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Autore: oggisonoio    02/08/2014    2 recensioni
Deborah, cantante dalla voce a dir poco straordinaria vince la tredicesima edizione di ''Amici''. Ma cosa succede dopo?
Nonostante i continui dolori che ha subito nella sua vita, le ingiustizie che ha sopportato, finalmente è riuscita a diventare ciò che ha sempre voluto essere.
Una ragazza, una strana vita da affrontare un incontro che le cambierà la vita. Dopo alcuni mesi dalla sua vittoria, rincontrerà casualmente il suo professore di canto: Carlo.
La vita è fatta di incontri e di scontri, di gioie e dolori, di amici e nemici, ma sopratutto di amore. Riuscirà a trovarlo?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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- Deborah! - dice facendomi un sorriso a trentadue denti. - Cavolo, scusami per la borsa: ero distratto un attimo.- dice con la sua voce profonda. 
Carlo mi ha sempre affascinato: non so esattamente il motivo, ma tutto le volte che mi rivolge la parola sento che dentro di me qualchecosa si agita.  
- Tranquillo, non mi sono fatta niente.- oh Dio. Che imbarazzo. 
- Ma che ci fai qua? Lo sai che hanno annullato tutti i voli?- dice prendendomi la borsa che era volata in terra, anche lei. 
- Lo so... - dico sbuffando. - dovevo andare a Milano per firmare il contratto con la casa discografica per il nuovo disco, e invece sono rimasta bloccata. Mi guarda con molta tenerezza. 
- E tu invece? Dove andavi?- lo guardo. Cavolo, il tempo sembra essersi fermato: lui ha ancora il suo solito maglioncino blu, il gel nei capelli e le occhiaie profonde. 
Devo ammettere che l'ho sempre ritenuto un bel ragazzo, e oggi non si è smentito. 
- Io? No no, da nessuna parte: sono venuto a prende mio fratello. Lui è riuscito a prendere il volo precedente.- dice sorridendomi.  
Mi prende uno strano senso di vuoto allo stomaco: che sale e arriva fino alla bocca, dove ho stampato un sorriso da ebete da quando ho sentito la sua voce. Non capisco perchè mi faccia quest'effetto: non lo provavo da tanto. 
Forse prima, essendo impegnata con Danilo, non avevo mai visto Carlo sotto un altro punto di vista. Sembra che il mio stomaco si stia rivoltando, e mi sento... bene? Felice? 
- Ah, beh menomale!- le parole mi escono dalla bocca da sole. Sembra che tutto l'aeroporto si sia fermato, e non sento neanche più il nervoso e la voglia di fumarmi una sigaretta. 
- Sei qui da sola? - dice guardandomi negli occhi profondamente. 
- Eh....già... e non so neanche dove andare!- dico sospirando. Deborah scendi dalle nuvole: Milano? La grandine? La casa discografica? Improvvisamente torno al mondo reale, e tutti i problemi riaffiorano. 
La tristezza torna in me. Abbasso lo sguardo, e incrocio le braccia. 
- Ma ehm, non hai un'amica che può ospitarti?- dice aggrottando le sopracciglia, come se lo stessi prendendo in giro.  
- Qui a Roma non conosco nessuno, il mio manager ha avuto un contrattempo e non può raggiungermi, ho pochissimi soldi con me, non ho nessuna camera d'albergo prenotata, ho i capelli bagnati e ricci e il trucco sbavato che sembro un panda -. dico tutto d'un fiato. Diamine, mi sono accorta di essere stata un po' troppo aperta in questi discorsi. Infondo che c'entra lui? Mi blocco, sento le gote riscaldarsi, e divento rossa come un pomodoro. Lui mi guarda e scoppia a ridere. La sua risata. Da quanto tempo non la sentivo. Ammetto che mi mancava un po'. Ho una strana sensazione: è come se riuscisse con una risata a scaldarmi, ma non il corpo, lui mi riscalda dentro. Rido anche io.  
