Titolo: ..:Perché il cielo è blu:..
Personaggi: Fei e Kinako // con la partecipazione della piattola (alias Asurei).
Coppia: accenno poco accennato all'AsuKina.
Rating: verde.
Genere: fluff; malinconico; introspettivo.
Note: aw ed eccomi qui dopo...due settimane? Boh, non ne ho la minima idea. Comunque questa storia ce l'ho nel pc da più di cinque mesi, forse sei, e attendeva di essere conclusa, così oggi ho detto “deprimiamoci con una FeiKina introspettiva, che non fa mai male!”. Detto questo vi lascio alla fic (siete invitati a lasciarmi una recensione per sapere cosa ne pensate, non mi offendo mica!)
{ Come stop your crying, it will be
alright
just take my hand, hold it tight
I will protect you from all around you
I will be here, don't you cry...}
Il pianto di un bambino risveglia
Kinako dallo stato di dormiveglia cui era caduta grazie al tepore di un
primo pomeriggio primaverile. Ancora leggermente stordita, cammina
verso la culla, dove una testolina verde di sua conoscenza continua a
dimenarsi e urlare, e dagli occhi verdi scendono tante lacrime. Sembra
spaventato. La castana lo prende in braccio, e inizia a cullarlo
dolcemente, camminando per la stanza.
«Tranquillo Fei, adesso ci sono io, non piangere.» gli
sussurra affettuosamente, carezzandogli piano la piccola schiena. Poco
a poco si calma, e il respiro diventa via via più profondo e
regolare. La mamma gli sorride amabilmente e gli ascuga le lacrime,
facendo ricadere qualche ciocca di capelli castani sul suo viso, al che
lui li stringe con una manina. Dopo essere riuscita a fargli mollare la
presa, lo bacia teneramente sulla fronte morbida, facendolo ridere
felicemente. Nasce un sorriso spontaneo anche sulle sue labbra e dopo
averlo poggiato nella culla continua a guardarlo.
Finché ci sarà Kinako, Fei non
piangerà più.
{...for one so small, you seem so
strong
my arms will hold you, keep you safe and warm
this bond between us, can't be
broken
I will be here, don't you cry...}
La partita sta per finire. Attorno
al campo tutti i genitori, seduti sugli spalti, fissano i propri figli
correre per riuscire a prendere la palla. Il punteggio è
fermo, ed entrambe le squadre hanno due punti, il terzo sarà
quello decisivo. Un bambino dai capelli verdi, raccolti in due codine
rassomiglianti ad orecchie di coniglio, ruba la palla all'avversario e
corre velocemente verso la metà campo opposta. Riesce a
dribblare tutti i difensori, e si avvicina alla porta. Tira e la palla
va in rete poco prima del fischio finale. Sorride felice, e tutti i
suoi compagni gli vanno incontro ed esultano. Lui si gira e sorride in
direzione dei genitori, che ricambiano il sorriso. Quando i suoi amici
si allontanano per andare dalle loro famiglie, anche lui va dalla
propria. Il padre gli poggia una mano sul capo, e gli scompiglia
affettuosamente i capelli.
«Sei stato bravissimo, Fei!» esclama
Kinako, abbracciandolo dolcemente. Il bambino, dopo aver sciolto la
stretta, afferra la mano della donna.
«Grazie mamma.» ringrazia,
fissandola allegramente con gli occhi verdi. La castana sorride
teneramente al figlio, iniziando a camminare verso casa, continuando a
stringergli la mano. Il loro legame non si può spezzare.
{...'cause you'll be in my heart
yes, you'll be in my heart
from
this day on, now and forever more...}
È la festa della mamma.
Kinako è
preoccupata perché Fei, appena tornato a casa, si era chiuso
nella propria camera, senza salutarla con un bacio sulla guancia. Ormai
sono due ore che non esce, così la donna sale velocemente le
scale e bussa alla porta. Tuttavia Fei non risponde né la
prima né la seconda volta, così poggia le mani
sulla maniglia e la abbassa lentamente aprendo poco la porta.
Quando vede il figlio
seduto sul letto che singhiozza silenziosamente, con le ginocchia
contro il petto e il viso immerso negli avambracci, sente una stretta
al petto e gli si avvicina.
Si siede sul bordo del
materasso e si sporge un po' per poggiare delicatamente la mano sul suo
capo. Fei alza il viso e gli occhi preoccupati di Kinako incontrano i
suoi lucidi e pieni di lacrime.
«Perché stai
piangendo, piccolo mio?» gli
chiede dolcemente, accarezzandogli i capelli e continuando a fissarlo.
Tira sul col naso prima di rispondere tristemente «Oggi è un giorno
speciale, per questo la maestra ci ha fatto fare dei regali per le
nostre mamme. E il mio era davvero bello, mamma, te lo giuro!» altre
lacrime scendono sulle guance rosee, che vengono subito asciugate dalle
dita delicate di Kinako «Ma dei bambini me l'hanno preso
e l'hanno rovinato. Ho provato ad aggiustarlo, ma non ci sono riuscito.».
Fei allora piange ancora
di più così la castana lo stringe forte a
sé e gli bacia dolcemente i capelli, carezzandogli la
piccola schiena per calmarlo.
Quando sembra
più tranquillo, si stacca quel che basta per far incontrare
i loro occhi. Castano nel verde e verde nel castano. Gli sorride
affettuosamente e prende le sue guance fra le mani, asciugando le
lacrime con i pollici.
«Amore mio non importa! Il
più grande regalo che potessi farmi è stato
nascere. Tu e papà siete la cosa più bella che ho!» gli
lascia un bacio sulla guancia «E ci sarò sempre per
voi, tesoro mio.».
{...you'll be in my heart,
no matter what they say
you'll be here in my heart, always...}
Le pareti bianche dell'ospedale
sembrano se possibile più spoglie del solito. Tutto
è silenzioso e l'unico suono è quello del vento
che smuove leggermente le tende della finestra aperta e i suoi capelli
castani. Gli occhi di Kinako sono rivolti alla porta, perché
sa che stanno per arrivare e infatti quando questa si spalanca qualche
istante dopo, per dare spazio a due figure a lei ben note, un sorriso
luminoso si fa spazio sul suo volto. Sa che questi sono probabilmente i
suoi ultimi giorni e anche Asurei lo sa, ma Fei no. Gli racconta nei
minimi dettagli la propria giornata e di aver conosciuto un nuovo
bambino al parco, Saru, e di quanto siano già diventati
amici. Poi si ferma improvvisamente e gira lo sguardo per tutta la
stanza «Non ti rende triste tutto questo bianco, mamma?» chiede
rivolgendole un sorriso triste ma sempre curioso.
Lei gli sorride
dolcemente e porta lo sguardo al di fuori della finestra «No,
perché il cielo è blu, Fei.» poggia
una mano sui suoi capelli verdi e li scombina affettuosamente. Allora
Fei continua a parlare facendola ridacchiare ogni tanto. Quando
però rivolge lo sguardo al marito, che ha gli occhi sempre
più lucidi, sente le lacrime premere per uscire. Ma non lo
permette. Non può piangere, non quando Fei sembra
così felice. Quindi sforza un piccolo sorriso.
Perché sa perfettamente di aver paura, ma sa anche che
rimarrà nei loro cuori. E sa anche che Fei e Asurei
rimarranno per sempre anche nel suo, di cuore.