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Autore: Aron_oele    03/08/2014    11 recensioni
Judith Montgomery è una ragazza bionda ed americana.
Judith Montgomery è una ragazza alta, che fuma Marlboro light e che vive a New York.
Judith Montgomery è una ragazza che ha vissuto tre mesi in Giappone, ospite di una famiglia strampalata.
Judith Montgomery sono io, e questa è la mia storia.
***
Per la serie "Non vi libererete mai di me" ecco a voi una nuova storia, senza trama, in cui frammenti di vita a Nerima, attimi, spezzoni, giorni, fotografie, Ranma, Akane, momenti, avventure, persone, pensieri e parole, vengono mostrati a voi dal punto di vista di due occhi castani ed estranei, quelli di Judith, appunto.
Ps: Lo sapete che non so fare le introduzioni!
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Nuovo personaggio, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il vento sconquassava le piante nel giardino, agitava i cespugli, increspava l'acqua nel laghetto, arruffava i capelli. Sembrava una serata come tante, mossa dal vento che stemprava l'aria troppo calda.
Era stata una giornata piena: l'ormai classica corsa per non perdere la metropolitana (puntualmente mancata), le lezioni universitarie, la pausa pranzo passata in biblioteca a ripassare per il test e le ultime ore del pomeriggio trascorse a mangiare un gelato con gli amici.
Era stata una bella giornata, in fondo.
Kuno ci aveva portati un un locale chic della Tokyo vip, uno di quei posti che non definiresti certo “bar” ma più “sala da cocktail di un lussuosissimo yacht”, con le poltroncine morbide e i tavolini coperti da tovaglie avorio e grigio perla, con le immagini sui menù che sembravano dipinti di Andy Warhol più che semplici coppe gelato e con i camerieri che parlavano un inglese da applauso.
Le amiche di Akane, Yuka e Sayuri, erano rimaste tanto estasiate dalla bellezza e dall'estrema raffinatezza del posto che pareva si sarebbero astenute (una volta tanto) dal fare la classica e rumorosissima gara del “chi si siede di fianco ad Alexander?”. Ovviamente le speranze erano mal riposte e Alexander si era trovato in mezzo a quella buffa rissa risoltasi con le due ragazze avvinghiate ciascuna ad una delle possenti braccia di lui, mentre tutti ridevano.
Hiroshi e Daisuke, visto che Kuno si era galantemente offerto di pagare il conto, avevano dato libero sfogo alla loro fame -a quanto pareva davvero senza limite- al contrario di Ranma che, invece, si era categoricamente rifiutato di mangiare gelato in pubblico, finendo però ad aprire la bocca ogni volta che Akane, senza farsi mancare il classico “Aaaaaa”, lo imboccava con una cucchiaiata della sua coppa alla vaniglia, tra le risatine dei loro compagni.
E poi era giunta la sera, accompagnata da nuvoloni neri.
Io ero in giardino, a bearmi di quell'aria che lasciava presagire una tempesta e che sapeva agitarmi e calmarmi al tempo stesso, quando un fulmine esplose con un fragore disumano cadendo da qualche parte lì vicino. Senza pensarci due volte entrai nel dojo dalla cui porta filtrava un po' di luce e da dove proveniva della musica.
<< Ti sei spaventata? >>
Con un leggero affanno e gli occhi ancora chiusi, ci misi più del dovuto ad accorgermi che se la luce era accesa e se nell'aria risuonavano ancora le ultime note di “Sex on Fire” dei Kings of Leon, qualcuno doveva essere al suo interno e che non doveva trattarsi per forza di Akane, che ero abituata a vedere scappare nella palestra quasi tutte le sere dopo cena.
Mi girai ben consapevole che ciò che avrei visto mi avrebbe prosciugato la bocca ancora più della paura per il tuono improvviso.
Ranma se ne stava con un braccio poggiato al muro e l'altro alla vita e mi sorrideva.
I capelli neri, sempre legati, erano sudati e attaccati alla fronte bagnata, il petto muscoloso si alzava e si abbassava velocemente, a ritmo dei grossi respiri tipici di chi è provato dall'allenamento e la divisa bianca, tenuta a bada male dalla cintura nera, lasciava scoperta buona parte dei pettorali e l'inizio del ventre scolpito.
Uno spettacolo da svenire.
<< Io... sì... un tuono... ehm... me ne vado! >> dissi guardando più il pavimento che il suo viso arrossato per la fatica << Credevo che ci fosse Akane... di solito c'è lei... >> mi affrettai ad aggiungere poi.
Lui rise bonario << Jude figurati, non c'è problema! Mi stavo solo allenando! >>
In effetti sapevo che Ranma praticava arti marziali.