Poi si avvicina, e con un dito mi strofina accanto ad un occhio per togliermi un po' di trucco colato: - Diciamo che il trucco panda ti dona!- dice sorridendo. 
- Ahahaha! Scemo!- dico allontanandogli il braccio. Le sue mani sempre troppo fredde, sul mio viso bollente. Cavolo, che mi sta succedendo? Perché Carlo mi fa quest'effetto?  
- Carlo io ho finito... hey ma tu sei Deborah! La ragazza che ha vinto Amici! - una voce molto simile a quella di Carlo interrompe quell'attimo. Mi giro. 
- Oh mio Dio! Ma tu sei Carlo!- dico stralunata. Un ragazzo, identico a Carlo mi si presenta davanti: indossa dei jeans strappati e un maglioncino leggerissimo nero. Ha i capelli scompigliati.  
I due scoppiano a ridere, non capisco.  
- Ahaha! Piacere, mi chiamo Matteo, sono il fratello più figo... - dice baciandomi la mano. Ah, ecco. Aspetta, fratello? Quindi sono gemelli? 
- Matteo finiscila! Deborah lui è Matteo, purtroppo, mio fratello gemello -. dice Carlo imbarazzato. Devo ammettere che sembra anche un po' innervosito dal gesto del fratello. E la cosa non mi dispiace per niente. Mi appare un sorriso sul volto. 
- Piacere mio Matteo... sapevo che Carlo avesse un fratello ma non credevo gemello!- dico sorridendogli. Però, anche Matteo è proprio un bel ragazzo. 
- Bene ehm, Matteo prendi la borsa andiamo ... Deborah tu vieni con noi?- mi chiede Carlo con voce molto dolce: sembra quasi intimidito. 
- Oh, no no, non vorrei disturbare! Mi troverò qualcosa, un motel che costi poco, e passo la notte!- dico sorridendo. Carlo che mi invita ad andare con lui? Diamine Deborah accetta! Cosa fai! 
- Cosa? Una bella ragazza come te, in uno squallido motel di notte? Assolutamente no, tu vieni con noi! - dice Matteo prendendomi sotto braccio. 
- Grazie davvero, ma non vorrei disturbare! - tento di dire. Anche se l'unica cosa che vorrei fare è correre e andare insieme a loro.  
- Tu? Disturbare? Ma scherzi? - dice Carlo prendendomi la mano. Le nostre dita si toccano. Mi si blocca il cuore. Mi tremano le gambe...perché mi fa quest'effetto? Ci guardiamo profondamente. Io fisso i suoi occhi color cioccolato.  
- Per caso sei in imbarazzo per Matteo?- mi domanda. 
Rifletto un po' su quella domanda: perché si è soffermato su Matteo? Se davvero fossi in imbarazzo non dovrei esserlo anche con lui? Perché sottolinea unicamente 'Matteo'? 
- Ah cara mia! Fidati: con me non devi assolutamente esserlo!- afferma Matteo sorridendomi. Prende il mio trolley, come se io avessi già accettato. 
- So più cose io di te, di quanto tu le sappia di te stessa! - afferma di nuovo Matteo facendo l'occhiolino. Un momento. Matteo si è messo a cercare una biografia della mia vita o cosa? Alzo un sopracciglio dubbioso. 
- Andiamo? - domanda alzando le sopracciglia.  
Carlo mi guarda, aspettano una mia risposta. 
- E va bene! Ma solo una notte: non voglio disturbare, ne tanto meno scroccare casa vostra! - dico imbarazzata.  
- E andiamo! Venga signorina, le faccio strada!.- Matteo mi prende sotto braccio con una mano, con l'altra porta il mio trolley, e ci incamminiamo. 
- Gentile come sempre Matte!- dice Carlo, rimasto indietro. Prende la borsa di Matteo, e ci raggiunge.  
