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Autore: Shetani Bonaparte    04/08/2014    3 recensioni
Eppure il profondo Legame con Jim, un Legame unico, come non se ne vedevano da anni, era svanito, si era frantumato come vetro sotto gli effetti del Plak-Tow.
Nulla aveva più importanza, tra la bollente sabbia di Vulcano macchiata di grumoso e scarlatto sangue, tra l’aria tagliata dalla lirpa, tra il desiderio di possedere T’Pring, quel bisogno puramente fisiologico e primordiale che gli era stato inculcato a forza nella mente, facendolo divenire un animale feroce, una fiera, una chimera.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciauz!
Non so di chi sia la frase scritta in rosso, ma mi ha ispirato ‘sta FanFic.
E boh.
Angst su angst.
Probabilmente vorrete uccidermi, beh, mi odio pure io per aver fatto ‘sta cosa.
Non so quanto sia IC Spock, specie nel finale… bah.
Un bacione,
Shetani.
 
 
 
 
 
 
 
 
AMOK TIME – finale alternativo
 
 
“Quando tutto sarà finito, guardami negli occhi. Voglio vedere il Paradiso prima di morire”
 
 
Fisicamente immobile.
I muscoli fermi e freddi.
In piedi davanti alla biancastra porta, schiena dritta e mani incrociate dietro di essa a stringersi con forza.
Ma il suo animo era irrequieto, colto da spasmi causati da una terribile attesa, in un’ansia, in una Paura che si palesava sul suo viso solitamente privo di espressioni facciali – almeno, così era per gli occhi di chi non lo conosceva.
Oh, dei passi che si avvicinavano alla porta, il fruscio di essa mentre veniva aperta.
Il volto stanco del medico sembrava ancor più vecchio, le occhiaie erano i segni della fatica. Le mani, che fino a qualche attimo prima avevano operato fermamente, servendo fedelmente la causa che era la Vita, tremavano leggermente, gli azzurri occhi erano appuntati al pavimento.
“P-potrebbe…”, un singhiozzo a spezzare quella voce solitamente brusca e ora insopportabilmente smorta, spenta, flebile, “…potrebbe non superare la notte, forse non ha nemmeno un’ora di vita… dannazione, glielo avevo detto io di non accettare!”
La voce del medico terminò la frase piuttosto malevolmente, bruscamente.
Il vulcaniano osservò l’Infermeria, stranamente occupata da un solo paziente.
Quella missione non contava nessun morto.
Per ora.
“Vada da lui” sussurrò Leonard, ma si ritrovò a parlare col nulla.
Era fuggito, quel bastardo.
Codardo.
“HAI SENTITO COSA HO DETTO?!? TORNA INDIETRO!” urlò furente. “Torna indietro…”
 
Il suo passionale cuore si stinse in una morsa quando ritornò al capezzale del suo paziente.
Jim era dannatamente pallido, cadaverico.
Il CMO distolse lo sguardo dalle bende che aveva su tutto il corpo. Oh, era stato così orribile dover ricucire quel corpo… quei tagli slabbrati e infettati, fare quel poco che c’era da fare per dargli almeno qualche altra ora di vita… quando sarebbe stato forse meglio farlo morire.
Scacciò il pensiero, Bones. No, non avrebbe commesso quell’errore nuovamente… non dopo suo padre… non dopo la sofferenza…
“Bones…”
Un sussurro, così simile a quel “Leonard…” che aveva perseguitato le sue giornate…
“Bones… dov’è Spock?”
Cosa avrebbe dovuto rispondergli?
Che era fuggito da lui, che lo aveva lasciato solo – lui, che gli aveva promesso professionalmente e sentimentalmente di stare sempre al suo fianco… quanta triste ironia… -?
Spezzare quel suo cuore che a stento batteva?
E per chi, poi? Per lo stesso uomo che lo aveva praticamente ucciso…
“Non lo so. Arriverà presto, te lo prometto”
Bones non aveva avuto altra scelta se non quella di propinargli una menzogna, una promessa che forse non avrebbe mai mantenuto.
 
La figura si avvicinò silenziosamente al Capitano.
Tra le pallide dita, Spock reggeva una confezione contenente degli integratori di ferro.
Era declinata a tal punto, la situazione?
Sì.
Non avrebbe mai sopportato una vita senza Jim.
Non avrebbe mai potuto convivere con un Legame spezzato e soprattutto non con il senso di colpa che lo consumava a guisa di cancro da svariate ore.
Come era accaduto?
Come era possibile?
Perché?
Perché non poteva essere felice?
Ripensò a T’Pring, al duello che essa aveva richiesto. Ripensò a quel giorno della sua infanzia, in cui lo informarono che era stato a lei legato per volere di Sarek.
Che fosse dunque colpa di suo padre?
Forse era così.
O forse no.
Come era possibile che avesse instaurato un Legame T’hy’la con Jim se ne aveva uno impostato sin da bambino con T’Pring?
Eppure…
Eppure il profondo Legame con Jim, un Legame unico, come non se ne vedevano da anni, era svanito, si era frantumato come vetro sotto gli effetti del Plak-Tow.
Nulla aveva più importanza, tra la bollente sabbia di Vulcano macchiata di grumoso e scarlatto sangue, tra l’aria tagliata dalla lirpa, tra il desiderio di possedere T’Pring, quel bisogno puramente fisiologico e primordiale che gli era stato inculcato a forza nella mente, facendolo divenire un animale feroce, una fiera, una chimera.
L’ombra di sé stesso.
Perché non lo aveva ucciso, in quegli infiniti, assurdi, folli istanti?
Non lo sapeva con certezza.
Sapeva solo che ad un certo punto a Jim era mancato il respiro, che era in fin di vita e questo Spock non poté sopportarlo.
E quindi riecco il Legame T’hy’la riportar la sua mente operativa, riaccendere il suo Intelletto, seguito dal Dolore, dalla Disperazione.
La Febbre si era bloccata così, di colpo, perché l’unico che avrebbe potuto essere veramente il suo Compagno stava morendo.
Il suo Bisogno venne dimenticato.
E ora si trovava lì, all’insaputa di tutti, ad osservare la linea del cardiogramma di James Tiberius Kirk appiattirsi sempre di più.
Gli si sdraiò accanto, gli prese una mano, e rimase a guardarlo, sussurrandogli dolci parole di scuse, abbracciando quel corpo sempre più debole.
Con mani tremanti, Spock aprì la confezione di integratori.
Che logica c’era in quel suo ultimo gesto? Nel lasciare che il ferro facesse decadere il suo organismo basato sul rame?
Nessuna logica.
Ma neppure tutta quella situazione ne aveva.
Per una volta, pensò, ascolterò il cuore.
“No” sussurrò debolmente Kirk, troppo debole per reagire oltre. “No”
Ingoiò le cinquanta pastiglie con una calma glaciale, Spock, e quando iniziarono a far effetto, adagiò il viso accanto a quello del biondo, carezzandogli una mano.
Occhi negli occhi.
Oh, quelli di Jim erano così tristi e belli, ora.
I respiri si sincronizzarono, si unirono, si spensero.
Il ‘bip’ del cardiogramma ormai piatto stridette nell’Infermeria vuota.
Al di fuori della porta, McCoy urlò.
  
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