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Autore: wislava    01/08/2014    2 recensioni
3949 parole. Dal testo: "Draco, Blaise e Pansy si trovavano in uno dei salottini di Grimmauld Place scambiandosi opinioni sui membri dell'Ordine della Fenice che avevano avuto modo di osservare attentamente da un mese a quella parte, cioè da quando avevano concluso il loro Sesto Anno..." DRARRY!!
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Contesto generale/vago
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Because it's Love

 

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3949 parole. I personaggi di Harry e Draco e di tutti gli altri non mi appartengono. Questa è una one shot Drarry, non ci sono scene troppo esplicite ma parla comunque dell amore tra Potter e Malfoy, due ragazzi.
Don't like, don't read.

Ambientato durante il settimo anno. La Seconda Guerra Magica è ancora in corso ma non ho tenuto conto né degli Horcrux né dei Doni della Morte. Harry è ancora il Prescelto e tutto si è svolto come nei libri, compresa la morte di Silente per mani di Piton ma non si farà menzione di quest'ultimo. Draco non ha preso il marchio prima del suo sesto anno e non è stato lui a far entrare i Mangiamorte a Hogwarts. Decidete pure voi cosa sia successo, non mi offendo!!! :P Comunque non è pertinente ai fini della storia.

 

 

 

Draco, Blaise e Pansy si trovavano in uno dei salottini di Grimmauld Place scambiandosi opinioni sui membri dell'Ordine della Fenice che avevano avuto modo di osservare attentamente da un mese a quella parte, cioè da quando avevano concluso il loro Sesto Anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts per unirsi e chiedere la protezione dell'Ordine da Colui Che Non Deve Essere Nominato e dalle loro famiglie.

“Secondo me, Malocchio” disse Draco affabilmente osservando il bianco nel calice che teneva regalmente nella mano sinistra “è più inquietante del Signore Oscuro in persona. Prova un insano piacere nel catturare e, credo, torturare i Mangiamorte. Delle volte, mi ricorda mia zia Bellatrix”

“Lo penso anche io. Mi fa quasi paura. Meno male che siamo dalla stessa parte” gli diede ragione Pansy mentre si limava le unghie smaltate di verde.

“E' indubbiamente un individuo alquanto particolare” prese parola Blaise mente sorseggiava del brandy “ma è un Auror ed è un membro dell'Ordine. Dobbiamo fidarci di loro o loro non si fideranno mai completamente di noi”.

Draco Malfoy sospirò “Mi domando cosa sarebbe successo se non l'avessi mai detto ai miei. Probabilmente sarei scappato comunque”.

“Draco, non crucciarti” intervenne Pansy agitando l'indice destro a mo' di ammonimento “hai fatto bene ad essere sincero con loro. Certo, nessuno si aspettava una reazione come quella di tuo padre. Diseredarti! Che sciocchezza! Solo perché hai detto che ti piace il cazzo!”

Malfoy sorrise alla veemenza dell'amica e al suo linguaggio inaspettatamente scurrile “grazie Pans. Ma più che a mio padre, penso a mia madre. Credevo lo sapesse già, sapete? Insomma, una madre certe cose dovrebbe intuirle. Invece non ha detto o fatto nulla. Il volto impenetrabile, una maschera di cera. Bellissima ma inanimata. Neanche una contrazione quando quel bastardo crudele di mio padre, roso dalla rabbia, mi ha scagliato addosso una Cruciatus”

“Cosa?” scattarono gli altri due Serpeverde. Blaise rovesciò anche il brandy, tanta era la foga che aveva messo in quell'unica parola.

Con moto di stizza, Zabini, asciugò il suo completo con un colpo di bacchetta senza curarsi delle poche gocce cadute sul tappeto “ci avevi detto” disse arrabbiato ed esasperato “che ti aveva solo minacciato. Un ultimatum. Com'era? 'Dovrai smettila di fare il finocchio! Da oggi il tuo scopo nella vita sarà scoparti una puttana qualunque per un'erede e di compiacere il tuo Signore dopo che avrai preso il Marchio! Se non lo fai, Draco, io personalmente ti darò la caccia e ti ammazzerò come il cane traditore del tuo sangue che sei!' Davvero di classe, non c'è che dire! Ma ora scopro che ti ha anche torturato? Perché diamine non ce l hai detto?”

