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Autore: Soleil Jones    03/08/2014    4 recensioni
– Vanno per ordine alfabetico. Ci hanno fatto sedere su uno sgabello scomodissimo! Pensa che quando hanno chiamato una bambina, tonda e grande tre volte me, abbiamo temuto che cedesse sotto il suo dolce peso! Invece ha resistito. –
– Sai, tutti quanti ci hanno guardato manco fossimo stati delle Cioccorane viventi vestite di viola. – Aveva aggiunto Fabian. – La professoressa McGranitt, quella che ti mette il Cappello Parlante in testa, mi ha scoccato un’occhiataccia perché pensava che fossi tornato indietro a farmi Smistare di nuovo al posto del vero Gideon. –
– Con Fabian ci ha messo cinque secondi buoni, li ho contati! –
– Quando invece ha sfiorato la testa di Gideon ha subito urlato a tutta la Sala Grande “Grifondoro”! –
[ . . . ]
– Weasley Frederick. –
Il bambino coi capelli rossi lanciò uno sguardo d’intesa al gemello; erano rimasti loro e altri due bambini. Si sedette sullo sgabello scoprendo che, contrariamente a quanto aveva concordato col gemello, non avrebbe ceduto sotto il suo peso data la stazza del bambinone che era stato Smistato un istante prima.
Quando il Cappello Parlante gli toccò la nuca, lo sentì ridacchiare. – Ciao a te, George! –
Il rosso scoppiò a ridere, al che suo fratello capì che qualcuno in grado di distinguerli
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Fabian, Prewett, George, e, Fred, Weasley, Gideon, Prewett, Molly, Weasley | Coppie: Arthur/Molly
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Da VII libro alternativo
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Dedicata a mia zia Angela,
colei che m ha comprato il primo libro della saga
senza pensarci su due volte e
che mi ha ospitata a casa sua nei giorni in cui
questa storia è stata pensata e scritta.
 
 


 
A u t o r e –
Soleil Jones ;
 
F a n d o m –
Harry Potter ;
 
T i t o l o –
Glowing in the dark ;
 
P e r s o n a g g i     p r i n c i p a l i –
Fabian Prewett — Gideon Prewett — Molly Prewett ;
 
R a i t i n g –
Giallo ;
 
P a i r i n g s     p r e s e n t i     o     a c c e n n a t i –
Arthur Weasley/Molly Prewett ;
 

P r e c i s a z i o n i –
Sì, lo so, rompo un po’ troppo ultimamente ma, hey, non posso proprio farne a meno!
Questa One-Shot è stata scritta tutta quanta in una notte insonne, tra le undici di sera e le quattro del mattino spaccate.
Volevo scrivere una Fremione, perché una ragazza me ne aveva chiesta una, ma è saltato fuori questo. Così; da solo! Sembra che non sia molto in sintonia con quella coppia!
Non si sa molto sui Prewett, se non i nomi e le circostanze della morte. Non si accenna neanche alle date di nascita - io non ne ho trovate - perciò ho dovuto un po’ inventare.
Per le età mi sono basata sull’anno di nascita di Molly che, secondo il web, sarebbe il 1949; essendo Gideon e Fabian più grandi di quattro anni sono nati nel 1945.
Visto che Fred e George hanno come secondi nomi Gideon e Fabian, in onore dei fratelli di Molly, ho pensato come molti altri autori di farli gemelli - e quindi capitemi se nel Banner ho usato James e Oliver Phelps in versione castana per rappresentarli; si dice in giro che Fred e George somiglino moltissimo ai loro zii, in aspetto - e che fossero poco più grandi della sorella; Grifondoro, con caratteri agli antipodi ma simili e... Vedrete!
Tenete a mente che, avendo scritto questo papito di sedici pagine di notte, non sono perseguibile legalmente~ Anche perché ricordo a stento le prime righe.
Mi farebbe anche piacere sapere cosa ne dite, perché non è neanche un esperimento voluto come la mia Salazar/Helga. È uno sclero, semplicemente, come molte cose che scrivo.
Bene, non mi resta che lasciarvi al testo.
Buona lettura,
Soleil.

