Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |       
Autore: suni    09/09/2008    8 recensioni
“Ero sicura che sarebbe stato il matrimonio perfetto, come l’avevo sempre sognato: io con un vaporoso abito virginale, lui – ecco, lui avrebbe fatto bella figura anche vestito di stracci, per la verità – affascinante come un principe, invitati raggianti, un sontuoso banchetto, fiori profumati e musica allegra. Dopo tanta fatica e tanta sofferenza me lo meritavo, e avevo programmato ogni cosa, ma ovviamente no. Perché se non ci fossero stati di mezzo psicopatici distruttori del mondo, rospi giganti, un branco di amici come cavernicoli e almeno un paio di esplosioni, non sarei stata Sakura Haruno. Anzi, Sakura Haruno in Uchiha, e mi sa che me la sono cercata: si sa che è un cognome che porta male.
È stato un disastro dall’inizio alla fine.”

Se la sposa sente un commento spiacevole sullo scorretto abbinamento di colori tra i suoi insoliti capelli e il vestito, ancor prima di entrare in scena. Se lo sposo è così schifosamente bello che non solo le damigelle, ma tutte le invitate gemono come invasate nel vederlo in abito da cerimonia. Se la testimone di lei resta incollata alle scarpe di lui per tutta la giornata, nonostante sia felicemente fidanzata. Se il testimone di lui è quel cataclisma ambulante di Naruto Uzumaki.
Se tutto questo si verifica, insomma, allora…benvenuti al matrimonio perfetto!
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Questa storia è di nuovo ambientata nel futuro. A differenza della precedente, però, è decisamente comica e assolutamente non seria. Perdonate la sciocchezza, ma mi è saltata fuori mio malgrado e vi sottopongo almeno l’inizio, per vedere che ne pensate. Un commentino sarà ben gradito.

Non l’ho classificata come OOC, perché nella sua insensatezza non mi sembra lo sia più di tanto. Però, appunto, non ha senso.

Buona lettura

suni

 

 

 

IL GIORNO PIU’ BELLO

 

 

Prologo

 

 

 

Non ci posso credere. Non ci posso assolutamente credere. Non può essere vero che in questo momento io sia rintanata in un bagno con una scarpa – rotta – in mano, la gonna del vestito a brandelli, una gran voglia di vomitare e quattro centimetri di capelli andati a fuoco perché mio marito ha avuto la geniale idea di mettersi a litigare con quel degno cretino del suo migliore amico, nonché testimone, esattamente accanto al mio infiammabilissimo velo. Mi ha dato fuoco ancora prima di essersi avvicinato al talamo nuziale! Senza contare i rimasugli di ramen e torta spiaccicati sul corpetto e questa disgustosa bava di rospo che non smette di ungermi le mani nemmeno se la lavo con l’alcool da ospedale. Non ci posso credere.

Non posso, altrimenti spacco tutto a pugni. Teste del mio fortunato coniuge e di Naruto comprese, anzi, con precedenza assoluta.

E dire che avrebbe dovuto essere il giorno più bello della mia vita. Le premesse c’erano: dopo drammatici esami andati storti, amori rifiutati, fughe al seguito di psicopatici massacratori fissati coi serpenti, inseguimenti rocamboleschi ai quattro angoli del mondo, tentati omicidi tra compagni di squadra, fratricidi, tradimenti e voltafaccia, il colpo di stato di un trisavolo immortale, una società di assassini decisi a scatenare la guerra mondiale con tanto di guerriero in modalità divina, il fortunoso scongiuramento della suddetta guerra en passant per il risveglio del mostruoso, terribile demone della volpe a nove code e uno scontro da segnalare negli annali di Konoha siglato Kyuubi versus sharingan, dopo tutto questo, appunto, finalmente le cose si erano calmate.

E non solo calmate: avevano preso proprio a girare nel modo migliore. Sasuke è tornato a Konoha, Kakashi gli ha rivolto nuovamente la parola dopo sole tre settimane, perdonando il vile abbandono subito da parte dell’allievo in favore di quel perverso sennin malato – sinceramente io gli avrei tolto il saluto per almeno un altro mese, se fossi stata il sensei – il team sette si è felicemente ricomposto, Naruto si è dato pace ed è stato tutto veramente felice. Sul serio.

