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Autore: Atticus 182    01/08/2014    1 recensioni
"Jimmy Novak, un uomo sulla trentina, accettò di donarmi il suo corpo una notte di settembre, divenne il mio involucro personale e sentivo che iniziava ad aderire alla mia luce celeste. Indossava un trench beige, un vestito scuro, una camicia bianca e una cravatta e quello fu il mio marchio d’identità per ogni angelo che venisse dal cielo. "
Castiel è un Angelo, un Soldato del Signore, la sua missione è quella di ripulire la Terra dai Demoni e dagli individui impuri e senza fede. E' un Angelo freddo e senza rimorsi, ma c'è qualcosa di speciale dentro di lui, e Dio ne è consapevole. Qualcosa che crescerà e un giorno, dopo l'incontro con una persona molto importante, prenderà il sopravvento. Parlerò in prima persona, e descriverò i pensieri di Castiel. Buona lettura :)
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza | Contesto: Quarta stagione, Più stagioni
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« Io sono quello che esce dall'ombra, strafigo e arrogante con soprabito e sigaretta, pronto ad affrontare la follia. Ah, penso io a tutto. Posso salvarvi. Dovesse anche costarvi fino all'ultima goccia del vostro sangue, scaccerò i vostri demoni. Li prenderò a calci nei coglioni. Sputerò loro addosso mentre sono a terra e poi sparirò di nuovo nell'ombra, lasciandomi dietro solo un cenno, una strizzata d'occhio e una battuta sagace. Cammino da solo... Chi mai vorrebbe camminare con me? »
John Constantine  – Abitudini pericolose

Il giorno in cui fui mandato sulla Terra fu una rivelazione e una condanna per me. Una rivelazione perché il mondo terrestre nasconde profondi misteri macchiati di sangue e avidità, ma anche di piacere e sentimento che noi Angeli non siamo ancora in grado di comprendere. Una condanna perché essere un soldato di Dio comporta sacrifici e azioni che gli umani non sono ancora in grado di comprendere.
Jimmy Novak, un uomo sulla trentina, accettò di donarmi il suo corpo una notte di settembre, divenne il mio involucro personale e sentivo che iniziava ad aderire alla mia luce celeste. Indossava  un trench beige, un vestito scuro, una camicia bianca e una cravatta e quello fu il mio marchio d’identità per ogni angelo che venisse dal cielo. Non capivo gli ingranaggi del mondo terrestre, all’inizio, camminavo per le strade e osservavo le persone condurre le proprie vite, che ai miei occhi erano semplici individui tutti uguali mossi dalla mente del nostro Capo Supremo, qui chiamato Dio. Lui aveva creato un disegno per ogni piccolo essere ingrato che giaceva sulla Terra, io ne conoscevo le azioni e i punti deboli e il mio compito era semplicemente adempire la missione del Soldato del Signore.
I miei fratelli portavano a termine i loro compiti con piu’ facilità rispetto a me. Non mi ritenevo il piu’ esperto nell’arte dell’uccidere o punire, ma Nostro Padre mi aveva regalato una Grazia speciale, mia e piu’ potente delle altre, diceva che io ero il piu’ importante e che un giorno sarei potuto tornare da lui e sedermi al suo fianco per godere della sua luce. Così intrapresi il mio percorso, ma piu’ corpi colpivo, piu’ il senso di colpa accresceva. Eppure i Soldati del Signore non provano niente, se non amore verso Dio. Io mi sentivo semplicemente piu’ pesante e volare sulle mie ali rappresentava una sfida continua, prima di poggiare la mia mano sulla testa degli irriconoscenti, guardavo velocemente i loro occhi pieni di terrore e li studiavo per capirne il significato. Variavano dall’ azzurro ghiaccio al castano mogano, a volte potevo riconoscere una punta di sfida nei loro sguardi e il mio lavoro veniva semplificato, altre volte l’innocenza e la purezza delle loro anime risplendeva con così ardore da accecarmi, piu’ di quanto non facesse la mia essenza e mi trovavo a brancolare nel buio delle loro pupille in cerca di una risposta al mio quesito. Perché noi Angeli facciamo questo ?
