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Autore: Egomet    09/09/2008    2 recensioni
Una Opel Corsa sporchissima. Un ragazzo distratto e quei soldi per far benzina dimenticati a casa. Sarà un male...o un bene?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Splash!

Un secchio d’acqua si rovescia sul parabrezza. Poi cola sui lati, bagnando i tergicristalli e il cofano.

Davide si passa una mano sulla fronte per togliersi il sudore, poi prende in mano una spugna, la intinge nell’acqua mista a Svelto e inizia a strofinare.

Sono le sette e trenta di agosto, non fa caldissimo, ma nemmeno fresco.

Accanto a lui ci sono uno zaino e una valigia, un secchio e una pompa.

Si ferma e osserva il suo operato.

Sui finestrini c’è scritto ‘Lavami’. Brutti imbecilli…

Che ne sanno loro di quello che c’è da fare? Mica uno può stare tutti i giorni a pulire la macchina.

Però era in condizioni disastrose, e perciò si era deciso a darle una pulita.

Si mette carponi e bagna con la spugna la testata dell’auto, indugiando maggiormente sullo stemma.

Poi, sbuffando, si alza e getta un’altra secchiata, stavolta dietro.

Sposta il tergicristallo e strofina i vetri, cancellando quella scritta impertinente.

Dopo un po’, sempre più sudato, lancia la spugna nel secchio, facendo un perfetto canestro.

Si mette una mano sul fianco e guarda la macchina.

 

La Opel Corsa color bordeaux scintilla alla luce mattutina del sole.

La fiancata destra è un po’ ammaccata, ma a Davide va benissimo così; era stato il regalo più bello della sua vita, quando a vent’anni suo zio gliel’aveva passata.

E anche se non era un granché e non faceva accelerazioni da paura, le era affezionato.

Sorrise e raccolse le valigie.

Aprì il portellone posteriore e infilò dentro zaino e trolley.

Poi chiuse con un rumore secco e rientrò nell’atrio dell’appartamento, salendo le scale fino al secondo piano.

Estrasse un portachiavi rosso e fece scattare la serratura.

Per prima cosa si spogliò e andò a farsi una doccia, lavando via il sudore.

Poi si infilò dei jeans puliti, una maglietta grigia e un paio di Diesel nere piuttosto consumate.

Accese il telefono e trovò un messaggio.

‘A che ora parti?’.

Digitò velocemente la risposta e, dopo aver chiuso porte e finestre, era già sceso sotto.

‘Adesso’.

 

Aprì lo sportello e si sedette; guardò il resto dell’abitacolo.

Spiccioli sparsi per terra, cd sui sedili, polvere e tappi di birra.

Decisamente l’ordine non era il suo forte.

Infilò le chiavi e accese il motore.

Lo aspettavano un bel po’ di ore di viaggio da lì a Firenze. Ma d’altra parte non è che tuo cugino si laurea tutti i giorni, no?

Fece con cura la retromarcia, stando bene attento a non sfiorare la gippona di quello snob del quinto piano e si infilò nel traffico.

E una è fatta.

Apre il finestrino e l’aria gli sbatte sui capelli castani appena lavati, dandogli una brave sensazione di fresco; inizia a guidare tranquillo fino alla periferia.

Con un dito accende la radio, captando la frequenza di RTL 102.5.

E dallo stereo esce ‘All summer’.

Bene, ci vuole proprio.

Il rosario appeso allo specchietto interno dondola pericolosamente mentre la Opel passa una seria di dossi; un accessorio necessario, imposto da mamma.

Però è accompagnato da un gagliardetto interista. Le due fedi.

 

Davide ha un braccio fuori dal finestrino e uno mollemente abbandonato sul volante.

Fa una curva e un bel po’ di Cd rotolano a terra, sul fondo. Prima o poi dovrà comprarsi un contenitore.

