Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: Moccici    01/08/2014    3 recensioni
Era una mattina d'Estate, di quelle afose, di quelle insopportabili.
E poi, d’un tratto, un tonfo sordo, uno stridire di freni.
E via, in un secondo si era già girato e fiondato su di lui, verso il suo compagno.
-Oddio la mia prima angst (Se così si può definire)-
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Katekyo Hitman Reborn e i suoi personaggi non mi appartengono, ma sono di Akira Amano.
La storia non è stata scritta a scopo di lucro.



Era una mattina d’Estate, di quelle afose, di quelle insopportabili.

E poi, d’un tratto, un tonfo sordo, uno stridire di freni.
E via, in un secondo si era già girato e fiondato su di lui, verso il suo compagno.

Su quel corpo inerte.

Le lacrime salate del castano già si fondevano col sangue cremisi dell’albino, mentre lo stringeva a sé, invocando il suo nome come un mantra.

Dopo mille e più battaglie combattute fianco a fianco, dopo tutte quelle serate perse a litigare, dopo tutto ciò che avevano passato assieme..

Lo stringeva e lo guardava, mentre gli sorrideva nonostante la situazione, nonostante il dolore che entrambi provavano fosse insopportabile.

Si, gli sorrideva mentre il suo sangue continuava a sgorgargli dalle ferite, nel tentativo di calmarlo.

“..Sonno..”

Più che ad una parola sussurrata, assomigliava ad un gemito di dolore, il suo.
Sapeva che le sue forze lo stavano lasciando, e che non aveva ancora molto tempo.
Ma in fondo era felice, felice di star passando i suoi ultimi attimi tra le sue forti ed accoglienti braccia.

“Non mi abbandonare.. Abbiamo ancora tanto da fare..!”

Buffo, così fisicamente vicini, erano ormai così lontani in realtà. Irraggiungibili.
Così distanti.. Così dolorosamente distanti.

I clacson delle auto suonavano, le persone urlavano.
Ma il castano non sentiva quei rumori.
Sentiva solo il cuore dell’albino, il suo battito sempre più debole, finchè, affievolendosi, non scomparve del tutto.

E allora urlò, del tutto impazzito.

Urlò, svuotandosi di tutto ciò che aveva dentro, abbandonandosi a quel dolore, a quella sofferenza.

Era una mattina d’Estate, di quelle afose, di quelle insopportabili.
I clacson delle auto suonavano, le persone urlavano.


Ma Yamamoto non li sentiva.





Angolo della svitata TwT
Sono tornata con questa cosa perchè la avevo preparata per le emergenze (?)
Nel senso che sono da tanto che non pubblico e visto che ora ho pronta e scritta questa..
Tenetevela (?)
Non mi aspetto molto, è la prima volta che scrivo di 'sto genere, quindi boh ^^"
Un commentino è sempre gradito, anche se negativo, così potrò migliorare!

Ci sentiamo presto, un abbraccio!
  
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