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Autore: Black Roxas    08/09/2008    3 recensioni
Dopo gli avvenimenti di Kingdodm hearts 2, Sora e tutti i suoi amici saranno chiamati a combattere di nuovo per salvare i mondi da nuovi e vecchi nemici
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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KINGDOM HEARTS

 

Capitolo 1: L’inizio di una nuova avventura

Sora si svegliò di colpo... era stata davvero una pessima nottata per lui.

Tutto all’isola era tranquillo ma lui non riusciva più a ritrovare la serenità perduta: dopo aver viaggiato per moltissimi mondi e aver stretto tutte quelle amicizie, non riusciva a credere di essere bloccato sulla sua isola, senza alcuna possibilità di viaggiare. Solo la presenza di Kairi lo aiutava a sentirsi meglio, ma neppure questo era sufficiente. Sentiva la mancanza di Paperino e Pippo, suoi inseparabili compagni nelle numerosissime avventure.

- Chissà che fine hanno fatto – pensava - Probabilmente sono tornati nel loro castello con le rispettive famiglie e forse sentono la mia mancanza

Il giovane strinse forte il suo Keyblade, pensando a quanto fosse starno che l’arma non fosse scomparsa dopo aver compiuto il suo destino e aver sconfitto Heartless e organizzazione XIII. Forse sarebbe rimasto con lui per sempre. Sorrise a quel pensiero.

Intanto Riku guardava il mare. Non poteva fare a meno di ricordare come avesse combattuto contro il suo migliore amico, Sora, solo per aver creduto alle menzogne di Malefica. Non riusciva a farsi una chiara idea sulla vera indole della strega che, nonostante tutto l’odio che provava per loro, li aveva aiutati nel combattimento contro l’organizzazione.

Anche Kairi era molto pensierosa. Fin da quando era una bambina voleva viaggiare, andarsene dall’isola ma ora non voleva altro che stare con Sora. Aveva condiviso con il ragazzo molti viaggi, quando i loro cuori erano uniti; l’aveva cercato poi, mentre lui combatteva contro i nobody e, dopo essersi riunita con Namine, aveva ricevuto un Keyblade da Riku, diventando così una custode. Lo guardò comparire subito, come se fosse dotato di una propria coscienza e non volesse fare altro che comparire magicamente nel momento del bisogno e poi scomparire. Era davvero stupendo, la cosa più bella che avesse mai visto, con il suo colore dorato e i fiori sul fondo; tutto ciò quasi le faceva dimenticare quanto fosse pericoloso e difficile da maneggiare.

Proprio per questo quando era da sola con Sora, il ragazzo le dava qualche lezione di “scherma” in modo che potesse difendersi da sola…

- Ma da cosa? – pensò ad alta voce.

Ormai non c’era più nessuno da combattere, i pochi Heartless rimasti evitavano gli uomini e i pochi che osavano uscire allo scoperto venivano velocemente sconfitti dagli eroi che sostenevano ogni mondo.

Sora guardò fuori dalla finestra. Il sole non era ancora sorto ma dopo quel sogno fatto non riusciva più a dormire. Aveva visto la sua ombra, l’Heartless che era diventato moltissimo tempo prima, tornare e reclamare il suo corpo, ed era così forte che neanche il Keyblade riusciva a scalfirlo.

- Ovviamente questo è impossibile - . si ripeteva, ma il sospetto che un fondo di verità ci poteva essere si era già nascosto in un angolo della sua mente, pronto a tornare alla carica al primo momento di smarrimento o di debolezza.

 

 

 

Intanto, in un luogo totalmente diverso da quelli conosciuti, Ansem si svegliò da un lungo sonno. Era del tutto spaesato. Si trovava in una landa desolata ma non riusciva a capire cosa era successo.

 - Stavo cercando di digitalizzare Kingdom Hearts quando qualcosa è andato storto e dovrei essere morto! Come faccio ad essere sopravvissuto?-

Migliaia di domande affollavano la sua mente e, per ogni dubbio a cui riusciva a dare una buona risposta, altri dieci arrivavano a sostituirlo. Dopo qualche istante di riflessione decise di incominciare a muoversi per scoprire dove si trovava, ma intorno a lui c’erano solo immense distese erbose... una pace innaturale lo accompagnava ad ogni movimento. Dopo aver vagato in lungo e in largo, trovò un covo di Heartless e li distrusse subito senza alcuno sforzo. Continuò per ore, sempre più stanco e affaticato; aveva una fame incredibile e avrebbe mangiato qualunque cosa ma in quel luogo dimenticato dagli dei, sembrava non esserci nulla di commestibile. Si fece coraggio e andò avanti per pura forza di volontà, senza sapere se stesse continuando ad avanzare oppure se stesse girando in tondo. Vagava senza meta, sorretto solo dal bisogno di scoprire la verità sul luogo nel quale si trovava. Dopo un lungo tempo passato a camminare senza mai capire dove fosse, il saggio si accasciò al suolo, incapace di procedere ulteriormente e si addormentò. Il suo, stranamente, fu un sonno calmo e privo di sogni e al risveglio se trovò riposato e in forze, nonostante la fame si facesse ancora sentire. Dopo essersi rimesso in cammino, fu attaccato da una banda di nobody abbastanza potenti, ma niente in confronto ad Ansem. Colpì il primo con una sciabola che in qualche modo gli era stata appesa alla schiena e lo distrusse. Gli altri si allontanarono in modo da uscire dalla sua portata e lo accerchiarono. L’attacco fu così improvviso che quasi non se ne accorse. In quattro lo attaccarono da tutti i lati. Disarmò il primo e uccise il secondo, ma il terzo lo colpì alla gamba facendolo cadere in ginocchio. Era perduto.... Senza una via di scampo si preparò al peggio ma, proprio un attimo prima del colpo mortale, un Keyblade d’oro fermò l’arma dell’avversario e tutti i nemici scomparvero.

