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Autore: LonelyLikeASatellite    02/08/2014    12 recensioni
E se il marito di Hermione Granger (e quindi padre di Rose e Hugo) non fosse Ron, ma Fred?
E se la piccola Rose volesse sapere di più su com'è nato il rapporto di amore/odio tra i genitori?
Dal testo:
“E come facevate a stare insieme? A Hogwarts è impossibile nascondere qualcosa, me l’ha detto Teddy” chiese Rose confusa.
“Ci incontravamo in segreto. In fondo al parco di Hogwarts, ben nascosti dagli alberi”.
“E cosa facevate lì?”.
Fred si bloccò, e le sue guance diventarono rosse come i suoi capelli.
Sua figlia aveva solo nove anni. Era troppo presto per conoscere
certe cose…
“Beh, noi… noi giocavamo agli scacchi magici” rispose Fred deciso.
“Scacchi?”.
“Sì. Tante, tantissime partite a scacchi. Ci giocavamo… praticamente ogni giorno”.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, Rose Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'Fremione? Always!'
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How I met your mother
 

“Rose Weasley! Sono le dieci e mezza! Cosa ci fai ancora alzata? Dovresti essere a letto già da un pezzo!”.

La voce di Hermione Granger, la donna di casa, rimbombava per tutto il villino. Rose, però, non aveva alcuna intenzione di andare a dormire.

“E dai, mamma! Domani è domenica…”

“Non importa! Dovresti comunque essere a letto”.

“Dai Herm, tranquilla. Ce la porto io”. Fred Weasley sapeva come convincere la figlia ad andare a dormire.

“Papà! Ti prego! Voglio giocare ancora un po’ con le Gobbiglie!”

“Se vai a dormire, domani pomeriggio facciamo una mega partita a Gobbiglie. Ci stai?”.

“Mmmhh… va bene. Però l’hai promesso, ricordatelo”.

“Me lo ricorderò, Rosie”.

Fred accompagnò la figlia nella sua stanza, le rimboccò le coperte e le diede il bacio della buonanotte.

“No, papo, aspetta” disse Rose. “Non ho sonno. Raccontami qualcosa per farmi venire sonno…”.

Fred si sedette su una poltroncina di vimini accanto al letto.

“Allora, cosa vuoi che ti racconti?”.

“Mmmhh… non saprei… come ti sei innamorato della mamma?”.

Rose non aveva mai fatto quella domanda al padre. Però era già da parecchio tempo che voleva sapere com’era nata la storia dei suoi genitori. Vedeva che bisticciavano e si baciavano subito dopo, e voleva capire il perché di quello strano rapporto.

Fred si grattò il naso, riflettendo. Poi iniziò a parlare.

“È successo parecchio tempo fa… se la memoria non m’inganna, tua madre era al quinto anno, ed io al settimo”.

“Al quinto anno? È l’anno in cui è diventata Prefetto”.

“Esattamente. La mamma era una ragazza molto pignola e testarda, avresti dovuto vederla… da Prefetto che si rispetti, stava sempre a controllare me e lo zio George, cercando di trovare una scusa per farci mettere in punizione”.

“Veramente?”. Rose iniziava a divertirsi.

“Certo. Io e lo zio stavamo inventando i prodotti del negozio di scherzi, e la mamma disapprovava completamente tutto ciò”.

“Ma quindi cos’è che vi ha fatti innamorare?” incalzò Rose, impaziente.

“È successo tutto in un attimo. Io e lo zio George stavamo parlando a proposito di andare di nascosto nella serra a prendere un po’ di foglie di una pianta che ci serviva per le nostre Pasticche Vomitose… ed è lì che tua madre ci ha colto con le mani nel sacco”.

Rose scoppiò a ridere. “Cosa ha fatto?”.