 
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Gideon e Fabian erano fieri di poter affermare di essere il mito della loro sorellina, Molly Prewett. Era più piccola di loro di quattro anni e, fin dalla più tenera età, quella pallina dai boccoli rossi si era rivelata una promessa Grifondoro molto agguerrita.
Perché sì, anche se per prenderla in giro Gideon ogni tanto la rimbeccava dicendole – Potresti anche finire a Serpeverde, però, solo una Serpe mi avrebbe rubato il mio toast con la marmellata di fragole! – sia lui che Fabian erano convinti che, a meno che non fosse finita in Tassorosso, con la pazienza che aveva, Molly sarebbe diventata una Grifondoro.
La questione In quale Casa finirò? girovagava nelle testoline dei gemelli Prewett da ben prima di ricevere la fatidica lettera da Hogwarts.
Era pressoché essenziale, in quanto lo Smistamento era una sorta d’iniziazione, agli occhi dei più piccoli; se eri Grifondoro eri un potenziale eroe, se eri Tassorosso avevi una testa abbastanza dura da sopportare chiunque, se eri Corvonero eri la persona ideale da cui copiare i compiti, se eri Serpeverde eri un baro con la coda di paglia.
Quando i gemelli Prewett erano tornati a casa per le vacanze di Natale avevano parlato per ore e ore alla sorellina solo del loro Smistamento.
– Hanno chiamato prima Fabian, e poi me! – Aveva esordito Gideon. – Vanno per ordine alfabetico. Ci hanno fatto sedere su uno sgabello scomodissimo! Pensa che quando hanno chiamato una bambina, tonda e grande tre volte me, abbiamo temuto che cedesse sotto il suo dolce peso! Invece ha resistito. – 
– Sai, tutti quanti ci hanno guardato manco fossimo stati delle Cioccorane viventi vestite di viola. – Aveva aggiunto Fabian. – La professoressa McGranitt, quella che ti mette il Cappello Parlante in testa, mi ha scoccato un’occhiataccia perché pensava che fossi tornato indietro a farmi Smistare di nuovo al posto del vero Gideon. –
– Con Fabian ci ha messo cinque secondi buoni, li ho contati! –
– Quando invece ha sfiorato la testa di Gideon ha subito urlato a tutta la Sala Grande “Grifondoro”! –
I gemelli non erano mai stati fratelli maggiori modello, però erano a modo loro molto attenti e, Fabian in particolare, affettuosi.
Erano diversissimi, però; infatti Molly aveva sempre pensato che se Fabian era più un tipo dolce e intelligente da Tassorosso e Corvonero, Gideon era invece un tipo pimpante e furbo da Grifondoro e Serpeverde.
Invece, nonostante le differenze, erano molto uniti e prima di tornare a casa avevano asfissiato il Caposcuola di Grifondoro fino all’esasperazione affinché li aiutasse a ottenere una cosa: una foto insieme al Cappello Parlante.
– La vogliamo appendere alla parete della nostra camera! – Aveva esordito Gideon.
– La vogliamo per la nostra sorellina Molly! – Aveva spiegato, invece, Fabian. Al che Gideon era lievemente arrossito e gli aveva rivolto un’occhiata di sbieco, probabilmente imbarazzato e restio all’ammettere il gesto nei confronti della sorella.
Crescendo e diplomandosi, entrambi avevano conservato un bel ricordo dei loro anni a Hogwarts; si erano distinti tutti e due per la loro bravura - chi negli incantesimi, chi nelle pozioni - e avevano fatto avanzare una tesi: per quanto fossero diversi, i gemelli Prewett rimanevano entrambi, allo stesso modo, due grandissimi furfanti.
Uno dei quali aveva guardato l’altro schifato quando questo - Fabian - era stato fatto Prefetto, ma che aveva molto apprezzato tutte le bravate che gli aveva fatto passare, e che era caduto dal letto dall’incredulità quando aveva ricevuto la spilletta da Caposcuola, suscitando l’ilarità del gemello.
Due furfanti che quando avevano visto la loro sorellina venir Smistata nella loro stessa Casa l’avevano accolta con un abbraccio talmente caloroso ed energico che molti avevano temuto di vedere la nuova alunna scomparire in mezzo a quelle due figure decisamente più slanciate e alte.
Due furfanti che avevano reagito in modo differente alla prospettiva di avere un cognato; Gideon aveva cercato di sabotare Arthur, senza neanche nasconderlo, i primi tempi.
– Oh, è caduto dalla scopa? –
– Già, ha un braccio, una gamba e tre costole maciullati. –
Che peccato! –
– Tu non ne sai niente, suppongo. –
Certo, inizialmente aveva optato per un approccio talmente diretto che gli dispiacque di vedere sua sorella correre avanti e indietro dal San Mungo a casa.