Ma Dio poteva scrutare nelle nostre menti e fu scosso da quel pensiero, distaccò la mia essenza dal corpo per la frazione di un minuto e mi trascinò in un posto in cui tutto si azzera, persino la mia luce. «Figlio mio, perché ti poni queste domande ? » Mi aveva chiesto. Erano davvero poche le volte in cui si mostrava a noi,  anche solo parlando e la sua voce ebbe un effetto statico su di me, come se ogni piccolo dilemma fosse stato risolto e anche i nodi piu’ complessi sciolti per sempre. Non sentivo piu’ i  muscoli del corpo rispondere agli stimoli, riuscivo solo ad osservare il mio involucro che giaceva immobile a terra, come svuotato della vita. «A volte non riesco a comprendere il senso della nostra missione, Padre. » Lui conosceva già le risposte, ma voleva uno scambio di battute, voleva essere totalmente sicuro di ciò che mi turbava, sentendolo uscire dalle mie labbra. La sensazione che provai mi stava scomoda, il corpo da umano aveva dei vantaggi, come quello di sentire i muscoli e le ossa , cose concrete, materiali, poter avere non solo il controllo dell’anima, ma anche del corpo. Ogni Angelo del paradiso era limitato ad una luce celeste che fluttuava nell’aria e non possedeva né un cuore né un cervello, pur avendo ricevuto il nostro involucro svuotato da ogni organo, potevo sentire dentro di me l’appartenenza a due mondi, il Paradiso e la Terra, per quanto gli esseri che la popolano possano essere, per la maggior parte dei casi, sprezzanti e superficiali, io possedevo un’educazione alla vita e alla sua importanza e stavo apprendendo le nozioni principali da umano.
«Vi ho mandati sulla Terra per uno scopo preciso, e tu conosci le ragioni piu’ di tutti. Non deludermi, adempi la tua missione. » Con quelle parole la sua voce scomparve e con essa il mio malessere. Tornai al mio corpo che doveva di nuovo riabituarsi a contenermi. Ma ormai avevamo creato una sintonia e le braccia si muovevano in armonia con il mio essere. Nonostante conoscessi tutti i segreti del Mondo continuai a vagare per le terre straniere senza preoccupazioni, senza il timore che gli umani potessero contagiarmi con la loro immoralità e impurezza. Eppure avrei dovuto prestare piu’ attenzione, stavo nuotando in un mare contagiato, ogni sorta di animale marino guizzava intorno a me e sfiorava la mia anima e ne bramava la purezza e io ignaro proseguivo il mio percorso. Il mio essere Angelo mi donava potere e compensava ogni vuoto del corpo da umano, non avevo bisogno di dormire e nutrirmi non rientrava tra le mie priorità. Piu’ andavo avanti piu’ dentro di me si insinuava qualcosa, qualcosa di freddo e oscuro, piu’ gelido delle azioni che compivo. Che fosse la pietà o la compassione, di questo non ne ero certo, ma un Angelo ha bisogno anche di quello. E nonostante i miei sforzi per reprimere questi nuovi sensi, la fermezza e la determinazione del Soldato del Signore stavano scemando e si indebolivano schiacciate dal peso delle vite che avevo spezzato. Ma nella mente mi si disegnavano quelle parole, piu’ potenti di ogni miracolo, facevano di me ciò che ora ho perso e indirizzandomi verso strade da cui sarebbe stato difficile tornare indietro.
Il disegno del Signore comprendeva, quindi, l’eliminazione degli  esseri impuri, non riconoscenti e soprattutto senza fede. Il nostro lavoro era lontano dal termine, ma piu’ angeli venivano mandati a riscattarsi piu’ umani ritrovavano la giusta via. Gli individui piu’ temuti e odiati da noi Soldati del Signore, erano i Demoni. Esseri senza ritegno e pudore, con un velo nero ad aleggiare sulle loro teste e occhi neri e penetranti. Sono il male puro, venuti direttamente dall’Inferno per creare nuove creature e mietere anime da torturare nelle fiamme del sottosuolo. Si nascondevano bene, perché fino a questo momento non ne avevo incontrati molti sul mio cammino. Sfuggivano ai nostri occhi onniscienti, nascondendosi nelle tenebre e profanando corpi innocenti, divorandone la psiche.
Potrebbe valere lo stesso discorso per noi Angeli, ma la differenza tra noi e quegli esseri immondi è che lasciamo scelta al nostro contenitore, loro semplicemente strappano via la vita e se ne impossessano senza pensare alle conseguenze. In alcuni casi prendono possesso di corpi ancora vivi, li marchiano a fuoco con la loro malvagità dall’interno e li lasciano liberi, liberi di vivere una vita che gli ricorda di aver commesso barbarie ogni giorno e con un profondo trauma che crea solchi di sofferenza nelle loro anime.
