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Autore: Emma_blue    31/07/2014    6 recensioni
la mia storia inizia alla fine della puntata 2x11
come sempre e per sempre aly grazie
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tengo la porta aperta per far entrare Rumple da Granny’s, c’è un sacco di gente stasera, fortuna ho chiamato Ruby per tenerci un tavolo.
 
“C'è tanta gente stasera” dico a Rumple mentre ci sediamo, lui galante aspetta che mi sieda io prima di prendere posto. “Si…vedo” è a disagio, continua a guardarsi intorno spaesato.
 
“Buonasera, benvenuti da Granny’s “ Ruby arriva sorridente
“ciao Belle”
“Ciao Ruby”
“Buonasera signor Gold”
“Buona… buona sera miss Lucas” risponde spiazzato dall’allegria che Ruby ha dimostrato nel salutarlo.
“Allora cosa vi porto ?”
“Mmh… due hamburgher, uno con cetriolini a parte e due thè freddi, grazie Ruby”
“Le vostre ordinazioni arrivano subito”
 
 
“Come sa come mangio l’hamburger?”
“Come?”
“Le ho chiesto… come fa a sapere come mangio l’hamburger” Rumple mi guarda attento e incuriosito, e adesso?
“Io…io gliel’ho sentito ordinare una volta qui da Granny’s, mi è rimasto impresso perché io odio i cetriolini” bevitela, bevitela, bevitela, bevitela
“Mmh…possibile”
 
Le ordinazioni arrivano poco dopo, durante la cena parliamo di tante cose, libri, musica, interessi, ed è un po’ come riscoprirlo di nuovo. È sempre stato un ottimo ascoltatore il mio Rumple e anche Gold non è diverso, è come essere di nuovo insieme, qualche volta ho dovuto mordermi la lingua per non lasciarmi sfuggire delle cose sul nostro passato.
“Sa c’è una cosa che non riesco a spiegarmi” esordisce dopo un po’.
“Cosa?”
“Come ha fatto a convincermi ad uscire stasera?”
“Con un antica formula magica, abracadabra e via mr Gold stasera è in mano mia ” dico facendo dei gesti con le mani, che solo dopo mi accorgo essere suoi, glieli ho visti fare mille volte al castello oscuro quando parlava.
 
Gold sogghigna “oh cara non può davvero credere alla magia”
“Certo che ci credo, lei no?”
“Assolutamente no, la magia la lascio ai bambini e ai ciarlatani delle fiere”
“Quindi lei mi considera una ciarlatana o una bambina?”
“Come ciarlatana sareste già fallita mia cara, le truffe vanno fatte a breve termine, quindi non mi rimane che la bambina”
“Ah sarei una bambina?”
“Diciamo una sognatrice?! È troppo grande per essere considerata una bambina anche se il suo sguardo potrebbe ingannare”
“Il mio sguardo?”
“Si, ha sempre l’aria di stare sulle nuvole, il suo sguardo si perde spesso all’orizzonte persa in chissà quali pensieri”
< i miei pensieri riguardano te, sempre e solo te> “ lo fa sembrare una cosa spiacevole”
“No al contrario, è bello guardarla, è come aria fresca dopo secoli chiusi in una stanza”
Mi blocco con il bicchiere a mezz’aria stupita. Anche lui sgrana gli occhi e distoglie lo sguardo, vedo lo sconcerto che piano piano si fa largo sul suo visto e giurerei di vederlo arrossire. Dopo poco, oltre allo sconcerto, si fa largo la confusione, lo vedo mentre sposta lo sguardo da destra a sinistra velocemente.
“Mi scusi Belle… io…io non so che mi è preso, non era mia intenzione metterla in imbarazzo con queste affermazioni fuori luogo”
“N…no…non si preoccupi mr Gold, devo dire che sono lusingata” penso che in questo momento sulla mia faccia potrei cucinarci un uovo da quanto sono arrossita, avrei una gran voglia di prendergli il viso tra le mani e baciarlo fino alla fine dei miei giorni.
“Lusingata?”
“Certo qualsiasi donna si sentirebbe lusingata descritta da un uomo come lei in questo modo”
“Un uomo come me cara?”
“Colto, posato…bello” ok, ora è ufficiale passatemi le uova, frittata per tutti Lo vedo fare quel sogghigno canzonatorio tipicamente suo mentre torna a guardarmi negli occhi
“oh cara le ho appena dato della sognatrice, ma il termine che le stà meglio è visionaria”
“Perché adesso sarei una visionaria?”
“Belle in nessun mondo un uomo come me può essere considerato bello”
“Per me lo siete” dico in un sussurro, il rosso che deve aver fatto largo sul mio viso ormai fa concorrenza a quello dei semafori ne sono sicura.
“Non lo pensa sul serio”
“Si…per me voi siete bello, dentro e fuori”
“Dentro mia cara?”
“Il vostro cuore”
“Io non ho un cuore”
“Invece si, tutti ne hanno uno”
“Una volta mi hanno detto che non si sa cosa c’è nel cuore di una persona finche non la conosci davvero, lei crede di conoscermi Belle?”
 
