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Autore: Dimea    03/08/2014    2 recensioni
Possa la buona sorte essere sempre a vostro favore...
E quando mai lo è stata?!?
Nella mia vita, la fortuna è sempre stata una presenza evanescente.
Ed il mio carattere non mi ha mai aiutato.
Distruggo tutto ciò che tocco... ma lui non se ne cura, anzi cerca di farsi toccare.
Lui, che è pronto a morire per me.
Io ora sono pronta a morire per lui.
Ed io... io che non mo sono mai chiesta cosa provassi in realtà per lui.
Per quelle lunghissime ciglia chiare che più di una volta mi sono ritrovata a fissare.
Per quelle labbra che troppe volte ho baciato senza peso.
Per quei suoi modi gentili, ed il suo modo di farmi sentire perfetta... anche se non lo sono mai stata.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, questa è la mia prima storia su questo fandom.
Quella che vi to per proporre è una What if tra Peeta e Katniss, che parte a circa metà di Catching Fire.
Esattamente dalle ultime notti nel Centro di Addestramento, prima dei Giochi della Memoria, ma prima dell'intervista.
E quindi mi chiedo... cosa sarebbe successo se... beh, non vi spoilero nulla!
Buona lettura a tutti.

Capitolo Primo
In my Veins


Nothin' goes as planned.
Everything will break.
People say goodbye.
In their own special way.
[...]

Oh you're in my veins
And I cannot get you out
Oh you're all I taste
At night inside of my mouth
[In my Veins - Andrew Belle]



-Cosa Pensi dovremmo fare dei nostri ultimi giorni di vita?-
-Io voglio soltanto passare ogni minuto che mi resta da vivere insieme a te- risponde Peeta
-E allora vieni- gli dico mentre lo trascino dentro la mia stanza.
Lui mi segue in silenzio, chiudendosi la porta alle spalle.
Non è la prima volta che entra nel mio letto, da quando sono finiti i Giochi.
Solo con lui, il mio sonno non è popolato da incubi. E nemmeno il suo.
Non so spiegarmi il motivo, ma le sue braccia mi danno un senso di sicurezza.
Mi sento protetta...
Al sicuro...
A casa...
Improvvisamente cinge la mia vita, stringendo la mia schiena contro di lui, appoggiando la testa alla mia spalla.
Sento il suo respiro sul mio collo ed il suo cuore battere, sotto la mia pelle.
Da qualche parte, sento una vocina che mi urla di non lasciarlo andare, di trovare una soluzione.
Possa la buona sorte essere sempre a vostro favore...
E quando mai lo è stata?!?
Nella mia vita, la fortuna è sempre stata una presenza evanescente.
Ed il mio carattere non mi ha mai aiutato.
Distruggo tutto ciò che tocco... ma lui non se ne cura, anzi cerca di farsi toccare.
Lui, che è pronto a morire per me.
Io ora sono pronta a morire per lui.
Ed io... io che non mo sono mai chiesta cosa provassi in realtà per lui.
Per quelle lunghissime ciglia chiare che più di una volta mi sono ritrovata a fissare.
Per quelle labbra che troppe volte ho baciato senza peso.
Per quei suoi modi gentili, ed il suo modo di farmi sentire perfetta... anche se non lo sono mai stata.
Sospiro impercettibilmente.
Rimaniamo in questa strana posizione per un tempo interminabile, in silenzio.
Le parole non servono, non più dopo quella fatidica intervista.
"lei è venuta qui con me".
Mi volto, senza districarmi da questo abbraccio.
Nella penombra della mia stanza, riesco a distinguere perfettamente il suo volto.
Ed ancora una volta resto in silenzio.
Incapace.
Lo sto perdendo.
Sto perdendo il ragazzo del pane.
No, gli sto salvando la vita.
I suoi occhi cominciano a luccicare. Vedo le sue lacrime farsi strada, così come sento le mie troppo vicine.
Di slancio lo bacio, e le lacrime scivolano lungo le nostre guance, bagnandoci le labbra.
Non penso di averlo mai baciato fuori dalla portata di una cinepresa.
Questo bacio è amaro, ma non per le lacrime.
Uno di noi due non sopravviverà e lo sappiamo.
Mi allontano dalle sue labbra. Sto singhiozzando troppo forte oramai, ho quasi il fiato corto.
Mi stringe più forte.
-Troveremo una soluzione- sussurra dolcemente, cercando di riprendere il controllo della sua voce.
Sembra convinto, ma in realtà entrambi sappiamo che non esiste una soluzione.
Ricomincio a baciarlo, trascinandolo verso il letto.
Non so cosa mi stia spingendo a ciò...
In fondo non amo Peeta...
Forse...
Non lo so più...
Tutto vortica intorno a noi.
I rumori si attutiscono...
Probabilmente nella stanza accanto c'è Haymitch... ma non me ne curo.
Non mi stacco dalle sue labbra, non ora. Rischierei di vacillare e fermarmi.
Lascio che sia l'istinto a guidarmi, e sembra che Peeta faccia lo stesso.
Gli sfilo la maglietta, e sono costretta a fermare il bacio.
I suoi occhi si piantano nei miei, lucidi e ricolmi di lacrime.
-Non sei obbligata, io... se per caso...-
Lo bacio ancora mentre lui, spiazzato, resta immobile.
Prendo le sue mani e me le porto sui fianchi.
Si stacca ancora dalla mia bocca, ma non allontana le mani dai fianchi.
-Perchè?-
La risposta è spontanea, mi arriva da qualche angolo sperduto, all'interno di quel freddo contenitore che solo può essere il mio cuore.
-Potrebbe essere l'ultima volta per dimostrare ciò che non so dire.-
I suoi occhi si illuminano, e Peeta non ha più bisogno di parole.

