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Autore: Tina_Legolas    04/08/2014    6 recensioni
Ipotizzando un finale per "Lo Hobbit" ho avuto quest'immagine davanti agli occhi. La OS parla di Legolas e del suo destino.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aragorn, Elrond, Erestor, Legolas
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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LA NOSTRA PICCOLA SPERANZA


La fortezza di Dol Guldur si stagliava fredda e immobile di fronte a lui, smontò da cavallo e si inerpicò sulla grande scala pericolante che collegava ai piani superiori.
Solo il giorno prima una terribile visione si era palesata nella sua mente e non aveva potuto far altro che correre alle scuderie e raggiungere quanto più in fretta possibile quel terribile luogo. Giunto sotto le mura della fortezza il suo cavallo aveva rallentato impossibilitato a proseguire oltre a quella velocità forsennata.
L'intera fortezza era in rovina, grandi pietre decoravano la strada che il signore di Imladris stava percorrendo. Nessun rumore solo il vento che sferzava la nuda roccia e sibilava tra di essa.
L'apprensione di Elrond cresceva ad ogni passo.
"Sono arrivato troppo tardi..." Sussurrò nel vento fra il terrorizzato e il disperato.
Indossava una lucente armatura dorata ed al suo fianco la fidata spada. Avrebbe dovuto estrarla per essere pronto a difendersi, ma non avvertiva nessun pericolo in quel luogo deserto e desolato, neanche il male vi abitava più o sembrava essersene andato lasciando dietro di se i segni della battaglia.
Il signore di Imladris cercava un elfo, non uno qualsiasi, ma un principe. Il principe del reame boscoso.
Era lui che aveva visto nella sua visione, ferito gravemente chiedeva pietà ai Valar per far si che la sua morte fosse dolce e veloce.
Al suo fianco un elfo femmina dai lunghi capelli rossi giaceva esanime.
Camminò per minuti che gli sembrarono interminabili attraversando ogni minima sala, ogni minimo collegamento fino a quando non perse le speranze.
Gli occhi iniziarono ad inumidirsi lasciando cadere poco dopo delle grosse lacrime, Elrond si accasciò a terra reprimendo i singhiozzi. Aveva fallito, era arrivato troppo tardi, non avrebbe più salvato il principe degli elfi.
Si ridestò qualche minuto dopo, si sistemò l'armatura sulla spalla e incominciò a scendere le diverse scale quando scorse un lieve baluginio proprio di fianco ad una di esse.
Corse, corse come forse non aveva mai fatto in vita sua, scostò alcune macerie e fu li che lo trovò.
Legolas, figlio di Thranduil, principe di Bosco Atro.
Controllò subito il respiro, ancora viveva. Il cuore lento e debole ancora pulsava.
Al suo fianco l'elfa femmina giaceva immobile, sapeva che ormai non faceva più parte di quel mondo, ma si assicurò che così fosse.
La toccò, era fredda come il ghiaccio.
Si preoccupò subito del principe, controllò che non avesse ferite che dovevano essere curate immediatamente. Era ferito, anche gravemente, ma nulla che avrebbe potuto curare in quel luogo. Doveva portarlo a Imladris, solo la avrebbe potuto curarlo. Ma il viaggio era lungo e il suo cavallo sfiancato.
Lo prese fra le braccia, sollevandolo sotto le ginocchia e sostenendogli il capo. Scese fino alla sua cavalcatura e lo caricò in groppa, salì anche lui reggendo il giovane elfo.
"Amico mio, ne va nella sua vita. Portami il più veloce che puoi a Imladris, ti sarò riconoscente per tutta la vita...vai, vai presto!" 
E il cavallo inizio a correre così velocemente che anche alla vista di Elrond l'intero percorso non risultò altro che scie verdi che si confondevano con scie marroni dei tronchi.

