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Autore: passiflora    02/08/2014    2 recensioni
[Partecipa al contest Aria sole terra e mare di (Setsuna)]
Il Grande Eroe si trova nei pressi della Fortezza delle Diciassette Torri, che sorge in cima ad una scogliera a picco sul mare e le cui mura sono fatte di sabbia e conchiglie taglienti, che scorticano le mani a chi cerchi di darsi alla scalata. L'affascinante città fortificata è stata presa di mira da un Mostro marino e lui, con la sua spada Flagello dei Mostri, intende scovare la bestia e catturarla. Ma... non tutto andrà come dovrebbe, e soprattutto: non tutto è ciò che sembra.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco comparire all’orizzonte il Grande Eroe! Egli è fulgido come il sole del mattino, coraggioso come un leone e i suoi capelli d’oro splendono quanto l’acciaio della sua possente spada Flagello dei Mostri.

Il Grande Eroe si è addentrato nella Desolata Landa, diretto alla Fortezza delle Diciassette Torri, la magnifica roccaforte a picco sul grigio, rabbioso mare. Là, un misterioso mostro marino è fuoriuscito dagli abissi e ha attaccato la rocca, riuscendo a penetrarvi. Là, il mostro marino aveva fatto scempio del villaggio.

Il Fulgido Guerriero è ormai giunto ai piedi della scogliera. Lassù, sulla sommità battuta dal vento marino, la fortezza si staglia contro il cielo, scintillando come un gioiello. Un sentiero si inerpica lungo la roccia, conducendo verso l’unico accesso. Sotto di esso, le onde ruggiscono come mastini affamati. L’Eroe, senza paura, si incammina lungo la tortuosa via, ma, ahime!, a causa dell’attacco del mostro parte di essa è crollata. Che fare? Il Sommo aggancia alla possente schiena la spada Flagello dei Mostri e scala con facilità la scogliera franosa.

Eccolo issarsi sulla sommità, proprio di fronte al maestoso cancello d’ingresso, il quale è vigilato da due enormi tritoni di pietra. Ai lati del cancello si innalzano due delle diciassette maestose torri, ma nessuna guardia controlla il passaggio degli sconosciuti.

Le mura della città sono di pietra scura e granulosa, tenuta insieme da malta impastata con pezzi di conchiglia. Sono mura costruite apposta per scorticare le mani di chi avesse avuto la malaugurata idea di scalarle. Su di esse crescono insieme edera e alghe. Il vento del mare o i gracchianti uccelli che fanno il loro nido sulla scogliera, ha portato con se qualche mollusco. Ora, colonie di esserini si estendono negli angoli umidi.

Una sola è l’entrata a questa città ed ora è aperta, in segno di resa. La fiera roccaforte apre la sua porta, come un guerriero prostrato offre la gola al suo avversario. Il Nostro la oltrepassa ed ecco comparire ciò che resta della città.

La desolazione regna sovrana. Sotto il cielo grigio le case rimaste in piedi sembrano tristi vecchietti in attesa della Morte. Pochi sono gli abitanti si sono salvati. Il silenzio opprime le orecchie e il cuore.

Al centro del grande cerchio di mura si apre la Voragine. È un buco enorme, oscuro e sembra non avere un fondo. Quella voragine, provocata dalla Bestia, ha inghiottito la quasi totalità del villaggio. Della bella Città di Sabbia sono rimaste in piedi una manciata di case, forse poche decine; la superficie su cui poggiano è spaventosamente inclinata, cosa che fa presagire un crollo imminente. Un solo, grosso albero resiste in piedi. Le sue radici si sono aggrappate alla roccia molto prima della costruzione della città e non la lasceranno andare facilmente.

Arroccata su un rigonfiamento di roccia, simile ad una strana collina di roccia, c’è la casa della Strega. La piccola costruzione è ancora in piedi, mentre tutte quelle intorno sono crollate. Gli abitanti credono che sia lei la responsabile del risveglio del Mostro.

Improvvisamente, un ruggito assordante sale dal fondo della Voragine, come uno spaventoso presagio. Nello stesso momento, un bambino cencioso e livido si fa incontro al Fulgido e lo guarda con enormi occhi angosciati. Troppo dolore per un ragazzino così giovane. Uccidilo, dice, si è mangiato tutta la mia famiglia.

All’Eroe non serve altro per decidersi ad agire. Senza esitare, si avvicina al bordo della Voragine. Un attimo dopo salta al suo interno ed inizia a scendere con abilità di rango lungo le pareti scivolose, dirigendosi verso il fondo, verso il Mostro. Ma ecco una mano che scivola, un piede messo in fallo. La fine? No. Il Magnifico si solleva e stringe la roccia tra le mani possenti. Non cadrà, non oggi.