 

Nel castello Disney tutto andava come al solito: Paperino correva da una parte all’altra mentre Pippo sonnecchiava tranquillo nell’enorme giardino,  ma tutti erano in apprensione per il Re. Topolino, infatti, pochi giorni prima aveva dichiarato di dover partire per un altro viaggio poiché doveva accertarsi di alcuni eventi e neanche le suppliche di Minni riuscirono a dissuaderlo.

I vecchi compagni di Sora pensavano spesso al ragazzo e, nonostante la felicità di essere di nuovo insieme alle proprie mogli, non riuscivano a non provare un senso di vuoto nel profondo dei loro cuori. Come fare per andare a trovarlo? Tutti i passaggi erano stati chiusi, non c’era modo di poter viaggiare, ma loro avrebbero voluto trovarne lo stesso uno... come sarebbe stato bello poter rivedere tutti gli amici lasciati nei loro mondi a vigilare e guidare i loro compaesani! Improvvisamente Paperino fu scosso da una mano e fece un salto di due metri: un vero record! Si girò e, con sua enorme sorpresa, vide Leon! In un primo momento non volle crederci e pensò che fosse frutto della sua fantasia ma, quando l’uomo lo salutò, capì che era tutto vero: si poteva davvero viaggiare fra i mondi, di nuovo. Non perse neanche un secondo: condusse il suo amico in una stanza riservata agli ospiti e lo fece riposare lì mentre lui chiamava Pippo. Leon, per nulla abituato al lusso del castello, si trovò spaesato e a disagio, ma cercò di non darlo troppo a notare e si riposò per qualche minuto. Arrivarono Pippo e Paperino che lo condussero per le vie del castello mentre l’uomo raccontava loro come aveva fatto a raggiungerli…

 

Erano passati due giorni da quando Sora aveva fatto quel brutto sogno e l’esperienza non si era ripetuta. Tutto era orribilmente noioso e solo gli allenamenti con Riku e Kairi riuscivano a distrarlo. La ragazza era riuscita a padroneggiare la sua arma in modo davvero spettacolare: era brava quasi quanto i ragazzi e batterla diventava ogni volta più difficile. Come poteva fare per andarsene e vivere di nuovo le sue mille avventure? Correre rischi era diventata un’abitudine ma fino a poco prima aveva un motivo: voleva trovare a tutti i costi Kairi; ora, invece...

Sora si perse nei suoi pensieri e non si accorse dell’arrivo di Wakka.

Tutti, sull’isola, non si erano accorti dell’oscurità e tutto era tornato come nell’istante in cui era stato inghiottito e nessuno si era mai accorto delle armi dei ragazzi anche se, del resto, essi facevano di tutto perché non venissero viste da nessuno.

Wakka gli chiese uno scontro con le loro armi giocattolo e Sora lo lasciò vincere, dato che, in caso contrario, il giovane gli avrebbe sicuramente chiesto una rivincita. Sora tornò a casa, salutò la madre ed entrò in camera sua, a riflettere su tutto ciò che aveva visto, fatto e desiderato. Tutti i suoi principi erano stati messi alla prova, i suoi valori erano stati capovolti e aveva fatto cose di cui poi si era pentito. Si rifugiò nell’angolo più remoto del suo cuore, dove poteva sentire la presenza del suo nobody, Roxas. Esso si era riunito a Sora durante la rigenerazione del ragazzo dopo l’esperienza del castello dell’oblio, del quale non ricordava quasi nulla. In esso aveva perso i suoi veri ricordi per rimpiazzarli con alcuni falsi e ora che aveva recuperato quelli originali, avrebbe voluto ricordare di più quello che aveva fatto in quel periodo. Dopo aver parlato con Roxas, tornò al mondo reale, giusto in tempo per sentire la madre chiamarlo: la cena era pronta. Sora mangiò con il solito appetito e chiese il permesso per uscire. Come tutte le sere andò alla spiaggia dove trovò i suoi amici ad aspettarlo e continuò ad allenarsi fino a che non fu troppo stanco per proseguire. Decise di andare subito a dormire, così salutò i due compagni. Stava tornando a casa quando una luce abbagliante si accese davanti a lui e lo costrinse a chiudere gli occhi, così non vide il colpo che stava arrivando e fu colpito in pieno petto. Sora cadde a terra, svenuto.

  
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