Draco sospirò “non lo so” rispose “quel discorso padre e figlio, per così dire, si è svolto il giorno prima del ritorno a Hogwarts durante le vacanze invernali. Stavo ancora elaborando il tutto credo” si strinse nelle spalle quasi a sembrare incurante ma gli altri due potevano ancora leggere la sua incredulità negli occhi. Lucius Malfoy non si poteva comunemente definire 'un buon padre'. Era severo e spesso, per inculcare le sue idee al figlio, non esitava ad usare la frusta o qualche incantesimo ben assestato. Draco era stato perfino rinchiuso nelle segrete del Manor quando, da bambino, produceva della magia involontaria. Era il miglior modo, il più efficace e veloce, per controllarsi, sosteneva Malfoy Senior. Ma arrivare a torturare il suo stesso figlio, sangue del suo sangue, il suo unico erede con una Maledizione Senza Perdono sembrava una cosa troppo crudele anche per il più fedele seguace di Voldemort. Pansy e Blaise erano appena arrivati alla stessa conclusione a cui era arrivato Draco dopo quella terribile vicenda. La conclusione che l aveva portato a disertare la sua stessa famiglia, ad abbandonare sua madre per unirsi all'Ordine, per abbassarsi, secondo un Malfoy, a elemosinare protezione. La sete di potere di quella cerchia di maghi oscuri stava prendendo il sopravvento su qualsiasi altra cosa. Nulla avrebbe fermato Voldemort e nulla avrebbe fermato i Mangiamorte dall'ottenere quello che volevano, neanche il sacrificio della propria anima.

“Mi dispiace” disse Draco sorprendendo gli altri due, il principe delle serpi raramente, per non dire mai, si scusava di sua spontanea volontà “avrei dovuto dirvelo prima ma.. non so.. non volevo che questo influisse sulla vostra decisione di entrare o meno nell'Ordine. Io avevo già compiuto la mia scelta, quasi obbligata dopo la reazione dei miei, certo, ma voi, invece, dovevate ancora compierla”. In quel momento si mostrò estremamente maturo, come mai prima. Non era più quel ragazzino che pretendeva che gli altri stessero ai suoi personali ordini, non pretendeva che i suoi amici lo seguissero senza fiatare. Doveva essere una scelta personale, individuale di ognuno di loro. Solo essendo convinti al 100% non ci sarebbero stati attriti in un futuro. E questo Draco lo sapeva, lo aveva capito.

Pansy e Blaise sorrisero. “Non preoccuparti, Draco” disse Pansy avvicinandosi al biondino e stringendogli la mano “lo so che non ce lo hai chiesto e che non ci hai fatto pressioni. E' stata una nostra decisione. Ma a darci la spinta, come dire, giusta, sei stato tu. Non ti avremmo mai abbandonato da solo in un covo di Grifondoro”

“La versione ufficiale” disse Blaise “è che non vogliamo essere trattati come elfi domestici e che non vogliamo prostrarci ai piedi di nessuno. Quindi, diciamo, che va a nostro vantaggio unirci a questo branco di mezzi eroi e mezzi scemi”

“Quindi è per questo che l avete fatto? Per un tornaconto personale? Complimenti. Pensate solo a voi stessi. Come mai non mi sorprende?”

“Potter!” tuonò Draco arrossendo “che fai strisci nell'ombra e ci spii?”

“No” rispose ridendo Harry “non vi stavo spiando ma vi ho sentiti urlare fin da giù e sono corso qui pensando aveste bisogno di aiuto ma mi sono fermato quando ho sentito qualcosa sulla versione ufficiale per unirsi all'Ordine o qualcosa del genere”

“Bene. Ottimo. Che comare che sei!” lo rimbeccò Draco stizzito.

“Mhm” mormorò il Prescelto “un po' di pettegolezzi sono fanno mai male. Allora” disse sedendosi sulla poltrona di fianco a quella di Malfoy “posso sapere qual'è la versione non ufficiale?”

