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Autore: chialovegood    04/08/2014    1 recensioni
Sono passati alcuni mesi dalla guerra magica. Hogwarts è stata ricostruita e i tre protagonisti sono tornati a scuola. Le lezioni riprendono, ma si verranno a scoprire nuovi particolari su una delle studentesse della scuola. Fred non è morto. I serpeverde non sono cambiati di una virgola,sopratutto una ragazza...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: Movieverse | Avvertimenti: PWP, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Non so perché presi quella decisione. Avevo bisogno di ragionare, da sola. Volevo stare lontana da quella vipera. Ero arrivata al culmine della sopportazione umana. Non ne potevo più.
Mi alzai prima di tutti. Cercai di uscire dal letto senza svegliare Fred ma era cosa impossibile visto che mi teneva sotto il suo braccio muscoloso. Sul comodino del letto c’era la mia bacchetta.
“Accio bacchetta” dissi sussurrando. Ma non dovetti usarla.
Fortunatamente Fred si spostò un pochino.
Giusto quel poco per sgattaiolare fuori senza usare la magia.
Presi la mia borsetta e ci buttai dentro i vestiti e un libro. Mi vestii in fretta e scesi le scale senza fare rumore. Prima però dovevo vedere se qualcuno era sveglio. Feci un rapido giro di legimentis in tutte le stanze. Non in quella di Ron. Avevo troppa rabbia repressa. Andai in cucina e con un colpo di bacchetta rimisi a posto il macello della sera precedente. Non avrei dovuto farlo ma non sopportavo di vedere tutto quel disordine. Materializzai un pezzo di carta e scritti
“Scusate ma vado.
Scusa Ginny, non sono stata una buona amica.
Scusa Harry, ero al limite.
Scusa Luna, non sono mai stata pronta.
Scusa George, non ho mai capito i tuoi scherzi.
Scusate “mamma” e “papà” ma non ero abbastanza per voi.
Scusa Fred, non sono abbastanza capace di amarti e non credo di essere abbastanza per te.
Scusa Clarabella, non posso essere così perfetta.”
Pensavo di aver finito, ma aggiunsi anche una scusa per Ron.
“Scusa Ron, troverai quella giusta.”
Aggiunsi la mia firma.
“A voi.
Hermione Granger”
Non sapevo dove andare. Non sapevo cosa volevo fare. Avevo paura e volevo solamente scappare da tutto. Magari sarei andata dove nessuno mi avrebbe giudicato. Impossibile. Non esiste il paradiso in terra. Presi la mia borsa, feci levitare il foglio sul tavolo e mi diressi verso la porta.
Avevo la mano sulla maniglia.
Guardai un’ultima volta la casa e la foto di famiglia sull’uscio.
“Ferma” Disse qualcuno alle mie spalle.
Non so chi fosse ma ero felice. Non avevo veramente preso quella decisione. Era una cosa istintiva, non razionale. E io non seguo cose non razionali.
Mi voltai.
Ron mi stava guardando dal quarto gradino delle scale.
Che fortuna..
Mi sembrava scortese non rispondere.
“Che vuoi?”
“Non andare”
“Perché?”
“Perché so che tu non sei così. Uscita da quella porta non sapresti dove andare.”
Aveva ragione, ma in quel momento lo odiavo per cui tutto quello che diceva erano stronzate.
Grandissime stronzate.
“Tu non sai proprio niente di me”
Presi la via della porta ancora una volta e feci per andarmene.
“Balle.” Disse lui.
“Non sai e non sapevi niente”
“Non me ne hai dato l’occasione.”
“Questa ci mancava”
“Fammi spiegare..”
“Credo di averne avute abbastanza di spiegazioni non credi? LEI la prima di tutte”
“Lei chi? Clarabella? Arriveremo anche a quel punto.”
“Non voglio parlarti”
“Io si.”
Sentivo che non usava quel tono strafottente che aveva nell’ultimo periodo. Era sincero. Ma non dovevo abbassare la guardia. Il diavolo prima fa il dolce e poi ti uccide. Però lo ascoltai. In fondo volevo una spiegazione, anche se non lo davo a vedere.
“Ti do venti minuti Weasley. Non uno di più, non uno di meno”
“Certo. Basteranno. Carino il biglietto sul tavolo.”
“Non fare umorismo.”
Ci sedemmo sulle poltrone e iniziò.
“Da quando ci siamo messi insieme..”
“Lo so cosa è successo. Non partire dalle calende greche.”