Il nostro modo di uccidere si incentrava principalmente sull’incenerire gli occhi delle vittime e trafiggergli il cuore in un unico preciso movimento. Nessun ripensamento, né titubanza nell’uccidere un ingrato, bisognava concludere un lavoro pulito e deciso.
«Sei un Angelo giusto ? » Sentivo il calore del suo corpo sotto il mio palmo e i battiti accelerati del suo cuore.  «Si, sono un Angelo, un Soldato del Signore. » Avevo risposto a quella donna che con una certa spigliatezza mi aveva rivolto la parola. «E allora perché lo fai ? » Tenevo ancora la mano saldata sulla sua testa e la guardai confuso, non capivo il significato delle sue parole. Era un demone, e dovevo ucciderla, anche se questo comportava uccidere anche l’involucro. I sacrifici venivano visti bene tra noi Angeli, una vita senza sacrificio non sarebbe stata degna di essere vissuta. «Tu sei il male, devo eliminarti. » Tagliai a corto, strinsi meglio le dita e chiusi gli occhi per raccogliere energia. «Io pensavo che gli Angeli fossero buoni e proteggessero le nostre anime. » Le palpebre mi si sollevarono da sole e un sentimento a me estraneo mi colpì dritto al petto.  Con quale presunzione osava parlarmi così ? Eppure quelle parole avevano un senso, ma io, io ero un Soldato del Signore, la mia caratteristica non era la compassione, ma la determinazione. Portare avanti scelte sagge e salde e diffondere il messaggio di Dio. Ma quella donna, con quel suo tono, mi stava distaccando dal mio lato Angelico per parlare con il lato umano. In realtà il Demone stava facendo parlare il suo involucro per tentarmi, per dissuadermi dall’ucciderla. Io conoscevo i loro giochetti, ma pensai comunque che se potesse esistere un modo per liberare quei corpi dalle anime corrose dal male dei Demoni senza spezzare la loro vita io l’avrei adottato. Non trovai risposta. La guardai in viso come per scusarmi della mia azione avventata, forse sbagliata, che non le diede tempo per capire il mio vero essere. Un luce bianca invase l’incavo dei suoi occhi e della sua bocca spalancata in un urlo. Si accasciò a terra emanando un ultimo sbuffo di vita. Rimasi a guardarla per svariati minuti, perdendomi nel senso di quell’atto. La morte. Così muta, eppure  rumorosa nel silenzio che la segue. L’appartamento si affacciava sui palazzi e sulla strada vuota, era uno squallido motel al centro della città. I ratti si muovevamo freneticamente nelle tubature e pezzi di intonaco giacevano accanto alla branda appoggiata alla parete. Una bottiglia di liquore, un coltello e delle candele erano riposte sul tavolino scheggiato al centro della stanza. Io ero seduto sul materasso, piegato sotto il mio peso,  e scuotevo piano la testa. Dovevo prendermi qualche secondo per ripercorrere l’accaduto, per spiegare a me stesso ciò che era appena successo e farmene una ragione. Avevo ucciso una donna che sapeva di essere innocente e aveva una concezione di  noi Angeli molto differente da com’è in realtà. Qui gli umani ci vedono come Creature Angeliche che proteggono le loro vite e stanno in constante perlustrazione intorno alle loro anime per difenderle da ogni pericolo. Noi portiamo giustizia, portiamo purezza, combattiamo per amore di Dio e del suo creato. Eppure non riuscivo a comprendere cosa davvero ci legava al Signore, Nostro Padre. Era amore o qualcosa di diverso ? Come il sangue, la consapevolezza che se non avessimo adempito al nostro compito saremmo potuti finire nelle celle del Paradiso, o saremmo potuti rimanere per sempre sulla Terra, senza grazia, come umani, in balia delle necessità del corpo e della società.
Rivolsi di nuovo lo sguardo a quel corpo, era davvero possibile che gli umani avessero capito prima di me la vera natura del disegno di Dio ? Una mano gelida e invisibile mi sfiorò la guancia e tornai nella sudicia stanza del Demone.  Proprio il Demone che aveva risucchiato via la vita da quella donna, e ad un tratto capii il senso di tutto. Il senso di ogni cosa. Tutti i miei dubbi furono scacciati via e le mie perplessità cancellate. La mia missione era ripulire il mondo dalle oscenità del male, dell’Inferno, della Terra e mi sentivo pronto a rendere orgoglioso di me Mio Padre. 
 
   
 
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