Un raggio di sole mi sveglia. Proviene dalla finestra che Peeta lascia sempre aperta la notte.
Peeta...
Le sue braccia mi circondano.
Niente incubi neanche stanotte.
Lui è la mia fortezza.
Una brezza leggera mi fa rabbrividire, e mi ricorda che l'unica stoffa che sfiora il mio corpo è il lenzuolo.
Ma per la prima volta, non me ne preoccupo.
Sprofondo nel calore del suo petto ed assaporo il suo odore.
Sa di buono, di biscotti caldi e miele.
Non avevo mai fatto caso al profumo della sua pelle.
-Ehi...- sussurra sfoggiando un sorriso stropicciato.
-Ehi...- rispondo sorridendo.
Quello che è successo stanotte, è stato qualcosa di completamente inaspettato, tanto che anche lui sembra faticare a crederci.
-Oggi è il nostro ultimo giorno di vita "normale", ed aggiungerei "sicura".- sussurro.
Peeta annuisce, e mi stringe ancora più a se.
-Stasera ci saranno le interviste...-
Sospiro.
Domattina inizierà la mia missione.
Dovrà uscire da quell'arena, vivo.
Io uscirò prima di lui, morta.
Peeta mi fissa e s'incupisce
-Non ci pensare nemmeno-
Mi stringe ancora più forte e mi bacia la fronte.
Appoggio una mano sul suo petto. Il cuore batte all'impazzata. Ma non mi rendo conto se si tratta del mio o del suo.
-Avrei voluto parlarti prima dei giochi... Ma mi sembravi troppo lontana, irraggiungibile.- sorride tristemente.
No, lei non ha idea dell'effetto che fa...
-Oh Peeta...-
Bussano alla porta.
Sprofondiamo nell'imbarazzo, aspettandoci l'entrata in scena di Effie, da un momento all'altro.
Invece è la voce di Haymitch a richiamarci verso la sala da pranzo.
Senza più fiatare, io e Peeta ci rivestiamo. Ma non posso non notare gli sguardi che mi lancia di sottecchi.
-Dormito bene, Piccioncini?- ci schernisce il nostro Mentore, appena varcata la soglia.
Come avevo immaginato, Haymitch si trovava nella stanza accanto alla nostra. Mi resta solo da sperare che fosse ubriaco come una spugna.
-Effie mi ha svuotato gli alcolici nel lavandino...dice che devo essere lucido per voi- si rabbuia lui.
Perfetto! Mi toccherà sorbirmi ogni frecciatina. Grazie Effie.
Haymitch addenta una fetta di pane tostato, e noi ci accomodiamo al tavolo della colazione.
Ci osserva troppo per i miei gusti. Lo trovo irritante!
Mi verso del te nella tazza prima di rivolgermi a Peeta.
-Senza zucchero per te, vero?-
Per tutta risposta annuisce e ci scambiamo un sorriso complice.
Quando mi volto, lo sguardo del nostro Mentore è triste. E non lo nasconde.
-Vi chiedo un ultimo sforzo, e poi vi lascerò il resto della giornata libera, finché non dovrete incontrare i vostri staff.- sospira - Prima vorrei parlare con te, Katniss-




Fine Capitolo

Ebbene, eccoci qua.
Quando ho letto il capitolo 17  de "La Ragazza di Fuoco", questa scena mi è balzata in testa subito.
E se Katniss si fosse concessa, cosa sarebbe accaduto?
A questo punto la storia cambierebbe oppure no?
Da queste domande è nata questa storia.
A presto con il secondo capitolo.
Un bacio.
Dimea










   
 
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