Usciamo dall'aeroporto: ha smesso di piovere. Adesso il cielo è grigio , ma ha comunque una strana luce. Raggiungiamo una macchina: è una jeep, con un portabagagli molto grande. Matteo si ferma. 
- Questa è la sua carrozza: un po' vecchia ma sempre attuale!- dice sorridendomi. Ricambio. 
Poi prende la mia valigia, la sistema nel portabagagli. Carlo è  accanto a lui, a sistemare la borsa. Li guardo da dietro. Cavolo sono proprio uguali: stesso fisico, stesse movenze. 
Se non fosse che, non so per quale motivo, ma riuscirei benissimo a distinguere Carlo: sarà che avendo passato parecchio tempo insieme mi sembra familiare. Me lo sento un po' ''mio''. 
- Pronti. Vieni Deborah, sali pure.- dice Matteo aprendomi lo sportello. 
- Grazie, ma sei troppo gentile! - dico entrando nell'automobile. Sono nei sedili posteriori, dentro è veramente spaziosa. Mi guardo attorno: vicino al posto di guida ci sono molti dischi perfettamente sistemati: musica brasiliana, cubana, alcuni gruppi rock, Fiorella Mannoia, musica italiana, Mina. C'è veramente l'imbarazzo della scelta!  Sul cruscotto ci sono alcuni fogli sparsi qua e là, carte stropicciate, ma l'automobile è perfettamente pulita.  
- Mi dispiace per te Deborah, ma dovrai stare vicino a mio fratello: non faccio guidare la mia bimba a nessuno!- dice Matteo salendo in macchina e chiudendo lo sportello. Intanto sale anche Carlo. 
- Oh Carlo, ehm ma non devi stare per forza vicino a me! Se vuoi vai davanti: in fondo la macchina è vostra, quindi tua, e io ti sto rubando un posto, ceh non voglio essere scortese e.....- sparo parole a caso. 
L'idea che dovrò stare tutto il tempo del viaggio accanto a Carlo mi agita. Non che io non lo voglia, sia chiaro. E' che mi sento battere il cuore troppo forte quando sono accanto a lui. 
- Guarda che se non mi vuoi basta dirlo eh.- dice Carlo sbattendo lo sportello. Sembra leggermente infastidito dal mio comportamento.  
- Ma no no, certo che ti voglio, anzi.- mi blocco, mi tappo la bocca con le mani. Spalanco gli occhi. Cavolo ma che diamine ho detto? 
- Cioè, non ti voglio in quel senso, ceh ti voglio ma non che ti voglio...- tento di dare spiegazioni, ma il dito di Carlo si appoggia lentamente sulle mie labbra. 
- Shh. Tranquilla.- dice molto dolcemente con la sua voce sensuale. Lo guardo. Le mie labbra scottano, e anche le mie guance. Non so come Carlo riesca a farmi stare in quel modo: quanto sto con gli altri non mi sento così, e non mi ci sono sentita neanche con Danilo. Solo lui riesce a scombussolarmi in quel modo. 
- Posso partire piccioncini?- dice Matteo ridendo. Oh Dio che imbarazzo.  
- Ehm si, parti.- si stacca Carlo velocemente. Che momento. Ma perché non riesco mai a farne una giusta. 
Passa un po' di tempo. Non ho mai spiccicato parola: non ci riuscirei, e poi ho già combinato troppi guai. Carlo ha lo sguardo fisso fuori dal finestrino e ha la testa appoggiata alla mano. 
Il tempo è migliorato: adesso c'è un sole splendente. Per le strade ci sono alcune pozzanghere che si illuminano quando ci sbatte sopra il sole. E' come se il clima lo avesse fatto apposta per me: in fondo se non ci fosse stata la grandine, io sarei partita per Milano, non avrei incontrato Carlo, e adesso non sarei nella sua macchina insieme al fratello gemello. 