“Zitta un attimo. La nostra storia l’hai vista dal tuo punto di vista. Fammi raccontare dal mio”
Mi sentii egoista. Non ci avevo mai pensato, o meglio pensavo non gli importasse più di tanto se stavo bene o se avevo un diavolo per capello quando stavamo insieme. Cercavo di non darlo a vedere, e di non parlarne.
“Continua”
“Stavo dicendo, da quando ci siamo messi insieme mi hai escluso dalla tua vita. Non nel senso che non mi parlavi, ma hai smesso di mandarmi sentimenti ed emozioni. Mi sembravi una statua di marmo. Fissa. Con quel sorriso di porcellana scolpito in faccia e niente che traspirasse dagli occhi.”
Lo ammetto, quando voleva Ron sapeva essere un poeta.
“Io..”
“No Hermione. Non cercare giustificazioni. Lo sai meglio di me che è così. Pensi che non sappia fare un Legimentis? Che non capisca quello che avevi negli occhi?  Credi che non vedevo il dolore represso dentro di te? Le lacrime mai versate e i polsi coperti?”
“Non volevo tu vedessi. Non volevo tu ti preoccupassi per una cosa stupida”
“Stupida, Hermione? Tu la chiami stupida una cosa del genere?”
“Si”
“Santi maghi! Non è così. E se volevi vivere nel tuo mondo di belle favole allora hai sbagliato tutto. Credevo che la guerra fosse servita anche come crescita.”
“Il mio mondo di favole? Il mio Mondo come lo chiami tu, era un inferno! Ho Obliviato i miei genitori e ho impiegato settimane a ritrovarli! Ho mollato tutto per te e per Harry! Vi sono sempre stata accanto, nel bene e nel male. Ho perso alcuni amici e parenti a Londra! Ho dovuto nascondere i miei genitori e fagli perdere tutti i miei ricordi. I nostri ricordi!”
“Lo so. E mi dispiace non esserci stato abbastanza. Di non averne mai parlato apertamente. Forse le cose sarebbero andate diversamente.”
“Forse.”
Mi bruciavano gli occhi.
“Hermione..”
“Sto bene”
“Quante balle. Quante volte hai ripetuto questa frase.”
“Troppe volte”
“Eccessivamente direi. Perché non mi hai mai detto nulla?”
“Non volevo essere un peso.”
“Sei una stupida.”
“Perché non me l’hai mai chiesto?”
“Perché avevo paura”
“Ron Weasley che ha paura di qualcosa? Domani potrebbe finire il mondo!”
La sua faccia si fece seria.
“Avevo paura di te.”
“Di me?”
“Esatto. Di come questo piccolo fiore delicato potesse appassire da un momento all’altro. Di come potevi reagire. Avevo paura che mi abbandonassi.”
“Non l’avrei mai fatto.”
“Non puoi saperlo.”
“Mi dispiace. Mi sento egoista.”
“Non lo sei Herm, non lo sei.”
Lo guardai sconvolta. Era da tanto che non sentivo la sua voce chiamarmi così. Sentii la nostalgia salire. Ora non volevo più scappare. E sorrisi.
“Scapperai ancora?”
“Non lo so.”
“Quindi… Fred eh? Bella croce ti sei scelta.”
“Mai come la tua!”
“Lei non è così male..”
“È solo il diavolo fatta donna!”
Stavamo ridendo come due bambini.
E forse stavamo facendo un po’ troppo casino per quell’ora.
“Che ne dici di buttare quel foglio?”
“Forse sarebbe il caso.”
Mi alzai e stracciai quel brutto foglietto.
Sentii Ron alzarsi. Pensavo se ne sarebbe tornato in camera. E invece no.
Il suo alito che sapeva di fresco mi accarezzò il collo. Le sue labbra si appoggiarono sulla mia clavicola. Ma non sentii niente. Solo un brivido alla schiena che mi portò solo brutti ricordi.
“Che ne dici di un ripassino.. Hermione”
E lo disse con malizia. Il diavolo pretendeva l’anima della sua vittima incauta. Restai immobile. Non riuscivo a muovere un solo muscolo in tutto il mio corpo. Come fossi pietrificata.
Allungò le sue mani sui miei fianchi e ne ricalcò i punti all’altezza del seno e dei fianchi.
Una lacrima mi scese sulla guancia. Tremavo e sudavo freddo.
Mi faceva schifo.
“No.. Povera piccola Hermione.. Non fare così.. Va tutto bene”
E la sua mano si infilò sotto la mia felpa.