D’accordo, Sasuke non sarà mai una persona esilarante. Ma è normale: certe cose ti segnano a vita, l’ho sempre saputo e non pretendo che sia diverso. Ha fatto grandi miglioramenti in poco tempo, comunque, anche perché avere il fiato di Naruto sul collo per ventiquattro ore al giorno deve portare a sviluppare una certa tolleranza: o quello oppure omicidio, nuovo tradimento del villaggio, nuova fuga.

Il fatto è che il nostro amico sembrava aver sviluppato il terrore – da me condiviso, va detto – che Sasuke ci piantasse in asso di nascosto un’altra volta e, parole sue, si accertava che non accadesse tenendolo d’occhio. In pratica gli si è appiccicato addosso come una ginocchiera da combattimento, e morire se si schiodava. A un certo punto ho nutrito anche l’orrendo sospetto che lo seguisse persino in bagno, ma per fortuna non era così. Meno male, perché mi sarebbe dispiaciuto dover rompere la testa di Naruto a pugni, con tutto quel che abbiamo passato insieme.

Dopo oggi, comunque, lo farò.

Per non parlare di quando, finalmente, il mio tenebroso genio si è rassegnato al fatto che liberarsi di me sarebbe stato tassativamente impossibile, a meno di ripetere il solito iter omicidio-fuga-e via dicendo. Credo che ricorderò per tutta la vita il momento della sua dichiarazione, non tanto perché effettivamente è stato l’istante più felice della mia intera esistenza – credevo di morire di gioia, sul serio – ma perché Sasuke, per la prima e ultima volta che io sappia, era così imbarazzato che ha incatenato una gaffe dietro l’altra, partendo dal Sakura-kun con cui ha iniziato a balbettare il discorso e arrivando a un impensabile “mi tremano le ginocchia” mormorato a mezza voce dopo avermi confessato come non avesse mai smesso di pensare a me. Era assolutamente comico, e trattandosi di lui è tutto dire; non che sul momento me ne sia resa conto, comunque: ero troppo impegnata a tentare di trattenere le lacrime per evitare che il mio viso sembrasse un campo di battaglia proprio nel momento in cui il ragazzo dei miei sogni mi dichiarava il suo amore, contrariamente a ogni ragionevole pronostico.

Non posso dire che Sasuke sia stato un fidanzato perfetto: non è affettuoso, e dubito che lo sarà mai. La sua freddezza può raggiungere vette di orripilante insensibilità. Rammenterò sempre il pomeriggio in cui trepidante, poco tempo dopo il nostro annuncio di fidanzamento, mi sono presentata alla sua porta sfoggiando con insicurezza un nuovo taglio di capelli. “Scusa, sto liberando la stanza vecchia dei miei, passo da te più tardi,” ha proclamato il mio principe azzurro sbrigativo, dopo avermi scrutata da capo a piedi senza notare assolutamente nulla, subito prima di chiudermi la porta in faccia.

E no, non m’interessa che smantellare le cose dei suoi familiari trucidati lo stesse probabilmente scombussolando. Va bene, forse in questo momento sono leggermente inacidita nei suoi confronti: il che dovrebbe dirla lunga, visto che di solito gli striscio ai piedi, ci siamo appena sposati, lo amo più della mia stessa vita e dovrei quindi essere semplicemente estasiata. Ma i miei capelli puzzano ancora di bruciato e no, non sono felice.

In effetti è cominciato tutto proprio dai capelli. Avrei dovuto rasarli a zero ieri sera, prima di andare a dormire. È successo stamattina. La tradizione vuole che le amiche e le parenti della sposa la aiutino a prepararsi per l’evento. Io, nel mio delirio del matrimonio perfetto – povera, abissale imbecille – non ho assolutamente voluto sottrarmi a quest’usanza. Così alle otto in punto un’orda di fanciulle, ovvero Ino, Hinata, TenTen e Temari, sotto la supervisione di mia madre, mi si sono affaccendate intorno per fare di me la sposa ideale – tradotto in fatti, ne sono consapevole, per far sì che non sfigurassi troppo accanto a quel gran tocco di ragazzo che la fortuna mi ha dato in marito.