- Che ne dite se mettiamo un po' di musica? - dice Matteo, rompendo quel silenzio collettivo. Carlo non risponde, non si muove neanche. Matteo lo guarda dallo specchietto. E' come se avesse qualche problema: che gli succede? Se ne è stato tutto il tempo zitto, con lo sguardo perso nel vuoto, come se volesse evitare ogni tipo di contatto con noi, con me.  
- Deborah, che ne dici di ascoltare il tuo cd? - dice Matteo dolcemente, prendendo da quella lunga fila il mio disco.  
- Avete davvero il mio disco?- dico quasi incredula. Non pensavo che lo ascoltassero! Infondo non sono poi così famosa, e non credo sia proprio il genere di musica che ascolterebbero! 
- Scherzi? Ce ne abbiamo tipo 4 copie: uno in macchina, uno a casa, uno in sala registrazione e anche uno a casa dei nostri genitori, lo apprezzano molto!- dice sorridendomi. 
- Davvero? Sono molto contenta!- dico quasi incredula. E' bello sapere che apprezzino il mio cd, e che ne abbiano anche tutte queste copie!  
Matteo infila il cd nello stereo, preme il tasto ''casuale'' e la prima canzone è la traccia numero 7: ''A volte capita''. Adoro quella canzone. Adoro quella frase. Non a caso ce l'ho tatuata sul braccio. L'adoro per il semplice fatto che ad un certo punto della mia vita ho detto basta: bisogna vivere giorno per giorno. Non devo sempre pensare a cosa fare, a cosa dire, ma prendere le decisioni sul momento, provare ad essere più libera senza pentirmi delle scelte. E vivendo così non si sa mai cosa possa succedere. Tengo il tempo con le mani, anche se non riesco a fare altro: è passata quasi un'ora da quando siamo saliti in macchina, e non ho spiccicato parola.  
- A volte ca a a a a a a apitaa!- canta Matteo. Meno male che c'è lui a spezzare questo momento di imbarazzo. La sua voce è stonatissima, e non riesco a trattenere la risata per le mosse e le smorfie che fa. 
- Ahahaha! Secondo me la canti meglio di me! Che ne dice di fare un duetto signor Di Francesco?- dico ridendo. 
- Ahahah! Guardi, non lo so, devo pensarci, sono pieno d'impegni! - dice ridendo anche lui. Carlo rimane in silenzio. E quando pronuncio questa frase sembra adirarsi. Come se fosse disturbato da quel dialogo tra me e Matteo. Si schiarisce la voce, e si sistema meglio sul sedile. Non so perché sia infastidito così tanto. 
Passa altro tempo: abbiamo finito di sentire quasi tutte le tracce del CD.  
- Ragazzi, che ne dite di fare una pausa? Insomma, prima di arrivare ad Avezzano ci mancano ancora 2 ore di viaggio, e penso sia meglio fermarci a mangiare qui: infondo sono quasi le sette e mezza! - dice Matteo accostandosi. 
Aspetta: Avezzano? Cosa?  
- Avezzano? Ma non dovevamo andare a casa vostra a Roma...- tento di dire, ma la voce di Matteo spezza la mia frase. 
- Casa nostra a Roma? E' piccolissima! Meglio stare comodi: ad Avezzano abbiamo la villa dei nostri genitori, a due piani, così tu starai tranquilla e avrai tutto lo spazio che vorrai! - dice. 
In realtà sono un po' spaventata all'idea di arrivare fino ad Avezzano: non dista molto da Roma, ma il pensiero che starò con loro due mi agita. Ma sono stati così gentili, non posso rifiutare. Sorrido come per acconsentire e scendiamo dalla macchina. Siamo vicino ad un autogrill, dove ci sono alcuni negozi ed un piccolo ristorante. C'è il tramonto, e siamo in mezzo ad un'autostrada: ma vedere il sole calare tra quelle colline lontane, sopra la galleria è una delle cose più belle che abbia mai visto.  
- Davvero sei così affascinata? - una voce mi spezza quella visione. E' Carlo. Matteo è già entrato nel ristorante a prender posto. E' la prima volta che parla da quando siamo in macchina. 