A parte i suoi muscoli, degni eredi di qualche statua greca, e il fatto che me lo ricordava ogni volta che poteva, la fama della sua forza da leone lo precedeva ovunque andasse. Ogni ragazza con cui stringevo amicizia a Nerima, o più frequentemente all'università, invidiava la fortuna che avevo a vivere sotto lo stesso tetto con lui ed ogni ragazzo, sportivo o meno, lo guardava con rispetto e, a volte, una buona dose di paura.
In effetti lo sapevo, ma non l'avevo mai visto all'opera.
<< Posso rimanere a guardarti? Io non ho mai visto nessuno praticare le arti marziali, se non in qualche film... >> chiesi quindi, visibilmente stupita dal suono della mia stessa voce. Lui mi guardò per un secondo, poi alzò un sopracciglio: << Mmmh va bene, ma solo se mi dai la risposta giusta! >>
<< Ok >> sussurrai,
<< Steven Seagal o Jean Claude Van Damme? >>
<< Oh,ehm... Per la bravura dovrei dire Seagal vero? Gli hanno anche permesso di aprire un dojo qui in Giappone... Ma Van Damme è più bello! >>
<< No Jude, così non ci siamo proprio! >> disse muovendo il dito indice ritmicamente a destra e a sinistra << Va bene, te ne faccio un'altra... Attenta alla risposta! Chuck Norris o Bruce Lee? >>
<< Bruce Lee! >> risposi subito e senza esitare.
<< Brava! >> disse Ranma battendomi il cinque << E comunque, già solo perché li conosci tutti puoi rimanere! >>
<< Grazie! Ma se vuoi ne conosco anche altri! >> aggiunsi con l'aria compiaciuta di chi sa di aver colto nel segno.
<< Tipo? >>
<< Tipo Bolo Yeung, Jackie Chan e Tony Jaa, per esempio! >>
<< Wow Jude! Non me l'aspettavo proprio, ne conosci un sacco!! >>
<< Mi piace vedere i film sulle arti marziali, è bello vederli combattere! >>
<< Va bene, allora è il caso che tu veda un vero campione all'opera >> mi disse facendomi il solito occhiolino e posizionandosi al centro della stanza.
Prima di iniziare accese di nuovo il suo iPod azzurro e dalle casse si diffuse per tutta la stanza una canzone rock, armonica e melodiosa, ma anche capace di accenderti dentro il fuoco dell'adrenalina (*). Pensai che era perfetta per quello che stava per fare, poi cominciò a muoversi ed io rimasi cento volte più incantata che davanti al miglior film di tutta la tradizione americana, cinese e giapponese insieme.
I suoi occhi blu erano socchiusi e tanto concentrati e determinati che un suo sguardo avrebbe potuto perforare una montagna. I muscoli, sudati e tesi, disegnavano linee perfette ad ogni scatto, quasi a voler enfatizzare ancora di più la consapevolezza del proprio corpo che ogni movimento al ritmo delle note in sottofondo, preciso e studiato, lasciava trasparire già da sé. Il vero spettacolo era però vedere quanta forza, grazia, fermezza e potenza fossero racchiuse in ogni pugno, in ogni calcio, in ogni singolo passo.
I suoi arti fendevano l'aria come spade, i suoi muscoli parevano d'acciaio e le posizioni che assumeva lo rendevano tanto aggressivo quanto aggraziato.
Improvvisamente, dopo aver sferrato un fortissimo e precisissimo calcio, mi guardò con la coda dell'occhio e sorrise sornione avvicinandosi e accucciandosi davanti a me.
<< Che...che c'è? >> mi ritrovai a balbettare sotto il suo sguardo indagatore.
<< Niente, stai solo sbavando! >>
<< Ma che dici? Io non sto sbavando!! >> dissi a voce più alta del solito, girando la testa di lato e cercando di riprendere un minimo di contegno, dato che probabilmente i miei occhi spalancati e la bocca leggermente aperta avevano dato segno che l'avevo completamente perso.
<< Ma che hai capito! Si vede che è una cosa che ti interessa! Le arti marziali intendo... >>
<< Ah... le arti marziali... sì, moltissimo! >> risposi sorridendo, visibilmente più rilassata.
<< Non hai mai imparato? >>
<< Oh no! In America non è come qui da voi... >>
<< Vorresti farlo? >>
<< Chi io? Ma no... non mi sembra il caso, non so se sono capace... e poi chi mi insegnerebbe? >>
<< Io! >>
<< Tu? >>
<< Perché non ti fidi? Sono un ottimo maestro sai? >>
<< Non ho dubbi a riguardo... Ma.... >>
<< E allora dai, fidati! >>
L'ultima volta che Ranma mi aveva detto “fidati” ero finita a camminare in bilico su una ringhiera verde e, nonostante la paura di cadere nel canale che stavamo costeggiando, era stata una delle esperienze più belle e divertenti che avevo fatto da quando ero arrivata, quindi, senza pensarci due volte, afferrai ancora la sua mano.
