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Autore: Angelofnightmare    31/07/2014    7 recensioni
Erano solo loro due, le loro mani unite e le labbra che emettevano gemiti creando come una sinfonia.
-Non ci riesco, Calum. Non sono niente- sussurrò Luke.
-No, ci riuscirai. Perchè tu sei bello come il sole, ricordi?-
[Cake] Lievi accenni coppia het.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Calum Hood, Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo-not suicide

 

Luke Hemmings decise di farla finita. 
Era notte fonda e il buio avvolgeva le strade delle città. Delle nuvole, in lontananza, alte nel cielo ricoprivano buona parte di esso, lasciando intravedere solo la luna in tutta la sua bellezza. Uno sbuffo di vento scompigliò i capelli del ragazzo, descrivendo come una danza.
In quel momento era in bilico fra la vita e la morte. Mentre delle lacrime rigavano il suo viso, i suoi pensieri erano rivolti solo ed esclusivamente alla pazzia che stava per compiere.
Suicidarsi.
Cercò di sorridere, curvando di poco le labbra mentre una lacrima solitaria arrivò fino alla bocca di Luke.
Il sapore salato gli ricordò il mare e la spiaggia che tanto amava.
Ma quell'idea cosi malsana e contorta era viva dentro di lui già da troppo tempo.
Voleva finire tutto, così, senza lasciare un biglietto dove spiegava il motivo della sua decisione. Voleva suicidarsi a diciotto anni. Era solo un ragazzo eccessivamente timido, vittima di insulti. Nascondeva le sue insicurezze dietro dei sorrisi, la paura di mostrarsi agli altri dietro un paio di occhiali da sole neri. Quella notte il freddo parve attraversargli gli indumenti fino ad arrivare alla ossa.
Luke si voltava continuamente, assicurandosi che nessuno stesse assistendo a quella scena.
Fece scivolare le braccia lungo i fianchi e pensò a mille cose. Tutto era confuso e privo di senso.
“Devo farlo, ora. Sto soffrendo troppo”
Deglutì nervosamente, ripensando ancora ad una volta al motivo del suo brutale gesto: la timidezza.
“E cosa potrebbero pensare di me se mi uccidessi?”
Come se non bastasse i sensi di colpa crearono come un peso al cuore di Luke, un dolore insopportabile.
Pensò anche a sua madre, i suoi fratelli e la vita che purtroppo stava per perdere. Spalancò gli occhi quando compì un passo e la sensazione di vuoto sotto i suoi piedi divenne reale.
Luke avrebbe potuto resistere a dimostrare a tutti che poteva cambiare. Avrebbe provato ad adattarsi agli altri ragazzi della sua età e a superare tutti gli insulti ricevuti.
Ma non funzionava in quel modo. Il vento improvvisamente aumentò e simultaneamente la luna fu perfettamente visibile.
Era il momento. Il vento e il ronzio di un piccolo insetto avrebbero accompagnato Luke verso la morte.
Passava di lì Calum Hood, nonostante fosse notte fonda, percorreva a passo lesto la strada. Era reduce da una festa fra amici.
La sua maglietta a maniche corte, inadeguata per la fredda serata, era umida, mentre i pantaloni avvolgevano perfettamente le sue lunghe gambe. Avvertì un brivido di freddo percorrergli la schiena.
-Merda- sussurrò stringendosi nella maglietta. Ma il tessuto di essa non era abbastanza per poter preservare il ragazzo dal freddo pungente di quella notte.
Aumentò il passo, voltandosi all'indietro ad intervalli irregolari per controllare che nessuno lo seguisse.
“Perché non ho accettato il passeggio di Annabelle” si maledisse mentalmente, mentre affondava le fredde mani nelle tasche anteriori dei pantaloni.
Il passo di Calum aumentò ancora, divenne quasi frenetico. Erano le 03:30 ormai. Il vento, gli alberi spogli e i vari edifici decoravano la strada che il ragazzo stava percorrendo in quel momento. A fatica riusciva a distinguere i segnali stradali e le automobili parcheggiate a pochi metri da lui. Chiuse gli occhi per qualche secondo mentre il suo passo lentamente diminuiva e prese un profondo respiro.
Avvertì come una strana sensazione. Voltò un'altra volta il capo, quando di sfuggita vide una sagoma abbastanza distante da lui.
Calum esitò prima di avvicinarsi: poteva essere un ladro o qualcuno che l'avrebbe potuto aggredire, e nello stato in cui era, difficilmente sarebbe riuscito a difendersi.
Ma, scrutando meglio, si accorse che era un ragazzo. Incuriosito riprese a camminare e un profumo maschile invase i suoi sensi. Poi tutto ebbe un senso.
-Non lo fare- urlò.
