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Autore: Francesco Coterpa    02/08/2014    1 recensioni
Il testamento non era stato letto per intero, solo la prima parte. Ma la notte era appena iniziata. mancavano ancora tre giorni dalla lettura completa del testamento, due notti buie.
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Signora duchessa possiamo dunque firmare il testamento?” Chiese con voce pacata il notaio tenendo d'occhio l'orologio da polso.

“Non mi sento di firmare il testamento senza tutti i miei figli presenti.” rispose la duchessa.

“Dove è finito Alexander? Aveva detto che sarebbe arrivato a breve.”

“Jack oramai lo sappiamo tutti quanti dov'è finito, non fingere solo perché ti ha prestato i soldi due anni fa! É immerso nell'alcool ecco dov'è!”

“Smettila Ann, le tue parole sono troppo acide per i miei gusti.” li interruppe il fratello maggiore Jim.

“Signora duchessa, vede io avrei anche un altro impegno tra mezz'ora circa, dunque dovrei tornare nel mio studio il prima possibile, mi capisce.”

“Signor notaio la prego di attendere ancora qualche secondo, sono convinta che sia successo qualcosa, vede mio figlio Alex è sempre stato ritardatario ma mai per appuntamenti importanti.”

“Le posso concedere ancora tre minuti signora duchessa al termine dei quali dovrà firmare il testamento.”

Nello stesso momento in cui il notaio terminò la frase la porta dello studio della casa della duchessa si spalancò ed entrò il fratello minore Alex accompagnato da un signore alto e muscoloso, con un lungo cappotto nero.

“Eccoti finalmente!” urlò Jack.

“Purtroppo io direi...” aggiunse Ann.

Alexander era bagnato fradicio, la camicia era fuori dai pantaloni, la cravatta era snodata e i pantaloni erano strappati alla base. I capelli lunghi che gli arrivavano alle spalle erano bagnati e puzzava di alcool. Ann sorrise a quell'odore. Aveva avuto ragione. Alex si buttò su una sedia e si tenne la testa con una mano per il forte dolore.

“Bene signori, ora che ci siamo tutti possiamo finalmente leggere e firmare il testamento.” disse il notaio squadrando nel frattempo la figura appena entrata dell'ultimo fratello.

“Scusi ma lei cosa vuole? Che ci fa in casa nostra?” disse Ann all'uomo che era rimasto in silenzio davanti alla porta.

“Perdonate l'interruzione, sono l'ispettore di polizia Adrian Ronson, sono qui perché il signor Alexander Patter è stato testimone di una aggressione in centro città. Devo interrogarlo e il signore mi ha invitato qui per poter potermi dare maggiori informazioni sul fatto a me ancora poco noto. Visto che doveva firmare un testamento ed era in ritardo siamo saliti in macchina e siamo arrivati qui di corsa.”

“Bene! Cosa diamine hai combinato adesso? Quando la finirai di mettere in ridicolo la nostra famiglia? Quando Alexander...” urlò Ann.

“Zitta Ann! Sbrighiamo prima la parte legale a noi comune e poi ognuno farà ciò che deve fare.” la interruppe il fratello maggiore Jim.

“Molto bene, possiamo finalmente cominciare.” aggiunse il notaio. “se le clausole prima elencate sono chiare a tutti possiamo passare subito al lascito del duca”

La duchessa fece un lieve cenno col capo per indicare la sua approvazione, e si tolse gli occhiali da vista.

“Al mio figlio maggiore Jim lascio la mia intera eredità, il mio intero capitale monetario; alla mia amata figlia Ann lascio le mie proprietà e le mie azioni; al mio caro Jack lascio la chiave d'oro che ha conservato il notaio qui presente; ed infine a mio figlio Alexander lascio la soffitta di questa casa dove ho voluto che si leggesse questo testamento...”

“Perché non prosegue signor notaio?” chiese Ann avendo notato che il testamento era più lungo di quanto aveva invece letto.

“Vede signorina... la seconda parte del testamento non posso leggerla per volere stesso del duca, almeno non posso leggerlo per i prossimi tre giorni...”

“Cosa vuol dire questo?! Stiamo impazzendo?” esclamò Ann alzandosi di scatto dalla sedia.

“La prego si calmi signorina, non posso, cerchi di capire...” si difese il notaio.

“Io non capisco! Legga! Legga!” urlò Ann.

“Basta così! Ann taci! Se nostro padre ha voluto così, così sia, non infamare la sua memoria andando contro ciò che egli stesso ha voluto...” la fermò Jim.