<< E brava la nostra Jude! >> disse lui conducendomi al centro della palestra, mentre la canzone sfumava l'ultimo assolo di chitarra, ed io sorridevo timidamente preparandomi ad imitare una delle sue posizioni.
Ma proprio nel momento in cui Ranma stava per spiegarmi come posizionare le gambe, la porta del dojo si aprì teatralmente.
Dietro ai due grandi battenti di legno chiaro si stagliava una figura scura, con i capelli ed i vestiti mossi dal vento. A voce piuttosto alta disse qualcosa in giapponese e in un baleno si scagliò verso Ranma che nel frattempo, senza che io me ne accorgessi, mi aveva allontanata da lui e dal centro del dojo.
I due ragazzi presero a combattere improvvisamente, come se fra loro ci fosse stato un tacito accordo, senza dire una parola, ma solo con un sorriso sghembo sui bei visi concentrati.
Io tornai a sedermi e ad incantarmi davanti a quello spettacolo che, nonostante fosse piuttosto insolito e un tantino strano a dire il vero, non mi aveva spaventata affatto. Non saprei spiegare il perché ma mi risultava naturale, come se fosse stato di normale amministrazione.
Lo sconosciuto sembrava pareggiare Ranma in grazia, forza e potenza.
Ad un tratto, forse l'aria si era fatta troppo calda ed io non me ne ero accorta, ma Ranma si strappò letteralmente di dosso la parte superiore della sua divisa bianca, gettandola di fianco a me e rimanendo a dorso nudo, seguito a ruota dall'altro ragazzo mentre le note di “Gonna fly now” (**) riempivano la stanza e aizzavano i cuori dei due combattenti.
La loro lotta sembrava una danza felina, i movimenti precisi davano l'impressione di essere stati studiati da tempo e le linee che i loro corpi assumevano mentre si scambiavano colpi su colpi, erano così perfette che parevano disegnate.
Altro che film di arti marziali, questo era cento volte meglio.
Entrambi attaccavano con estremo vigore mentre i muscoli prestanti guizzavano ad ogni scatto, ed entrambi paravano le mosse dell'altro con grande efficacia.
Il sudore imperlava i loro visi, le spalle possenti, i pettorali sporgenti, scendendo a rivoli sugli addominali scolpiti per poi terminare lungo i solchi delle due fossette, tanto profondi che parevano incisi ai lati del ventre.
Mentre lo scontro mi passava davanti armonico e bellissimo, addirittura quasi migliore di Ranma che si allenava da solo, mi regalai un minuto per osservare il nuovo arrivato.
Il fisico vigoroso lo faceva sembrare più massiccio del suo rivale. Spalle grandi, muscoli prominenti, nervi e tendini in bella vista davano l'impressione di trovarsi di fronte all'erede di Hulk, mentre gli occhi verdi, grandi e dolci, tradivano una natura gentile. I capelli tagliati corti, neri e lucidi, erano tenuti lontani dalla fronte da una bandana gialla ma ciò che più mi impressionò fu il suo sorriso. Niente di speciale, un sorriso caloroso come quello dei suoi occhi, se non fosse stato per un piccolo particolare: ogni volta che le labbra sottili si increspavano, due piccoli ma aguzzi canini facevano capolino regalando all'affascinante nuovo arrivato una particolarità bizzarra e bella.
All'improvviso, mentre l'ultima canzone scemava per far posto a “We will rock you” dei Queen, sentii il profumo di Akane di fianco a me.
<< Ciao Jude >> mi bisbigliò all'orecchio << Ero venuta ad avvertire Ranma che Ryoga era in città, ma a quanto pare si sono trovati da soli! Quei due... >> ma poi i suoi occhi nocciola si persero nei meandri dell'affascinante lotta.
Quella sera, mentre il vento infuriava oltre i battenti di legno, per la prima volta notai che gli occhi di Akane, di solito un misto fra il color ciliegio e il colore del whisky, diventavano più scuri, quasi neri, quando le sue iridi si posavano su Ranma, notai che il suo sguardo diventava più languido, un sorriso tenero le nasceva sulle labbra ed un leggero rossore le dipingeva le guance.
Notai che guardava anche l'altro ragazzo, ma il suo sguardo non era così affascinato e profondo come quando i suoi occhi si posavano su Ranma, sui suoi muscoli, sui suoi salti mortali, o come quando gli occhi color tempesta di lui incrociavano quelli di lei.
