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Autore: Courage12    01/08/2014    3 recensioni
“Makoto!”
“Si?”
“Rimani qui con me …”
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel pezzo di carta ormai lo tormentava da settimane. Anche le parole di Rin e Makoto al riguardo lo tormentavano. No, Haruka, non aveva ancora deciso cosa avrebbe fatto della sua vita dopo la scuola superiore. Credeva che con quel “libero”, la gente avrebbe capito … ma forse nemmeno lui comprendeva fino in fondo il significato di quella sua scelta.
Ma non era nemmeno una scelta, era uno stile di vita oltre ad essere l’unico stile di nuoto che Haruka amava praticare. Beh questo, gli altri, sembravano non capirlo. Nemmeno Makoto.
Makoto che era sempre stato lì per lui e con lui, da quando erano bambini. Haruka non amava esternare quello che provava, si accontentava di sguardi intensi carichi di parole e sorrisi debolmente accennati che concedeva solo al suo migliore amico.
Makoto era diverso invece: lui sembrava leggergli nel pensiero, e dava voce a tutto quello che Haruka aveva in mente. Certe volte poteva essere rassicurante, certe volte lo irritava. Questo era il tipo di rapporto che legava quei due, arrivati all’ultimo anno della scuola superiore, entrambi avevano imparato a sopportare e ad apprezzare le loro stramberie reciprocamente. In così tanti anni di amicizia, non avevano mai litigato seriamente … Makoto faceva sempre in modo di spegnere qualsiasi miccia che potesse portare ad un incendio violento, e con quel suo sorriso ci riusciva sempre.
Ecco, il sorriso di Makoto era una di quelle cose di cui Haru non avrebbe mai potuto fare a meno. Spesso si soffermava a pensare a queste cose e si chiedeva: “Ma davvero Makoto è il mio migliore amico?”
era come se quelle due parole riducessero quello che Makoto rappresentava per lui. Molto di più. Haruka sapeva solamente che, forse, la sua vita senza Makoto non sarebbe mai stata così piacevole.
 
~~~

 
“Haru!”

Eccolo lì, Makoto, sempre puntuale sotto casa di Haruka come ogni mattina.
Ormai quello era diventato una specie di rituale per loro due: Makoto entrava in casa, arrivava fino al bagno, tendeva la mano ad Haru e aspettava che l’amico uscisse dalla sua vasca da bagno/tana.

“Ti va di correre fino a scuola, come i bei vecchi tempi, Haru-chan?”
“Non chiamarmi in quel modo …”

Makoto lo guardò asciugarsi i capelli con un sorriso e lo seguì in cucina.

“Vuoi qualcosa da mangiare? Sto cucinando gli sgombri …”
“Non ti preoccupare, ho già mangiato prima. Ma sbrigati o faremo tardi.”
“Si.”

Haruka e Makoto erano soliti correre fino a scuola da piccoli. A partire dal primo anno delle superiori, la cosa era diventata sempre più rara … o meglio, Makoto chiedeva ad Haru di correre con lui quando doveva parlargli di qualcosa.

“Haru-chan …”
“Mh?”
“Posso chiederti una cosa?”
“Si …”
“Hai più pensato a quello che farai dopo le superiori?”

Haruka non rispose, temeva quella domanda. E Makoto insisteva ancora una volta, nonostante Haru gli avesse chiesto di non tormentarlo tempo fa.

“Haru … lo sai che non mi piace insistere. Ma è importante. E’ fondamentale per te e …”
“E … ?”
“Per me …”
“Perché dovrebbe essere fondamentale per te? Cosa c’entri tu con quello che farò io dopo?!”

Makoto si accorse del tono scocciato e irritato di Haru, non lo guardava più col suo solito sorriso. I due enormi occhi verdi presto si rabbuiarono, fino a quasi spegnersi. Continuò a correre, senza accorgersi che Haru si era già fermato da un po’.

“Makoto!”
“…”
“Perché è fondamentale per te?”
“Perché … voglio essere pronto all’idea di dovermi allontanare da te. E’ possibile … non ho idea di cosa tu voglia fare e non è detto che potremmo ritrovarci di nuovo insieme …”

Haruka lo guardò meravigliato, non sapeva cosa dire. Aveva pensato mille volte anche lui a questa possibilità, e non era ancora riuscito a trovare una soluzione possibile. Una soluzione che potesse renderli felici, restando uniti.

“Ma … sappi che, qualunque cosa tu sceglierai, che ti porti lontano da me o meno, voglio solo che tu sia felice e che ti senta libero … è questo quello che vuoi, Haru-chan.”

Haruka non amava esternare quello che provava, ma stavolta era diverso. Quello che Makoto gli aveva appena detto era diverso. Lo guardò per un po’ sgranando gli occhi color oceano e si avvicinò lentamente a lui. Makoto era rimasto lì, con lo sguardo verso il basso, aspettando una risposta, un cenno, qualsiasi cosa.
La risposta arrivò, inaspettata, ma arrivò … Haruka si lasciò andare in un abbraccio, forse per la prima volta dopo tanti anni.
Makoto non si era mai azzardato, non perché non ci fosse abbastanza confidenza fra loro, ma perché sapeva che Haru non amava troppo il contatto fisico, non voleva invadere i suoi spazi.
Stavolta colse l’occasione al volo e lo avvolse con le braccia, stringendolo forte a sé, passò una mano fra i suoi capelli, portando Haru ad abbassare la fronte sulla sua spalla.
Haruka e Makoto non si parlarono per tutta la giornata.
Haru guardava fuori dalla finestra, non prestando attenzione alle parole che i suoi compagni di classe e i professori gli rivolgevano … non prestava attenzione nemmeno allo sguardo di Makoto fisso su di lui.
Era il tipico sguardo da “Vorrei capire a cosa sta pensando” … ma Haru vagava semplicemente con la mente, come sempre, stavolta però soffermandosi su quell’abbraccio e la mano di Makoto fra i suoi capelli.
 
