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Autore: Helpthesubmarine    03/08/2014    1 recensioni
Questa è una fan-fic che avevo già pubblicato ma cancellato per una serie di ragioni, e alcuni miei amici mi hanno convinta a ripubblicarla ^^''
[UsUk]
Genere: Comico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Continuava a chiedersi tra sé e sé perché avesse accettato l’invito. Lui era un tipo che non esattamente stravedeva per le feste, specialmente se piene di gente che non faceva altro che far rumore e parlare solo per dare aria alla bocca. Era tutto colorato, e terribilmente fastidioso per lui. L’unica cosa capace di fare era starsene lì, da solo. Anche seduto su una sedia piuttosto scomoda, a dire il vero.

Si rigirava tra le mani il bicchiere di aranciata, - presa tanto per non bere alcool, ubriacarsi e fare una brutta fine dato che c’era Francis in giro – anche rischiando di farne cadere un po’. Cercava di occupare il tempo in ogni modo possibile, almeno fin tanto che la festa sarebbe durata. Dando uno sguardo all’orologio, rimase davvero stupito: erano ancora le undici e ventitré minuti. E la festa sarebbe finita non prima dell’una o delle due, dipendeva dal caos generale.

Era inutile chiedersi davvero il perché fosse andato, perché non riusciva nemmeno a spiegarlo. Non era riuscito a dire di no ad Alfred nemmeno questa volta, anche se non aveva nessuna voglia di vederlo fare follie con gli altri invitati oppure di finire a stare da solo tutto il tempo aspettando – più precisamente sperando - che gli si avvicinasse per passare un po’ di tempo a parlare. Sapeva che non sarebbe successo, eppure era lì, da solo, mentre l’americano era chissà dove a fare chissà cosa.

Chi avrebbe rifiutato di andare ad una festa del genere? Sapevano tutti che quelle organizzate da Alfred erano le migliori di sempre, si finiva sempre con il divertirsi un sacco. Per questo andavano tutti, e per questo ad Arthur stava per venire un mal di testa. Troppo rumore, troppo colore, troppa allegria, troppo tutto. E lui era già stanco di tutto.
All’improvviso qualcuno urtò la sua spalla, facendoli rovesciare il contenuto del bicchiere che aveva in mano sul pavimento. Si voltò velocemente ma si bloccò.

Aveva davanti Alfred, sorridente come al solito, che lo guardava. Giurò di poter sentire le sue guance che assumevano una gradazione del rosso più o meno intensa, che in fondo in quella penombra dove si era piazzato non si notava nemmeno molto, nonostante di solito risaltasse di più per la sua pelle chiara. Assunse subito un’espressione irritata, rivolgendosi al ragazzo che aveva davanti. Ma non ebbe il tempo di aprire bocca che l’altro parlò.

-Non isolarti in questo modo, ti prego! Vieni a divertirti!-

-Sai benissimo che non mi piacciono le feste, idiot.-

-Dai, ci stiamo divertendo tutti!-

L’espressione sul viso dell’inglese si fece più infastidita.

-Cosa non capisci del concetto ‘’non mi piacciono le feste’’?-

Alfred non sembrava affatto essersi rassegnato, anzi, forse il contrario.

-Ho capito.-

Arthur non capiva adesso cosa volesse l’altro.

-Vieni.-

Gli afferrò poco delicatamente il polso, trascinandolo per il corridoio lì vicino, sotto lo stupore dei pochi che erano ancora sobri.

-Alfred!-

Nessuna risposta mentre i due andavano chissà dove, o meglio, mentre il più giovane camminava velocemente e l’altro cercava di stare al suo passo pensando a dove aveva intenzione di portarlo. Si fermarono tutto ad un tratto, proprio accanto alla porta che portava al giardino della casa. L’inglese non riuscì nemmeno a capire dov’era girandosi intorno che si ritrovò l’altro spalmato addosso.
Arrossì tremendamente, probabilmente anche fino a raggiungere quasi il colore della maglietta dell’altro, che intanto lo fissava con aria divertita e gli occhi illuminati.

-Perché sei venuto alla festa se non ti diverti?-

Non si aspettava proprio quella domanda, e non aveva nemmeno pensato a cosa rispondere nel caso gli venisse posta. Si limitò a girare il viso guardando un punto non definito in un’altra direzione, pensando velocemente ad un soluzione. Ma sentire il respiro dell’americano che si infrangeva sulla sua guancia non aiutava. Quest’ultimo scoppiò in una risatina, un po’ sciocca.

