare .Hagrid si voltò e vide i grossi occhi gialli di Norberto. Il drago si era accucciato verso Hagrid, e pareva fiutarlo con le sue immense narici.
- Norberto!- esclamò Hagrid.Istintivamente portò una mano avanti, per accarezzarlo. Il drago si scosse, ma poi fi fece toccare, strusciandosi alla mano del mezzogigante.
- Stai bene qui, vero?- disse Hagrid.Il drago si strusciò ancora alla mano.
- Ci sono quelli come te.  Io non ho nessuno come me a casa –L’animale lo guardò con quei suoi occhi grandi e gialli. Poi Hagrid udì un fruscio e poi un ruggito.
Dietro Norberto ( che Hagrid credeva un maschio) comparve un drago alto, verde con alcune squame viola dall’aria altezzosa, accanto al quale trotterellava un piccolo draghetto goffo simile a Norberto.
- Hai trovato una compagna! – esclamò Hagrid.Norberto si voltò verso i due draghi, si strusciò al più grande e guardò affettuosamente il cucciolo.
Adesso aveva una famiglia.
- Sei felice qui, Norberto. Pensare che io non volevo lasciarti andare! Che io volevo tenerti con me … ma non avresti conosciuto lei e non avresti avuto quello splendido cucciolo!-Hagrid guardò Norberto con le lacrime agli occhi, poi sospirò.
- Anche io ho trovato in realtà una come me. Una che vorrei fosse mia compagna. Lei è bella, gentile e … mi ama. Come lei ama te. ma non so se potremo mai stare assieme. Siamo in guerra, e Tu-sai-chi vuole distruggere tutto ciò che c’è di buono e bello nel mondo. Non so se usciremo vivi da questa guerra o se ne usciremo. Ma, Norberto, grazie a te ho capito. Bisogna lottare, sempre, perché Voldemort non distrugga tutto ciò che c’è di bello nel mondo, non distrugga questa bella riserva e il vostro amore, non rovini il nostro mondo, niente. Perciò bisogna lottare. Grazie, Norberto. Probabilmente non ci rivedremo più, ma grazie. Grazie lo stesso!! –Hagrid guardò commosso il drago, ed esso parve accorgersi di tutto, perché emise un suono simile ad un sospiro, si accucciò e si strusciò per l’ultima volta alla mano tesa di Hagrid. Poi si voltò, guardò la compagna e volò via insieme a lei e al cucciolo.
Allora anche Hagrid si voltò e se ne andò. Salutò velocemente Charlie e percorse il sentiero a ritroso.
Scorse Thor che si era nascosto dietro a un cespuglio.
-  Vieni! Andiamo, stupido cane!- 
 
 
   
 
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