– Cos—? Che ne so io di come ha fatto Weasley a riempirsi di pustole?! Ora accusami anche della scritta che hanno formato sul suo fondoschiena già che ci sei, fratello degenere! –
– …Gideon, quale scritta? –
Ma al notare la caparbietà con cui Arthur superava - o forse è meglio dire il modo in cui sopravviveva a - gli scherzi/attentati di Gideon, era subentrato Fabian; solo in un primo momento era parso avere qualcosa da dire.
– Tu spezzale il cuore, e io ti spezzo gambe e bacchetta. E non chiedermi quale bacchetta. –
Però era subito tornato calmo e sereno e, anzi, acconsentiva pienamente alla relazione instauratasi tra Arthur e Molly.
C’era da dire che codesti furfanti, però, avevano da subito - segretamente - adorato i figli della loro Lolly.
L’unica certezza che le avevano dato il giorno in cui avevano conosciuto la nuova arrivata in famiglia - la piccola Alice – era tra i ricordi più significativi che la piccola Molly Prewett ebbe.
– So io cos’ha Lolly, Gideon! – Aveva esclamato Fabian, sedendole affianco e cingendole le spalle con un braccio. Il suo gemello si era seduto al lato opposto, in modo scomposto, e lo aveva fissato con teatrale interesse e sincera intesa.
– Anche io lo so, sai Fabian? La piccola Lolly ha bisogno di conoscere un segreto! –
E a quella parola, la bambina dai boccoli color carota aveva guardato i due con curiosità. – Quale segreto? Eh? –
– L'abbiamo visto in fondo alla tazza di the, a Divinazione, qualche mesetto fa. Solo che non sapevamo se dirtelo. –
Lui – Aveva precisato Gideon. – lo ha letto nelle foglie di the! Io invece lo so perché sono un genio indiscusso, un mago fantasticamente fantastico che ha formidabili poteri magici! –
– Certo che hai poteri magici! – Aveva annuito Molly, inarcando un sopracciglio. – Sennò che mago saresti? –
Fabian aveva riso di gusto. – Batti il cinque, Lolly! –
– Vuoi sapere il nostro segreto sì o no? – Molly aveva annuito più volte, facendo saltellare i riccioli rossi. – Allora avvicinati. –
Molly si era avvicinata al fratello, il quale a sua volta lo aveva fatto e che, con un braccio, aveva coperto Fabian, che si era approssimato a loro. Quest’ultimo aveva sorriso. – Bene, sorellina, abbiamo scoperto che… –
–  …quando sarai grande… –
– …e ti innamorerai… –
– …e se quell’idiota sarà abbastanza bravo e bello per te… –
– …allor— Gideon! Gelosone, smettila! Dicevamo che, allora, quando avrete figli… -
– …sperando che prendano tutto da te… –
– …Allora tu sar— Ma Merlino benedetto, Gideon! –
Pfft, tanto lo so che la pensi come me! Comunque, a quel punto, quando avrete dei figli, tu… –
– Io…? – Li aveva incoraggiati Molly, impaziente.
– …Sarai la mamma più brava del mondo! – Avevano concluso i due quindicenni.
E quel segreto, per Molly, aveva rappresentato tanto, benché ancora non sapesse cosa le riservava il futuro.
Al piccolo Bill Fabian aveva regalato una scopa giocattolo, all’alba dei suoi tre anni; Gideon invece aveva preso il piccolo Charlie dal seggiolone, una mattina, e lo aveva portato a vedere una cosa che il bambino avrebbe amato per tutta la vita: un drago.
Con conseguente tirata d’orecchi da parte di Molly, s’intende.
Poi era arrivato Percy, così tranquillo e pacato che si sorbiva entrambi gli zii: uno che lo stuzzicava nel tentativo di fargli fare la sua prima magia e l’altro che toglieva prontamente la voce al gemello con un incantesimo per poi far riaddormentare il piccolo.
Ma coloro che fecero veramente breccia nei cuori degli zii furono i gemelli che Molly scoprì di aspettare agli albori dell’agosto del 1977.
Al sapere che avrebbe avuto due gemelli, Arthur era letteralmente svenuto, probabilmente per l’emozione.
– Le attenzioni mie e di Gideon devono averlo traumatizzato. – Aveva sentenziato Fabian, stringendosi nelle spalle, con un sorriso pacato e sereno. – Oh, beh, lasciamolo lì. –
Quando nacquero, furono subito distinti con dei braccialetti riportanti il loro nome; il primo a nascere era stato George, subito dopo era venuto Fred.
Fu quasi automatica la scelta dei secondi nomi - Gideon per Fred, e Fabian per George - e altrettanto lo era stata la scelta dei padrini.
– Anche senza essere sotto la vostra influenza legale diventeranno sicuramente due furfanti combina guai, quindi tanto vale. –
Fred e George adoravano i loro due zii e la scintilla d’orgoglio che era brillata loro negli occhi quando avevano compiuto la loro prima malefatta - anche se erano troppo piccoli per capire - ovviamente ai danni di Percy.
L’ultimo nipote che i gemelli Prewett ebbero la fortuna di conoscere, fu Ronald - Ron - ; un fagottino tutto capelli che non faceva altro che dormire, piangere e mangiare.