Sorrisi anche io nel vedere la mia amica così presa ed un “che bravi” mi sfuggì dalle labbra davanti all'ennesima dimostrazione di forza ed eleganza dei due combattenti.
<< Oh sì... è bravissimo >> sussurrò Akane continuando a guardare davanti a lei << Ehm... cioè, sono bravissimi! Entrambi! Volevo dire sono bravissimi!! >> si affrettò poi ad aggiungere ancora più rossa in viso.
<< Come hai detto che si chiama l'altro ragazzo? >>
<< Si chiama Ryoga. Lui e Ranma sono amici dai tempi delle medie >>
Al sentir pronunciare il suo nome da Akane, l'affascinante straniero perse la concentrazione, seppur per un millesimo di secondo, e questo gli fu fatale. L'avversario infatti, accortosi della momentanea debolezza dell'amico che guardava verso di noi con lo sguardo allucinato e, ci avrei giurato, gli occhi a cuoricino, ne approfittò per sferrargli una potentissima gomitata nello stomaco che lo lasciò a terra per un bel po'.
Ranma rise di gusto e disse qualcosa a Ryoga steso ai suoi piedi, che nel frattempo lo guardava male e, immaginai, imprecava contro di lui.
Akane notò il mio sguardo interrogativo e mi spiegò: << Ranma e Ryoga si conoscono da tantissimo tempo. Anche se non lo ammetterebbero mai, nemmeno sotto tortura, si vogliono un gran bene ma hanno questa strana fissa che va avanti da sempre >>
<< Ammazzarsi di botte? >>
<< Sì, più o meno! >> disse lei ridendo << Ryoga ce l'ha con Ranma per una storia vecchia quanto il mondo e, da quando li conosco, ogni volta che si incontrano lui lo sfida e puntualmente... >>
<< Perde, direi! >> conclusi ridendo anche io.
<< Eh sì! Ranma è imbattibile >> rispose con una nota di tenerezza nella voce << Dai, andiamo a vedere come sta! >> aggiunse poi.

Non appena gli fummo vicine, Ryoga si rialzò di scatto, inchinandosi ad entrambe con fare un po' titubante, mentre Ranma rideva sotto i baffi.
<< Ryoga tu parli inglese? >> gli chiese Akane nella mia lingua.
<< Ma certo! Sono un viaggiatore io! >> rispose il ragazzo gonfiando il petto ed indicandosi con il pollice della mano destra.
<< Ah già Jude, le presentazioni! Lui è Ryoga Hibiki, un grande viaggiatore! Devi sapere che in tutta la sua vita avrà fatto centinaia di viaggi... perdendosi sempre però! >> disse Ranma cercando di mantenere l'aria seria di chi sta dicendo la verità, ma con scarso successo visto che poi scoppiò in un'aperta risata, degna di Genma.
<< Che vorresti dire con questo, razza di idiota? >> rispose il diretto interessato particolarmente stizzito.
<< Che il tuo senso dell'orientamento fa schifo, porcello viaggiatore! >>
<< Come mi hai chiamato? E poi non è vero! >>
<< Ah no? Allora dimostracelo dai! Vai a fare un giro dell'isolato e torna qui! Ti ritroviamo a Parigi! >>
<< Vuoi combattere ancora? >>
<< Vuoi perdere ancora? >>
<< Hey, insomma, volete piantarla voi due!? >> si intromise Akane quasi urlando e i ragazzi si fermarono all'istante, ammutolendo e guardando in basso come due bambini appena sgridati dalla maestra.
<< Allora... Jude lui è Ryoga, Ryoga lei è Judith Montgomery ma noi la chiamiamo Jude, è qui in scambio culturale dall'America! >> ci presentò lei mentre noi ci inchinavamo reciprocamente ed in silenzio.
<< Di' un po', Ryoga, ci sei mai stato in America, grande viaggiatore? >> lo schernì Ranma con un sorriso strafottente sul viso.
<< Se non la pianti sarò costretto a darti una lezione, Saotome! >>
<< Come se ne fossi capace. Fatti sotto! Quando vuoi! A proposito di lezioni... Jude, io e te siamo stati interrotti! >>
<< Interrotti? >> chiese Akane con finta noncuranza, ma qualcosa nella sua voce mi disse che la frase di Ranma non le era andata proprio a genio.
<< Oh sì ehm... ecco... prima che arrivasse Ryoga, Ranma stava cercando di insegnarmi qualche mossa... >>
<< Volevo insegnarle i kata di base! >> spiegò lui << Alla nostra Jude piacciono le arti marziali! >>
<< E volevi impararle da lui? Ti darò anche io una mano, almeno diventerai brava! >> disse Ryoga alzando un pugno all'aria e vincendo finalmente la sua timidezza.