- Bhe si: non è il massimo del romanticismo, ma è proprio questo che lo rende speciale, la semplicità! - dico fissando le colline. Sento gli occhi di Carlo che mi fissano, me li sento addosso. Mi giro verso di lui. 
Con la luce del sole i suoi occhi si schiariscono: sono limpidi e profondi. Sposto gli occhi sul collo: i suoi capelli, senza gel, scendono un po' bagnati sul lato destro: ha le maniche del maglioncino tirate su ed arricciate ai gomiti. Non so, ma con questa luce è veramente bellissimo. Mi guarda anche lui negli occhi: mi sento strana, nel mio stomaco sento mille aghi che mi pungono. Cosa mi succede? Che sensazione sto provando?  
- Ehm...è meglio che andiamo ora.. - la sua voce sensuale, il suo timbro forte mi avvolgono.  
- Si, andiamo. - dico quasi sottovoce, come se nessuno dovesse scoprirci, come se fino a quel momento avessimo fatto qualche cosa di proibito e dovevamo nasconderci.  
Lentamente camminiamo verso la porticina del piccolo ristorante: questo silenzio è strano. Mi apre la porta, entro e lui mi segue. Raggiungiamo Matteo, è seduto in fondo alla sala in un tavolo per quattro persone. 
- Alla buon'ora! Sto morendo di fame! - dice ridendo.  
- Vieni Deborah, siediti accanto a me. - dice molto dolcemente. Lo ringrazio sorridendogli. Carlo è davanti a noi.  
- Allora: voi che prendete? - sto per sfogliare il menù, quando mi ricordo che non ho un soldo! Avrò a malapena dieci euro, e che ci compro? L'acqua? 
- Ehm... io non ho molta fame...- tento di dire. In realtà ne ho molta, ma non posso ordinare cose costose.  
- Ah no eh! Non ricominciare con la storia della dieta! Ordino io per te, e non puoi rifiutare. - Matteo mi toglie il menù dalle mani, lo chiude e lo poggia sul tavolo. Mi fa un occhiolino, come se avesse capito come stanno realmente le cose. Matteo è così gentile con me.  
- Allora, Deborah: come l'ha presa la tua famiglia la storia del successo? Il tuo fidanzato, le tue amiche? - dice Matteo, versando del vino nel bicchiere mio e di Carlo. 
- Oh bhe, molto bene: la mia famiglia e le mie amiche mi sono state vicine, e non mi hanno mai voltato le spalle. Sono stati molto felici e soprattutto orgogliosi, che è la cosa fondamentale per me. Al contrario di ehm Danilo... - dico abbassando lo sguardo. 
- Vi siete lasciati? - dice Carlo fissandomi.  
- Si, l'ho lasciato io: il successo ha cambiato lui, non me, mi usava come se fossi un oggetto da vendere. E poi era già da tempo che la nostra relazione era andata a rotoli. - dico rialzando lo sguardo. La situazione di Danilo non mi tocca più. 
- Ehm... mi dispiace...- accenna Matteo, imbarazzato. 
- A me no. - dice Carlo. Io e Matteo spalanchiamo gli occhi: ma cosa dice?  
- Cioè, nel senso che se ti faceva stare male: ehm è stato meglio che vi siete lasciati, cioè per te e per lui, ma più per te, ehm nel senso che ora sei felice e questo è quello che ehm conta. - tenta di rispondere. 
E' imbarazzato, e mentre parla gesticola e si sistema i capelli dietro le orecchie. Io scoppio a ridere: le sue smorfie e quello che ha detto è esilarante.  
- Ecco a voi! - il cameriere arrivare con quello che ha ordinato Matteo: tre piatti immensi di pasta alla amatriciana. Fortunatamente è arrivato al momento giusto, e ha tolto Carlo dall'imbarazzo. 
- Adesso assaggerai la vera pasta, non come la facevano la agli studi! - mi dice Matteo dandomi un colpetto al braccio. 