Il più grande rimorso di Molly, probabilmente, fu di non aver mai fatto in tempo a far conoscere ai suoi fratelli la prima bambina dopo sei figli maschi: Ginevra - Ginny.
Non ve ne fu la possibilità, perché quando lei nacque, Gideon e Fabian se n’erano già andati da tempo.
Insieme.
– Molly, Arthur! Portate via i bambini! – Aveva ordinato loro Gideon. Fabian aveva afferrato le loro bacchette dal tavolo e aveva lanciato al gemello la sua, annuendo. – Andate, svelti, Smaterializzatevi dove volete, ma il più lontano possibile da qui! –
– E voi? –
– Tranquilla Molly, noi siamo insieme, e lo sai che nessuno batte i gemelli Prewett. –
– Quel che ha detto lui. Siamo in due, non da soli. –
Molly era stata presa dal panico, e di questo Arthur se ne accorse; le strinse una mano per poi lasciarla e fare un passo avanti. – Io rimango con loro, tu porta via i ragazzi. –
Al che, i gemelli Fabian e Gideon non avevano esitato a dire entrambi la stessa cosa – Weasley, muovi il culo e porta via moglie e figli prima di subito! – e ad andare incontro a ben cinque Mangiamorte.
O almeno, Malocchio aveva detto loro che ce n’erano voluti cinque per sconfiggerli.
Sapere che non avrebbe più avuto intorno loro, gli stessi fratelli che l’avevano cresciuta e protetta con spensieratezza e allegria, aveva scavato nel cuore di Molly una voragine incolmabile; un vuoto che, sebbene non fosse sola e lo sapesse, nessuno avrebbe mai più riempito.
Perché nessuno era loro, né lo sarebbe mai stato.
E aveva abbracciato Bill - il suo primogenito - come a volerlo proteggere quando questi le aveva domandato dove fossero zio Gideon e zio Fabian.
– Fred e George hanno picchiato in testa papà con le loro bacchette giocattolo perché non vuole dirgli dove sono e… Ehi, ma perché piangi, mamma? –
La verità era che era anche un gesto volto a proteggere se stessa da un dolore che mai, mai avrebbe voluto provare ancora.
Fu da quel giorno che Molly cominciò a temere di perdere la sua famiglia, la cosa più cara che le fosse rimasta nella vita; Arthur l’aveva confortata e ascoltata, lui lo faceva sempre, non l’aveva mai lasciata sola e aveva conservato ogni oggetto appartenuto ai cognati con la massima cura.
– Anche se mi hanno buttato giù da una scopa e minacciato di morte, non potevo sperare di averne di migliori. – Le aveva confessato, sorridendo delle sventure passate.
C’era solo una cosa che Molly non aveva mai voluto metter via, e questa era una vecchia foto che teneva nell’album di famiglia.
– Voi avete un album di famiglia? –
– Harry, siamo maghi, non alieni! –
Nelle prime pagine c’erano foto che, a parte Bill e Charlie, quasi nessuno dei giovani Weasley ricordava d’aver mai visto, anche se in alcune c’erano anche loro.
Il secondogenito, prima di finire di studiare e andare in Romania, le aveva illustrate a Ron e Ginny che, essendo i più piccoli, certo non potevano saperle interpretare.
– Vedi quei due ragazzi affianco a mamma, Ginny? Quelli che si dondolano pizzicandosi, quelli che ridono. –
– Ma quelli sono Fred e George! –
– No, Ron, loro sono i fratelli di mamma; Gideon e Fabian. O forse lui è Fabian e l’altro è Gideon, non ne ho idea! –
Fred e George erano pestiferi, dei furfanti; anche prima di andare a Hogwarts il mondo aveva appurato di che pasta fossero fatti; Molly li sgridava e metteva in punizione continuamente, anche se sapeva per esperienza che non avrebbero mai messo la testa a posto.
Un po’ la cosa le faceva sentire che un pezzetto di loro era ancora in quella casa, solo con tratti lievemente diversi e coi capelli rossi anziché castani; ma non aveva mai visto i gemelli come un rimpiazzo, perché di Gideon e Fabian avevano poco più che un ricordo sfocato.
Erano identici, in apparenza, ma diversissimi se si scavava a fondo nei loro atteggiamenti; Gideon e Fabian invece erano sempre stati fuoco e acqua all’esterno, eppure uguali all’interno.
E, come apprese una mattina di settembre, i suoi figli avevano un vizio in più rispetto ai suoi defunti fratelli.
– Mamma, mamma! Errol si è schiantato sulla testa di Ron! – Le aveva urlato Ginny, correndole incontro con una busta in mano. – Aveva una lettera di Hogwarts. Vuol dire che ora posso andarci? –
– Che scemenza, Ginny. Devo andarci prima io, che sono più grande di te! –
– Buoni, voi due! – Li aveva amorevolmente ammoniti la donna, aprendo la busta e ammutolendosi al leggere il contenuto della lettera.
 