Ann si voltò di scatto e borbottando qualcosa tra sé e sé uscì dalla stanza con passo frettoloso.

“Non si preoccupi signor notaio” intervenne Jack “nostra sorella è sempre stata così, ha sempre avuto un carattere, come dire..., scontroso ecco, ma non è affatto una persona cattiva.”

“No, no posso capire... certo, certo...” disse il notaio.

La duchessa si alzò con calma e raccolse la borsetta che aveva lasciato accanto alla poltroncina su cui era seduta in ascolto. Riprese gli occhiali spessi e sfilò dalla borsa una penna stilografica placcata in argento con cui firmò il testamento. Poi rimise tutto via nella borsetta.

“Bene, grazie a tutti per essere stati qui, direi che possiamo anche andare ora.” disse la duchessa.

“Ma madre, il notaio dovrà leggere la seconda parte del testamento tra tre giorni, come voleva nostro padre.” disse Jim.

“Potete pure stare tutti qui fino a che non si terminerà la lettura del testamento.”

Jim e Jack parvero approvare, era da anni che non abitavano più sotto lo stesso tetto.

“Mi spiace madre ma penso di non poter accettare le tua ospitalità” disse dal fondo della sale Alex “Vedi devo andare in questura col mio amico là, appena finito di parlare.” ed indicò l'ispettore appoggiato alla porta.

La duchessa accennò un sorriso e fece un cenno col capo. Tutti si alzarono e si accinsero ad andarsene. Nessuno si era ancora accorto delle condizioni climatiche fuori dalla casa. Alex che si era diretto verso il portone di uscita, con l'ispettore in silenzio dietro lui, mise mano alla maniglia per poter uscire ma appena aperta, la pioggia e la grandine entrarono nella casa, spinti da un forte vento freddo.

“Probabilmente è questa la tempesta d'aria che i meteorologi avevano previsto la settimana scorsa.” disse Jim che stava arrivando da dietro, mentre Alex chiudeva immediatamente il portone.

“Ne avevo sentito parlare anch'io. Non pensavo ovviamente fosse stata così violenta.” disse l'ispettore.

“Non conviene uscire con questo tempo, ispettore si fermi anche lei, abbiamo camere a sufficienza per tutti. Anche il notaio si fermerà qui con noi per stanotte.”

La luce d'un tratto saltò e l'oscurità piombò nella villa. Ann che era al piano superiore urlò di paura. Era un urlo agghiacciante. L'ispettore di istinto corse dove ricordava di aver visto le scale per il piano soprastante, ma nel mentre si accese nuovamente la luce. Si fermò.

“Non si preoccupi ispettore, Ann è acluofobica, se si dice così...oramai in casa abbiamo fatto tutti l'abitudine ai suoi urli.” disse Jim.

“Signorini è un piacere rivedervi. Ho attivato i generatori di emergenza, dovremmo riuscire ad avere corrente elettrica per diverse ore.” disse il maggiordomo comparso quasi per magia dal lato destro della sala.

“Hey Vecchio! Come stai?” urlò ancora un po' sbronzo Alex.

“B-bene signorino, è un piacere rivederla.”

“Visto il tempo sono costretto ad accettare la vostra ospitalità, devo solo chiamare mia moglie per avvisarla, scusatemi solo un secondo...” l'ispettore tirò fuori il cellulare dalla tasca del cappotto e iniziò a digitare “...diamine! Sembra che non ci sia campo.”

“Già purtroppo poco tempo fa un fulmine ha colpito la collina qui vicino e le linee sono state momentaneamente interrotte. Anche il signor notaio ha dovuto rinunciare ad un appuntamento.” Aggiunse il maggiordomo.

“Capisco...”

“Non preoccupatevi sarà una cosa momentanea, penso siano già al lavoro i tecnici.” poi il maggiordomo si chinò ed aggiunse “inoltre, tra breve sarà pronta la cena signori, accomodatevi pure in soggiorno nell'attesa.”

Tutti si diressero verso il luogo, tranne la duchessa che era al piano di sopra a lavarsi e Ann, anch'essa al piano di sopra per mettere in ordine la sua stanza, da anni oramai vuota, gli altri al piano terra iniziarono a discutere, mentre il notaio tentava ancora di chiamare col cellulare. Fuori il tempo peggiorava. Un fulmine squarciò il cielo ed il rombo del tuono azzittì tutti, poi le discussioni ripresero. La notte era appena iniziata.

  
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