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Autore: Alexis Cage    31/07/2014    1 recensioni
Ogni azione ha un prezzo
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Racconti diurni'
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Fa freddo, qui.

Ogni cosa trasmette solo gelo.

I muri di pietra, il cielo grigio, le scale rivolte al nulla, le rovine...

È tutto ghiaccio. È tutto perduto.

Ed è la mia casa.



Quanto tempo è passato? Anni? Secoli?

Non lo so. Non so più cos'è, quell'arcana e mortale cosa.

Il tempo.

Qui nevica sempre. Fa sempre freddo, non ci sono le stagioni, non c'è il tempo.

Ma lo sento, dentro di me.

Come se la mia parte umana, la poca che è rimasta, contasse i secondi che passano attraverso i battiti fantasma del mio cuore.

Un battito, un secondo. Un minuto, un anno, un secolo.

Un tempo infinito.



La neve copre ogni cosa, qui. Tutto è bianco, è immacolato, puro. Quanto vorrei fosse così per tutto.

Al centro delle macerie di quel grande palazzo di pietra aperto al cielo, c'è un pozzo. Un pozzo nero, profondo, oscuro.

È la pecca nella perfezione, la macchia su una candida veste.

Il ricordo di ciò che è stato.

Io non voglio ricordare. Non ne ho la forza, non posso resistere.

Ma devo. Devo resistere...e devo ricordare.

Ricordare perchè sono qui, perchè la neve copre ogni cosa, e perchè il pozzo macchia il mio mondo, che fu candido, un tempo.

Prima che cominciasse la rovina.



Sento l'eco delle loro voci.

Rimbalza sulle pareti di fredda pietra sopravvissute a ciò che è accaduto e si diffondono ovunque, raggiungendo anche le montagne che circondano questo luogo dimenticato.

È impossibile qui, tra le macerie nel centro esatto della valle nascosta, non sentirle.

Non sentire le loro voci, le loro parole, le loro risate.

Le loro grida.

A volte mi parlano, a volte mi accusano, a volte piangono. Io le imploro, le imploro di smettere, ma loro non mi ascoltano.

Non mi ascoltano mai.



"Non è stata colpa mia"

C'è scritto questo, su ogni tomba.

Il cimitero è poco lontano dalle macerie del castello ma tutte le volte che vi vado, ogni giorno, faccio un terribile sforzo.

Sono diciannove, una per tutti loro. E su ognuna c'è scritta quella frase.

L'ho scritta io tanto, tanto tempo fa.

Forse sperando che così capissero che non lo feci apposta, forse sperando che mi perdonassero. Non so a cosa pensai, quando lo feci.

È passato così tanto tempo che l'ho dimenticato.

Ma loro, loro non l'hanno dimenticato. E non lo dimenticheranno mai.



Accadde la notte di Natale di molti, fin troppi anni fa.

Sentivo qualcosa, dentro di me. Qualcosa che voleva uscire, qualcosa che voleva muoversi.

Qualcosa che aveva fame.

Ma io, sicura della mia forza, non ne feci parola con nessuno. Stupidamente mi tenni tutto dentro, certa di riuscire a contrastarlo, non ne parlai ad anima viva...neanche a mia sorella, colei che amavo con tutta me stessa...

Non ne feci parola con nessuno. E per questo, quando il demone si rivelò, nessuno fu capace di contrastarlo.

Perchè loro vedevano me. Me, la ragazza coi capelli bianchi, la ragazza che giocava con la neve, che amava la sua famiglia e che era amata da tutti. La ragazza che avrebbe dato la vita, per salvare sua sorella.

Lei era malata, e tanto. Quando ci trasferimmo qui, tutti sapevano che non avrebbe visto un altro Natale.

Ma nessuno di loro fu capace di vedere cosa risiedeva nella profondità, nell'ombra più oscura del pozzo. Solo io me ne accorsi.

E, quando mi parlò, accettai ciò che mi offrì.

Solo per lei, solo per mia sorella.

Non capendo che ciò che il demone mi aveva offerto aveva un prezzo.



Eccola, come ogni giorno.

Passo una mano bianca sulla sua tomba per pulirla, per vedere il suo nome inciso malamente sopra quell'assurda lastra di pietra. L'unica testimonianza della sua vita, della vita di tutti loro.

Il mondo ci ha dimenticati.

L'unica rimasta sono io, e non me ne andrò mai da questa valle.

Come farà il mondo a sapere del demone? Quante persone sono state e saranno ingannate da lui?

Esattamente come me.

Ma io volevo solo aiutarla. Volevo solo guarire la mia amata sorella.

Io non volevo tutto questo.

Perchè, perchè è accaduto a me, è accaduto a noi? Cos'abbiamo fatto per meritarcelo, sorella mia?

Nessuno mi può rispondere.

Ci sono solo io, qua.

Io, e le reliquie di ciò che fu e non sarà mai più.

Io, la regina delle nevi perenni, la sovrana degli ingannati, la signora di chi ha perso ogni cosa, qui, nella valle dimenticata.

Sola tra le macerie.

Per l'eternità.


  
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