Fredda. Gelata come il ghiaccio. No, non poteva essere Ron quello.
“NO..”
Provai a formulare quella semplice sillaba, ma mi morì in gola.
“Si.. LE brave alunne dicono sempre di si.. Vero signorina Granger?”
“Mi fai schifo”
“Tu menti!”
Prese i miei polsi e mi girò nell’altro senso. Ora eravamo faccia a faccia. E io no, non lo guardavo. Era un essere ripugnante.
“Guardami”
“No”
“Guardami!”
La sua mano gelida passò dal polso al mento. Solo con la punta delle dita aveva spostato il mio sguardo e il mio volto dritto verso di lui.
“Lasciami”
“No. Adesso che ti ho non ti lascerò più.”
Si avvicinò pericolosamente alle mie labbra. Serrai la bocca per non farlo entrare. Non volevo nessun’altro che non fosse Fred.
“Aprile Herm. Eddai. Come una volta”
“Stronzo”
Non avessi mai detto quella parola.
Di scatto mi infilò la sua lingua nella mia bocca e cercavo di respingerlo con tutte le mie forze ma era troppo pesante per i miei esili muscoli.
Gli morsicai la lingua. E la sua faccia mi fece ridere.
“Insolente!”
E mi tirò uno schiaffo. Caddi sul bordo del tavolo mentre con una mano serrava il mio polso vicino alla mia nuca.
“Lasciami stare o mi metto a urlare.”
“Non lo farai. Silencio”
Aveva imparato dei nuovi incantesimi.
Non riuscivo a proferire parola.
Lui intanto guardava avido il mio corpo. Come se fosse una droga. Cercò di baciarmi ancora ma gli tirai un calcio dritto dritto nelle parti basse che lo fece urlare.
“Ahia! Cazzo!”
Mollò la presa e io ne approfittai per scappare su per le scale sentendo la porta di qualche stanza aprirsi.
Ero salva. Per fortuna.
Stavo piangendo e mi accasciai a terra. Ancora non riuscivo a dire niente.
Ginny e Fred passarono di li e si spaventarono vedendomi a terra.
“Hermione!”
“Herm!”
Indicavo la gola. Cercavo di fargli capire qualcosa.
Nessuno dei due sembrava capirci qualcosa di tutti quei gesti.
Indicavo la bacchetta di Fred.
La prese e indicai la tempia. Feci cenno di provare con un Legimentis indirizzato a me. Avrei spiegato tutto col pensiero.
Fred formulò l’incantesimo.
“Legimentis”
E io “parlai”
Fred ascoltami bene. Formula questo incantesimo “Loqueris” verso la mia gola!
Allora capì tutto.
“Calma Hermione. Ci sono qua io adesso.”
E mi stampò un bacio sulla fronte.
“Eddai Fred!”
Ginny non sembrava in vena di scambi amorosi.
“Ok.. Scusa. Allora com’era..? Ah si! Loqueris!”
Puntò la bacchetta verso la mia gola e sentii un formicolio alle corde vocali.
“Posso.. Posso parlare!”
“Si! Cosa è successo’ Abbiamo sentito qualcuno urlare!” mi disse Ginny.
“Ron. Lui.. abbiamo parlato. Pensavo avessimo fatto pace e invece..”
“E invece..” disse Fred con tono molto serio e alquanto incazzato.
“E mi ha baciato. Due volte. La prima gli ho morso la lingua e la seconda gli ho tirato un calcio. Per questo ha urlato.”
“Che cosaa?”
Le palle degli occhi di Ginny per poco non toccavano terra.
“Giuro che lo uccido con le mie mani! Fosse l’ultima cosa che faccio!”
“No Fred!”
Urlammo in coro io e Ginny, vedendolo partire in quinta verso le scale.
Ormai era fatta.
“Ginny va a chiamare i tuoi e Harry, George.. Tutti!”
“Ce la farai da sola?”
“Si”
E iniziò a bussare a tutte le porte, salendo e scendendo dalle rampe di scale della Tana.
Io intanto scesi di sotto.
Vidi Fred che lanciava una zuppiera in testa al fratello che si riparava sotto il tavolo.
“Bastardo!”
“La tua tipa non si è mossa di un millimetro!”
“Balle!”
“BASTA!” urlai.
Fred si fermò con un bicchiere in mano e Ron uscì dal suo rifugio.
“Io me ne vado.”
“Hermione aspetta.”