“No che non puoi!” urlò Draco

“Oh dai! Non dirmi che è qualcosa di zozzo e che ti imbarazzi...” il tono allusivo di Harry ottenne come unico risultato un Blaise e una Pansy neri di rabbia e un Draco con le gote arrossate.

“Non.. non puoi dire certe cose!” rispose Malfoy “e poi sono certo che, da brava spia quale sei, hai già sentito tutto e vuoi solo farci ammettere tutto. Mi dispiace ma con me non attacca!”

“Hai ragione” sospirò Harry “ho già sentito tutto”

In realtà non aveva sentito proprio nulla, tranne l'ultima affermazione di Zabini ma sperava, dicendo il falso, di ottenere un qualche indizio da parte delle tre serpi. Non si sarebbe mai aspettato invece la reazione del suo biondino preferito.

Draco, infatti, era impallidito e la rabbia sfigurò i suoi affilati lineamenti. “Bene!” urlò alzandosi dalla poltrona e lanciando il bicchiere di vino che aveva ancora in mano contro il muro “anzi, benissimo! Ora sai, e di conseguenza, tutti sapranno, quanto un padre possa essere crudele con il suo stesso figlio perché, al suddetto figlio, piace, come direbbe il suddetto padre, prenderlo in culo!” Malfoy si stava sforzando di non urlare ma si poteva percepire distintamente l'enfasi che mise sulle parole 'suddetto' e 'culo'.

“Che?” chiese Harry, visibilmente confuso dallo scoppio del biondino “sei..? Ti piacciono i maschi?”

“Si! Si, Potter! Dannazione!” urlò frustrato Draco passandosi le mani tra i capelli.

“Sei.. omosessuale?” il tono speranzoso di Harry non fu notato dal Serpeverde che inveì ancora maggiormente sullo sfortunato Grifondoro.

“Omosessuale quanto una giunchiglia[1]!” specificò Draco, ormai punto su vivo “ma non vedo come siano affari tuoi”. Lasciò la stanza come una furia a passo di carica.

Non si accorse neanche della Granger e di Weasley che, richiamati dal fracasso, stavano accorrendo per capire cosa fosse successo. Non sentì neanche l' “Hey!” di Ron quando passo tra i due urtandoli per poi rifugiarsi nella camera che gli era stata assegnata. Era piccola e aveva solo una finestra e, come tutte le altre stanze in quella dimora, presentava segni di muffa sul soffitto. Si sedette sul letto a baldacchino, stropicciando irrimediabilmente le belle lenzuola nere di seta.

Si prese la testa fra le mani e imprecò tra sé. Come aveva fatto a lasciarsi sfuggire, o meglio spiare, su un argomento tanto delicato come quello? Con Potter poi. Era stato degradante. L'aveva fissato come se fosse stato un appestato, come se avesse improvvisamente capito tutto.

“Oh Merlino!” urlò alzandosi improvvisamente e iniziando a passeggiare in circolo. I suoi pensieri erano un turbinio di emozioni. E se Potter avesse davvero capito? Se avesse capito che lui, Draco, ne era attratto ed era per questo che ogni occasione era buona per venire alle mani? Solo per averlo addosso? Non l avrebbe accettato. Potter era cresciuto tra i babbani e, anche se Draco non si era posto molti problemi su quella razza inutile, sapeva come la pensavano alcuni di loro. Lo stesso pensiero di suo padre: che quelli come lui, omosessuali, sono malati. Che scelgono di esserlo e, quindi, pazzi. Da rinchiudere.

No, non voleva crederlo. Dopo tutto, tutti sapevano a Hogwarts che i gemelli Weasley erano gay e parecchio libertini. Nessuno aveva mai detto niente, nessuno si era mai sognato di dire qualcosa a riguardo. Harry, frequentando abitualmente quel branco di mentecatti, doveva sicuramente saperlo e, se avesse avuto problemi con quell'orientamento, non gli avrebbe più frequentati.

No, non sarebbe successa la stessa cosa. Non l avrebbero insultato, erano Grifondoro dopo tutto.

