Serie TV > Castle
Segui la storia  |       
Autore: germangirl    02/08/2014    15 recensioni
Alla vigilia di un evento importantissimo, uno dei protagonisti principali ripercorre tutto ciò che è successo negli ultimi anni, raccontandolo dal suo punto di vista.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Image and video hosting by TinyPic




CAPITOLO 3 – QUATTRO ANNI FA

Appena Rick e Gina ci hanno voltato le spalle, l’inquilino dell’ultimo piano si è presentato con cazzuola, cemento a presa rapida e mattoni e ha immediatamente ricostruito due strati del muro, ben solidi, assicurandosi che non ci fossero nemmeno gli spifferi, così – alla fine – avrei imparato la lezione.

E siamo ripiombati nelle vecchie abitudini.

 

E’ sparito per l’intera estate, senza mai farsi vivo, nemmeno con una telefonata.

Il cervello insisteva nel dirmi che ero uno sciocco ad aver persino ipotizzato di accettare il suo invito e che i fatti ancora una volta gli dimostravano quanto LUI avesse ragione.

Lui, il razionale.

Ma io continuavo a sentirne la mancanza.

Gli occhi, sempre miei alleati, si posavano con nostalgia sulla sua sedia vuota al distretto, sulla quale aveva trascorso ore e ore, anche solo a fare partite interminabili di Angry birds, o a infastidire l’inquilino dell’ultimo piano con le sue teorie astruse che spesso coinvolgevano complotti di mafia, spie e alieni.

Per mesi nessuna notizia.

Finché non lo abbiamo beccato accanto a un cadavere, in una situazione alquanto compromettente.

E’ stato un segno dell’universo. E io – proprio come lo scrittore – rispetto l’universo. Vedete quante cose abbiamo in comune? Comunque, non sto a tediarvi sullo stratagemma che abbiamo utilizzato per accoglierlo di nuovo al distretto, ma alla fine così è stato e Rick ha ripreso il suo posto, sulla sedia accanto alla scrivania di Beckett.

Sapete, l’universo ci ha parlato anche attraverso una medium. Ora questo lo so che sembra strano, ed è una cosa che abbiamo scoperto solo in seguito, ma la medium ha detto che un Alexander ci avrebbe salvato la vita. Ed è stata profetica. Perché un Alexander ci ha davvero salvato la vita, in senso fisico e, più che altro, metaforico. Ci ha dato la forza di continuare a lottare anche quando tutto sembrava perduto. Ma di questo vi racconterò più avanti.

Ah, ho dimenticato di parlarvi di Josh. Strano non averlo ancora menzionato, ma evidentemente i ricordi seguono una linea del tempo tutta loro, dando priorità a certi eventi e sorvolando su altri. Comunque, rimedio subito. Il dottor Joshua Davidson è un importante cardiochirurgo, impegnato a salvare il mondo con Medici senza Frontiere.

Iniziativa lodevole, indubbiamente.

Peccato che sia incompatibile con qualsiasi tipo di relazione sentimentale.

Sapete, avevo in qualche modo messo una pietra sopra i miei sentimenti nei confronti dello scrittore, visto che lui sembrava felice con la sua seconda ex moglie – anche se le minestre riscaldate non mi piacciono… oh, scusate il commento acido, mi è proprio scappato. Aspettate che mi schiarisco la voce e mi ricompongo. Dunque, vi stavo raccontando di Motorcycle Boy: il dottor Davidson è un tipo affascinante, con il suo look da bel tenebroso, capelli scuri, sguardo intenso, un lavoro impegnativo, una personalità interessante, una moto potente. Insomma, bisognerebbe essere ciechi per non apprezzarlo, non credete? Comunque, l’abbiamo frequentato a lungo e, anche se non è stato un rapporto sempre semplice, abbiamo fatto di tutto per salvarlo. Finché non è giunto alla sua naturale conclusione, dopo un evento molto traumatico.

Va detto che una discreta scossa a quella relazione gliel’aveva data anche la lettura di una corrispondenza epistolare fra un detenuto e la sua amata. Il modo in cui Rick aveva letto quelle lettere, quel “ti amo”, pronunciato guardando dritto negli occhi di Kate, con cui come sapete ho un collegamento diretto, mi era arrivato forte e chiaro e mi aveva fatto accelerare i battiti, tanto che – ne sono sicuro – le pupille di Kate si erano dilatate e sulle sue labbra era comparso un sorrisino timido. Effetti che il cervello ha immediatamente annullato con una bordata di razionalità che ha stroncato ogni romanticismo sul nascere.

Sapete, io mi sono dato una spiegazione per il comportamento del cervello di Kate. Era terrorizzato di fronte a un sentimento nascente mai provato prima. E le cose nuove, si sa, sono sconosciute. E l’ignoto spaventa. Oltre al fatto che se ci si mette nelle mani di un’altra persona, si corre il rischio di essere delusi o abbandonati da lei. Così, l’unica cosa da fare era mantenere le distanze, in modo da gestire meglio la situazione.

Tutto questo in teoria, perché in pratica in quei mesi anche le mani di Kate sono passate, piano piano, dalla mia parte. Per esempio quando è ricomparso Jerry Tyson, meglio noto come 3XK, un altro simpatico personaggio che ha l’abitudine di uccidere tre donne bionde in una settimana e che se l’è presa con Rick. Sapete, è riuscito a stendere Ryan e ha legato Castle a una sedia, lasciandolo in vita per una sorta di sfida. Quando siamo entrati nella camera di quel maledetto motel, battevo all’impazzata per il terrore di non arrivare in tempo.

Di non trovarlo vivo.

Non ce l’avrei fatta a sopravvivere.

