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Autore: xmaryf    31/07/2014    5 recensioni
Colin e Jennifer. Due anime affini che per forza di cose non potranno mai stare insieme. Lui che la guarda e la scruta da fin troppo vicino.
Lei che non riesce a non perdersi in quegli occhi che la guardano come se fosse la cosa più bella al mondo.
Dal testo: "Si calma, e viene ad abbracciarmi. L’abbraccio più bello dell’universo. Sa di buono.
Lei stessa ha un buon profumo. Lavanda, se ben ricordo.
Ricambio l’abbraccio e la stringo a me.
Questo momento sembra infinito.
Lei si stacca un po’ bruscamente e mi guarda.
I miei occhi fissi nei suoi.
Verde e azzurro che si incrociano e si completano."
Ho sempre immaginato che ci fosse del tenero tra Colin O'Donoghue e Jennifer Morrison. Con questa storia viaggio un po' con la fantasia.
Una storia dove avviene lo sviluppo ed evoluzione dei sentimenti che Colin e Jen provano l'uno per l'altra. Ambientata prima, durante, e dopo il SDCC 2014.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: colin o'donoghue, Jennifer Morrison, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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All of me.
POV COLIN.

Mi alzo, oggi è un nuovo giorno, un giorno diverso. Dovrei essere felice, eppure c'è qualcosa che non va. Penso che domani saremo a San Diego, e lei sarà accanto a me ogni istante.
Ovviamente ci vediamo ogni giorno per le riprese, la vado a prendere e la porto a casa io, ogni giorno. Il tragitto è estenuante... vorrei dire tante cose, ma non riesco.
Penso a Helen, e Evan. Non posso farle questo.
Eppure non riesco a starle lontano, è più forte di me, diamine Jen perché sei così?
Quegli occhi che mi rapiscono, mi guardano l’anima, mi scrutano. Quelle labbra caste. Quei capelli biondi con dei fili marroni che hanno il profumo più bello del mondo, di lavanda suppongo.
Ringrazio il cielo che Hook mi renda le cose facili. E’ più facile dirti quello che sento sotto mentite spoglie.
E continuo a pensare a domani, a come sarà vederla bella, libera, e spensierata fuori dal set. Lo aspetto come se fosse il mio ultimo giorno in vita e dovessi viverlo al meglio.
Meglio cambiarmi, passare da un bar, prendere due muffin, un caffè e un cappuccino come piace a lei e poi passare da casa sua e vedere se è pronta per andare a lavoro.
[…]
Arrivo a casa sua alle 6.30 del mattino. Busso e mi apre, dio sembra un angelo sceso dal cielo, i capelli biondi arruffati, gli occhi lucidi di chi si è appena svegliato, ed un sorriso che sa di buono.
“Buongiorno” ecco quel sorriso smagliante.
“Buongiorno Jen, ecco il cappuccino” sorrido timidamente.
“Poggialo sul tavolo, vado a vestirmi”
“Okay, ti aspetto qui.”
Poggio i muffin, il caffè ed il cappuccino sul tavolo e vado a sedermi, aspettando che lei si vesta.
Quella camicia da notte che arrivava a metà coscia le lasciava intravedere le gambe.
Lei non è il tipo di ragazza che lascia intravedere facilmente le sue gambe, dice che sono troppo lunghe e brutte.
Come al solito non siamo mai d’accordo.

[…]

Arriva, dopo 10 minuti d’attesa. I capelli ancora arruffati che sta cercando di trattenere in una coda mentre io rido perché non ci riesce neanche, un paio di jeans neri molto stretti che definiscono i fianchi e le gambe, una camicia nera con collo bianco, e una giacca nera molto semplice.
E’ davvero bella. Dopo circa 5 minuti ad imprecare ha deciso di lasciar stare i capelli, mettere su un cappello e di lasciarli ricadere sulle spalle.

“Sei pronta?” guardandola con un’occhiata alla Hook.
“Sì Colin, sono pronta, basta fare quegli sguardi alla Hook’’
‘’Eddai, fa parte di me’’
‘’Ma se non gli assomigli per niente’’
‘’Sssh, abbiamo gli stessi occhi o sbaglio?’’
‘’Sì, ma almeno tu hai due mani!’’
“Touché”
Ci incamminiamo, scendendo nel parcheggio, entriamo in macchina senza dire una parola, 20 minuti di viaggio senza dir nulla. Solo sorrisi e sguardi.
A volte penso di sembrare un adolescente in preda ad una cotta.
Poi ricordo di avere 33 anni, una moglie ed un figlio. E tutta la spensieratezza scivola via.

Neanche il tempo di arrivare sul set, ed arriva Josh ed inizia a stuzzicarci con le solite domande.
“Allora, com’è che tu e Jen venite sempre assieme?”
“La strada è la stessa, la mattina passo a prenderla e veniamo qui. Nulla di più, nulla di meno.”
“Mmmh, sarà. Pronto per domani?”
“Sì” – mento – in realtà non sono affatto pronto. Le luci, le telecamere, tutte quelle domande. Io e lei più vicini del solito, questo mi fa quasi male.
Passa la giornata tranquillamente, come al solito. Tante scene CaptainSwan, finiamo sempre per appartarci nel mio o nel suo camerino da soli, in modo che nessuno venga a disturbare. Parliamo, ripassiamo le battute, e  giochiamo come due ragazzini.

Abbiamo appena finito di girare, sono le 5 del pomeriggio quando Adam ed Edward ci avvisano che abbiamo 2 ore per prepararci per partire.