~~~

 
La domenica era il giorno in cui Haru doveva rilassarsi, non pensare più a nulla, alla scuola, alle gare di nuoto … doveva solamente godersi l’acqua.
Faceva ancora troppo freddo per poter nuotare in una piscina aperta, per questo, si limitava ad immergersi nella sua vasca da bagno.
Aveva continuato a pensare a quell’abbraccio per tutta la settimana, ma non ne aveva mai parlato con Makoto.  Non aveva voglia di dirgli quello che pensava, anzi, aveva paura che Makoto potesse capirlo. Era l’unico in grado di farlo, la sua mente era per lui come un libro aperto.
La sera, Makoto si trovò a casa di Haru … di certo non casualmente.
Haruka era nuovamente immerso nella vasca da bagno e vide Makoto entrare e sedersi sul bordo.

“Immagino che tu sia rimasto nella vasca da bagno quasi tutta la giornata, o quasi”
disse ironicamente, sorridendo

“No, ho anche pranzato … e studiato per domani … fuori dalla vasca, ovviamente.”
Makoto rise nuovamente e guardò il soffitto.

“Perché sei qui?”
“Avevo voglia di vederti … e mi mancava parlare con te.”
“E perché non l’hai fatto in questi giorni?”
“Non volevo irritarti.”
“Mh …”
“Ho ripensato tante volte a quell’abbraccio, sai?”
“A-anche io…” disse Haru in un sussurro
“Cosa?”
“Nulla …”
“E … mi ha reso felice.”
“Ok.”
“V-volevo solo dirti questo … dovevo farlo.  Ci vediamo domani a scuola, Haru-chan.”

Makoto si alzò dal bordo della vasca da bagno, e Haru lo guardò allontanarsi verso la soglia della porta.
Non voleva che Makoto se ne andasse, ma non sapeva come dirglielo.

“Makoto!”
“Si?”
Rimani qui con me

 
Cenarono insieme senza dirsi una parola. Makoto si limitava a guardarlo e a sorridergli come sempre.
Misero due sacchi a pelo nel soggiorno e guardarono un film per tutta la serata.
Haru si era addormentato per primo, e si girò inconsciamente di lato verso Makoto.
Makoto l’osservò a lungo.  Dopo essersi assicurato che dormisse sul serio, gli spostò una ciocca di capelli dagli occhi e sorrise. Haru si lamentava nel sonno, forse stava avendo un incubo.
Per tranquillizzarlo, Makoto gli mise una mano sotto la testa, avvicinandosi a lui e gli lasciò un bacio leggero fra i capelli. Trascorse quasi un’ora guardandolo come se fosse il tesoro più prezioso sulla faccia della terra, e ad accarezzargli i capelli per farlo dormire tranquillamente.
Si addormentò poco dopo, stringendolo a sé, quasi proteggendolo da chissà quale minaccia stesse mettendo in pericolo il suo Haru in quel momento.






 
   
 
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