<< Sempre il solito marpione... >> bisbigliò Ranma facendo sorridere sia me che Akane.
<< Come hai detto, brutto idiota? >>
<< Ho detto che corri dietro a tutte le ragazze carine che vedi! Ma non eri innamorato di A... >>
<< Sta zitto!! >>
<< A... Ak... Aka... >>
<< Ti ho detto di smetterla, Ranma! >> ringhiò Ryoga rosso come un peperone.
<< Ma che hai capito... stavo per dire Akari! >>
Il giovane viaggiatore tirò un sospiro di sollievo mentre Akane gli chiedeva sorridente come stava Akari e se si sentivano ancora.
<< Veramente ci sentiamo di rado... ogni tanto ci scriviamo, ma... >> mentre Ryoga raccontava, non senza un certo imbarazzo, Ranma si avvicinò a me e sussurrò: << In realtà volevo dire Aka... ne! Ryoga ha una cotta per lei da un sacco di tempo! >>
<< Ah ecco perché era così agitato! E lei non lo sa? >>
<< Ma chi Akane? No figurati, ingenua com'è non si accorgerebbe che un ragazzo è innamorato di lei nemmeno se lui le scrivesse dei manifesti! >>
<< Oh beh, di sicuro si è accorta di Kuno! >> affermai io seria ma Ranma scoppiò a ridere: << Jude, sei qui da una settimana e già hai capito che Kuno è un idiota! >>
<< Ma non volevo dire questo! >> mi affrettai a spiegare muovendo le mani velocemente << solo che lui non si fa problemi a dichiarare il suo amore a lei... e a tutte le altre! >> e sta volta risi anche io, in effetti, sotto l'aspetto sentimentale, Kuno era senza speranze!
<< Questo proprio perché è un idiota! Le persone serie non si mettono a urlare il loro amore ai quattro venti! >>
<< Fanno Ryoga? >>
<< Certo! >> asserì lui convinto.
<< Quindi stanno in silenzio e aspettano che lei si accorga di loro? >>
<< Be'... più o meno... >>
<< E se lei non se ne accorge? O magari si innamora di un ragazzo che le esprime i propri sentimenti? >>
<< Oh Jude andiamo, non siamo più nell'Ottocento! Non si scrivono più poesie! L'amore si dichiara con i gesti! >>
<< Tipo quali? >>
<< Salvarle la vita per esempio, mille volte! O non smettere mai di credere in lei, o capirla esattamente, senza bisogno di tante parole, o difenderla sempre, da tutto e da tutti, o... >>
<< Stiamo parlando ancora di Ryoga? >> mi ritrovai a chiedere io, dato che i suoi sussurri si erano fatti più flebili e i suoi bellissimi occhi blu guardavano Akane, che stava ancora scherzando con Ryoga poco lontano da noi.
<< Oh... sì certo... ehm... Hey tu, Ryoga! Vogliamo cominciare allora? >> cambiò improvvisamente argomento Ranma, con il viso imbarazzato e più roseo del solito.

Akane andò a cambiarsi e tornò con la divisa da combattimento gialla con la cintura rossa, mentre Ryoga si stava asciugando il corpo dal sudore con la sua casacca sgualcita e Ranma stava sdraiato, ancora a petto nudo, sulle assi di legno chiaro che ricoprivano l'intero pavimento del dojo.
<< Pronta Jude? >>
<< Mica tanto! >> risposi io realmente perplessa, ma Ranma non mi diete ascolto, accese di nuovo il suo iPod e sulle note di “Eye of the tiger” iniziò il mio primo addestramento.
<< Bene Jude il kata è un esercizio individuale o a squadre che rappresenta un combattimento reale contro avversari immaginari >> mi spiegò Akane << è molto utile per allenarsi nelle tecniche di parata ed attacco >>
<< Ma non prenderlo solamente come un esercizio >> continuò Ryoga << il kata è qualcosa di molto di più, è l'essenza delle arti marziali >>
<< Ogni kata inizia e termina con il saluto >> e, a queste parole, tutti e tre si inchinarono prontamente.
<< La prima cosa che devi imparare a fare è respirare >> disse Ranma avvicinandosi << devi trattenere il respiro qui >> e toccò la parte alta del mio addome << contrai i muscoli, trattieni il respiro, irrigidisciti >> continuò a ripetere con la mano che spingeva sempre di più << quando senti che sta per esplodere, rilascialo e grida, così >> non appena finì la spiegazione, vidi i suoi addominali contrarsi e diventare puro marmo, per poi rilassarsi e distendersi mentre lui irrompeva in un grido che sembrava sprigionare tutta la sua energia.
<< Questo è il Kiai (***) e dovrai eseguirlo in ogni kata, serve per migliorarne la potenza >>
<< Coraggio prova! >> mi incitò Akane.
