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Autore: WhiteOphelia    03/08/2014    6 recensioni
“Considerando la vita che faccio, credo che sia preferibile non stare con qualcuno a cui potrei davvero affezionarmi.”
[...]
Come ho anche solo potuto pensare per un millesimo di secondo che quelle parole, proprio quelle, fossero rivolte a me? Come ho potuto illudermi in questo modo?
Ho creduto che lui ci tenesse davvero a me, che ci tenesse così tanto dal preferirmi a distanza pur di non ferirmi, e invece… Erano solo un modo per indorarmi la pillola.
Come ho anche solo potuto credere che una come me avesse qualche possibilità con il grande Oliver Queen? Come ho potuto illudermi che fossi io ciò di cui lui aveva davvero bisogno?
Sono stata una sciocca.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen, Sarah Lance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"You broke my heart in the blink of an eye"

 

 

“I was there for you in your darkest times,
I was there for you in your darkest nights.
But I wonder where were you?
When I was at my worst down on my knees,
and you said you had my back…

So, I wonder where were you?” 

- Maroon 5, Maps

 

“Considerando la vita che faccio, credo che sia preferibile non stare con qualcuno a cui potrei davvero affezionarmi.”
Erano queste le parole che continuavano a vorticarle nella testa da quattro ore a quella parte.
Parole, solo stupide parole. Parole alle quali aveva creduto fermamente; parole che credeva fossero dirette a lei.
Sciocca bambina.
Come ho anche solo potuto pensare per un millesimo di secondo che quelle parole, proprio quelle, fossero rivolte a me? Come ho potuto illudermi in questo modo?
Ho creduto che lui ci tenesse davvero a me, che ci tenesse così tanto dal preferirmi a distanza pur di non ferirmi, e invece… Erano solo un modo per indorarmi la pillola.
Come ho anche solo potuto credere che una come me avesse qualche possibilità con il grande Oliver Queen? Come ho potuto illudermi che fossi io ciò di cui lui aveva davvero bisogno?
Sono stata una sciocca. Una sciocca ragazzina che crede ancora nel principe azzurro e nell’amore: una sciocca ragazzina che crede – credeva – davvero che una come lei potesse essere alla sua altezza.
Una sciocca ragazzina che ha sentito il proprio cuore frantumarsi alla vista dei corpi nudi di Oliver e Sara, uniti ed ansimanti, mentre facevano l’amore alla fonderia, su quella scrivania… Sulla mia scrivania.
Ti rendi conto, Oliver, di quello che fai? Stai facendo l’amore con una donna che con sono io sull’unica superficie all’interno di quel maledetto covo che appartiene a me, solo a me. Ti rendi conto di quanto questo sia crudele?
Pochi istanti per sentire il cuore frantumarsi. Pochi istanti per sentire rimbombare nella sua testa la falsità delle parole di quel ragazzo che, nell’esatto momento in cui i suoi occhi avevano incontrato quelli della ragazza… No, quello non era dolore, era paura. Paura di vedere la sua “partner” – quella che lui teneva a sé con bugie ed illusioni - abbandonare il team. La sua dipendente, nient’altro. La paura non era certo per la possibilità di perdere lei, figurarsi. La paura era quella di perdere la sua informatica, il suo cervello.
Quanto stupida sono stata?
Credere di essere importante per lui e non solo una risorsa, come lo è un computer.
La cosa che ricordava meglio di tutte di quegli istanti, però, era lo schifo che ha provato per se stessa.
L’aveva baciata, dopo averle detto ti amo, e lei ci avevo creduto. Per un istante solo, prima che le passasse l’antidoto per il Mirakuru. Ci aveva creduto davvero. Lo schiaffo della realtà era stato un duro colpo da sopportare, ma l’aveva fatto.
“Non può stare con qualcuno a cui tiene. Ha perso così tanto che ora ha il terrore di poter soffrire di nuovo.” Le parole che si ripeteva mentre si dava della scema per essere ancora lì ad aspettarlo.
Poi? Poi lo trova con Sara.
Sara. Una ragazza alla quale sicuramente è affezionato, alla quale tiene.
Sara.
Doveva immaginarlo che tutte le sue belle parole servivano solo a tenerla buona.
La sua gelosia, però, le aveva fatto credere che anche lui provasse qualcosa per lei. Che le sue parole fossero veritiere.
Altro stratagemma, immagino.
Avevano creato un rapporto speciale, loro due.
Ti sono stata sempre accanto, anche nei tuoi momenti bui, soprattutto nei tuoi momenti bui, quando sembrava che tutto stesse crollando e che la tua vita non avesse più uno scopo.
Sono sempre stata lì per te, ogni attimo…
Ma tu dov’eri, Oliver? Dov’eri quando avevo bisogno di averti vicino?
Le aveva fatto male molte volte, come quella volta in cui si era rifugiato sull’Isola, lasciando lei e Diggle in una città distrutta, dove la criminalità era divenuta insopportabile. Come quella volta in Russia, quando era andato a letto con Isabel; o ancora, quando si era rifugiato nelle braccia di Sara dopo aver saputo della paternità di Thea, dopo averle assicurato che fosse tutto a posto tra loro, e poi l’aveva evitata come la peste.
Le aveva fatto male molte volte, ma niente reggeva quello che stava provando in quell’esatto momento.
Le aveva chiesto di cenare con lui. Era stata una tale sorpresa che la sua risposta si era fatta attendere per una buona manciata di secondi. Aveva balbettato, rossa come un pomodoro, ed aveva accettato. Lui aveva sorriso. Un sorriso così bello da farle tremare le gambe.
L’appuntamento doveva essere proprio quella sera, ma… Pochi minuti prima di andare a prenderla sotto casa, un suo messaggio aveva fatto vibrare il telefono della giovane, mentre il suo viso s’illuminava al nome del mittente.
Era pronta già da una buona mezz'ora e quel messaggio le aveva fatto saltare il cuore in gola.
Le parole racchiuse al suo interno, però, le avevano fatto perdere la presa sul telefono stesso.