Premetto che il mio vestito da sposa è, o meglio era, a questo punto, assolutamente magnifico. Ho impiegato settimane a sceglierlo, perché fosse spettacoloso senza cadere nell’eccesso, elaborato ma non eccessivo, elegante e raffinato, insomma, ancora una volta, perfetto. E, ovviamente, bianco. Era davvero importante che fosse bianco, perché la sposa provetta è in bianco. E io, per Sasuke, volevo essere la sposa provetta.

Mancavano solo gli ultimi ritocchi e mi osservavo allo specchio, soddisfatta e piena di belle speranze. Aspettavo questo giorno da sempre, ed ero sicura che sarebbe stato il matrimonio perfetto, come l’avevo sempre sognato: io con un vaporoso abito virginale, lui – ecco, lui avrebbe fatto bella figura anche vestito di stracci, per la verità – affascinante come un principe, invitati raggianti, un sontuoso banchetto, fiori profumati e musica allegra. Dopo tanta fatica e tanta sofferenza me lo meritavo, e avevo programmato ogni cosa, ma ovviamente no. Perché se non ci fossero stati di mezzo psicopatici distruttori del mondo, rospi giganti, un branco di amici come cavernicoli e almeno un paio di esplosioni, non sarei stata Sakura Haruno. Anzi, Sakura Haruno in Uchiha, e mi sa che me la sono cercata: si sa che è un cognome che porta male.

È stato un disastro dall’inizio alla fine.

Infatti, in quell’esatto istante è cominciata la catastrofe. Volevo che le ragazze mi appuntassero i il velo per finire l’opera, così mi sono avviata nella stanza adiacente per provvedere. Ho intravisto Temari e TenTen dalla porta socchiusa, ho fatto per aprirla e, accidentalmente, le ho sentite parlare.

“E’ proprio bella Sakura, no?” commentava Temari, e io già mi stavo sciogliendo, ripromettendomi di dire a Shikamaru che la sua ragazza è un vero tesoro.

“Sì, è stupenda,” ha commentato Ten con un sorriso, sistemandosi la gonna. “Peccato solo per il colore del vestito. Con quel rosa dei capelli il bianco non si adatta troppo.”

Giuro, volevo morire.

“Hai ragione,” ha confermato Temari, dandomi la batosta finale. “Sarebbe stato meglio un bel panna, o un crema.”

Ora, so che può non sembrare fondamentale e che avevano appena detto che comunque ero stupenda, ma io sognavo da anni, da sempre, quel vestito bianco. E ora le mie amiche stavano dicendo che quello stesso, vagheggiato vestito bianco non mi stava bene.

È stato orribile. Mi è venuta voglia di strapparmelo via di dosso, dargli fuoco e mettermi a urlare, ma in quel momento la porta contro cui mi stavo accasciando ha cigolato.

“Sakura!” ha esclamato Ten raggiante, ignara del fatto che le avessi sentite. “Vieni, che ti mettiamo il velo.”

Temari già lo stava sollevando dalla scatola, soddisfatta.

“Sarai una fata,” commentava maliziosa. “Sasuke ti cadrà ai piedi.”

Ma io avrei voluto mangiarmelo, quel velo – ignoravo che Sasuke avrebbe provveduto a liberarsene personalmente poche ore dopo: forse il bianco non piace nemmeno a lui.

Ecco, è stato allora che gli eventi hanno iniziato a precipitare. Avrei dovuto subodorare qualcosa, togliermi quel vestito maledetto di dosso e barricarmi a letto per un mese o due, e addio matrimonio. Invece, caparbia, ho perseverato nell’avvilirmi. Ho messo insieme un sorriso in qualche modo e ho lasciato che finissero di acconciarmi, trattenendo le lacrime e dicendomi che una volta arrivata davanti a Sasuke sarebbe andato tutto meglio.

Invece le cose non hanno fatto che peggiorare inesorabilmente, e così continua a essere da sette ore.

 

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: suni