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Autore: monsieur Bordeaux    04/08/2014    0 recensioni
Attentati, sabotaggi e altri strani eventi stanno sconvolgendo la pace nelle Terre ninja. La tensione è tale che nessuno sa cosa potrebbe accadere in futuro, forse addirittura una nuova Grande Guerra ninja. Nel frattempo il Paese del Vento deve gestire un'altra emergenza: un fuga in massa di prigionieri da un carcere di massima sicurezza. E tra questi, due personaggi che saranno costretti a collaborare per farla franca ai loro inseguitori.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo 21 - Rinforzi


Poco dopo l'alba, quando ancora i versanti delle montagne erano coperti dalla foschia mattutina, Tomohiko aprì gli occhi e notò che attorno a lui l'accampamento era in piena attività. Kakashi e Yamato erano ai margini dello spiazzo e stavano bisbigliando in gran segreto qualcosa di molto importante, forse riguardante il tragitto da seguire, mentre gli altri stavano ripulendo la zona per non lasciare tracce evidenti del loro passaggio. Tra questi un paio però stavano parlando, come se nulla fosse, davanti al fuoco ormai spento: erano Sai e Yuji, con lo spadaccino che sembrava quasi divertito nel mormorare amichevolmente con il ninja abile con l'inchiostro. Essendo distanti qualche metro da lui, Tomohiko non riusciva a capire perfettamente cosa si stavano dicendo i due e a quel punto si limitò a formulare qualche ipotesi sul possibile argomento di conversazione dei due ninja. Forse si stavano facendo i complimenti per le loro reciproche abilità dimostrate quando erano rimasti bloccati nel canyon, ma essendo Yuji un donnaiolo incallito era più probabile che gli stesse raccontando i suoi segreti per abbordare le ragazze. Ma la cosa più preoccupante che vide Tomohiko era che Sai lo stava seguendo con molto interesse, nonostante il volto fosse come al suo solito impassibile...
Dopo essersi stiracchiato per bene, il ragazzo di Iwa si alzò in piedi e puntò verso lo spadaccino, coprendosi la bocca per un improvviso sbadiglio. «Mi sono perso qualcosa?»
L'imprevisto intervento di Tomohiko fermarono i discorsi di Yuji, che in maniera ironica replicò: «Te la sei presa comoda, stamattina!»
La risposta di Tomohiko fu immediata e sulla stessa linea. «Non accetto lamentele da chi ieri ha rischiato di lasciarci le penne in un canyon!»
«Che spiritoso... ah, mi sono completamente ristabilito, se ti interessa!»
«Ottimo! Così avrai una nuova storia da raccontare quando incontrerai una nuova ragazza. Perché stavate parlando di questo, vero?»
«Più o meno» rispose Sai, anticipando leggermente lo spadaccino.
«Per la precisione stavamo parlando di quant'è complicata la mentalità femminile» specificò Yuji sorridente. «A tal proposito, non dimenticherò mai quello che mi disse anni fa la mia maestra, che era un'ottima kunoichi: per capire una donna, ci vuole una donna; per capire un uomo, ci vuole un maiale!»
«Chissà a chi stava pensando in quel momento...» commentò un sarcastico Tomohiko. Poi, senza volerlo, iniziò ad immaginare Yuji con qualche anno in meno e che veniva continuamente richiamato perché continuava a corteggiare ogni compagna d'accademia. Quella kunoichi doveva essere veramente tosta, per aver resistito ad un allievo come lui. «Ma cambiando discorso, sapete dirmi nulla su Kakashi e Yamato? Sembrano che stiano parlando di cose molto delicate.»
«Io proprio non lo so!» ammise Yuji. «Hanno allontanato chiunque si sia avvicinato a loro, stamattina!»
«Credo che riguardi l'obiettivo della missione» affermò Sai. «Kakashi sembra intenzionato a voler passare all'offensiva o almeno così ha fatto intendere.»