È sorto un problema alla fonderia.
Questa sera non posso più cenare con te.
A domani. 

Poche parole per liquidarla. Perché, se il problema era sorto alla fonderia, lei non era stata invitata a raggiungerlo? Che cos'era successo di tanto grave?
In pochi minuti, Felicity era già in macchina, preoccupata come poche altre volte.
Aveva percorso l’interno del Verdant correndo, così come le scale che portavano al covo, dopo aver digitato velocemente il codice… Ed aveva visto quale grande problema fosse sorto: le gambe di Sara attorno alla vita di Oliver.
Nulla le aveva fatto così male, nemmeno l’abbandono del padre avvenuto quand'era molto piccola.
Pochi istanti per sgretolare tutto, ogni cosa. Pochi istanti per voltare le spalle e risalire le scale. Il corpo pesante ed il cuore a terra.
Oliver era riuscito solo a pronunciare il suo nome, il terrore in ogni sillaba; ma non l’aveva fermata.
Dio, quanto male faceva. Mi sentivo vuota, ferita ed illusaUn dolore lancinante al petto, il respiro che usciva mozzato, la testa che girava. Sentivo così tanto dolore da credere di poter svenire da un momento all'altro.
Ero ridicola. Stavo morendo dentro per un uomo che dentro di sé non aveva nemmeno un briciolo d’affetto per me.
Ero solo la piccola Felicity Smoak, vestita di tutto punto per il suo appuntamento con un uomo che stava facendo l’amore con un’altra.

Ed ora, tutte quelle chiamate, quei messaggi in segreteria da parte sua e di Diggle… Beh, non servono a nulla.
Non servirà nemmeno sgattaiolare in casa di Felicity, visto che al suo interno lei non c’è, così come non ci sono i vestiti nel suo armadio o lo spazzolino da denti nel suo bagno.
Non servirà a nulla cercarla per Starling City, maledirsi mentalmente. Non servirà a nulla nemmeno il pugno di Diggle sulla mascella di Oliver o le parole sprezzanti rivolte poco dopo. No, nemmeno quello servirà.
Tutto quello che serviva era nel borsone ai piedi della ragazza, sotto al sedile 4B del treno notturno per Central City.
Felicity Smoak era caduta in pezzi e stava andando dall'unica persona che provasse qualcosa di vero per lei: Barry Allen.
Prima o poi, Oliver Queen sarebbe stato solo un brutto ricordo. Il nome di un uomo che non avrebbe mai più incontrato, né amato.













Note dell'Autrice
Buona domenica a tutti.
Sono nuova del fandom di Arrow - o meglio, ho letto decine e decine di fan fictions su questo fandom in ogni lingua esistente, ma non avevo mai scritto nulla... Fino ad ora ;) - quindi, busso alla vostra porta con un regalino!
Fino ad ora ho sempre e solo scritto - se si esclude qualche poesia - nel fandom di Harry Potter - Dramione tutta la vita! - ma questo tv show mi ha presa così tanto - non capitava dai tempi di Buffy, vedete voi - che mi ci sono buttata a capofitto.
Come avrete capito, sono una fan della coppia Oliver/Felicity. Sì, #Olicity per sempre!
Non ci posso far nulla, questi due mi piacciono un sacco! Sono perfetti insieme, complementari. Proprio per questo non sto più nella pelle nell'attesa della nuova stagione.
Tutti gli spoiler letti mi hanno fatto venire gli occhietti a cuoricino - anche se... Non so, non ho un buon presentimento, sapete? Spero vivamente di sbagliarmi!
Tra le foto del Comic-con, gli spoiler ed i tweets degli autori... Come si può restare con le mani in mano? Non si può, esatto u.u
Per questo ho scritto questa fan fiction. In realtà, la storia era nata come one-shot, ma poi è venuta fuori già divisa in quattro parti, così ho pensato di postarla in capitoli.
Essendo pensata come one-shot e già conclusa, posterò con pause di pochi giorni tra un capitolo e l'altro.
Premetto che questa storia è un po' strana. Probabilmente, ero in eccesso di teina quando l'ho scritta.
Sì, è... strana, molto; ma mi ritengo soddisfatta nel complesso.
Chi mi conosce già come autrice, sa quanto io sia sadica ed esaurita, quindi possiamo dire che sia tutto nella norma u.u
Ammetto che, inizialmente, la prima Olicity che avrei voluto pubblicare era completamente diversa; poi, però, la canzone dei Maroon 5 mi è entrata in testa ed ha disegnato essa stessa questi scenari. Così, eccoci qua!

Bene, grazie per aver letto sino a qui.
A presto col nuovo capitolo.

WhiteOphelia

   
 
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