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Autore: MobyGrant    31/07/2014    1 recensioni
E tu che tipo di giocatore di Dark Souls sei? Un amante della lore? Uno che non ne capisce una mazza ma gioca solo per devastare tutto con l'arma più OP? Ebbene, il Chosen Undead di questa storia, di questa "run", è un particolare guerriero con doppia personalità: una n00b, ignara di quello che le succede e amante del puro melee, l'altra pr0, amante della lore, delle schivate, delle descrizioni e di tutto ciò che la circonda. Il problema è che ogni volta che il personaggio muore, una personalità prende il sopravvento sull'altra...
NOTA: questa storia segue le vicende di Dark Souls ma potrebbero essere presenti (ci saranno) variazioni, come sequenze assenti o leggermente modificate o dialoghi con npg non propriamente identici (e direi).
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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ujuju

Hydell cercò di convincere se stesso che non riusciva a muoversi perché AVEVA DECISO di rimanere fermo, in realtà il terrore che lo stava logorando dall’interno non gli permetteva neppure di pensare. Fu però in un attimo che, forse per miracolo, forse semplicemente per l’altro se stesso che cercava di scuoterlo, in un lampo di ragione riuscì a schivare quella sorta di martello che di così grandi non ne aveva mai visti. Sgusciò tra le gambe del demone toro e sfoderò deciso la spada come se volesse davvero provare a combattere.
«Guarda che ti faccio alla brace! Al falò» disse cercando sicurezza. Il demone non attese e partì con un altro colpo che fece tremare il lungo ponte in cui si trovavano lui e il suo bersaglio. Il guerriero fu spiaccicato al suolo ma rialzandosi riuscì a indietreggiare ancora di qualche passo.
«DICO IO, se invece di ‘sto stuzzicadenti, quel mercante del cazzo mi avesse droppato uno spadone, ora ti farei il culo!» gridò schivando un altro colpo e passando nuovamente tra le gambe del toro. Fu in quel preciso momento che vide davanti a sé una piccola apertura nelle difese nemiche e decise di provare un fendente. Il demone non lo sentì neppure.
«Eh ma IL CAZZO» disse mentre veniva mandato a fare amicizia con la pavimentazione in pietra del ponte. Il demone balzò intanto all’indietro studiando un altro attacco mentre Hydell si rialzò lentamente, ormai in fin di vita.
«BAH impossibile» disse guardando il mostro, poi si toccò le tasche in cerca di qualcosa, qualsiasi cosa.
«Ah sì, ste borracce. Boh io bevo».
Si gettò in faccia l’estus ma nel momento esatto in cui cominciava a sentire un certo tepore rasserenante nel suo corpo, due frecce lo centrarono in testa, lasciando al toro il colpo di grazia.
«BOOM, HEADSHOT!» avrebbero detto i non morti in cima alla torre se avessero avuto ancora il senno…

SEI MORTO…

Hydell trasalì, risvegliatosi dal torpore: era sempre li, la morte non lo coglieva se non nell'aspetto fisico. Ricordò di esser perito in maniera stupida contro un cavaliere fatto di pietra, e riprendendo coraggio riprese il cammino. Ripercorse per l'ennesima volta quel borgo che iniziava ad odiare con tutto il cuore, e tornato alla porta che lo avrebbe condotto al luogo del precedente game over decise di ignorarla.
«Non sono ancora al tuo livello, ma tornerò a prenderti bastardo».
Ferito nell'orgoglio salì una rampa di scale a chiocciola e superata l'ennesima nebbia sapeva che li lo avrebbe atteso una grande sfida. Vide sul ponte una nuova pozza di sangue verdognola e non esitò a raccoglierla: un flash gli percorse la testa e in qualche modo cominciava a capire il motivo di quei vuoti di memoria. Ebbe la visione di un ragazzo con le sue fattezze, solo estremamente nabbo e cagasotto rispetto a lui e seppe che a breve un enorme demone lo avrebbe raggiunto in quello scenario. L'unica spiegazione che poté darsi era che probabilmente egli condivideva il corpo con un'altra anima legata anch'essa all'indistruttibile destino dei non-morti. Suppose che a ogni morte tornava al falò, ma rimanendo incatenato a esso dava spazio alla sua controparte nabba; solo alla morte di quest’ultimo avrebbe potuto a sua volta riprendere coscienza di sé. Mentre ragionava su queste teorie il demone toro si fece avanti e Hydell sembrò già conoscerne il moveset. Ciò facilitò le schivate, ma per quanto la sua mente sapesse cosa fare il suo corpo non aveva ancora l'esperienza necessaria per gestire uno scontro del genere, e a qualche schivata seguiva inevitabilmente un colpo subito. Finì presto le fiaschette d'estus e correndo verso la via d'uscita si ritrovò spalle al muro.
«Sto per perdere e non mi è permessa la fuga...»
Fu in quell'istante che dietro al demone toro gli fu evidente l'enorme torre con tanto di scala sul lato, e così gli tornò in mente quella freccia scagliata in precedenza contro il suo alter ego. Smise di pensare  e iniziò a correre verso la torre passando da sotto le gambe del demone, e una volta arrivatole di fronte scrisse un messaggio per terra rivolto all'altro sé, che recitava: «attenzione scala, salto ownare male». Per qualche motivo non riuscì a esprimersi come voleva, forse per la fretta o forse boh. A quel punto il demone lo raggiunse e con un colpo gli levò l'ultimo briciolo di vita.