Mangiamo: la cena è stata davvero ottima, il ristorante è molto carino, e l'atmosfera è quella giusta. Ridiamo, scherziamo, sembra essersi sciolto anche Carlo. 
Tra una battuta è l'altra, non ci siamo resi conto che sono le undici e mezza di sera. 
- Cavolo ragazzi, è davvero tardi! - dico guardando l'ora sul telefono.  
- Già... e menomale che doveva essere solo una ''cenetta veloce che poi dobbiamo ripartire'' - ironizza Matteo. 
Ci mettiamo a ridere. Ci alziamo dal tavolo, e andiamo alla cassa. Mi sento terribilmente in imbarazzo: loro sono così gentili con me, mi hanno anche pagato la cena. 
Usciamo dal ristorante: il posto sembra essersi trasformato: il buio rende davvero tutto più terrificante. Matteo è andato avanti alla macchina, mentre Carlo ed io siamo leggermente indietro. 
La notte le autostrade non sono il posto migliore in cui stare: il parcheggio di fuori è deserto, alcune ragazze con abiti succinti fanno avanti e indietro sul ciglio della strada. In più ci sono alcuni tipi loschi che mi fissano: sembrano stranieri, hanno delle bottiglie di birra in mano, e farfugliano qualcosa tra di loro, indicandomi. 
- Carlo ho paura. - dico terrorizzata. Mi sento i loro occhi addosso, sono spaventata, mi sento goffa e piccola in confronto a loro. So già la situazione: quando era adolescente e la sera uscivo, la strada di fronte a casa mia era piena di gente così. La maggior parte sono delinquenti, e una volta hanno anche tentato di rapinarmi. Fortunatamente sono riuscita a correre via urlando. Non voglio avere altre storie del genere. Carlo appena ha udito le mie parole mi ha preso sotto braccio. 
- Non devi avere paura, ci sono io a proteggerti. - dice lasciandomi un piccolo bacio sulla testa.  
Mi sento protetta, il suo braccio che si unisce con il mio mi fa sentire sicura: ho come la sensazione che tra le sue braccia potrei restarci per sempre.  
Passiamo davanti agli stranieri: Carlo continua a fissarli, mentre camminiamo. Stringo sempre più forte il suo braccio, e abbasso gli occhi. Un brivido mi sale dalla schiena. Carlo sembra molto tranquillo: continua a fissarli finché non attraversiamo la strada ed arriviamo alla macchina. - Scusami - dico sospirando - so di essere paranoica, ma in Sicilia e soprattutto nella mia città è pieno di gente così, e la maggior parte delle volte non sono proprio ''buoni'' -. Carlo mi guarda, accennando un piccolo sorriso. - Con me devi stare tranquilla: ti proteggerò finché potrò -. Sorrido. Ed entriamo nella macchina.  
-Ragazzi, è tardi, sono abbastanza stanco: che ne dite se ci fermiamo a qualche motel? Solo per questa notte, domani mattina ci rimetteremo in viaggio. - dice Matteo girandosi verso di noi.  
-Io sono d'accordo: conosco un piccolo albergo che costa poco, possiamo fermarci là. - dice Carlo guardando Matteo. - Deborah a te va bene? - mi chiede poi.  
''Certo che va bene Carlo. Con te andrei pure sulla luna''. Penso tra me e me. -







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                                                                                                 ANGOLO DELL'AUTRICE 
Buonasera a tutti! Come state? 
Mi rendo conto che questo capitolo è leggermente più lungo dell'altro! :') Ma davvero, avevo bisogno di metterlo tutto! 
Spero che vi piaccia, è sicuramente più discorsivo dell'altro: Deborah incontra Carlo e Matteo, finalmente! 
Secondo voi accetterà di andare con loro? 
Lasciatemi qualche recensione, e sarò più che contenta di leggerla! 
Alla prossima! :) 
   
 
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