<< Ma non credo di esserne capace... >>
<< Oh, sì che lo sei! Non è niente di difficile, concentra tutta l'energia che puoi in quell'unico punto e poi scaricala >>
Ci provai un paio di volte e la terza fu decisamente meglio, anche se non aveva nulla a che vedere con il modo in cui lo eseguivano i miei amici.
<< Perfetto, ora ricorda: dovrai sempre concentrare la respirazione che esploderà nel Kiai ogni volta che sferrerai un colpo >> spiegò Ryoga.
<< Benissimo Jude, ora che sai come devi respirare passiamo al punto due: il Keitai no hoji ovvero la corretta posizione per eseguire ogni movimento. Se lo farai bene, al termine di ogni kata ritornerai sempre nella stessa posizione >>
<< Sembra difficile... >> sussurrai io sempre più impressionata dal fatto che, solo un'ora prima, stavo guardando Ranma fare tutte quelle con una facilità ed una naturalezza davvero straordinarie.
<< Non lo è tranquilla! Cominciamo dalla prima posizione, quella di base: la guardia >> dicendo così sistemò lui stesso le mie gambe: leggermente flesse, con la destra un passo davanti alla sinistra; e le mie braccia: la sinistra indietro davanti al cuore e la destra più in avanti per proteggere il viso. Io, mentre mi muoveva come fossi un burattino, ero estremamente imbarazzata dal suo tocco, deciso e delicato, e dalle sue attenzioni, tanto che facevo fatica a concentrarmi sulle parole che uscivano dalla sua bocca.
<< Dovrai sempre cercare di tornare in questa posizione >> disse poi Ryoga mentre, una mano sulla schiena, raddrizzava la mia postura << sempre mantenere lo stato di guardia, sia fisicamente che mentalmente, al termine di ogni kata. Questo si chiama Zanshin >>
<< Ma voi fate tutte queste cose contemporaneamente mentre combattete? >>
Un sorriso soddisfatto sul volto di tutti e tre mi disse che sì, facevano tutte quelle cose e, forse, anche di più.
<< Wow... >>
<< Non è difficile come sembra >> cercò di giustificarsi Ryoga grattandosi la nuca imbarazzato << è solo questione di esercizio... >>
<< Dopo un po' sarà del tutto naturale >> concluse per lui Akane ed i ragazzi annuirono in segno di approvazione.
<< Ok Jude, resta così. Ora noi ti faremo vedere delle mosse e tu dovrai provare ad imitarle. Ricorda sempre di respirare, rimanere concentrata, dosare la velocità e il grado di forza da mettere in ogni movimento e, cosa più importante, ricorda il Kiai. Ok? >>
Io mi sforzai di annuire convinta ma era davvero difficile. La posizione che dovevo mantenere era assai strana: dava la sensazione di essere rilassati, ma io sapevo che i miei muscoli erano in tensione e che sarebbero dovuti essere pronti a scattare in qualsiasi momento. Dovevo respirare bene, in modo che ogni respiro coincidesse con i miei movimenti e che fosse profondo, così da ossigenare tutto il mio corpo. Inoltre dovevo ricordarmi quali movimenti erano lenti e quali veloci, quanta forza e quanta delicatezza mettere nei colpi e, soprattutto, ricordarmi di liberare il Kiai che, più che far esplodere la potenza del mio colpo, faceva esplodere la mia vergogna visto che a gridare in quel modo mi sentivo una completa deficiente.
Mentre tutto il mio corpo e la mia mente erano concentrati su quest'unico obiettivo, un rumore fortissimo arrivò da oltre la porta, dove la tempestava impazzava, il vento non accennava a calmarsi e fulmini cadevano continuamente, provocando tuoni fragorosi.
Improvvisamente, la luce andò via e la musica svanì bruscamente, facendo scattare i due ragazzi e spaventare noi ragazze. Akane, con un gridolino a metà fra la sorpresa e la paura, si aggrappò al grande braccio di Ranma che nel frattempo guardava preoccupato oltre la finestra, Ryoga invece andò subito a controllare mentre io cercavo di far luce con la torcia del cellulare.
<< Un fulmine deve aver colpito un albero qui vicino e magari ha urtato qualche palo della luce >>
<< Ah be', sì, certo... c-che ne dite se rientriamo in casa dove ci sono tutti gli altri? >> chiese Akane fingendo spavalderia ma con un percettibile tremolio nella voce.
<< Non ci conviene, fuori piove moltissimo, ci inzupperemo... >>
<< …e a Ryoguccio non piace l'acqua, non ricordi Akane? >> lo canzonò Ranma guardando dall'alto la ragazza ancora avvinghiata al suo braccio.