Proprio in quel momento i due jonin tornarono al centro dell'accampamento, fermandosi al margini del cerchio di pietra pieno di cenere. Una volta radunato tutto il gruppo attorno ai loro superiori, fu Kakashi ad esporre la nuova tattica al gruppo: essendo Shimada in quel momento scoperto, avendo perso molti uomini nella battaglia nel canyon, il ninja mascherato aveva deciso di attaccarlo direttamente. Era una tattica un po' rischiosa, ma ormai lo Scorpione Bianco sapeva della loro presenza nel suo territorio e a quel punto restare nell'ombra non aveva più senso. Yamato non era del tutto d'accordo con quel cambiamento di piano, ma ormai aveva accettato l'idea che l'unico modo per impedire un'imminente guerra tra Paesi Ninja era quello di fermare Shimada, con ogni mezzo se necessario.
Detto ciò Kakashi, dopo aver intuito che gli altri del gruppo erano d'accordo nella sua scelta, in particolar modo Naruto e Yuji, richiamò l'attenzione di Tomohiko e gli domandò se Shimada avesse un covo o un nascondiglio in cui poteva rifugiarsi. Riteneva quasi certo che lo Scorpione Bianco si fosse ritirato in un luogo sicuro, dopo la disfatta al canyon, e il ninja mascherato aveva tutta l'intenzione di fare lo stesso "scherzetto" all'anziano comandante.
Prima di rispondere alla domanda di Kakashi, il ragazzo di Iwa si allontanò leggermente e prese in mano un rametto trovato ai piedi di un albero lì vicino. Poi tornò indietro e spiegò che Shimada tempo fa aveva preso possesso di un vecchio campo d'addestramento e che lo aveva trasformato nel suo quartier generale. Cercando di essere più preciso possibile, nonostante avesse visto quel posto solo un paio di volte, Tomohiko iniziò a tracciare per terra la pianta del luogo usando il rametto come guida. Per prima cosa disegnò un grosso quadrato con quattro cerchi agli angoli, che rappresentavano le torri di guardia, e poi aggiunse al suo interno sei rettangoli, tutti collegati da una strada che tagliava perfettamente a metà la struttura. Erano sei edifici e quello più grande Tomohiko lo definì come la dimora personale di Shimada, che aveva una stanza sotterranea adibita a sala tattica. Accanto a questa c'erano una mensa e una palestra per il tempo libero, mentre un po' più distaccati si trovavano un magazzino per le scorte e un paio di dormitori. Come lo stesso ex diplomatico ammise durante la sua spiegazione, quella piantina non era precisa al cento per cento. Erano passati all'incirca quattro anni da quando Tomohiko aveva visitato quel posto e non poteva escludere la nascita di nuovi edifici nel corso del tempo.
Finito di segnare la piantina sul terreno, Tomohiko chiese ai presenti se avevano delle domande da fargli e quasi subito si fece avanti Sakura, a cui il ragazzo di Iwa diede la parola.
«Ma com'è possibile che Shimada si sia "preso" un campo d'addestramento tutto per sé? Mi sembra alquanto strano...»
Il ragazzo di Iwa ridacchiò prima di rispondere. «Perché sarà anche un vecchio pazzo, ma non è stupido! Aveva una certa notorietà tra gli alti ranghi e ti posso assicurare che entrava e usciva dal Palazzo dello Tsuchikage come se fosse casa sua. Avevo sentito dire perfino che era uno dei pochissimi che poteva incontrare direttamente il Daimyo del Paese della Terra senza invito, forse perché era un vecchio amico di famiglia.»
«Quindi quel campo d'addestramento è una specie di regalo.»
«Esattamente!»
A quel punto intervenne Kakashi. «E così si spiegherebbe anche perché quelli di Iwa sono rimasti così impassibili negli ultimi tempi. Sarebbe un grosso scandalo se si venisse a sapere che il capo dei ribelli era uno dei loro!»
«Già!» esclamò Tomohiko. «In questo modo, si è assicurato di tenere a bada un bel po' di gente a Iwa. Scommetto che non osano nemmeno avvicinarsi a queste zone, pur di tenerlo calmo.»
«Quell'uomo è proprio senza scrupoli!» commentò Yamato.
«E il suo elenco di amicizie comprendeva anche il capo dei diplomatici, cioè il mio ex superiore. Ripensandoci adesso, non potrei escludere che sia coinvolto anche nella mia permanenza nelle prigioni di Suna...»