SEI MORTO…

«Mamma mia l’odio profondo che sto provando per questo posto!» disse Hydell risvegliatosi nuovamente al falò del borgo dei non morti. Se la fece malamente a corsa cercando di raggiungere la nebbia del demone toro. Ci arrivò con non pochi problemi, aveva di fatto già finito le estus, ne era rimasta forse una per combinazione, e sospirò pronto ad attraversare di nuovo la nebbia.
«Stavolta gli faccio il culo, è una promessa» sussurrò a se stesso mentre il suo corpo si mosse in un inchino non programmato.
«Ma che cazzo mi sta succedendo?» pensò, consapevole di stare perdendo la piena consapevolezza del proprio corpo. Si gonfiò comunque il petto e partì con spada e scudo contro il grosso toro che subito gli piombò davanti. Hydell titubò ma al primo fendendo della creatura, riuscì a schivare ignorando totalmente il messaggio lasciato dall’altro se stesso.
«Fatti sotto!» gridò impugnando la spada a due mani e colpendo il demone. Non sembrava averci fatto troppo caso.
«Ma di cosa sei fatto?!».
Il toro effettuò un attacco in salto ma il cavaliere aveva ormai imparato quel pattern di attacco: gli passò sotto le gambe e finalmente notò una strana roba per terra che brillava di arancione.
«Che cazz…?». In un primo momento lesse sorpreso, poi alzò lo sguardo e trovò la scala che saliva in cima alla torre. Ci si fiondò ignorando la pozza di sangue con le anime e i ricordi dell’altro sé, e una volta giunto vide quei due maledetti che l’avevano centrato in testa la volta scorsa.
«SURPRISE MOTHAFOCKA!!» gridò devastando i due arcieri, quindi si affacciò e vide il demone toro sotto di lui incerto sul da farsi. Hydell deglutì e prendendo la spada a due mani provò un poderoso attacco in salto: il danno fu enorme e nello sguardo del nemico si lesse la sofferenza. Il non morto non aveva intenzione di perdere altro tempo e ripeté il tutto un paio di volte: senza neanche accorgersene aveva sconfitto il pericoloso avversario.
«Non ci credo, non ci posso credere» disse tra le lacrime, cadendo in ginocchio e ringraziando il sole… un gesto che sembrò quasi l’avvento di una profezia. Con le millantacinque anime sul groppone, proseguire poteva sembrare alquanto pericoloso ma non per Hydell, che non aveva ancora neppure capito che al falò poteva potenziarsi. Si introdusse nella zona più interna del borgo fino ad arrivare a un punto con tre vie: una porta, un ponte lungo e inquietante e una sorta di balconata. Andò alla porta:
«Chiusa, chissà perché  A CASO lo sospettavo» pensò.
Andò quindi a destra, sulla balconata e con stupore notò un tizio con una strada armatura osservare il cielo.
«… ciao?» iniziò Hydell «io sono Hy-».
«SIA LODATO IL SOLEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE» gridò male il tipo, perdendosi in una… uhm… strana posa.
«Ma che arciminchia hai?» chiese il non morto senza parole.
«Non vedi? Il sole è grande. Tutti dobbiamo lodare il sole, perché il sole fa bene. Chi non prega il sole non è degno del sole, io prego il sole perché sento che devo trovarlo» blaterò il tipo.
«… cosa?» chiese Hydell.
«Il sole» rispose il cavaliere facendo nuovamente quella posa.
«E certo, io pure coglione che chiedo».
«Cosa ci fai qui se non per lodare il sole? Sai che ti dico? Ho voglia a caso di ringraziarti per esserti fermato a parlare con me e a lodare il sole, quindi ti darò qualcosa» continuò quell’uomo.
«Ehm… veramente io non-» provò a dire Hydell.
«Ecco a te, una pietra bianca! Con questa potrai essere convocato per combattere insieme ad altri valorosi guerrieri, in delle mitiche jolly cooperation!» continuò imperterrito.
Hydell prese il dono inarcando un sopracciglio, quindi si allontanò lentamente.
«Ora vai per la tua strada, io rimarrò qui ad ammirare il sole… quanto vorrei essere… … … GROSSLY INCANDESCENT *-*. Ah! Il mio nome è Solaire» disse infine il cavaliere, tornando assorto in ciò che stava facendo.
«… BOH» disse Hydell andandosene, prendendo per la via del ponte. Purtroppo però riuscì a fare giusto qualche passo, prima che una fiammata devastante lo incenerisse. In qualche modo era diventato lui… “grossly incandescent”.

SEI MORTO…

 

   
 
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