“No Fred. Ho già causato troppi problemi in questi due giorni.”
“Sei uno stronzo Ron!” E gli tirò un bicchiere dritto in faccia. Che ovviamente si ruppe e Ron iniziò a sanguinare dal naso.
Uscii dalla porta lasciandola aperta.
Ero sfinita.
Però iniziai a correre.
E Fred dietro di me.
Corsi giù per la collina. Le mie maledette All Star mi facevano scivolare e inciampare nei sassi. Riuscii in qualche modo ad non ammazzarmi e a mantenere l’equilibrio. Finché non ci sono scivolata veramente su quella fottuta ghiaietta.
Da quello che so feci un bel capitombolo.
E stranamente non mi feci niente. Qualche graffio aggiunto ai precedenti. Nulla di grave infondo.
Fred mi stava sopra e Harry stava scendendo.
“Ti amo Herm. Non ti lascerò mai andare. Questo è poco ma sicuro. Non importa quanto lontano vorrai andare. Io ti starò sempre dietro”
“Non voglio più scappare Fred”
E mi addormentai tra le sue braccia calde.
Non c’era più il freddo di quelle mani estranee.
 
 
Quando mi svegliai ero nel mio letto e c’era un magico silenzio.
Forse ero diventata sorda. Era improbabile che in quella casa regnasse un tale silenzio. Cercai di alzarmi dal letto. Avevo una felpa troppo grande per la mia taglia e i leggins a fiori di Ginny. Mi ricordo che li aveva messi un giorno per andare a correre. Il risultato era stato catastrofico: tornò con il fiatone e la faccia paonazza. Da quel giorno non ha più preso certe idee.
Uscii dalla camera con passo felino. Manco fossi stata una ladra. Ma volevo vedere cosa succedeva di sotto.
Passai davanti alla camera di Ron. Era semi aperta e avevo paura solo a guardarne il pomello.
“Che ne dici di un ripassino Hermione?”
“Nessuno può sentirti”
Mi sembrava di avere quelle mani gelate sulla faccia e il suo alito sul collo.
Sobbalzai.
Lui era lì dentro. Sentivo il suo respiro. E c’era qualcuno con lui. Un respiro troppo delicato per essere un ragazzo. Guardai attraverso lo specchio. Clarabella era sopra Ron, gli teneva il ghiaccio sulla fronte e lo baciava. Lui allungava quelle mani gelide su tutto il suo corpo, come aveva fatto con me qualche ora prima. Provavo solo ribrezzo.
Decisi che guardare quello spettacolo penoso non era il massimo e mi diressi verso le scale. C’era solo Ginny con Luna seduta al tavolo.
Scesi tutti i gradini come una bambina di tre anni. Appoggiavo un piede e poi l’altro sullo stesso gradino. Le gambe mi tremavano.
Ginny alzò lo sguardo e mi sorrise.
“Ehi dormigliona”
“Buongiorno Herm” Luna era bellissima. L’inverno le faceva risaltare i capelli biondissimi. Le tirai un sorriso pieno d’affetto.
“Buongiorno ragazze”
“Come stai?” Tirai un occhiata torva al tavolo. “Ok, meglio sto zitta”
Ginny si alzò e mi preparò una tazza di latte. La bevvi tutta quanta. Avevo gli occhi persi. Continuavo a rivedermi quelle immagini davanti. Mi scese una lacrima. Non me ne resi neanche conto.
“Herm.. È tutto finito adesso” Disse Luna.
“Lo so” non avevo voglia di parlare e rispondevo a monosillabi.
Ginny ritentò a prendere parola.
“Hermione. I miei sono andati via ieri sera. Sono andati dai miei nonni su in Galles. Gli serviva un po’ di vacanza. Quando tornano ci penserò io a..”
“No, i tuoi non lo devono sapere. Sto bene, succede. Troveremo una soluzione”
Guardavo nel vuoto e neanche credevo a quello che dicevo.
“Dov’è Fred?”
Volevo vederlo. Sentire il suo odore.
Luna e Ginny si guardarono con complicità.
“Bhè? Che c’è? Mica è morto? Vero?”
“No”
“E allora dimmi dov’è. Lui, Harry, George. Dove cavolo sono?”
“Loro..”
“Mica sono andati in America!”
“Sono giù dalla collinetta, vicino allo stagno. Herm non ci andare.”
“Veramente Hermione. Non dovresti”
E se lo diceva Luna potevo anche ascoltarla. Ma la curiosità e la tristezza erano troppe.