<< Ranma piantala o giuro che vengo a dartele di santa ragione! >>
<< Guarda che ti stendo anche al buio! >> e i battibecchi vennero ripresi per un bel po', tra le battute dei due ragazzi e le risate nascoste di noi ragazze.

Dopo circa mezz'ora, quando tutti e quattro eravamo seduti con le spalle alla parete, aspettando mollemente che la pioggia diminuisse mentre ci facevamo luce a vicenda, una strana ombra ci fece sobbalzare tutti.
<< C-c...cosa è stato? >> chiese Akane con il tono allarmato.
<< Ma niente, saranno gli alberi, che vuoi che sia! >> rispose un Ranma poco convinto che continuava a scrutare la finestra di fronte, mentre la ragazza tornava ad impossessarsi del suo braccio.
Ma l'ombra gusciò di nuovo davanti a noi, facendoci rabbrividire tutti ancora una volta.
<< Ranma è dentro la palestra!! >> disse Ryoga, alzatosi nel frattempo in piedi << Chi va là!!? Fatti vedere! >> ma nessuna risposta.
<< Fatti vedere o giuro che ti spezzo come un grissino! >> rincarò la dose Ranma, ma l'ombra continuava a muoversi veloce per il dojo, senza badare alle minacce dei due ragazzi.
Ogni volta che ci passava davanti ci pareva più vicina ed alla fine anche io, che fino a quel momento non avevo detto niente, cominciai a spaventarmi e a temere chissà cosa.
Poi, mentre la macchia nera continuava a strisciare intorno a noi, un velocissimo calcio di Ryoga la colpì ed essa cadde a terra, rivelando la figura piccola e strampalata di una specie di ninja.
Era un omino tondo ed estremamente buffo, certo non potrei definirlo carino, ma aveva qualcosa di simpatico nel volto: due occhi grandi un po' vuoti, enormi e cespugliose sopracciglia e una bocca larga dalla quale fuoriuscivano solo due grandi incisivi.
<< Sasuke! >> esclamarono in coro tutti e tre e, al sentir pronunciare il suo nome, il piccolo uomo incappucciato tentò di darsela a gambe. Ci sarebbe anche riuscito se Ryoga non lo avesse tenuto saldamente dalla divisa grigia e prugna che indossava.
<< Insomma la vuoi smettere di scappare? >> chiese quello impaziente.
<< Voi non dovevate vedermi, la padroncina mi ha ordinato di fare tutto senza farmi riconoscere! >>
<< La padroncina? >> chiese Akane con un tono di voce che, non so perché, avrei definito lievemente irritato << Che cosa vuole? >>
<< Oh niente, solo consegnarvi questi! >> disse quell'ometto buffo che rispondeva al nome di Sasuke, per poi liberarsi dalle mani di Ryoga e scappare così come era arrivato: nell'ombra.
Ma, mentre spariva, lasciò cadere tre buste bianco perla chiuse con la cera lacca. Su ognuna c'era il nome del destinatario scritto con una bellissima calligrafia corsiva, sia in giapponese che in inglese: “Per il mio adorato Ranma” “Per Akane Tendo” “Per Judith la ragazza americana” ed infine “Per lo strambo amico del mio adorato Ranma”.
<< Cos'è questa roba? >> chiese un Ryoga leggermente sconcertato.
<< Sarà un'altra trovata di quella pazza, non aprite le buste per carità! >> rispose Ranma con l'aria di uno che la sapeva lunga.
<< Ma... a me sembrano solo degli inviti >> dissi io con l'aria innocente, come se non fosse nient'altro che una cosa ovvia.
<< No Jude, tu non la conosci! La ragazza che ci ha mandato queste lettere è davvero una pazza, è innamorata di Ranma e almeno una volta al mese ci manda filtri e pozioni sonnifere per addormentarci e rapirlo! >> mi spiegò Akane con la voce rassegnata, abituata ormai a quelle stranezze.
Poggiammo le nostre lettere in un angolo del dojo e ci rimettemmo seduti ad aspettare, di nuovo, che il temporale facesse il suo corso, mentre Akane pregava Ranma di non raccontare nessuna storia dell'orrore.
Io guardavo fuori, i lampi che illuminavano a giorno la palestra buia e le gocce di pioggia che scivolavano sul vetro della finestra, ed intanto pensavo.
Avevo già capito da un po' che la vita a Nerima era molto più pazza e strampalata di quello che si poteva anche solo lontanamente immaginare.