Questo non risolveva comunque il problema. Potter aveva intuito il suo interesse? E, cosa più importante, aveva una possibilità? Draco non si era mai davvero fermato a ragionare su il suo amore per Harry. Lo amava, certo. Ne era irrimediabilmente attratto. Ma lo odiava, perché non poteva averlo. Attirava la sua attenzione con l unico mezzo che conosceva. Lo faceva arrabbiare per avere quegli occhi su di sé, per avere le sue mani addosso anche se erano pugni. Molto spesso era stato costretto a battere in ritirata da una bella scazzottata perché il suo amichetto a sud si era risvegliato. Forse era anche un po' masochista.

Di fatto, ora, si aprivano delle possibilità. Harry non lo vedeva più come un nemico, come la sua nemesi, ma come alleato. Non sapeva se a Potter interessassero i maschi in quel senso ma in un'amicizia, forse, poteva sperare. Forse, finalmente, avrebbero potuto stringersi la mano, questa volta. Nulla poteva anche togliere a Draco l opportunità di far esplorare nuovi orizzonti a Potter, sperimentare.

Stava ancora passeggiando per la piccola stanza ghignando dei suoi stessi piani alla virtù di Potter e alla sua ritrovata speranza, quando sentì un leggero bussare alla porta.

Pansy e Blaise entrarono titubanti, i loro bei lineamenti solcati dalla preoccupazione.

“Dray...” iniziò la ragazza “stai.. bene?”

“Benissimo Pans!” rispose sicuro Draco.

“Oh.. ok.. bene. Ottimo!” disse Blaise, confuso dal buon umore dell amico, credeva di trovarlo quanto meno furioso. Lo fissò insospettito. Gli occhi di Draco brillavano, di una strana luce, che non aveva mai visto fin'ora. “Potter” iniziò per testare ancora l umore del biondo.

“Potter...?” chiese Draco visibilmente interessato. Quel luccichio ancora più luminoso.

“Potter” riprese il discorso Pans vedendo Blaise in contemplazione “ci ha chiesto di dirti che vorrebbe scusarsi con te. Ti aspetta al salottino, se vuoi”

Malfoy sorrise, non un ghigno, un vero e proprio sorriso, luminoso. Blaise ore riconobbe da che cosa era data la luce in quel argento: speranza. La più pura e semplice speranza.

“Vado subito! Grazie! Ci vediamo domani, non aspettatemi qui alzati! Buona notte!” ordinò gentilmente Draco uscendo dalla camera.

Ora anche Pansy sembrava confusa “che cosa è appena successo?” chiese, infatti.

Blaise sorrise anche se un'ombra di preoccupazione gli adombrò lo sguardo. “Oh, Pans. Finalmente il nostro Draco si è deciso a mettere da parte l orgoglio e ad aprirsi. Speriamo che questa volta Potter non sia così stupito da non accettare la mano che gli offre”

 

Draco arrivò alla porta del salotto volando, o almeno era quello che gli sembrava. La sua mente, di solito logica e fredda, ora era piena di cuoricini e possibilità. Potter avrebbe accettato la sua amicizia, sarebbero partiti da zero e poi, il ragazzo d'oro, si sarebbe innamorato di lui. Voldemort sarebbe stato sconfitto. I suoi genitori gli avrebbero chiesto scusa e lui e Harry sarebbero vissuti per sempre felici e contenti. Magari adottando un bambino o due, tanto per tramandare il cognome dei Malfoy.

Si fermò e smise di sorridere quando, oltre la porta, sentì la voce di Ronald Weasley.

“Ma ci pensi?” stava dicendo “Malfurett gay! Hahaha! Chissà che faccia ha fatto il buon vecchio Malfoy quando l ha scoperto! Ecco perché si è unito a noi, avrà avuto paura dell'ira del paparino!”

Draco si sentì male, Ron sapeva di che cosa stava parlando? Il ragazzo si era sempre rivelato stranamente insensibile. “Per le mutande di Merlino, Harry!” continuò la voce del rosso, stranamente allarmata “ci avrà spiato nelle docce dopo il Quiddich! Oh che paura!”.

