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Autore: tsubasala    02/08/2014    1 recensioni
"[...] Shou sapeva cosa per lui fosse "casa": il poter stare accanto alla persona che più ami, e la ami perché quando è vicino a te ti senti sereno, calmo, proprio come se fossi a casa tua."
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Kazamasa Kohara, Shinji Amano
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tokyo, Febbraio
 
Gli Alice Nine erano tutti riuniti a casa di Hiroto per scegliere le canzoni da inserire nel prossimo album del quale avrebbero dovuto iniziare le registrazioni a Marzo; avevano iniziato il pomeriggio, e dopo quasi due ore, finalmente giunsero ad una conclusione: avevano circa una decina di demo su cui lavorare nei prossimi mesi. Dopo che ebbero scelto i demo, dovevano ancora discutere sui testi con Shou: chi componeva spiegava agli altri che idea avesse avuto, che messaggio volesse trasmettere, e Shou sulla base di questo aveva subito in mente che tipo di testo scrivere; molte volte invece, non erano necessarie delle spiegazioni precise, perciò davano a Shou completamente carta bianca, lasciando che venisse ispirato semplicemente da ciò che provava ascoltando il demo.
Uno dei demo scelti era di Tora, una ballad. In genere scriveva le canzoni più metal del gruppo, ma quella volta aveva avuto l'ispirazione per comporre qualcosa di leggermente diverso dal solito. Era molto bella, perciò venne scelta subito per l'album, quindi Tora spiegò agli altri perchè avesse composto una ballad:
"In genere compongo canzoni di tutt'altro genere, lo so, però stavolta volevo fare qualcosa di diverso; quando ho avuto l'idea ero a casa dei miei durante i giorni liberi che ci siamo presi e Gennaio dopo la fine del tour, e credo che sia stato quel senso di "essere a casa" che mi abbia spinto a comporla"
"Cioè "essere a casa"? Cosa intendi?" chiese Saga
"Quando torni in un posto o vedi qualcuno e pensi: "ah, finalmente sono davvero a casa!" perchè quel posto o quella persona trasmette quella sensazione di serenità che solo "casa" può darti"
"Ah, ecco, ora ci sono! È una buona canzone, Tora-kun!" esclamò Nao, seguito dal gesto di approvazione di Hiroto e Shou con la testa.
"Grazie, non pensavo che potesse piacere a tutti! Comunque, riguardo al testo, Shou-kun, vorrei che venisse trasmesso questo messaggio, il resto lo lascio a te come sempre"
"Ho capito, credo di aver avuto già un'idea ma ci lavorerò su già da stasera!"
Con questo, la riunione finalmente terminò quando ormai era giunta l'ora di cena: salutarono Hiroto e lo ringraziarono per l'ospitalità, e si diedero appuntamento per il giorno dopo agli studi della PSC per iniziare la pre-produzione delle canzoni.
Usciti dalla casa di Hiroto, si diressero tutti quanti nella fermata della metro; la fermata alla quale doveva scendere Shou era l'ultima, così presto, dopo che gli altri furono scesi, si ritrovò solo. A quell'ora quella linea non era molto affollata, così era seduto vicino alle porte laterali; mancavano ancora dieci minuti alla sua fermata, così tolse l'ipod dalla borsa e indossate le cuffiette, si rimise ad ascoltare il demo di Tora. Iniziava a sentirsi stanco, così chiuse un attimo gli occhi, lasciandosi cullare per un po' dalla dolcezza di quella melodia; quando il demo finì, aprì gli occhi, e subito prese dalla borsa la sua agenda, una penna, e aprendo una pagina a caso, scrisse l'idea che aveva avuto per il testo di quella canzone. Mise il segno su quella pagina lasciandovi in mezzo la penna, e poiché tra poco tempo sarebbe arrivato alla sua fermata, rimise l'agenda e l'ipod nella borsa e si alzò per prepararsi a scendere.
 