E invece era ancora lì, sotto shock, sorpreso per non essere stato ucciso. Dopo averlo liberato ed essersi presa cura di Kevin, Kate lo ha raggiunto a bordo piscina, gli si è seduta accanto e gli ha preso una mano. Fosse stato per me, io lo avrei abbracciato strettissimo appena messo piede in quel motel, dicendogli apertamente quanto ci eravamo angosciati per lui. Ma tant’è, non si può aver tutto dalla vita. E a volte bisogna accontentarsi dei piccoli gesti, che possono essere molto più eloquenti delle parole.

Un altro momento in cui le mani hanno deciso di seguire me anziché l’inquilino dell’attico è stato quando Castle ha salvato New York dall’esplosione di una bomba sporca. Mi sembra di avervi già detto quanto sia difficile il mio ruolo, con tutta l’adrenalina che scorre nelle vene di Kate. Ecco, vi lascio solo immaginare quanta ce ne fosse in circolo in quella situazione! E non vi dico a che livello era arrivata la tachicardia! Comunque, subito prima di tentare il tutto per tutto, una mano di Kate si è stretta a quella di Rick. E poi siamo volati l’una nelle braccia dell’altro per festeggiare!

Non era mica la prima volta, sapete. Era già successo di abbracciarci. L’inquilino dell’ultimo piano, naturalmente, sostiene che lo avessimo fatto solo per evitare l’assideramento in quella maledetta cella frigorifera, secondo un principio della termodinamica. Lui e la sua razionalità… Ha una spiegazione logica per qualsiasi evento, come se i sentimenti non fossero mai coinvolti. Comunque, sì, abbiamo rischiato anche di finire congelati: non ci siamo fatti mancare proprio nulla. In quell’occasione ero convinto che non saremmo sopravvissuti e infatti, visto che il sangue fluiva a rilento verso il cervello, rendendolo poco reattivo, avevo provato a far confessare – finalmente – a Kate ciò che provava per Rick. Purtroppo, però, ci sono venute meno le forze ed è rimasta solo l’intenzione. Poi tutto si è fatto nero, e io a malapena sono riuscito a mantenere un battito flebile, grazie alla vicinanza del corpo di Rick.

Va detto che sono un cuore forte, guardate quante me ne sono capitate ed eccomi ancora qui, più o meno sano e salvo. Non vi crediate che sia facile sopravvivere con uno stile di vita tanto stressante. Mi meriterei quasi una medaglia...

Ma torniamo a noi.

Anche le labbra di Kate ci sono state di grande, grandissimo supporto. L’inquilino dell’ultimo piano continua a ripetere, quasi come se fosse un mantra, che si è trattato di un bacio sotto copertura, nient’altro. Tzè, ma se nemmeno lui ci crede! Io, invece, l’ho vissuto in tutta la sua intensità e autenticità come un signor bacio.

Potente.

Imprevisto.

Appassionato.

Quasi intossicante.

Un incontro di due anime e di due corpi. Forse più erotico di un rapporto sessuale.

Conclusosi con un calcio ben assestato a una guardia, che non è certo il massimo del romanticismo, ma credetemi, era un bacio indiscutibilmente vero, altro che una manovra diversiva per distrarre quel bestione. Io battevo fortissimo e non solo per l’adrenalina dovuta alla situazione di pericolo e alla preoccupazione per la sorte di Kevin e Javier. Non fraintendetemi, c’era anche l’angoscia per loro. Ma, a prescindere da quanto afferma l’inquilino dell’attico, è per le sensazioni scaturite da quel bacio che Kate si è ritrovata gemente, ansimante e accaldata.

E poi c’è stata una parola che ha detto Rick e che io conservo ancora nella parte più profonda del mio essere. Always. Una parola che ha assunto un’altra connotazione, che va ben oltre il suo significato semantico.

Come se il cuore di Castle si fosse rivolto direttamente a me, senza intermediari.

Come se avesse trovato il codice segreto per aprirsi un varco ed arrivare a me.

E il muro ha perso un paio di file di mattoni.

E la breccia ha continuato ad allargarsi ogni volta che quella parola veniva pronunciata.

Però, sapete, non è stato il bacio ad assestare il colpo più potente contro la muraglia cinese. Ci ha pensato l’istituzione di una borsa di studio in memoria di Johanna Beckett. Vedete, un gesto di tale generosità non può lasciare indifferenti. Anche il cervello ne è rimasto colpito. E qualche masso è scivolato a valle, creando una profonda falla nella fortezza.

Poi è successa una cosa gravissima. Abbiamo scoperto che Montgomery, che per noi era stato come un secondo padre, era coinvolto in una bruttissima storia di corruzione legata all’assassinio di mamma. Per proteggere Kate fino in fondo ci ha rimesso la vita. Però avevamo smosso troppo le acque, così, al funerale di Roy, un cecchino ha centrato Kate in pieno petto. Il proiettile è arrivato vicinissimo a me.

Mi sono spaventato a morte.

Sentivo la vita che se ne andava, che scivolava via con il sangue caldo che impregnava il terreno freddo del cimitero.

Ed una cosa sola mi ha permesso di continuare a combattere. Nonostante la brutta litigata del giorno prima, Rick si è buttato su Kate, per farle scudo con il suo stesso corpo. “Stay with me, I love you”, ci ha detto.

E io l’ho ascoltato.

O almeno ci ho provato.

 

Nota dell’autrice

Durante il terzo anno di Rick al distretto, anche le mani di Kate passano dalla parte del suo cuore. Per non parlare delle labbra… ah, quel bacio è stato davvero sconvolgente, per tutti i sensi!

Grazie a tutti voi per l’affetto con cui continuate a seguire questa storia e grazie in particolare a Reb per il banner, un’inattesa e gradita sorpresa :-*

A presto,

Deb

  
Leggi le 15 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: germangirl