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Autore: gokhansdimples    02/08/2014    1 recensioni
Dal testo:
Non c’erano definizioni per quella ragazza, non sapeva se era un’amica, una partner, una compagna non solo di vita. Era tutto e niente, Kensi Blye. Erano.. come li aveva definiti Hetty? Sunshine and gunpowder.
Marty A. Deeks x Kensi Blye.
Spoiler 5x02.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kensi Blye, Marty Deeks
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Angolo autrice che stavolta va su perché è rebel.
Ci sono alcune cose che dovreste sapere, prima di iniziare a leggere.
Primo punto, sono una dannatissima shipper di questa coppia. Quindi, anche se Kensi come personaggio arriva solo nell’ultimo paragrafo, parla di lei dal primo.
Secondo, l’ho scritto nella descrizione, l’ho messo tra gli avvertimenti, lo scrivo anche qui. CONTIENE SPOILER DELLA 5x02 e ci sono vaghi riferimenti alla 4x24. A vostro rischio e pericolo.
Terzo, i dialoghi sono presi dall’episodio, quindi sono quelli originali. Potrei aver saltato qualche battuta, probabilmente era irrilevante o inutile ai fini della storia.
Detto questo, buona lettura.
Con amore,
gokhansdimples.

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«Ti piace il mare?»
«Se sei giù, non c’è niente di meglio.»
 
Deeks non si voltò per guardare il proprio interlocutore, sapeva benissimo con chi stava parlando. Così rimase immobile, ginocchia sollevate, avambracci poggiati su queste ultime e lo sguardo fisso sul mare e sulle onde che s’infrangevano sul bagnasciuga, ogni tanto spostava la direzione degli occhi verso un surfista che, a guardarlo, sembrava divertirsi molto quel giorno.
Dopo qualche istante di silenzio che pareva interminabile, il ragazzo biondo spiegò allo psicologo che aveva provato ad andare a casa sua e parlargli, ma non ci era riuscito in alcun modo.
Debole. Martin Deeks era forse diventato un debole? Lui, con il suo carattere spavaldo, sembrava non aver paura di niente, ora si ritrovava spaventato dallo bussare alla porta di Nate che, essendo suo compagno di squadra in ogni caso, era anche un suo amico, più o meno. Sapete, non si erano mai dati troppa confidenza alla fine, non era come con Sam, o con Callen, o.. o con Kensi. Già, Kensi. Non c’erano definizioni per quella ragazza, non sapeva se era un’amica, una partner, una compagna non solo di vita. Era tutto e niente, Kensi Blye. Erano.. come li aveva definiti Hetty? Sunshine and gunpowder. Sì, Martin ne era sicuro, Henrietta aveva scritto così sul biglietto di circa una settimana prima.
 
«Devo solo assicurarmi che tu sia nel miglior posto possibile per te.»
«E come fai a capire quel posto, se non lo so nemmeno io?»
 
Non stava perdendo la pazienza, no. Stava solo cercando di capire perché tutti lo trattavano come fosse un bambino appena nato, o un oggetto di cristallo. Tutti cercavano di confortarlo, come se fosse la cosa giusta da fare. Ma no, lui voleva solamente restare solo. Solo per provare ad addormentarsi, magari. Ma tra i suoi colleghi e i suoi pensieri, sembrava un obbiettivo impossibile.
 
«È raro capire da soli quello che ci serve.»
«Quello che mi serve è dormire.»
«Perché non riesci a dormire?»
«Perché ogni volta che chiudo gli occhi, la mia mente si mette a correre.»
«E dove va?»
«Va da qualunque parte.»
«Al rapimento?»
«Sì, al rapimento.»
«Alla tortura?»
«Il rapimento. La tortura. Quando mi hanno sparato. Quando sono caduto dalla bici a otto anni mentre impennavo. Le filastrocche. La lista della spesa. La pubblicità. Come se tutti i miei ricordi li avessero messi in un frullatore.»

Ecco. Era successo. Martin A. Deeks era diventato un debole. Ormai non gli importava più ciò che Nate diceva, pochi passi dietro di lui, aveva smesso di ascoltare. Tutto aveva ricominciato a girare nella sua testa come un turbine. Nulla nella sua mente assumeva una forma ben precisa, erano tutti ricordi confusi, erano sfocati, come delle macchie di colore che facevano male. Non sapeva come fosse possibile, che dei flashback che non avevano forma, o colore, o niente di preciso, lo facessero stare così male. Eppure sapeva che da qualche parte, lì dentro, qualcosa di positivo c’era. Ed era perfettamente consapevole di cosa (chi) fosse. Ma lui, Martin Deeks, non lo avrebbe mai ammesso, né a Nate, né tantomeno a se stesso.
 
«Di’ un po’, e Kensi? Tra di voi c’è qualcosa di speciale.»
 