Appena arrivò al suo appartamento, appoggiò il cappotto e la borsa nel divano, e ordinò una pizza per cena. L'addetto alla consegna a domicilio sarebbe arrivato tra circa una mezzora, così per ingannare l'attesa, Shou andò nello studio che usava abitualmente per comporre per prendere alcuni fogli, quindi ritornò in salotto, si sedette di fronte al tavolino davanti al divano e prese l'agenda dalla borsa: voleva capire se l'idea che aveva avuto prima durante la riunione e poi nella metro fosse buona, e se potesse effettivamente scrivere ciò che aveva in mente. Era talmente preoccupato per cosa fosse giusto fare, che la mezzora passò in fretta, perciò quando sentì il campanello suonare, si meravigliò; andò ad aprire, ritirò la pizza e tornò in salotto per mangiarla, mentre continuava a fissare quelle prime righe che aveva scritto in metro. L'unica decisione che riuscì a prendere fu di mettersi a dormire e lavorare su quel testo il giorno dopo, quando sarebbe andato a fare colazione nella sua caffetteria di fiducia, sia perché il loro caffellatte era il migliore di Tokyo, e sia perché in quel posto, sorprendentemente, trovava di solito l'ispirazione per scrivere i testi.

Si risvegliò l'indomani mattina verso le otto, e dopo essersi preparato velocemente, uscì per fare colazione in caffetteria; con sè aveva la borsa con tutto l'occorrente per scrivere. Arrivato sul posto, si sedette in un tavolino vicino alla finestra, ordinò il suo solito caffellatte e un muffin al cioccolato, quindi pose sul tavolo i fogli, la penna e l'agenda, e iniziò a scrivere nei fogli i versi che aveva annotato nell'agenda. Il suo ordine arrivò presto, così iniziò a sorseggiare il caffellatte, mentre osservava fuori dalla finestra il cielo terso di quella fredda mattina di Febbraio; abbassò lo sguardo, e osservò la gente che camminava di fretta per raggiungere il proprio posto di lavoro: "Non è di certo un luogo accogliente: non è solo freddo perchè è inverno, ma è freddo perché ognuno è così distante l'uno dall'altro, tutti vanno di fretta per la loro strada" pensò, continuando a sorseggiare il caffellatte. Anche quella stessa caffetteria non era un luogo accogliente: nonostante fosse ben riscaldata, nonostante ci fosse un leggero chiacchiericcio, non trasmetteva quel senso di serenità di cui parlava Tora, quella era una pace effimera. Shou sapeva cosa per lui fosse "casa": il poter stare accanto alla persona che più ami, e la ami perché quando è vicino a te ti senti sereno, calmo, proprio come se fossi a casa tua. "Casa" non era necessariamente un luogo, poteva essere anche una persona, perchè ciò che davvero conta è proprio quella serenità e quella pace che senti come se fossi nella casa della tua infanzia.
"Tora-kun, se scrivessi un testo del genere, capiresti finalmente ciò che provo per te?" pensò Shou. Doveva solo sollevare la penna e scrivere tutto il testo, nient'altro. Ci vuole davvero così tanto coraggio nel dover usare una semplice oggetto? Sorridendo, Shou posò la tazza ormai vuota, e scrisse. Quindi prese l'ipod dalla borsa, e ascoltò il demo di Tora canticchiando mentalmente il testo: secondo lui, era perfetto. Ora voleva assolutamente incontrarlo, per farglielo leggere: prese di fretta il cellulare e gli mandò un messaggio. Nel frattempo, rimise apposto le sue cose in borsa e dopo aver pagato il conto, uscì. Mentre camminava, arrivò la risposta: Tora era già arrivato agli studi della PSC, per cui poteva raggiungerlo lì anche in quel momento.