«Prigioni? Che storia è questa?» chiese Hinata piuttosto stupita.
«Meglio se non ne parliamo, te lo dico per te!» affermò Tomohiko, trovando pieno appoggio in Yuji che accennò un sì con la testa.

Secondo i calcoli dell'ex diplomatico, ci voleva circa un giorno di viaggio per raggiungere il quartier generale di Shimada, situato in una valle dal fondo piatto a ovest del canyon. Senza perdere altro tempo, Kakashi ordinò al resto della squadra di recuperare le loro cose e di prepararsi per l'imminente partenza, seguendo le indicazioni di Tomohiko.
Prima di tutto bisognava uscire dal bosco in cui si erano accampati, ma l'operazione fu meno facile del previsto: in certi punti la boscaglia era così fitta che la squadra fu costretta a farsi largo a colpi di spada, con Sai e Yuji che fecero da aprifila per gli altri, ma alla fine il team guidato da Kakashi riuscì a lasciarsi alle spalle quel muro verde fatto di rami e foglie. Una volta fuori, ai margini del bosco, si poteva intravedere l'inizio di un lungo sentiero ghiaioso, che si arrampicava sul versante di una montagna creando numerosi tornanti. Fu subito evidente che quella strada non veniva percorsa da anni: i margini erano pieni di erbacce e in certi parti il sentiero era solo accennato. Non era granché come via, ma era sempre meglio di un'arrampicata su una parete verticale!
Con il sole che si stava alzando sempre di più nel cielo, il gruppo guidato da Tomohiko si incamminò lungo il versante, riuscendo finalmente ad avere un buon passo di marcia. Ogni tanto, lungo la strada, erano visibili alcuni cunicoli nella roccia e con tutta probabilità erano gli accessi alle torri presenti sul pendio. Ma quasi tutti erano ostruiti e di certo erano pericolanti a causa degli anni di abbandono, quindi il gruppo preferì starci alla larga, per non causare qualche crollo che avrebbe potuto tagliare in due l'unica strada disponibile.
Dopo aver superato l'ennesimo tornante, finalmente il gruppo arrivò in cima e a quel punto Kakashi decise che era giunto il momento di fare una pausa, anche perché ad occhio e croce doveva essere ora di pranzo. Velocemente i ninja si prepararono per la sosta, ma all'improvviso Yamato sentì alcuni sassi rotolare giù dal versante della montagna e immediatamente mise tutti in allerta. Essendo il sentiero in certi punti instabile, era logico pensare che qualcuno aveva inseguito il gruppo e nel giro di pochi secondi tutti i ninja provenienti da Konoha presero le armi in mano per un eventuale scontro, con Tomohiko che preferì rimanere nelle retrovie. Quando scese il silenzio nel punto più alto della montagna, tutti i presenti si concentrarono per percepire ogni più piccolo suono, arrivando ad intuire che gli inseguitori erano almeno due.
Per alcuni secondi non si udì più nulla, ma poi all'improvviso un paio di figure emersero dalla fine del sentiero, arrivando a pochi metri dal gruppo dopo aver compiuto un lungo balzo. Ci furono diversi attimi di tensione dopo quell'entrata in scena, che però quasi subito svanirono quando i ninja di Konoha videro in volto i loro inseguitori. Il primo, quello si avvicinò di più, era una ragazza dai capelli biondi tenuti insieme da quattro codini, mentre il secondo era un ragazzo con dei particolari segni viola sul volto. Fu quasi un sollievo sapere che erano due ninja della Sabbia che Naruto aveva incontrato in passato, ovvero Temari e Kankuro.
«Oh, chi si rivede!» esclamò Kakashi, riponendo le armi come fecero gli altri del gruppo. «Come mai da queste parti?»
«Abbiamo ricevuto l'incarico direttamente dal Kazekage di sostenere i nostri alleati nella missione contro il Paese delle Torri. Ma ufficialmente, per non avere noie col Paese della Terra, siamo alla ricerca di un evaso scappato di recente. Un deficiente di nome Tomohiko Saito...»
