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Autore: Queila    04/08/2014    5 recensioni
La storia è stata scritta per un contest. Ha immagini forti, ma neanche troppo... spero qualcuno la apra, grazie mille e buona lettura.
Dal testo:
"La lama fu illuminata da un lampo e il petto della giovane fu squarciato.
Il corpo della ragazza giacque senza vita aggrappata alla tomba della donna con cui condivideva il triste destino.
La donna dai capelli rossi si allontanò col cuore gocciolante in mano e ilare borbottò: “E con questo fanno cento”.
Genere: Angst, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Cento Cuori 
Autore (forum e efp se differiscono) S.Elric // Queila su efp 
Fandom: originale 
Numeri scelti 
Luoghi: 23 26 
Cose che capitano: 23 30 
Citazioni: 21 30 
Rating: Arancione 
Genere: 
Avvenimenti: 
Introduzione: 
NdA (facoltativo) : Scusate ancora per il disagio estremo... ovviamente la grafica su Word è diversa... qui fa schifo, ma colpa mia ! 


Cento cuori 
Londra 1814 
Un lampo squarciò il cielo e l’oscura notte fu per un attimo illuminata. Un grido si propagò per la via e del sangue scorreva lungo il marciapiede. 
“Che cosa succede?” 
“Dicono che una giovane fanciulla si sia buttata sotto una carrozza in movimento”. 
La folla che accorse quella sera fu testimone di un macabro ritrovamento. 
La giovane donna uccisa per amore, aveva il volto rigato dalle lacrime, gli occhi spalancati per lo sgomento e il vestito macchiato di rosso; i capelli una volta del colore dell’oro, ora erano tinti di scarlatto e intrisi di fango e sporcizia; nel volto una volta roseo si leggeva solo disperazione e morte. 
Stringeva a sé un biglietto scritto a mano e le parole, ordinate e in bella grafia, dicevano: 
“Si narra che l’usignolo amasse la rosa da abbracciarla così tanto che le spine gli trafissero il cuore. Vorrei riaverti qui, vorrei riassaporarti, vorrei non amarti. Vorrei che tu fossi mio e non suo. Angeline”. 
Da sotto un cappuccio una donna dagli occhi viola e i capelli rossi osservava la scena senza muoversi. La sua ira era immensa e il suo suono si sarebbe propagato per anni, millenni. I respiri le si fecero irregolari, le pupille si dilatarono e una rabbia sovraumana la attraversò facendole diventare tutto buio. Prese a piovere. Le nuvole su Londra formavano un manto oscuro, spaventoso. 
La donna dai capelli rossi e gli occhi neri di rabbia si voltò, diretta verso l’assassino. 
La grande casa era immersa nel buio, vi s’introdusse senza far rumore ed entrò nella stanza del carnefice. 
Lui era lì, seduto, nascosto dall’oscurità, e nel buio la voce della donna tagliò l’aria. 
“L’hai uccisa”. 
L’uomo non ebbe bisogno di girarsi per capire chi fosse e cosa volesse. 
“L’hai separati e ora lei è morta”. 
La pioggia si fece più intensa, la voce della donna si alzò e si fece più profonda, qualcuno, fuori dalla casa gridò, e la rossa, abbassato il cappuccio, pronunciò parole di vendetta: 
“ Non importa dove andrai, non importa quanto veloce correrei I tuoi eredi sono condannati all’infelicità eterna. La morte troverà coloro di cui s’innamoreranno. Tu non vedrai la luce del nuovo giorno e i tuoi discendenti non vedranno mai la luce dell’amore. I miei occhi li seguiranno ovunque, sempre”. 
E come una litania pronunciò parole malefiche: “ Sangue scuro che avanza dalla parte scura il fronte dei cavalieri divora ogni cosa vivente e Satana patrone è a capo del suo carro di teste umane folle delirante generale del suo esercito di scarafaggi nucleari”. 

Londra 2014 
Hanna andava spesso a far visita a quella tomba. Si diceva che fosse di una giovane morta per amore, la cosa buffa è che la ragazza aveva amato un lontano parente del suo futuro marito; i genitori del giovane, pensando che la ragazza non fosse adatta al loro rampollo, lo obbligarono a sposare un’altra donna, così la giovane in questione si tolse la vita. 
Fin da piccola Hanna giocava tra le tombe di quel cimitero, la gente lo trovava macabro, lei lo trovava appassionante. Giovani, vecchi, uomini e donne occupavano il terreno sotto di lei. Centinaia di vite spezzate, cuori che prima battevano, anime che amavano: era a questo che Hanna era interessata, alla vita delle persone. 
E un giorno, per caso, aveva scoperto una lapide con un usignolo e una rosa scolpiti sopra e con la scritta “Si narra che l’usignolo amasse la rosa da abbracciarla così tanto che le spine gli trafissero il cuore”, aveva amato la citazione fin da subito e da allora tornava spesso a far visita alla povera ragazza sepolta lì. 
E ora che si sarebbe sposata, trovava il gesto estremo dell’infelice ancor più romantico, sapeva cosa volesse dire amare tanto da star male, ma sapeva anche come il mondo potesse apparire più lieto grazie al sorriso di un’altra persona. 
Dei passeri scossero Hanna dai suoi pensieri. Nessuno passava mai di lì: era un vecchio cimitero e i morti che vi erano custoditi appartenevano ad altre epoche. 
Il cielo si fece scuro all’improvviso e il sole fu in attimo sostituito da nuvole cariche di odio. 
La giovane si voltò e si trovò di fronte una donna dai lunghi capelli rossi e dagli occhi neri, così profondi da far paura. 
Cominciò a parlare e la sua voce si diffuse come eco per tutto il camposanto. 
“Sangue scuro che avanza dalla parte scura il fronte dei cavalieri divora ogni cosa vivente e Satana patrone è a capo del suo carro di teste umane folle delirante generale del suo esercito di scarafaggi nucleari”. 
Chiusa la bocca, scostò il mantello e da una tasca interna ne brandì un pugnale. Sull’arma c’erano incisi una rosa e un usignolo. Hanna era terrorizzata e la paura non le impediva qualsiasi movimento. Sapeva di essere in trappola, sapeva di essere una preda di fronte al suo cacciatore. 
“Questa lama ha ucciso persone innamorate. Sei innamorata, ragazza?” 
La giovane annuì leggermente. 
“Bene, e per questo tuo amore, perderai la vita. Il tuo cuore sarà mio e non suo”. 
Il volto della rossa si deformò in un sorriso perverso, l’eccitazione della vendetta scosse le sue membra e gli occhi le si fecero lucidi per l’emozione. 
“La morte di mia figlia sarà vendicata, di nuovo. Il tuo sangue placherà la mia sete di vendetta, almeno fino alla prossima vittima” alzò il pugnale verso il cielo. 
La lama fu illuminata da un lampo e il petto della giovane fu squarciato. 
Il corpo della ragazza giacque senza vita aggrappata alla tomba della donna con cui condivideva il triste destino. 
La donna dai capelli rossi si allontanò col cuore gocciolante in mano e ilare borbottò: “E con questo fanno cento”. 
  
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