Bam, colpito e affondato. L’unico punto debole di quello che sembrava apparire un uomo forte, sicuro di sé, era stato toccato.
 
«Tu che ne sai?»
«Lavorate insieme. È un rapporto molto speciale, vedi Callen e Sam.»
 
Marty prese un respiro profondo. Nate parlava di partner, giusto. Che idiota, non poteva parlare di altro. Perché lui e Kensi non erano altro, vero? Solo partner. Come G Callen e Sam Hanna. Partner. Loro sue. Martin A. Deeks e Kensi Blye erano partner. Niente di più, niente di meno. Eppure, lo aveva detto Kensi, “il mio partner è la persona di cui più m’interessa su questo pianeta.” Ma erano partner, Nate si riferiva a quello.
 
«Cos’è che rende il vostro rapporto così unico?»
«Spiegati, che vuoi dire con unico?»
«Diverso che con Callen, con Sam e con gli altri. Qual è l’ingrediente che rende il rapporto tra voi diverso da tutti gli altri?»
 
Deeks iniziò a riflettere su quale sarebbe potuta essere la risposta alla sua domanda. Non ci aveva mai riflettuto prima d’ora. Gli occhi azzurri del poliziotto vagavano nel vuoto in cerca di una risposta ad una domanda alla quale, nonostante gli stesse dannatamente a cuore (più di quanto avesse mai voluto), non sapeva darsi risposta. Cosa c’era di diverso in lei? Perché lei e non un’altra persona? Erano partner, certo, ma non potevano essere solo quello. Sam e Callen erano amici, oltre che partner, e loro? Loro due cos’erano?

«Non lo so» si limitò a rispondere, quindi, cercando di evitare l’argomento.
«Beh, quando risponderai sinceramente a te stesso, tutto il resto ti sarà molto più chiaro.»
 
 
 
Erano circa le dieci, o forse erano le undici, le otto, Deeks non lo sapeva e non aveva voglia di rispondersi, non gli importava più di tanto. Non aveva dormito fino a quel momento e avrebbe continuato a non farlo, ne era certo. Provava a rilassarsi, stravaccato sul divano e circondato da qualsiasi cosa, ormai tutto attorno a lui era un casino. Lo distrasse per un attimo il cellulare che vibrava sul tavolino lì vicino, ma rifiutò la chiamata di Kensi. Non aveva avuto voglia di parlare con nessuno nelle ultime settimane, tranne che con Hetty e Nate, ma erano state quasi forzate come conversazioni.

Pochi istanti dopo, qualcuno bussò alla sua porta. Marty si alzò quasi controvoglia, ma allo stesso tempo incuriosito. E non rimase né sorpreso né deluso quando vide la sua partner, Kensi Blye, dietro la propria porta.
Si affrettò ad aprire la porta e si ritrovò di fronte la figura della ragazza, che provò ad accennare un sorriso dopo i soliti saluti, quasi per essere incoraggiante. Deeks le lasciò spazio per entrare e andò a sedersi accanto a lei, quella tra di loro era la prima conversazione che il poliziotto voleva fare da circa due settimane.

Kensi gli portò del maiale al vino, una confezione di sei birre. Iniziarono ad ingozzarsi sul divano, e, con sua grande sorpresa, mentre cercava i tovaglioli in una busta, trovò un cronut. Era il suo dolce preferito, un incrocio tra un croissant e un donut, lo producevano solo in un piccolo forno non molto vicino al loro distretto.
«È come se America e Francia si fossero amati e avessero avuto un bimbo pasticcino», così lo definì.
Non riusciva a credere che Kensi se ne fosse ricordata. Certo, era vecchio di una settimana, giorno più giorno meno, ma era il pensiero a contare.

Finirono di cenare mentre la ragazza accendeva il televisore. Deeks si affrettò a toglierle il telecomando di mano e spegnere l’apparecchio, non gli andava di guardare un film. Kensi lo guardò sorpresa, inarcando leggermente un sopracciglio. Lui si appiattì le labbra per un istante. Era quasi imbarazzato da ciò che stava per fare e per chiederle, ma dopo giorni di solitudine ne aveva bisogno. Portò le mani sulle spalle della ragazza e la fece avvicinare a sé, lasciando il suo capo poggiarsi sul proprio petto. Mormorò in un flebile soffio, appena udibile un “resta con me, stanotte” all’orecchio della ragazza, che fece un piccolo cenno con il capo, come per annuire, e socchiuse gli occhi, rilassandosi tra le braccia muscolose del ragazzo.
Deeks poggiò il capo su un cuscino e socchiuse le palpebre. Tentar non nuoce, pensò, e forse quella notte sarebbe davvero riuscito a dormire.
 
 
«.Volevo solo dirti che il mio rifugio mentale per fermare il dolore eri tu»
.Marty Deeks a Kensi Blye, episodio 4x24
 
 
   
 
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