“George è riuscita a svignarsela, ma io no… così ho pensato di ‘sedurre’ un po’ la mamma per far in modo che ci avrebbe risparmiato la punizione… ero molto bravo in questo campo, modestamente. Pensavo che con qualche parolina dolce sussurrata nell’orecchio e qualche carezza tra i capelli sarei riuscito a persuaderla, ma tua madre è un osso duro. Così abbiamo iniziato a bisticciare. E poi ci siamo baciati senza neanche riflettere. E quando ci siamo staccati bisticciavamo ancora. Ma eravamo entrambi rossi in faccia”.

“Che cosa romantica!” esclamò Rose portandosi le mani sul cuore.

“Da quel giorno siamo automaticamente diventati fidanzato e fidanzata. Però nessuno doveva saperlo: nessuno doveva scoprire che io mi ero fidanzato con Prefetto Perfetto Granger, e anche tua madre era convinta che la gente, scoprendo che si era messa con me, avrebbe pensato che la strega più brillante di Hogwarts avesse perso la sua integrità morale!”.

“E come facevate a stare insieme? A Hogwarts è impossibile nascondere qualcosa, me l’ha detto Teddy” chiese Rose confusa.

“Ci incontravamo in segreto. In fondo al parco di Hogwarts, ben nascosti dagli alberi”.

“E cosa facevate lì?”.

Fred si bloccò, e le sue guance diventarono rosse come i suoi capelli.

Sua figlia aveva solo nove anni. Era troppo presto per conoscere certe cose

“Beh, noi… noi giocavamo agli scacchi magici” rispose Fred deciso.

“Scacchi?”.

“Sì. Tante, tantissime partite a scacchi. Ci giocavamo… praticamente ogni giorno”.

“Stavate insieme e giocavate a scacchi? È strano” ribattè la figlia, “Non vi baciavate?”.

“Naturalmente sì. Ma, sai… gli scacchi… erano la nostra grande passione in comune. Non potevamo proprio farne a meno, di giocare a scacchi”.

Rose era allo stesso tempo divertita e stupita. Non sapeva che i suoi genitori amassero giocare agli scacchi magici, da giovani.

“Ma poi c’era anche la guerra” disse Rose un pochino triste. “Sì, ma devo dire che la guerra ha aiutato me e tua madre a unirci ancora di più, ad essere sinceri”.

“Combattevate?”.

“Certo che sì”.

“E non vi rimaneva tanto tempo per giocare a scacchi, quindi…” mormorò Rose.

“Direi di no. Ma alla fine della guerra abbiamo recuperato il tempo perso…” rispose Fred, ripensando a Hermione e alle partite a scacchi che facevano insieme.

“Ah, bene! Ma adesso non giocate più a scacchi, non vi vedo mai a giocarci” chiese Rose sospettosa.

“Di solito,” iniziò Fred, cercando di formulare una risposta, “di solito ci giochiamo di sera, quando tu e Hugo dormite”.

“Ah, capito”.

“Dai, Rosie, adesso è ora di dormire, è davvero tardi” disse Fred, alzandosi.

“Ma papo, non ho sonno!” si lamentò Rose scalciando i piedi sotto le coperte.

“Allora conta le Puffole Pigmee, aiuta a prendere sonno”.

“Ci proverò”, sbuffò la piccola.

“Su, Rosie. Dormi. Sogni d’oro” disse Fred dandole un bacio sulla guancia.

“Notte, papo!”.

Fred si richiuse la porta alle spalle, e non potè fare a meno di ridere al pensiero di ciò che aveva appena raccontato alla figlia.

Vedendo che la moglie era già a letto, gli venne un’idea.

Raggiunse Hermione nella camera matrimoniale.

La donna poggiò sul comodino il libro che stava leggendo per addormentarsi.

“Fred, cos’è quello sorrisetto malandrino? Sembra di essere ritornati agli anni di Hogwarts”.

“No, Herm, è che… mi è venuta un’idea”, rispose Fred avvicinandosi alla moglie, accarezzandole i fianchi.

“Sentiamo!” rispose Hermione, ridendo.

“Ti andrebbe di fare una partitina agli scacchi magici?”.

 
   
 
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