Il fondo della caverna è oscuro e freddo, come il fondo di un gigantesco incubo. Una pozza d’acqua di mare si estende davanti al Sommo. Non si sa quanto possa essere profonda, impossibile da determinare, ma l’Eroe sa che se ci cadesse dentro le correnti lo trascinerebbero sul fondo, verso l’apertura attraverso cui il lago sotterraneo viene alimentato dal mare. Non ci sarebbe scampo.

Ad un tratto il Nostro sente qualcosa, un suono strisciante, coperto dai mille tintinnii delle gocce d’acqua che cadono tutto intorno a lui. Poi, un tuono rimbomba nella caverna e scuote le mura di roccia e il pavimento scivoloso. È il Mostro! Il Leggendario chiude gli occhi e aguzza l’udito: deve essere pronto a colpire in qualunque momento e nel buio gli occhi non gli servono.

Ma se avesse gli occhi aperti, vedrebbe due iridi di fuoco comparire e rilucere nell’oscurità umida e profonda, come tizzoni ardenti. Sono occhi iniettati di sangue, pronti ad un lauto pasto. Il mostro si fa avanti, i suoi passi come scosse di terremoto. L’Eroe brandisce la sua Flagello dei Mostri, con l’elsa di corno di Unicorno, ricoperto di scaglie di Drago. La lama brilla nell’oscurità. Acciaio affilato come il migliore dei rasoi, un’unica zanna micidiale, alta quasi quanto l’Eroe stesso. Egli la brandisce. I due si fronteggiano. Due potenze eccezionali pronte ad attaccare e a distanziarle solo una pozza d’acqua.

Ed ecco! Il Mostro attacca. L’Eroe non può vederlo, ma lo sente arrivare. Lo immagina: un enorme ammasso di muscoli e denti, la pelle totalmente ricoperta di conchiglie taglienti come lame, ruvide come le mura della città. Il Grande sente gli sguardi dell’intero villaggio, sente le loro urla piene di speranza incitarlo alla lotta. Lui è l’unica cosa che si frappone tra loro e la distruzione. Allora fende il primo colpo, ma colpisce solo le scaglie del mostro.

Questo cerca di attaccare con l’enorme coda di pesce, grande e possente come quella di una balena e coperta dalle scaglie terribili dello squalo, ma il Sommo schiva con facilità. Il Mostro è lento, ma inesorabile. Subito torna di alla carica! L’Invincibile apre per un attimo gli occhi. In quel fugace momento gli pare di scorgere un debole bagliore, là dove dovrebbe esservi il cuore del Mostro. Sorride. Lui i Mostri li conosce e sa che quel bagliore è segno di un punto debole. Schiva un colpo, schiva le zanne, schiva gli artigli, ed ecco che attacca!

Ma in quel momento la vista di tutti si annebbia. Un calamità inaspettata si abbatte sulla grande Voragine. La Strega ha deciso di intervenire, ed ha fatto crollare le pareti della grotta sotterranea sulle teste dei due in lotta. Il villaggio guarda pieno di amarezza la tomba del Sommo. È finita, per entrambi.

 

«Cretina! Mi hai rovinato tutto! Sei proprio una cretina!»

«E tu sei più cretino di me! Mi hai svegliata! Stupido!»

«Bambini, smettetela! TU, non dovevi far crollare la buca che ha fatto tuo fratello! Ci aveva messo tutto il giorno. Chiedi scusa!»

«…»

«Beh?»

«Scusa…»

«Bah, chi se ne frega! Vado a fare il bagno.»

 

Ma ecco, si avvicina all’orlo della Voragine proprio la temibile Strega. Nessuno l’ha mai vista da vicino e tutti ne rimangono rapiti, perché la Strega è una bellissima giovane fanciulla. Ha fatto crollare le pareti della grotta, sì, ma solo per dare all’Eroe l’opportunità di uccidere il Mostro senza cadere nel suo tranello e senza annegare nel pozzo senza fondo.

Ora lei stessa si cala nella Grotta. Estrae dalle macerie il corpo esanime dell’Eroe, che con le sue ultime forze è riuscito a colpire a morte la temibile creatura. Si piega su di lui e con un incantesimo riesce a donargli nuovo vigore. Perché la Strega ama l’Eroe. L’aveva sognato mentre dormiva, aveva atteso il suo arrivo quando nessuno sospettava ancora nulla, l’aveva osservato combattere ed infine lo aveva aiutato a vincere. E a vivere.

   
 
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