**

Rumore di acqua, di cascate, uccelli che intonavano i loro canti a pochi metri da lui, la stoffa sotto le dita, il caldo di una coperta, un cuscino sotto la testa e un insistente dolore al fianco.
Questa era tutto quello che avvertiva, gli occhi ancora chiusi restii ad aprirsi al mondo.
Un profumo dolce, d'aria pura e caldo come l'estate gli sferzava il viso.
Si decise a muovere le palpebre, prima lentamente poi sempre più energicamente fino a quando gli occhi non decisero di aprirsi e di mettere a fuoco una piccola figura di fianco a se.
"Ciao!" Esclamò un bambino.
Legolas non rispose, stupito di quello strano risveglio.
"Come ti chiami?" Chiese il piccolo.
Il principe si guardò un po' in giro scrutando ogni minimo particolare.
"Dove mi trovo?" Chiese con voce incerta e la gola secca.
"A Gran Burrone!" Esclamò il bambino.
"Estel esci fuori a giocare, Erestor ti sta cercando" disse Elrond entrando nella camera.
Il bambino obbedì provocando un sorriso ad Elrond.
Solo quando fu uscito il signore di Imladris si sedette su una sedia di fianco al letto di Legolas.
"Sai dove ti trovi?" Chiese Elrond.
"Me...me lo ha detto quel bambino...acqua, vi prego..."
Elrond gli verso subito un bicchiere del trasparente liquido e sorreggendogli il capo lo aiutò a bere.
"Sei vivo per miracolo, principe Legolas"
"Come sono arrivato qui?"
"Sono stato io. Ti ho visto in una visione..."
"Mio padre mi ha parlato delle vostre visioni....mio padre?" Chiese poi preoccupato.
"Sta bene, la guerra é finita. Sta aiutando gli uomini nella ricostruzione della loro cittá. Bard è re. Posso chiederti cosa facevi a Dol Guldur?"
"È una lunga storia e non sono pronto a parlarne ora..."
"Capisco. Quando sarai pronto avrò sempre orecchie per ascoltarti..."
Legolas annuì. 
"Sono giunto a Dol Guldur con una mia cara amica, è qui anche lei?
Un macigno colpì in pieno il petto di Elrond, avrebbe dovuto informarlo di quella triste notizia.
"Purtroppo non ho potuto far nulla per lei, quando sono giunto a Dol Guldur lei ci aveva lasciato da molto tempo..." Disse abbassando il capo per non vedere in viso la disperazione del principe di Bosco Atro.
"No..." Sussurrò Legolas.
"Mi dispiace..."
Il principe cercò di voltarsi, voleva nascondere il viso, avvolgersi nella fine coperta e dormire dimenticando ogni cosa, ma un dolore lancinante gli impedì di muoversi.
"Fermo! Ti prego, fermo...la ferita non è ancora guarita, potresti riaprila"
"Perchè è morta???" Urlò disperato.
"A questo non so rispondere. Ma se vuoi darle l'ultimo saluto Glorfindel ha appena portato le sue spoglie a Imladris. Ho intuito che fra voi due ci fosse un forte legame, non potevo permettere che fosse lasciata in quel luogo di dolore"
Legolas annuì appena.
"Bevi questo..." Disse Elrond prendendo una sottile fiala posata su un tavolino proprio di fianco al letto "Lenirà il dolore e calmerà i tuoi nervi"
"Posso sopportare il dolore..."
"Principe credimi..." Ma venne interrotto.
"Legolas, ti prego chiamami Legolas..."
"Legolas...ne hai bisogno, credevamo che non ti saresti più svegliato..."
"Da quanto sono qui?"
"Cinque giorni..."
"Cinque?" Esclamò Legolas.
"Riposa, ti abbiamo già disturbato abbastanza e hai ricevuto notizie terribili. Cerca di guarire..." Disse alzandosi il signore di Imladris dirigendosi alla porta.
"Mio signore?" Lo chiamò Legolas ed Elrond si voltò immediatamente "Chi era quel bambino?"
Elrond sorrise.
"Era Estel. Il suo vero nome è Aragorn, figlio di Arathorn, l'erede di Isildur. Ma lui ancora non sa, per noi è semplicemente Estel..."
"Speranza..." Sussurrò Legolas traducendo la parola elfica nella lingua corrente.
"Si..."
"E i suoi genitori?
"È solo...noi siamo la sua famiglia, non ha altri. Io sono il suo parente più prossimo..."
Legolas annuì ed Elrond lo lasciò solo.

**
Da qualche giorno Legolas aveva preso l'abitudine di sedersi nel giardino privato che Elrond gli aveva messo a disposizione. Difficilmente il principe parlava e ancora meno dava segni di voler continuare a vivere, un grande peso sulla coscienza gli impediva anche semplicemente di respirare, aveva come la sensazione di non riuscire più a farlo.
"Estel, non importunare il principe..." Lo richiamò Erestor.
"Come mai sei sempre così triste?
Il bambino era affascinato dal nuovo elfo giunto a Gran Burrone. Non lo aveva mai visto e mai l'elfo si era rivolto a lui per più di qualche parola.
Legolas si limitò a fissarlo, proprio quel giorno gli era stato permesso di poter fare qualche breve passeggiata all'aria aperta su consiglio di Elrond di fermarsi spesso a riposare. La ferita era in via di guarigione, tuttavia spesso gli doleva ancora.
"Penso a una mia cara amica..." Sussurrò una sera ad una delle insistenti domande del bambino.
"E lei dov'è?" Chiese curioso.
"Lontana, molto lontana..."
"Ma torna?"
"No, piccolo...non tornerà mai più..." Disse con le lacrime agli occhi.
"Come la mia mamma?" Chiese cambiando tono di voce.
Legolas si stupì che un bimbo così piccolo potesse arrivare a certe conclusioni, doveva avere si e no quattro anni.
"Si...come lei..."
"Non piangere. Loro non vogliono che noi piangiamo..." Disse sedendosi di fianco a Legolas.
"Loro chi?"
"Quelli che non tornano. Elrond dice che non vogliono che piangiamo perché ci vedono e si arrabbiano, vogliono che siamo sempre felici..."
"Elrond ha ragione..." Sorrise appena Legolas.
"Posso essere tuo amico?" Chiese ingenuamente Estel.
"Estel! Perdonalo principe Legolas. Forza vieni Estel!" Disse Erestor tendendo una mano al bambino, ma questo si legò al braccio del principe.
"Non mi disturba Erestor..." Sorrise Legolas facendo passare un braccio sulle piccole spalle del bambino "vai a svolgere i tuoi impegni, penserò io a lui..." Sorrise Legolas.
"Ma.."
"Insisto..."
"Va bene, sarò nel mio studio per qualsiasi evenienza"
"Allora?" Chiese il piccolo.
"Allora cosa?" Sorride Legolas.
"Posso essere tuo amico?"
Legolas fece finta di pensarci su prima di rispondere.
"Si. Penso che tu possa essere mio amico!" Disse sorridendogli.

**

"Mio signore..."
"Estel?" Chiese subito Elrond non notando la presenza del bambino.
"Guardi lei stesso..." Disse indicando la finestra ed Elrond si sporse immediatamente.
Legolas ed Estel erano seduti qualche metro sotto di loro, un chiaro sorriso illuminava il viso dell'elfo ed Estel imperterrito proponeva domande su domande.
"Forse Estel riuscirà a curare il suo cuore ferito..." Disse Elrond sorridendo.
"Quel bambino ha un'energia ed una voglia di vivere che non ho mai visto in nessun essere vivente"
"È la nostra piccola speranza..." Concluse Elrond guardando l'orizzonte.
  
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