 
Non riesco a rispondergli, < non si sa cosa c’è nel cuore di una persona finche non la conosci davvero>, questa è una mia frase, gliela dissi quando incontrammo Robin Hood, oh Rumple amore mio ci sei ancora. Mentre allungo una mano per toccare la sua sul tavolo mi rovescio addosso il bicchiere di thè.
“Oddio che cos’ho fatto, mi spiace, l’ho sporcata?”
“No Belle non si preoccupi. Lei piuttosto si è rovinata il vestito” Noto con orrore una macchia enorme sulla gonna del mio vestito, per fortuna è thè.
“Non si preoccupi, faccio un salto in bagno e sistemo tutto” con gambe tremanti mi avvio verso il bagno delle signore.
Avevo ragione il rossore sul mio viso doveva essere molto intenso prima, ne vedo ancora qualche residuo sulle guance, sostituito dal bianco cadaverico di quando ho rovesciato il thè. Ma come faccio ad essere cosi sbadata tutte le volte?
 
Quando esco dal bagno vedo Rumple in piedi vicino al nostro tavolo, ha già addosso la giacca.
“Stavo pensando di andare a prendere un gelato, se per lei va bene”
“Va benissimo mr Gold, chiamo Ruby per il conto”
“Ho già provveduto io”
“Ma…ma io non ho pagato la mia parte”
" È mia ospite stasera”
“Ma io ho proposto la cena”
“E io provvedo ai conti” “Ma…”
“È inutile discuterne Belle, va bene cosi” mi fa cenno verso la porta, nel mettermi il cappotto vedo Ruby alzare i pollici verso l’altro, le sorrido e usciamo.
Abbiamo deciso di lasciare la macchina vicino al diner e di mangiare il gelato facendo una passeggiata, il chioschetto è vicino al negozio dei pegni. Rumple va matto per il gelato, lo mangiavamo tutti i giorni.
“A che state pensando?” la sua voce mi riscuote dai miei pensieri
“Se vi fa male il braccio”
“Non molto, ma d’altro canto tengo solo in mano un gelato, non faccio un grande sforzo”
“Giusto”
“Che progetti hai dopo che il lavoro con me sarà finito?”
“Tornerò al mio lavoro principale”
“Ovvero?”
“Io lavoro alla biblioteca ”
“Ma la biblioteca è chiusa da anni” mi dice confuso
. “Veramente è stata riaperta un po’ di tempo fa io ci lavoro da allora“
“La biblioteca è un mio immobile e non ricordo di aver dato il permesso per la riapertura o la ristrutturazione”
"Ehm…” cavolo “ io non lo so, ho solo risposto ad un bando che aveva messo fuori il comune, è cosi che ho avuto il lavoro”
“Questa cosa è assurda” sbotta di colpo sedendosi su una panchina del parco.
“Cosa ?”
“Tutta questa situazione, i ricordi che sono spariti, il mio incidente, che lasciatelo dire mi sembra assurdo, la gente, miss Lucas non mi ha mai sorriso in vita sua, mai, e sono andato a mangiare lì molte volte, e tu… Dio non so neanche come cominciare riguardo a te”
In pochi secondi è passato da voi al tu. “Che…che centro io?”
“Mi confondi, sono sempre stato un uomo solitario, non c’è mai stato nessuno nella mia vita e va benissimo così, e poi compari tu, con i tuoi sorrisi, le tue parole dolci, stasera mi hai detto persino che sono bello”
“È…è vero, sono sincera”
“Lo so, lo so dannazione che sei sincera, lo sento, ed è per quello che con te è difficile” dice alzandosi di scatto.
“Cosa? Cosa è difficile?” gli chiedo avvicinandomi.
“Essere distaccato, non lasciarmi coinvolgere da te. Da quando ho avuto l’incidente faccio strani sogni”
“Di che genere?”
“Sogno… me in un castello, vedo…vedo un sacco di persone vestite in modo strano, alcune volte ci sei anche tu” mi dice guardandomi terrorizzato “alcune volte hai un vestito tutto d’oro, altre uno azzurro, alcune volte leggi un libro, altre stai spolverando, ma sei sempre con me” sussurra guardandomi fisso. “Sarò sempre con te” bisbiglio avvicinandomi.
“Chi sei?” mi chiede guardandomi fisso negli occhi. Non riesco più a controllarmi, ormai solo un centimetro divide i nostri volti
“sono la donna che ti ha sempre amato” dico in un sussurro per poi baciarlo.
 