 
Weasley Frederick. –
Il bambino coi capelli rossi lanciò uno sguardo d’intesa al gemello; erano rimasti loro e altri due bambini. Si sedette sullo sgabello scoprendo che, contrariamente a quanto aveva concordato col gemello, non avrebbe ceduto sotto il suo peso data la stazza del bambinone che era stato Smistato un istante prima.
Quando il Cappello Parlante gli toccò la nuca, lo sentì ridacchiare. – Ciao a te, George! –
Il rosso scoppiò a ridere, al che suo fratello capì che qualcuno in grado di distinguerli esisteva davvero, e rise con lui.
 
 
Arthur non avrebbe potuto avere rientro a casa peggiore - O sì? - quell’oggi. Trovò sua moglie con l’album di famiglia sulle ginocchia, che accarezzava con le dita le figure sorridenti di due bambini castani identici, accovacciati ai fianchi di un vecchio cappello posto su uno sgabello dall’aria pericolante.
Le smorfie che facevano, per poi distendere i visi bambineschi in due sorrisi, avrebbe dovuto far sorridere chiunque le vedesse; e in effetti Molly sorrideva mentre fissava un pezzo di pergamena alla pagina. Quando lo notò, però, assunse un’aria contrariata e partì in quarta a riprenderlo per non aver ricordato ai loro figli ( – Quali dei tanti, cara? – – Quali, dici?! Fred e George, ecco quali dei tanti! – ) che, almeno a scuola, avrebbero dovuto comportarsi in maniera quanto meno civile.
– E invece no! Quei due piccoli furfanti si sono scambiati di posto allo Smistamento! Capisci, Arthur? –
– Sinceramente, Molly, cara, temevo che li avessero sorpresi a fare pipì nel Lago Nero. – Aveva ammesso il signor Weasley, facendosi piccolo piccolo.
– Cielo, Arthur! Avrei preferito quello a questo! –
Che poi avesse assicurato la lettera arrivata dalla scuola, con tanto di data, alla stessa pagina in cui v’era la foto dei gemelli Prewett e il Cappello Parlante era un futile e irrilevante dettaglio.
I gemelli l’avevano scoperta per caso, anni dopo; dall’incendio provocato da Bellatrix Lestrange alla Tana, Molly aveva salvato in primis un vecchio album, che aveva stretto per ore.
Sua madre le aveva insegnato - lo aveva insegnato a tutti e tre - che per quanto il tempo passasse senza fermarsi il passato non sarebbe mai sparito, che avrebbe sempre fatto parte di loro e del loro futuro, e che i grandi maghi avevano avuto una trovata geniale, inventando i Pensatoi. Anche i Babbani, con le loro macchine fotografiche.
Perché, diceva sua madre, i ricordi erano quanto di più prezioso non avrebbe mai dovuto essere sottratto a una persona, e anche se velati dalla sottile nebbia del tempo che passava impassibile sarebbero sempre rimasti.
Lì dentro.
Molly continuava a ricordare, sempre, ogni cosa fosse avvenuta nel corso della sua vita. Dalla più insignificante, a quella più importante; dalla più brutta, alla più bella.
Era forte, su questo non ci piove, perché racchiudeva tutto questo mandando avanti la sua famiglia e, nell’eventualità che avesse potuto perdere qualcuno di loro, era certa che i suoi figli - quei due furfanti, i gemelli – sarebbero sempre stati insieme.
Proprio come Gideon e Fabian.
Non le avrebbero mai cambiato la vita nella stessa maniera in cui l’avevano fatto loro, non le avrebbero mai promesso niente di lontanamente simile a ciò che le avevano promesso i suoi fratelli né lo pretendeva.
Ma, come Gideon e Fabian, anche Fred e George sarebbero sempre stati insieme.
– Tranquilla mamma, noi siamo insieme! Siamo in due, non da soli. –
– E lo sai che nessuno batte i gemelli Weasley! –
George e Fred glielo dissero da lontano, con il più bel sorriso che avrebbero mai potuto esibire in un momento del genere, proprio quando si stavano per giocare il tutto per tutto.