(Have you got colour in your cheeks)

-Accetti sempre il mio invito e non so perché, e adesso non vuoi rispondere per lo stesso motivo per cui le tue guance sono in fiamme.-

(How many secrets can you keep?)

Il più grande si girò spaventato trovandosi l’altro vicino, troppo vicino. Cercando disperatamente di fare un ultimo tentativo per salvarsi la pelle e la dignità, sapendo che non ci sarebbe riuscito lo stesso.

-Senti, è che non ho molto..-

Non poteva parlare, era stato interrotto dalle labbra morbide dell’altro posate sulle sue per dargli un bacio dolce quando veloce. Era solo un bacio a stampo. Si ritrasse subito, e abbassò lo sguardo, per non incontrare gli occhi verdi, di quella tonalità di verde smeraldo che l’americano tanto amava .
Sembrava che non fosse successo nulla, e si guardava distrattamente le scarpe, sorridendo. L’inglese era letteralmente shoccato, e se ne stette lì imbambolato con la bocca aperta per qualche secondo, per poi rispondere a quello che era successo. L’altro intanto non si era allontanato, era sempre lì a pochi millimetri da lui.

-Sei impazzito? Che ti passa per la mente?-

Urlò velocemente, come se dovesse guadagnare gli attimi persi a stare immobile fissandolo.

-Oh andiamo, so benissimo che ti è piaciuto.-

Rise di gusto, avvicinandosi di nuovo per poi tornare a baciarlo. Arthur non sapeva come sentirsi, ma attirò a sé Alfred stringendolo in un abbraccio. Ne aveva decisamente bisogno. Non credeva di essere ricambiato da quell’idiota che si trovava davanti, quel biondo con quegli occhi azzurri come il mare e quel sorriso - il sorriso di uno sconsiderato un po’ egocentrico - che irradiava allegria che lo faceva morire di imbarazzo ogni volta che lo guardava.

Il più grande stava annegando nelle emozioni e le sue gambe stavano diventando mollicce e il cuore iniziava a battere come il ritmo di una canzone un po’ troppo violenta. Si poteva sentire la musica proveniente dalle stanze dove si stava tenendo la festa, dove nessuno si era ancora chiesto perché quei due non tornavano. Il più giovane, allontanandosi di poco, sussurrò qualcosa all’orecchio del più grande, che rimase con un’espressione che si poteva definire di sorpresa quanto di felicità.

(The nights were mainly made for saying things that you can't say tomorrow day)

-Anch’io, idiot.-

Si baciavano con più foga adesso, cercandosi, sapendo che entrambi desideravano quel momento. Baci soffici e bagnati, che avrebbero fatto ricordare quella sera a tutti e due per un bel po’, probabilmente. Potevano definirsi felici, felici per quel contatto che aveva adesso e che avevano aspettato.

(Well baby I'm too busy being yours to fall for somebody new)

L’americano lo prese in braccio, come se fosse stato un bambino, mentre l’altro che ancora non si era ripreso dai baci aveva un’aria smarrita e aveva buttato le sue braccia dietro al suo collo per paura di cadere.

-Alfred! Mettimi giù!-

Si dimenava cercando di scappare, ma in fondo non voleva, gli piaceva, in un certo senso, essere preso in quel modo. Lo portò nella stanza principale, dove quasi tutti erano riuniti, e gridò a gran voce.

-Ehi ragazzi, questa sera io e il presente inglesino ci divertiremo molto più di voi!-

Rise, di quella risata che illuminava tutto, fuggendo via, mentre l’altro arrossiva e  lo malediceva piuttosto pesantemente ad alta voce.
Ma allo stesso tempo era contento di cosa avesse intenzione di fare l’altro, che ora lo stava tentando di baciare ancora nonostante la mano del più grande che lo scacciasse. E rideva, perché era dannatamente divertente e romantico vederlo impegnarsi per poterli dimostrare il suo amore.
 
 

 
 
 
 



Angolo autrice.
Duh, era un sacco che non aggiornavo efp, e perché non farlo scrivendo una storiella su questi due che amo tanto? È la mia prima storia in questo fandom, siate buoni- (?) E niente da dire, è una song-fic legata a Do I Wanna Know degli Arctic Monkeys, vi consiglio di ascoltarla leggendo la storia :DD Mi sentivo davvero in dovere di scrivere qualcosa, e l’ispirazione purtroppo è tornata dopo mesi cwc  Scusate se il mio modo di scrivere è davvero pessimo, ma non sono più abituata a scrivere questa roba x°

 
  
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