Arrivò sul posto circa venti minuti dopo; raggiunse lo studio e vide Tora seduto vicino al mixer mentre suonava alla chitarra alcune frasi della sua canzone.
"Buongiorno Tora-kun!"
"Buongiorno Shou-kun, sei arrivato paradossalmente prima di Hiroto, dobbiamo fare gli arrangiamenti della mia canzone!"
"Credo abbia trovato traffico, mentre arrivavo c'era una lunga coda di macchine...comunque, a proposito della tua canzone, ho scritto il testo e vorrei che lo leggessi"
"Hai fatto in fretta, wow!"
"Te l'ho detto ieri alla riunione, avevo già un'idea, no?" rispose Shou, appoggiandosi al mixer e sorridendo.
"Sono curioso di leggere!" rispose Tora, smettendo di suonare.
Shou aprì la borsa, tolse i fogli, e li consegnò a Tora: egli iniziò a leggere, e a Shou sembrava che il tempo non passasse mai, era estremamente nervoso. Finalmente Tora terminò, e alzando lo sguardo verso Shou, esclamò:
"Shou, è meraviglioso! Hai capito proprio ciò che intendevo, hai centrato il punto pur interpretandolo a modo tuo...è perfetto!"
Lo aveva chiamato Shou. Quando mai era successo? Tra di loro usavano almeno il suffisso -kun insieme ai loro nomi. Gli batteva il cuore all'impazzata, "sembro una ragazzina alla sua prima cotta, dannazione!" pensò Shou, poi rispose:
"Sono contento che ti piaccia! Speravo davvero di aver compreso ciò che volevi trasmettere...sai, ho preso ispirazione dalla mia esperienza personale"
Tora, sentendo quelle ultime parole, ebbe un tuffo al cuore: aveva scritto quella canzone proprio pensando a lui, e ora udendo quella frase sentì che non avrebbe mai avuto nessuna speranza. Non aveva il coraggio di fargli quella domanda, ma doveva sapere, assolutamente.
"Esperienza personale? Oh, quindi c'è qualcuno che ti piace..."
Shou si irrigidì, "Oddio, ha davvero capito?"pensò. Tora, notando la reazione di Shou, subito aggiunse:
"Scusami, non volevo essere invadente..."
Shou, per evitare che Tora fraintendesse, rispose:
"Non sei invadente Tora. Non ti va di provare ad indovinare?"
"Tora? Ho sentito bene?" pensò il chitarrista, poi disse:
"Se proprio vuoi...allora, lo conosco?"
Shou, sentendo quella domanda, sorrise e rispose:
"Lo conosci eccome, ha un nome d'arte che rispecchia molto il suo carattere. È un chitarrista, e scrive bellissime canzoni"
"No, non può essere. Non sta davvero parlando di me, vero?" pensò Tora costernato, quindi disse:
"Ah si? E tu sai a chi stavo pensando mentre componevo questa canzone?"
"Eh? Anche lui ha qualcuno di speciale...oh, già, avrei dovuto immaginarlo" pensò Shou ormai sconsolato, ma doveva terminare quella conversazione: era un'occasione irripetibile, e pazienza se l'avesse rifiutato, doveva dichiararsi. La band non ci sarebbe andata di mezzo, perchè sapeva che sarebbero rimasti comunque buoni amici, se ne sarebbe fatto una ragione perché per lui l'importante era averlo almeno vicino.
"Sentiamo un po', lo conosco?"
"Direi di si, è un cantante, e scrive dei testi stupendi"
"Non è per niente divertente" pensò Shou, quindi, rimanendo sempre appoggiato contro il mixer, alzò lo sguardo verso il soffitto e disse:
"Spero tanto che questo cantante sia io perché sai, il chitarrista che mi piace in questo momento sta rischiando di spezzarmi il cuore dicendo certe cose..."
Tora non credeva alle proprie orecchie. Aveva sentito bene? Lui stava spezzando il cuore a Shou? Appoggiò la chitarra nel tavolino vicino, quindi si alzò di fretta, e mettendo le mani sulle spalle di Shou, disse:
"Shou...quindi tu..."
Shou, fissando gli occhi di Tora, rispose:
"Tutto ciò che provo, fin dal primo momento in cui ci siamo conosciuti, l'ho scritto in quel testo. Appena ti ho incontrato, ho capito subito che eri tu la persona che voglio avere per sempre al mio fianco, proprio come non ti vuoi separare dalla tua "casa""
"Io...non ho parole! Ho composto questa canzone per riversarci dentro tutto ciò che provo per te, sperando che il messaggio arrivasse in qualche modo, ma non avrei mai pensato che ci sarei davvero riuscito..."
Shou, afferrando i lembi della giacca in pelle aperta di Tora, disse:
"Tora-chan, ただいま1
Tora accarezzò con una mano il volto di Shou, e sussurando, rispose:
"おかえり2
Shou, continuando a tenere saldamente i lembi della giacca tra le mani, lo baciò sulle labbra: finalmente era tornato davvero a casa.

 
1"tadaima” = Sono a casa
2"okaeri” = Bentornato!

E dopo le brevi note finali sui termini in giapponese (ho preferito tenere nel testo i termini scritti in hiragana), eccoci alla fine di questa breve one-shot! Spero tanto che vi sia piaciuta così come è piaciuto tantissimo a me scriverla, amo tanto questo pairing ~ 
Sono ben accette recensioni, commentate pure!
Alla prossima! ~

 
   
 
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