Molly avvertì una fitta sgradevole e la terra le mancò sotto i piedi; quell’affermazione l’aveva già sentita.
Combatté fino all’ultimo, per tutti coloro che non erano più lì a farlo, per un ideale che i suoi fratelli non avevano potuto vedere realizzarsi e, alla fine, li vide.
George sorreggeva Fred, il quale zoppicava al suo fianco, a volte saltellando per - evidentemente - strappargli un sorriso. Barcollava, e perdeva sangue dalla testa.
Erano tutti e due feriti come non li aveva mai visti prima, ma erano insieme. Ed erano vivi.
Abbracciò Percy, assicurandosi che stesse bene anche lui, che aveva appena ritrovato, poi corse a dare una mano a suo figlio.
– E pensare che dovrei essere io il bastone della tua vecchiaia, ma’! – Rise Fred, facendo sbuffare al gemello una mezza risata, che sfociò in un’altra più aperta e infantile.
Sorprendentemente, Molly rise alle parole del figlio.
– Frederick Gideon Weasley, taci, stai morendo dissanguato! –
– Se proprio vuoi liberarti di lui basta dirlo, eh? Lo riporto al settimo piano e lo colpisco in testa con una delle mattonelle del muro che è crollato. Sconterò la mia pena ad Azkaban in silenzio, promesso. –
– George Fabian Weasley! Zitto anche tu, perdi sangue dalla ferita all’orecchio. –
Molly sentì delle risate lontane, mentre lasciava i figli alle cure di Madama Chips e, voltandosi, riconoscendole, giurò di aver visto due figure egualmente alte, con gli stessi capelli castani scompigliati, sparire dalle scale, disperdersi tra la folla.
Arthur la chiamò, evidentemente sollevato nel vederla ancora viva; Molly lasciò un sorriso al suo passato altruista, voltandosi a raggiungere il suo futuro felice, e andò ad abbracciare suo marito.
Gli gettò le braccia al collo, e la prima cosa che pensò fu che Arthur profumava di casa, d’amore, di gioia e di forza.
Quando tornarono a casa, Molly vide il suo vecchio album poggiato sul tavolo della cucina; sopra di esso era stata lasciata una Caccabomba di cui era certa di conoscere i proprietari.
Si chiese, però, perché fosse lì.
Aprì l’album dalla prima pagina e proseguì; conosceva a memoria le foto di quell’album, ma non si stancava mai di sfogliarlo. Quando arrivò alla settima pagina si fermò.
la lettera scritta dalla McGranitt il 2 settembre 1989 era ancora lì, fissata sulla foto dei gemelli Prewett. Molly l’alzo, scorgendoli.
Fabian la salutò con la mano, con un gran sorriso, e Gideon le mandò un bacio con fare teatrale, scoppiando poi a ridere. La data era scritta - dalla calligrafia tondeggiante di Fabian - appena sotto la foto, e Gideon vi aveva scritto: “In diretta dalla Hogwarts del passato: i furfanti gemelli di Grifondoro!”.
Qualcuno, però, aveva fatto posto ad un’altra foto; due ragazzi dai capelli rossi, sanguinanti ma allegri come sempre, scappavano chissà da chi. Uno di loro aveva in mano un malridotto cappello, mentre l’altro reggeva uno sgabello dall’aria pericolante. L’obiettivo, ora che li aveva davanti, li mostrò distogliere la loro attenzione dal deriso inseguitore.
I due gemelli si misero ai lati dello sgabello - Sopra al quale era stato posto il Cappello Parlante - e risero, accovacciandovisi affianco e salutando, sbracciandosi in modo infantile e spensierato.
La data era quella del 2 maggio 1998, e due calligrafie si erano alternate nel scrivere “In diretta dalla Hogwarts del futuro: i fuochi rossi di Grifondoro!”
Molly sorrise, e notò che altre foto, seguenti alle ultime che ricordava d’aver aggiunto e sicuramente scattate quell’oggi, erano state sistemate nell’album.
C’erano ancora molte pagine vuote, comunque, e non restava che riempirle.
– Arthur! Fai venire qui i ragazzi, per piacere! Non c’è bisogno che si diano nessuna ripulita, voglio una foto di famiglia, su! –
 