“Alle sette tutti qui.” esclama Edward eccitato.
Adam controbatte “Alle sette è presto, facciamo alle sette e trenta!”
“Va bene, allora sette e trenta tutti qui” continua Edward “Ah, J e Colin, puntuali mi raccomando”
“Okay” esclamiamo in coro senza neanche accorgercene.
Saliamo in macchina senza proferire parola.
Sono nervoso, ansioso. Fa parte di me, ma in questo momento lo sono più del solito.
Non parliamo per tutto il viaggio, ci guardiamo a volte. Sguardi veloci, sorrisi sfuggenti.  
Arriviamo davanti al suo appartamento, non posso non parlarle, devo fare qualcosa…ma cosa?
“Ehi Jen”
“Sì Colin dimmi”
“Ecco ehm..io..”
“Sì?”
Posso dirle quello che sento? NO! Non posso, non devo, domani saremo a San Diego per “lavoro” e poi torneremo e dovremo lavorare sul serio. Hook e Emma stanno insieme adesso, questo vale a dire che ci saranno molte scene con lei. Non posso rovinare tutto adesso.
“Ehm..Colin..Uuuh, ci sei?”
“Ahh, ehm sì, nulla volevo dirti di non perdere molto tempo”
“Sì certo! A dopo”
“Ciao..”

Torno a casa, mi sfilo i vestiti e mi vado sotto la doccia. Ci sto una buona mezz’ora, come se la doccia servisse per scrollare via tutti i pensieri e le preoccupazioni per domani.
Esco, guardo il cellulare e trovo 7 chiamate perse da Jen.
Ma che diamine succede?
La chiamo.. uno, due, cinque squilli. Nessuna risposta.
Prendo il completo per il panel, un paio di jeans, una maglietta, 2 paia di boxer, lo spazzolino e li metto in valigia. Prendo le chiavi della macchina e con fretta e furia parto, in 5 minuti arrivo a casa sua.
Busso due, tre volte. Nessuna risposta.
Decido di usare le chiavi che mi ha dato in caso di emergenza. E’ un’emergenza no?
Apro, do un’occhiata alla cucina e al salotto, non la trovo.
Vado quasi in panico.
Allora decido – a mio rischio e pericolo – di andare nella sua stanza, apro la porta di fretta, e la trovo lì.
Con i capelli bagnati, vestita solo con un asciugamano che lascia poco all’immaginazione. Sta preparando la valigia.
Ci guardiamo per pochi secondi.
“Diamine Colin che spavento, esci subito!”
“Okay.. scusa mi dispiace.”
“Mi spieghi come hai fatto ad entrare?”
“Sai, le chiavi di riserva”
“Hai usato le chiavi di riserva? Ma come ti è venuto in mente? Ma poi perché?”
“Diamine Jen, 7 chiamate perse, stavo fuori di me. Ero preoccupato..”
“Ohw.”
Si calma, e viene ad abbracciarmi. L’abbraccio più bello dell’universo. Sa di buono.
Lei stessa ha un buon profumo. Lavanda, se ben ricordo.
Ricambio l’abbraccio e la stringo a me.
Questo momento sembra infinito.
Lei si stacca un po’ bruscamente e mi guarda.
I miei occhi fissi nei suoi.
Verde e azzurro che si incrociano e si completano.

“Allora..” dice “la valigia è pronta.” La fisso incantato. “Quindi adesso…’’
“Adesso?” dico senza capire.
“Adesso dovresti girarti o uscire, dato che dovrei vestirmi”
“Oh, okay adesso mi giro.”
Mi giro, non ricordandomi che di fronte a me c’è un grande specchio.
Non lo ricordo neanche a lei. Sorrido timidamente, inconsapevole di farlo. E’ lo specchio che me lo fa notare.
Intravedo le sue curve perfettamente, la pelle chiara, morbida, e i capelli biondi mischiati al suo castano naturale che le ricadono sulle spalle. Il corpo perfetto.
Finisce di mettere il reggiseno, mi tira per un braccio “So che stavi guardando, esci!” dice ridendo.
Quei sorrisi che sanno di quotidianità.
Alzo le mani in segno di resa “Okay, okay beccato! Sto uscendo”  
Dopo 5 minuti esce, mi fissa con lo sguardo “hai visto troppo, adesso dovrò ucciderti”
Scoppiamo a ridere.
Prende le sue cose, usciamo tranquillamente e ci avviamo verso l’auto.
Durante il tragitto parliamo delle riprese della mattinata, mi chiede di Helen e Evan.
Non so cosa dire quindi cambio subito discorso.
Sono le 7.20 pm quando arriviamo sul set.

Edward e Adam ci applaudono scherzando “Oh mio dio, è un anno e mezzo che andate e venite insieme ogni mattina e sera, è la prima volta che arrivate in anticipo!”
Jen mi guarda e scoppia a ridere. Una fragorosa risata. E io rido insieme a lei.
Mi sento come se fossimo in una bolla. Solo io e lei.
Ma poi si torna alla realtà.

“Forza andiamo! L’areo parte alle 8.45 pm”
Tempo 30 minuti e siamo all’aeroporto.
Aspettiamo più o meno 20 minuti e chiamano il nostro volo per l’imbarco.
Quando c’imbarchiamo veniamo a conoscenza dei posti di volo.
Lana vicino a Josh. Io vicino a Jen.
Quattro ore di volo costantemente vicini. Non so se sia una cosa bella o una cosa brutta.
L’aereo parte, e dopo circa un’ora Jen comincia con le solite lamentele. Si lamenta sempre in questi casi…
“Colin ho sonno, secondo te ce la faccio a dormire per un’ora circa?”
“Sì, penso di sì.”
“Allora svegliami tra un’ora. Mi raccomando.”
E la vedo appoggiarsi allo schienale rannicchiata come una bambina.

Dorme, sembra un angelo. E con questi pensieri mi addormento anche io. Sognandola, o magari sognando quello che succederà a San Diego.  
  
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