 
Lo sento irrigidirsi appena, ma poi si lascia andare e risponde al mio bacio con passione, non riesco a controllare le lacrime che ora escono libere dai miei occhi chiusi, < oh amore mio quanto mi sei mancato>
Faccio per abbracciarlo, ma lui si stacca da me con un gemito di dolore, inavvertitamente ho toccato la sua spalla ferita.
“Scusami non l’ho fatto apposta” faccio per toccarlo ma lui fa un passo indietro.
“Rumple… cosa?”
“Chi diavolo è Rumple?” mi chiede duro.
“Tu…tu non ricordi?”
“Che cosa dovrei ricordare?”
“Hai detto che hai sognato il castello, gli abitanti…me…”
“Quelli erano sogni miss French” l’uso del mio cognome da parte sua mi strappa un brivido
. “Tu…tu…”
“Ritengo” inizia con tono freddo “ che il nostro rapporto dovrebbe concludersi qui”
“Mi stai licenziando?” non è possibile
“Preferirei che continuasse a parlare con me dandomi del lei, come le ho detto la prima volta, non siamo in confidenza”
“Ma dopo tutto quello che c’è stato…le…le nostre giornate, il…il bacio”
“Le giornate erano lavoro, solo lavoro, per quanto riguarda il bacio è stato un errore, un attimo di debolezza che non ricapiterà più”
“Un errore? Un attimo di debolezza? non puoi pensarlo davvero”
“Mi duole darvi questa delusione ma è cosi” mi guarda fisso con quegli occhi freddi che non fanno altro che distruggermi l’anima pezzo per pezzo.
“Il bacio doveva farti ricordare”
“Ricordare cosa?”
“Il nostro passato, noi…insieme” stò continuando a piangere non riesco a fermarmi
“Noi insieme? Vaneggiate miss French non c’è nessun NOI, non c’è mai stato e mai ci sarà”
"Si invece c’era, noi ci amavamo, ma tu non te lo ricordi”
“Non lo ricordo perché non è mai successo”
"Invece si e posso dimostrartelo”
“Mi illumini, come vorrebbe farlo?
“La tazzina”
“La tazzina?”
“Si, quella con il bordo sbeccato, la ruppi io anni fa quando mi portasti al tuo castello la prima volta, è l’unica che si è salvata di quel servizio da thè perché le altre le distruggesti tu dopo avermi rinchiuso nelle segrete perché pensavi che ti avessi ingannato…”
“Un castello? Le segrete? Ma dove pensa di essere in una favola?” mi dice canzonatorio, non mi crede.
“Il bacio del vero amore doveva funzionare, doveva farti ricordare chi sei”
“E sentiamo, chi sarei di grazia?”
“Rumplestilskin”
“Rumplestilskin? Oddio ma lei è pazza, mi stà dicendo che per lei io sarei il personaggio di una favola”
“Non per me…è quello che sei”
“Ora la smetta con tutte queste sciocchezze. Me ne torno a casa, la pregherei di riconsegnarmi le chiavi sia della mia abitazione che della macchina”
Riesco solo a stare li a fissarlo, lentamente tolgo dalla tasca del cappotto sia le chiavi di casa sua che le chiavi della macchina. Nel momento stesso in cui le prende si gira e se ne va.
 
 
Appena sparisce dalla mia vista mi accascio sulla panchina e piango disperata, piango tutte le lacrime che non ho versato in questi giorni, piango sui pezzi del mio cuore spezzato.
“Non smetterò mai di lottare per te Rumple, mai”
  
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