Draco ora non solo era furioso, ma anche umiliato. Non si era mai, mai, abbassato a spiare i ragazzi nella doccia. Non era un comportamento degno di un Malfoy, e, sicuramente, non avrebbe mai spiato quel Weasley! Potrebbe aver dato un'occhiata a Potter ma non quanto era sotto al doccia.. quando usciva con un asciugamano rosso stretto, strettissimo, legato ai fianchi e che evidenziava la curva morbida di quel sedere perfetto. Potrebbe aver voluto essere, solo per un attimo, una di quelle goccioline che dalla cute scendeva giù, sempre più giù, lungo la linea flessuosa della schiena fino a morire nella piega dell'asciugamano. Avrebbe anche voluto leccare il percorso all'inverso di quella goccia fortunata fino ad arrivare al lobo dell'orecchio, succhiarlo mentre con le mania accarezzava la piega degli addominali e sussurrare lentamente qualche parola dolce, magari causando dei brividi a quel magnifico ragazzo, per poi baciare quelle labbra peccaminose che troppe volte l avevano tenuto sveglio la notte.

La voce della Granger lo riportò al presente “smettila, Ron! Non prenderlo in giro! Non c'è nulla di male ad essere gay! Ma, ora che ci penso, questo spiega molte cose.. Come il fatto che con te, Harry...” Draco non riuscì a sentire il resto della frase ma udì bene le risate di tutti e tre che seguirono. Sentì una fitta al cuore. La sanguesporco sapeva. E quelle risate potevano solo essere di scherno verso di lui, verso la sua ossessione per Harry. Stava cercando di trattenere le lacrime quando la voce di Harry, e la frase che disse, gli distrusse gli argini.

“Tranquilla 'Mione” disse Potter, la sua voce stranamente forte e vicina, forse si trovava proprio dietro la porte e a pochi passi da Draco stesso “mai e poi mai tra me e Malfoy potrà succedere qualcosa”.

Quel 'mai e poi mai' frantumò tutte le illusioni di Draco, tutta la speranza, che aveva assunto un tono di verde penetrante così simile agli occhi di Harry, era diventata color nero, come la notte più buia, come il manto dei Dissennatori. Nessun patronus, però, sarebbe venuto a trarlo in salvo, nessuna lucente creatura a farlo sentire amato e protetto.

Sentì il cuore frantumarsi irreparabilmente come se fosse uno specchio a cui era stato lanciato contro qualcosa.

Non colse, purtroppo, il tono amaro, quasi con rammarico, con cui Harry pronunciò quella terribile sentenza altrimenti avrebbe capito che non c'era nulla per cui disperarsi, nulla per cui affliggersi.

Avrebbe forse potuto leggerlo anche negli occhi di Harry quando, pochi momenti dopo, se lo ritrovò davanti. Doveva solo alzare lo sguardo e fondere il suo argento in quel verde smeraldino, avrebbe ritrovato la speranza. Ma, forse per codardia, o per mascherare il suo dolore, Draco, non lo face; continuò a davanti a sé, osservando, quasi maniacalmente, una porzione di clavicola di Potter che faceva capolino da un lembo di maglione grigio topo troppo largo.

Harry, invece, fece scivolare lo sguardo su tutta la figura dell altro, dai pantaloni in tessuto neri stretti e aderenti che evidenziavano perfettamente le gambe lunghe e snelle fino alla maglia azzurra a maniche lunghe che stringeva perfettamente le braccia e le spalle. Si fermò ad osservare i capelli stranamente scompigliati, come se ci avesse passato più volte le mani, quasi bianchi in quel corridoio troppo buio. I lineamenti marcati degli zigomi e il bel naso producevano ombre sinistre ma armoniose che donavano a Draco una parvenza di creatura mistica, eterea. Harry fece scattare lo sguardo alle labbra, gonfie e rosee, e, infine, sul dettaglio più importante, gli occhi. Occhi in cui poteva leggere sofferenza e dolore. Solitudine, anche. Sentimenti che mai avrebbe voluto leggere negli occhi di Draco, più orribile dell odio che vi scorgeva quando, a Hogwarts, si prendevano a pugni. No, gli occhi di Draco erano fatti per farsi possedere dalla determinazione, come quando compariva durante le partite di Quiddich o poco prima di un duella. Era lo sguardo di voler dimostrare qualcosa, di essere Draco e non Malfoy. Era questo che aveva fatto innamorare Harry.