Luke si scosse e gemette rumorosamente a quelle parole. Non voleva girarsi, provava vergogna e paura allo stesso tempo. Qualcuno dietro di lui stata assistendo a quella miserabile scena, ma quella voce era famigliare.
-Scendi di lì-
Il battito cardiaco di Luke aumentò e avvertì le gambe cedere. Cercò di raccogliere le forze rimaste per buttarsi di sotto, in modo che il ragazzo dietro di lui non avrebbe avuto la possibilità di salvarlo.
Solo terrore.
Non disse nulla, mentre percepiva dei passi avvicinarsi. Si limitò a storcere il naso e a mantenere lo sguardo fisso alle sue converse nere.
Al quel punto niente era andato bene. Luke si sentiva stupido.
-Dai, non fare sciocchezze, scendi di lì- ripeté Calum, cercando di afferrare il braccio di Luke.
Quest'ultimo riuscì ad evitare quel contatto fisico e urlò con tutte le forze che gli erano rimaste.
-Vattene via-
Calum si fermò di colpo, cercando di rendersi conto di quel che stava accadendo.
Dalla voce del ragazzo biondo riuscì ad intuire che si trattava di Luke, e si stupì.
-Luke, lo so che sei tu. Ma che stai facendo? Scendi di lì-
Nonostante l'alcool assunto quella sera, Calum riuscì a rimanere lucido.
La testa girava e gli occhi minacciavano di chiudersi da un momento all'altro, ma lui non si scompose.
-Non posso scendere, vattene via- dichiarò Luke con voce languida.
All'orizzonte si intravedeva uno spirale di luce, l'alba si stava avvicinando.
-Non me ne vado. Mi sentirei in colpa se tu morissi, non fare sciocchezze. Senti, Luke, scendi di lì!- Calum pronunciò quel nome che se fosse la cosa più preziosa del mondo.
Aveva paura. Era sicuro che l'immagine del ragazzo che si gettava nella gelida acqua del fiume sarebbe diventata il suo peggiore incubo.
Si stupì di quel che aveva appena detto, non aveva alcun legame con Luke, non lo conosceva. Ma nonostante tutto era riuscito a salvarlo dalla morte.
Il sapore della vodka alla pesca era ancora sulle sue labbra e sorrise. Passarono qualcosa come due minuti, ed era udibile il cinguettio di un uccello posato su un albero di ciliegio all'aldilà della strada.
Luke non avrebbe più avuto il coraggio di buttarsi, Calum aveva visto la scena e di certo avrebbe fatto una delle sue stupide battute.
Era il momento di scendere da quel ponte a testa bassa.
-Allontanati- disse Luke.
Calum prese a camminare all'indietro senza staccare gli occhi dal ragazzo biondo. Non poteva negarlo, quel ragazzo era un mistero. Un minuto prima era sul ponte, spaventato e confuso. Poco dopo sembrava avere tutto sotto controllo.
I due ragazzi si conoscevano da tempo, ma non erano mai andati oltre un saluto. Non erano amici, solo semplici conoscenti.
Quello era l'unico pensiero di Luke in quel momento. Lui non conosceva Calum, eppure l'aveva convinto a non buttare via la sua vita.
L'aveva salvato dalla morte.
Sospirò rumorosamente e fissò Calum a lungo. Quest'ultimo stava cedendo stordito dall'alcol. Ma sorrise e parlò con naturalezza.
-Se vuoi ti accompagno a casa-
-No. Comunque ti ringrazio, ma ti prego, non dire a nessuno quello che hai visto questa sera. Solo ora mi rendo conto della gravità della situazione- Sorrise e in tutti i modi cercò di ringraziare Calum, ma era troppo orgoglioso per farlo. Un'espressione di disaccordo si dipinse sul suo volto, quando il moro gli chiese il motivo del suo tentato suicidio. Doveva solo accertarsi che non ne avrebbe parlato con nessuno, anche se gli fosse costato molta fatica.
Luke si allontanò senza aggiungere altro, lasciò Calum nel buio della notte.
Si diresse a casa intorno le 04:30, sua madre dormiva beatamente, non si accorse dell'assenza del figlio.
Quella sera il ragazzo dormì con la luce accesa, tanto per non avere ulteriore paura.

 

 

Salve!
Questa è la prima storia che scrivo in questa sezione, per di più una cake.
Come avete letto Luke è un ragazzo triste e solo, che tenta il suicido, ma Calum lo salva.
Vi giuro, ho avuto l'ispirazione per questa storia molto tempo fa, e alla fine
eccomi qui a scrivere sui cake.

Spero vivamente che questo prologo sia stato di vostro gradimento, e apprezzerei anche un vostro parere, ci tengo molto :)
Credo di aver finito. Se volete chiedermi qualcosa o semplicemente volete fare due chiacchiere, ecco il mio ask.
Vi lascio anche il mio twitter, wattpad, facebook e we heart it.
Grazie per aver letto fin qui, alla prossima!

 

   
 
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