Sonata #1: Violin
[A Lee]
La porta si aprì con un pesante tonfo, interrompendo
bruscamente le dita minute e delicate che scivolavano con grazia sulle corde
del violino.
Hinata allontanò il mento dallo
strumento, volgendosi verso l’intruso che con passo pesante e scortese era
entrato nell’aula. Incontrò due occhi di tenebra, freddi, scortesi, che la
fissavano come se fosse nulla più che un oggetto, un manichino in uniforme che
sostava al centro di un’aula a strimpellare dolci note leggiadre su una scatola
di legno.
La Hyuga non protestò nemmeno
quando vide il ragazzo dalla perfetta chioma corvina andarsi a sedere su una
delle sedie in fondo alla stanza, poggiando molto bruscamente i piedi sul banco
davanti a lui.
Ricominciarono a scrutarsi taciti, lui arrogante lei
guardinga, finché quel silenzio non venne interrotto nuovamente dall’aprirsi
della porta, questa volta in maniera più gentile.
-“Hyuga, perché ti sei
interrotta?”- le domandò l’insegnante Kurenai, ma la
risposta le fu chiara non appena intravide in fondo all’aula quella figura
estranea. –“Uchiha, cosa ci fai qui? Dovresti essere
al corso di scherma.”- lo rimproverò, severa.
-“Lo so. Ma amo la musica classica, sensei.”-
rispose con ghigno provocatorio Sasuke.
-“Uchiha… sparisci.”- gli intimò
Kurenai, fulminandolo con aria minacciosa.
Sasuke sfidò con sguardo superiore
l’insegnante, regalando un’occhiata in direzione della compagna di classe. Notò
la supplica scritta a grandi lettere negli occhi chiari di Hinata,
cosicché l’Uchiha si alzò sbuffando, superando le due
donne ed uscendo dalla classe senza dire nulla.
-“…quel piccolo teppista… dovrò dire a Kakashi
di tenerlo d’occhio… riprendi pure il tuo esercizio con tranquillità, Hinata.”- sorrise in seguito la donna, accomodandosi di
fronte a lei.
-“…sì…”- assentì l’alunna, tirando un lieve sospiro di
sollievo e riprendendo a far scivolare dita e archetto sull’amato strumento.
La lezione di violino finì in fretta e Hinata
Hyuga fuggì dall’aula con una strana fretta addosso.
Corse per i corridoi – cosa decisamente strana per lei – e, ben attenta a non farsi scorgere da nessuno, salì i
gradini che portavano al tetto della scuola.
Questa volta fu lei a spalancare la porta della terrazza
con poca grazia, attirando l’attenzione del ragazzo. La grazia, la timidezza,
la purezza erano svaniti magicamente dai suoi occhi candidi per lasciar spazio
ad un’aria cupa e irritata, che decisamente stonava su di lei, risultando per
certi versi molto intrigante.
Sasuke Uchiha
ghignò malizioso, avvicinandosi a passi lenti e senza staccare mai gli occhi
dai suoi.
-“Sei arrabbiata?”- le domandò divertito, una volta di
fronte a lei.
-“Sì…. sai che non voglio che gli altri… sappiano.”-
protestò Hinata, con voce decisa ma senza riuscire a
trattenere un lieve rossore sulle guance dovuto all’estrema vicinanza.
-“Non devono sapere… cosa?”- le chiese l’Uchiha, poco prima di unire di sorpresa le proprie labbra a
quelle di lei.
Hinata non si contrappose a quel
contatto passionale e intenso che in quell’ultimo periodo era diventato fin
troppo frequente, senza nemmeno capirne il perché.
-“Questo.”- rispose la ragazza, sciogliendo il bacio e
regalandogli uno sguardo contrariato.
-“D’accordo.”- ghignò Sasuke,
catturando nuovamente le sue labbra senza preavviso.
[500 parole]
YNote di SakurinaY
…non ho nulla da
dire, se non…
- Sono stupita di me stessa.
- …Muzza
perdonami per questo… lo sai che Sasuke è solo
di Sakura… sì?
- Non illudetevi. I gatti neri
son belli solo da guardare, per me… le NaruHina
ce le ho scolpite nel cuore.