E gli occhi di Draco erano fatti anche per ospitarci l amore, la lussuria, la passione. Sentimenti che il Prescelto non aveva mai scorto in quel argento ma che avrebbe tanto voluto causare.

Harry non sapeva cosa dire, perché Draco stava così male? Avrebbe voluto tanto stringerlo in un abbraccio e dirgli non preoccuparti, ci sono io. Andrà tutto bene.

Ma non ne ebbe occasione. Inaspettatamente lo sguardo di Draco era legato al suo ed Harry non riuscì più a muovere un muscolo. Lentamente Malfoy alzò il braccio destro e delicatamente, tanto da sembrare un tocco di ali di farfalla, accarezzò la guancia sinistra di Harry con il dorso della mano per poi voltarsi e velocemente sparire in quel corridoio buio, diretto alla sua stanza.

Fu Harry a prendere in mano la situazione. Velocemente lo seguì e spalancò la porta che gli era stata appena chiusa in faccia. Entrò in quella piccola stanza come se dentro ci fosse stato Voldemort in persona: era un uomo con una missione.

Sigillò la stanza applicando un potente incantesimo, la bacchetta era come un'estensione del suo braccio, tanto si era mosso in fretta.

“Draco..” disse Potter.

“No!” urlò il Serpeverde “non voglio sentire”.

“Io.. voglio solo sapere perché piangevi” insistette Harry.

“Zitto! Zitto, zitto, zitto, zitto!!!” urlò Draco tappandosi disperatamente le orecchie con le mani “non voglio sentire, lo so già! Va via! Via!”

Harry rimase un attimo intontito a quella vista, Draco sembrava estremamente fragile.

“Draco.. Io devo sapere” perseverò il Prescelto “piangevi per quello che hai sentito? Per quello che ha detto Ron?”

Draco, nonostante ancora le mani a coprire le orecchie aveva sentito tutto, si raddrizzò in una postura più rigida “sai che mi importa di quello lì!” disse con disprezzo

“Allora..? perché?” chiese confuso Potter

Il biondo sbuffò “per quello che hai detto tu!” rispose furente indicandolo con l indice destro.

Ci fu un momento di stallo, entrambi bloccati per quella sincera affermazione. Draco, paradossalmente, era stato il più coraggioso tra i due. Il Serpeverde aveva ammesso di sua spontanea volontà i suoi sentimenti, riconobbe di tenere all'opinione di Harry.

“Ho capito. Mai e poi mai tra me e te potrà succedere qualcosa” disse ad un tratto Draco riportando le parole di Harry.

“Tu non hai capito proprio un cavolo” affermò Harry sorridendo, capendo l equivoco di cui erano caduti vittima.

Si fiondò sulle labbra di Draco afferrandolo per i fianchi per portarselo più vicino, per sentire il suo calore bruciante. Malfoy, dopo un attimo di smarrimento, non esitò a rispondere. Allacciò le braccia intorno al collo di Harry inarcando la schiena e tuffando le sue lunghe e pallide dita tra il groviglio corvino inaspettatamente morbido che l altro si ostinava a chiamare capelli.

Harry, per un folle, singolo momento, pensò che le labbra di Draco fossero zucchero. Erano così dolci e peccaminose, perfette. Le leccò come per chiedere il permesso, una bussata leggere e timida.

Ma Draco aprì l uscio per dargli il più bello dei benvenuti. Le lingue si intrecciarono ed entrambi emisero mugolii deliziati. Harry accarezzò la schiena di Draco e lo strinse ancora più forte a sé, possessivamente mentre Draco gli fece eco rafforzando la presa al suo collo e tirando leggermente alcune ciocche di capelli che era riuscito ad afferrare. Era un bacio passionale, un duello di lingue che dovettero interrompere per mancanza d'aria; ma Harry era già dipendente dal sapore zuccherino dell altro e, con foga, prese a mordicchiargli piccole porzioni di collo, lambendo poi con la lingua la parte lesa.