“Vado”
E me ne uscii dalla porta. Riuscii a scorgere un’ultima frase di Ginny.
“Se li scopre si arrabbia. Non vuole che loro f…”
Scesi dalla collinetta e mi avviai verso lo stagno.
Harry, George e Fred erano avvolti da una nube di fumo. Odiavo il fumo. Cosa più inutile non c’era.
E sì, mi arrabbiai quando scoprii che un Grifondoro fumava.
Ma ora non me ne preoccupavo più di tanto.
George fece un cenno agli altri due che spensero alla velocità della luce le sigarette.
“Herm..” George si guardava le scarpe.
“Herm..” Harry si rigirava le dita.
“Herm..” Fred cercava di non guardarmi negli occhi e guardava le rane.
Manco fossi stata la Santa Inquisizione e loro fossero stati maghi. (Ok, lo erano ma vabbè).
“Ho bisogno di parlarti”
“Arrivo” Fred porse il pacchetto a Harry.
“Quelle tienile”
“Come?”
“Tienile”
I ragazzi si guardarono stupiti.
Se le infilò in tasca e ci incamminammo lontano dagli altri due.
Arrivammo in un piccolo spiazzo dopo il piccolo boschetto vicino alla Tana.  Fred cercò di attaccare discorso.
“Stai bene?”
“Per niente”
“Ne vuoi parlare?”
“Non lo so.”
“Hermione. Mi dispiace”
“È tutta colpa mia”
“No, lui è uno stronzo”
“Lo so, pensavo fosse cambiato. Ma in una notte non si cambia”
“Perché sei scesa in cucina?”
“Volevo andarmene”
“Cosa?”
“Volvo scappare. Vi avevo lasciato un biglietto. Lui è sceso. Abbiamo chiarito. Avevo deciso di restare. Finché lui..”
“Immagino”
“È stato orribile Fred. Pensavo salisse in camera per tornarsene a dormire. Invece mi toccava con quelle mani di ghiaccio e soffiava il suo alito sul mio collo”
“Mi dispiace. Io stavo dormendo, o meglio mi sono svegliato quando non ti ho visto più nel letto. Poi ho sentito le urla.”
“Devo avergli fatto male. Un bel calcio dritto sulle palle.”
“Lo sai che mio fratello è un coglione”
Mi tornò subito il sorriso sulle labbra. E lui ne assaggiò il sapore con le sue. Sapeva di fumo.
“Non ti mollerò mai più”
“Non mi staccherò più da te”
“I miei..”
“Lo so. Ginny me l’ha detto.”
“Come ti ha detto che eravamo qui”
“Già..”
Gli misi una mano in tasca. Tirai furi  pacchetto e accendino. Aprii quello strano coso fatto di cartone. Lo scrutai un po’.
Era un pacchetto bianco e blu e c’era scritta la marca in argento.
“WINSTON”
Ne tirai fuori una. La passai a Fred. D’altronde l’avevo interrotto mentre se ne fumava una.
Tese la mano per riprendersi il pacchetto ma feci una cosa che forse non si aspettava.
Ne presi una per me. Poi gli ripassai il pacchetto. Si accese la sua e gli fregai l’accendino dalle dita. Provai un paio di volte ad accendere quel marchingegno che sembrava impossibile da usare.
Fred si mise a ridere.
“Dai lascia fare a me. La vuoi veramente? Sai la prima è sempre forte”
“Chi ti dice che è la prima?”
“Non sai usare l’accendino”
“Uff..”
Con un colpo di pollice accese quel piccolo coso blu e ci misi sopra la sigaretta, appoggiai leggermente le labbra al filtro.
“Devi aspirare. Vedi?”
Prese la sigaretta in bocca, consumò la cenere davanti che si fece più rossa. Tolse le labbra dal filtro, tirò un gran sospiro e uscì una boccata dritta davanti a lui.
Così lo imitai.
Mai cosa fu così sbagliata.
Misi la sigaretta in bocca, tirai su dal filtro, spostai la sigaretta e presi un gran respiro.
Un bruciore mi lacerava la gola. Iniziai a tossire. Del fumo uscì a scatti dalla mia bocca. Fred non smetteva di ridere.
“Cought.. Che.. Cazzo.. Hai.. Da.. Ridere!.. Cought cought”
“Non fa per te! Fidati”
E mi diede due pacche sulla schiena. Il fumo uscì e ritornai a respirare normalmente.
“Come diavolo fai?”
“Abitudine”
“Che schifo”
“Quindi ti faccio schifo?”