 
« A te com’è sembrata? »
« Invecchiata. Però è sempre bella e forte. A te? »
« Felice. A me è sembrata felice. »
« Anche se le manchiamo. »
« Un po’, ma non molto, sa dove trovarci. »
« E sa che siamo sempre lì. »
« Sì, Gid, lì dentro. »
« …E se facessimo una visitina ad Arthur? Sai, così, giusto per fargli un salutino. »
« Via quel sorrisetto sadico, Gideon! Per spaventarlo ormai la tua faccia non basta più. »
« Guastafeste. »
 


 

 
F  I  N
 
L’autrice di questa fanfiction ringrazia chiunque la leggerà, recensirà, ricorderà, preferirà. Ricorda inoltre che gli eventuali casi di dissenteria o qualsiasi altro malessero seguito dalla lettura non è a carico proprio e che, avendo avvisato nell’introduzione, non è legalmente perseguibile.
Comunque, in caso, sarà ben lieta di portare dei fiori all’ospedale.
Ricorda inoltre che i personaggi trattati non le appartengono in alcun modo, eccezion fatta per la caratterizzazione di Gideon e Fabian Prewett, in quanto essi sono stati inventati dalla mente geniale di Joanne Kathleen Rowling – anche se, opinione personale, non è stata altrettanto geniale nel far morire il personaggio di Fred Weasley.
Per qualsiasi dubbio, precisazione, o indicazione sull’ubicazione di un bagno, contattare l’autrice Soleil Jones che, ricordate, è un genio nel fare l’idiota, come in questo momento.
Grazie.
 
 
C a s t – B a n n e r :
Fabian Prewett – Oliver Phelps (Capelli castani)
Fred Weasley – James Phelps (Capelli rossi)
George Weasley – Oliver Phelps (Capelli rossi)
Gideon Prewett – James Phelps (Capelli castani)
Molly Prewett [ da bambina ] – Maggie Elizabeth Jones
 
Si ringraziano le canzoni che hanno contribuito e/o accompagnato la stesura della fanfiction:
September - Daughtry
Counting stars - One Republic
Coldplay - Charlie Brown
Gone too soon - Simple Plan
Save you – Simple Plan
Where we belong - Thriving Ivory
River flows – Yiruma

What hurts the most – Cascada
Le
t him go – Julia Sheer
Desde el cielo – Luis Fonsi
Someone tell my heart – Kayshia Cole

 


Ma, soprattutto, si ringraziano i lettori di Efp, per aver degnato d’attenzione questa storia!
Grazie!
  
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