Draco gemette soddisfatto e attirò nuovamente a sé il viso di Harry per un altro bacio all'ultimo respiro.

Fu un bacio diverso dal precedente. Tanto quanto il primo era passionale, questo era dolce. Quanto quello era affannoso, questo si rivelò calmo, un assaporarsi a vicenda senza fretta. Se il primo era un duello, il secondo era una danza.

Sorrisero quando si staccarono e Harry attirò a sé l altro per un abbraccio. La testa di Draco sembrava fatta apposta per appoggiarsi tra l incavo tra collo e spalle di Harry e il naso di Harry sembrava fatto apposta per solleticare la punta dell orecchio di Draco.

Il primo a parlare fu, ancora una volta, Malfoy. “Harry” disse “posso tenerti con me?”[2] Aveva usato un tono così innocente e privo di malizia ma così dolce e melodioso che sciolse il cuore di Harry.

“Si” rispose il Prescelto “ora che ti ho trovato, Draco, non andrò da nessuna parte”

E il tono di Harry fu così solenne e sicuro, così determinato e sincero, che il cuore di Draco rimbalzò nel petto e iniziò una maratona, dal tanto che batteva veloce.

Rimanendo legati l uno all altro, si adagiarono sul letto del biondo, scivolando sotto le coperte. Draco adagiò la sua guancia destra sul petto di Harry, rannicchiandosi nel suo abbraccio, sospirando felice.

“Sai che ci faranno un sacco di domande?” chiese Draco mugugnando contro il tessuto del maglione del Grifondoro.

“Si lo so. Ma non mi importa” rispose Harry “Possono dire quello che vogliono. Io so che non è sbagliato perché..” si interruppe, improvvisamente timido.

“Perché è amore” continuò con candore Draco “è amore. E l amore non è mai sbagliato. Vero?” guardò in su, verso Harry, con un sorriso felice, le gote arrossate e gli occhi limpidi e luminosi, la luce che Harry aveva sempre desiderato scorgere era proprio lì: amore.

Harry sorrise a sua volta, meravigliato, gli occhi, non poteva vederlo, altrettanto luminosi con la stessa scintille speculare dell altro.

“Si” rispose “perché è amore”.

Si scambiarono un ultimo bacio per quella notte, un semplice sfiorarsi di labbra senza chiudere gli occhi. Argento e smeraldo si fusero ancora una volta, senza paura o timori. Si strinsero, prima di cadere tra le braccia di Morfeo. I petti che si alzavano e abbassavano ritmicamente, cullandoli nel sonno come la più dolce tra le ninna nanne alleviando le ferite che il mondo aveva procurato loro, diverse ma speculari.

Insieme, sarebbero guariti. Insieme, avrebbero superato ogni ostacolo che il fato avrebbe mandato loro contro, persino la guerra, persino il giudizio della gente a loro più cara.

Perché Silente aveva ragione: Non si può vivere senza amore.

Non provare pietà per i morti, Harry. Prova pietà per i vivi e soprattutto per coloro che vivono senza amore”.

 

 

 

Note:
[1]omosessuale come una giunchiglia-> riferimento a Freddy Mercury
[2]posso tenerti con me-> riferimento a Casper

Ciao! Questa è la mia prima ff di Harry Potter, sono sempre stata una fanatica del mondo creato da JKR e spero che questa mia piccola creatura vi sia piaciuta e che non abbia rovinato nulla della saga. Ringrazio la mia Beta, GirlWithChakram per la pazienza che mi dedica e i suoi consigli, I <3 U! Fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando! E se siete interessati a leggere un seguito..
Ho altre creaturine Drarry che aspettano di essere pubblicate ma prima aspetterò di avere più capitoli a disposizione così da non far aspettare troppo tra un aggiornamento e l altro.
Grazie a tutti voi che avete letto e che siete giunti fin qui a leggere le mie filippiche! :)

Wislava :)

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