Quel suo sorrisetto malizioso mi fece sentire appagata d’amore e al tempo stesso un po’ indignata.
Avevo voglia di giocare e mi sentivo stranamente leggera e audace. 
Spensi la sigaretta su un sasso e mi voltai a guardarlo fisso negli occhi.
Mi avvicinai al suo orecchio e glielo mordicchiai un po’ sulla punta.
“Non potrei mai”
“Hermione.. Se fai così..”
“Se faccio così.. cosa?”
Spense la sigaretta quasi del tutto consumata.
Mi stesi sopra di lui con una gamba in mezzo alle sue.
“Tu..”
“Io..”
“Mi lasci finire una frase senza ripeterla?”
“Continua”
Iniziai a baciargli il collo alternando piccoli morsi.
“Tu potresti pentirtene..”
“E perché mai?”
“Perché non è questo il luogo..”
“Non stiamo facendo niente di male”
“Si però…”
“È divertente”
“Come prego?”
“Fred Weasley un uomo razionale. Questa mi è nuova. A te che piace giocare… Vuoi giocare con questa ragazza?”
“Tu vorresti giocare con me e tutto quello che mi ribolle dentro?”
“Esattamente.. Dettami le regole”
“Lo vuoi veramente?”
“È come una sigaretta se non la provi non puoi sapere se ti piacerà o no. E io sono la tua sigaretta.”
“Allora sarai il mio vizio”
Iniziammo a rotolare sull’erba ricoperta di brina.
Ridevamo e ci baciavamo. Non ero mai stata così tanto innamorata e felice.
Finimmo che lui stava sotto e io sopra di lui. La mia testa era appoggiata sul suo petto. Sentivo che riprendeva fiato. Lo guardavo e lui guardava me. Mi sorrise e nascosi il mio viso timido sotto la mia felpa enorme.
“Che fai ti nascondi sotto la mia felpa?”
“La tua cosa?”
“La mia felpa”
“Posso tenerla? L’ho trovata stamattina addosso ed è così comoda”
“Certo. Lo so che l’hai trovata, te l’ho messa io quella felpa”
“Tu cosa?”
“Che potevo fare? Lasciati piena di terra?”
“Poteva essere un’idea!”
“Eddai..”
“Quindi tu mi hai vista.. Nuda?”
“Sinceramente mi sarebbe piaciuto, ma avevi il reggiseno”
“Dai scemo!”
Gli tirai un pugno sul petto. Mi aveva vista senza niente, era la seconda volta che mi vedeva, e al solo pensiero impazzivo. Ripensai alla conversazione con le ragazze. Volevo parlarne. Ma mi interruppe prima che potessi anche solo pensare alla frase che stavo per formulare.
“Dai andiamo. Dobbiamo andare a preparare le valigie”
Mi aveva preso alla sprovvista.
“E dove dobbiamo andare scusa?”
“A casa di Luna.”
“Ma tra tre giorni è Natale! Dovevamo andarci per Capodanno a casa sua”
“Dopo oggi andremo da lei stasera. Lei e George dovrebbero essere già partiti. Stava giusto per andarsene quando sei arrivata.”
“Fred..”
“Dimmi tutto”
“Devo dirti una cosa. È una decisione importante.”
Guardai un punto imprecisato del suo maglione.
Si tirò su con le spalle. Eravamo faccia a faccia, a gambe incociate.
“Piccola..”
E a quel piccola mi vennero i brividi. Sì, avevo fatto la scelta giusta.
 
ANGOLO AUTRICE:
Alura miei piccoli nargilli.. Com’è? Ve piasa? Ok, torno a fare la persona normale..
Comunque..
In questo capitolo si scopre che*rullo di tamburi*..
Ron è il solito rincoglionito!
Bhè lo sapevate già, ma vi giuro che non ce l’ho con lui. Ce l’ho con Clarabella e se continuerete a leggere scoprirete anche il perché!
Fred e Hermione sono sempre più cucciolosi e in questo capitolo lei è un po’ più.. Hooot.. Ma pur sempre dolce.
Quindi fatemi sapere cosa ne pensate!
Ringrazio Fremiona_Tirivispi per le continue recensioni e anche tutti gli altri che hanno recensito i capitoli precedenti.
Aggiungetemi ai preferiti\seguiti\piaciutimi e tutto quello che volete. Anche sul muro della cameretta va bene eh!
Alla prossima!
-Lovegood
 
 
 
 
 
  
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