«Mi sembra che qualcuno mi abbia chiamato!» ironizzò l'interessato, facendosi largo e arrivando di fronte alla kunoichi bionda, con le mani sui fianchi. «Per caso state dando la caccia anche Yuji, visto che è evaso anche lui di prigione?»
«No. Lui è libero di tornare al suo villaggio.»
«Peccato. Avrei accettato volentieri l'idea di essere inseguito da una come te...» commentò lo spadaccino, ricevendo un'occhiataccia da parte di Temari. Poco dopo Tomohiko riprese la parola, con tono sarcastico.
«Non sembrate molto felici di rivedermi, vero? Forse perché l'ultima ve la siete quasi fatta addosso quando avete scoperto che avevo un lasciapassare da diplomatico?»
«Taci!» fu perentoria la kunoichi. «Fin dalla prima volta che ci siamo incontrati non mi fidavo di te, ma la certezza l'ho avuta solo dopo aver letto il tuo fascicolo personale che si trovava a Konoha.»
«Una lettura molto illuminante!» aggiunse Kankuro.
Nel frattempo Tomohiko si voltò all'indietro e puntò lo sguardo verso Kakashi, che lo riteneva responsabile di aver passato le informazioni a quelli di Suna. «Era proprio necessario farlo?»
Il ninja dai capelli argentei, nascondendo un sorriso sotto la maschera e alzando le spalle, rispose laconico: «Sono alleati!»
«Però la parte più interessante è stata quella in cui è saltato fuori il nome di Deidara» continuò il ninja marionettista. «Lo dovevi conoscere molto bene, se avete frequentato l'accademia insieme! Non solo, risulti anche in alcune sue missioni!»
«E ciò cosa significa? Per me Deidara è stato solo un amico che ha fatto una scelta molto drastica nella vita, tutto qui!»
A quel punto una furiosa Temari si avvicinò a pochi centimetri da Tomohiko, come se da un momento all'altro fosse pronta ad aggredirlo da un momento all'altro. «Lo sai che il tuo caro amico ha quasi ammazzato il Kazekage?!? Lo sai quanto abbiamo sofferto per il rapimento di mio fratello?!?»
Solo i tempestivi interventi di Kankuro e Kakashi riuscirono a fermare la kunoichi, che dopo una serie di richiami si allontanò prima di sfogare la sua rabbia. Anche il ragazzo di Iwa fece alcuni passi all'indietro, fermandosi solo quando sentì la mano di Naruto sulla sua spalla. Sembrava infastidito dal comportamento eccessivo di Temari.
«Ma sei impazzita?»
«Lo so spaventato un po'!» si giustificò la kunoichi, all'apparenza divertita. «Scommetto che adesso quel vigliacco negherà pure di aver conosciuto Deidara!»
Al contrario di quello che sosteneva, Tomohiko si riavvicinò a Temari e con molta audacia la fissò dritta negli occhi. C'era un certo barlume di pazzia nello sguardo del ragazzo proveniente da Iwa.
«Negare di averlo conosciuto? Anzi! Mi sento onorato di aver conosciuto Deidara, è stato un importante punto di riferimento nella mia vita!»
«Sul serio?» intervenne Naruto, sorpreso come gli altri dall'ardita affermazione di Tomohiko.
«Sì. Mi ha fatto capire che le vostre scelte devono essere fatte da noi e di non limitarci ad obbedire agli ordini. Mi ha insegnato che finché si è ancora vivi si può lottare... e ho imparato che non bisogna mai prendersi troppo sul serio!»
In risposta a quel ragionamento, Temari lo fissò come se avesse appena udito le parole di un pazzo. Però doveva essere rimasta veramente sbalordita da quel discorso, infatti non osò nemmeno aprir bocca.
Nel frattempo Yuji rideva a denti stretti, cercando di non farsi notare dagli altri. A suo giudizio Temari aveva commesso un grave nel giudicare Tomohiko: lo aveva sottovalutato solo perché non indossava un coprifronte. Anche se lo avrebbe negato fino all'evidenza, il suo compare aveva un'anima da combattente, talmente radicata che non poteva nasconderla in eterno. Anche se aveva mollato tutto per fare prima il mercante e poi il diplomatico.


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