Feci un elenco fra me e me: fino a quel momento avevo conosciuto un ragazzo completamente fuori di testa, che corteggiava Akane (e tutte le ragazze che gli capitavano a tiro, aggiungerei) come un perfetto, galante, forse un pelino esagerato, gentiluomo ottocentesco; un altro ragazzo, dall'aspetto parecchio bizzarro, innamorato perso di Akane, che non si sapeva perché continuava a punzecchiare Ranma e a litigare con lui pur definendolo il suo “migliore amico”; una sottospecie di ninja nano e la sua padrona, a quanto pareva una pazza con tendenze criminali, innamorata persa di Ranma.
Bene Jude, e tu che avevi paura di annoiarti!

Quel giorno in palestra ancora non sapevo quante altre persone, pazze ma assolutamente fantastiche, c'erano ancora sul mio cammino.
Mentre ridevo sotto i baffi, pensando alla buffa avventura, la luce tornò ed il caschetto perfettamente ordinato e liscio di Nabiki spuntò da dietro la grande porta di legno:
<< Oh, siete qui! Avete ricevuto i vostri inviti? Akane, ci toccherà comprare un vestito! >>
<< Eh? Ma di che stai parlando? >>
<< Ma come, non avete aperto le vostre lettere? >>
<< Stai scherzando spero, sono di Kodachi, vuoi vederci tutti morti? >> asserì Ranma seriamente stupito.
<< Be' io non sapevo che fosse da parte sua e l'ho aperta... come vedi sono ancora viva! >>
Così, spinti dalla curiosità e rassicurati dal fatto che dentro non ci fosse alcun tipo di pozione sonnifera e/o esplosiva, tutti aprimmo le nostre buste ed una pioggia di petali neri si riversò sul pavimento.
All'interno c'era un biglietto dello stesso materiale perlaceo e scritto con la medesima calligrafia sinuosa e sottile. Lo lessi con molta attenzione, era un invito ad una festa di compleanno per il sabato successivo:
<< Kodachi Kuno... C'entra qualcosa con Tatewaki Kuno? >> chiesi io quando lessi in basso a destra la firma del mittente.
<< Oh sì, è sua sorella >> rispose Ranma e la mia espressione fu probabilmente molto comica visto che tutti scoppiarono a ridere a crepapelle.

Così quella sera nel dojo Tendo, fra le risate dei miei amici, feci di nuovo un elenco fra me e me: fino a quel momento avevo conosciuto un ragazzo completamente fuori di testa, che corteggiava Akane (e tutte le ragazze che gli capitavano a tiro, aggiungerei) come un perfetto, galante, forse un pelino esagerato, gentiluomo ottocentesco; un altro ragazzo, dall'aspetto parecchio bizzarro, innamorato perso di Akane, che non si sapeva perché continuava a punzecchiare Ranma e a litigare con lui pur definendolo il suo “migliore amico”; una sottospecie di ninja nano e la sua padrona, a quanto pareva una pazza con tendenze criminali, innamorata di Ranma e che, in più (e l'avevo appena scoperto) aveva il gene della pazzia “Kuno” nel sangue.
Bene Jude, e tu che avevi paura di annoiarti!

***

(*) qui mi riferivo alla canzone “War Pigs” dei Black Sabbath.
(**) “Gonna fly now” è un brano composto da Bill Conti e penso che tutti lo conoscerete come una delle colonne sonore più famose di tutti i tempi: quella di Rocky!
(***) “Kiai” vuol dire proprio “grido”.

Buonasera a tutti!
Eccomi tornata e perdonate il ritardo!
Visto che in questo mese sono diventata Dottoressa, ci tenevo a dedicare questo capitolo alle persone che ho conosciuto su questo sito, che si sono rivelate essere qualcosa in più e che, in un modo o nell'altro, mi sono state vicine:
A Pia, per i messaggi, i consigli e i fiori telematici. La descrizione delle fossette è tutta per te!
Ad Anto (Spirit), per i messaggi, gli incitamenti per quel meraviglioso disegno che mi ha mandato come regalo (non ve lo mostro perché siamo in fascia protetta ma era da svenire davvero!!!)
A Vale, che anche se era in partenza ha trovato lo stesso il tempo e la voglia di scrivermi.
A Faith, per i messaggi, gli incoraggiamenti e per quella stupenda one shot (che se non l'avete ancora fatto è il caso di leggerla!!).
A Gretel, per i messaggi prima e dopo.
Ed infine a Rachel, per avermi scritto con una precisione assoluta, proprio nel momento in cui discutevo.

Questo è per voi, grazie di essere state così carine :)
Come sempre, sarà anche inutile ripeterlo, grazie a chiunque legga e un pochino di più a chi trova un il tempo per lasciarmi le sue opinioni.

Ok, note lunghissime scusatemi!
Io vi saluto e vi do appuntamento al prossimo capitolo nel quale toccherà a...?
A prestissimo!

  
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