Ha lasciato la strada cittadina e sta imboccando quella che lo porterà sull’autostrada, quando lo sguardo gli cade sul cruscotto.

Impallidisce.

Cavolo cavolo cavolo!

La benzina.

Maledizione…

La tacca segna meno di zero.

Cioè io sto per partire per Firenze e la mia macchina non ha nemmeno un po’ di benzina? Ma come ho fatto a dimenticarmene?

Per fortuna che me ne sono accorto che sennò poteva lasciarmi appiedato questa…

Mentre guida comincia a riflettere: dov’è che posso farla?



Ah sì! Vicino la stazione!

E per fortuna immensa, o grazia divina, la stazione è a pochi metri da lui.

Tirando un sospiro di sollievo, si infila nella strada.

Mentre fa per parcheggiare, la macchina si spegne d’un colpo.

Cavolo, giusto in tempo!

Scende dall’auto e si guarda intorno.

Di un meccanico neanche l’ombra. Poi legge meglio la scritta ‘Fai da te’.

Ah ecco. Si avvicina egli erogatori e fa per cercare il portafoglio.

Cerca nella tasca destra della giacca marrone che si è messo sulla maglietta.

Si destreggia fra scontrini e spiccioli, però non trova nient’altro.

Si tocca la tasca posteriore dei jeans.

Niente.

Eppure sul tavolo dell’ingresso avevo preparato apposta i biglietti da cinquanta da portarmi dietro.

Un terribile presentimento lo assale e inizia ad impallidire.

No, non è possibile…

Si fionda in macchina e, con metà del corpo fuori dall’abitacolo, cerca disperatamente nel cruscotto, nel portacenere.

Poi si siede su qualcosa di scomodo e si volta.

Le chiavi e il portafoglio.

Grazie al cielo!

Sollevato, esce dalla macchina e lo apre.

Nella tasca più grande però non c’è nemmeno l’ombra di una banconota.

Ci sono solo tre euro e cinquanta ridotti ai minimi spiccioli.

 

Non è possibile.

Davide si ferma e cerca di fare mente locale.

Aveva preso i pezzi più grandi e li aveva messi, apposta per ricordarsi, sul mobile all’ingresso.

E dannazione non era possibile che se li fosse dimenticati!!!

Ma sembrava proprio così.

Il ragazzo chiude gli occhi verdi e pensa rapidamente.

Pensa alla ormai ben corposa distanza che lo separa da casa.

Pensa a quelle maledette banconote lasciate all’ingresso.

Pensa alla Opel che non ha benzina nel motore.

Pensa e ci ripensa e si dà dello stupido.

 

Non sa che fare.

Il suo telefono è scarico, la sua macchina lo ha lasciato a piedi, e non ha il becco d’un quattrino.

A pochi metri dalla macchina c’è la stazione; alcune persone vanno e vengono e gli passano davanti.

Per un attimo Davide è tentato di chiedere l’elemosina a qualcuno.

Ma quell’attimo passa subito.

Geme sconsolato e si siede sul marciapiede.

Come fare?

Dire al parentado che arriverà con un po’ di ritardo? La laurea è fra due giorni…

Chiedere aiuto ad un amico? Sono tutti in vacanza…

Che fare?

Un sacco di persone, ragazzi, mamme, figli, uomini, tutti muniti di valigie, borsoni e zaini si affrettano verso i binari.

È costretto a tornare a casa a piedi, a prendere i soldi e a tornare a prendersi la macchina.

E casa è lontana.

Poggia i gomiti sulle ginocchia e si copre il viso con le mani.

Potrebbe andare peggio di così?

 

-Serve aiuto?-

 

Forse sì.

 

 

 

Inizialmente avevo pensato di riscrivere una one-shot che mi era venuta una schifezza. Poi però non riuscivo a continuare ed è saltata fuori questa storia. Spero che sia meglio di quella che avevo scritto prima. Buona lettura.

 

  
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