Premo il pulsante rewind sul telecomando, un'ennesima volta. Osservo me stesso sullo schermo, la chitarra a tracolla, il microfono davanti, e soprattutto, un vestito da puttana addosso.
Nero, di similpelle.
Mi guardo avvicinare la bocca al microfono e cominciare a cantare: "A friend in need's a friend indeed, a friend with weed is better..."
Dio, Dio, Dio. Che mi è saltato in mente, quella volta? Ovvero, cosa mi è saltato in mente tre giorni fa, poco prima di registrare il programma?

~

"Bri, to', han detto che ti devi mettere questo." mi aveva detto Steve, lanciandomi un'involucro di plastica trasparente, come quelli della lavanderia. Lo avevo aperto, e mi ero trovato dentro un anonimissimo completo dolcevita attillato + pantaloni altrettanto attillati, tutti e due neri.
L'avevo guardato - probabilmente con sguardo non esattamente intelligente, Steve mi ha informato poi che non ero proprio sobrio, ecco - e mi ero detto: "No, non va bene. Devo mettermi qualcosa che farà dire alla gente 'Oddio, che si è messo quello lì?!''
E quindi avevo urlato "No! Voglio un vestito vero!"
"In che senso, un vestito vero?" mi aveva chiesto Steve.
"Un vestito, Steve, un vestito! Di quelli lunghi, presente? Da mettere con i collant!"

~

E, probabilmente per non sentirmi lamentare ancora, mi avevano accontentato.
Mando ancora indietro la registrazione del programma, e la faccio ripartire. Mi osservo, ancora. Ero davvero così...vestito? Mi avvicino di più allo schermo. Poi, con quei capelli! Mi porto istintivamente una mano alla mia chioma corvina, troppo gonfia in fondo. Oh, dannazione!
Mi lascio cadere sul parquet del salotto. Senza staccare gli occhi dal video, da me che continuo a cantare.
"Day's dawning, skin crawling..."
Cristo santo, sembro, sembro...una checca!
"UNA CHECCA! ARGGH!" grido, in preda alla rabbia. Mi ritornano in mente le parole di mio padre, in un passato confuso, nella mia adolescenza.
Bene, papà. Sono diventato ciò che temevi, giusto?
"Cazzo!"
Mi alzo di scatto, dirigendomi verso il bagno dell'appartemento a passi lunghi e furiosi. Spalanco la porta, sbattendola violentemente, e mi posiziono davanti allo specchio. Eccolo, il mio riflesso davanti a me, con un'espressione decisamente frustrata sul viso, identica a quella che mi contrae il volto.
Apro l'armadietto lì accanto, e immediatamente trovo ciò che mi serve. Afferro il paio di forbici con la destra, e una ciocca di capelli con la sinistra, alzandola. Faccio un respiro profondo, chiudendo gli occhi, pronto a tagliare di netto, quando sento un paio di braccia cingermi la vita. Apro gli occhi di scatto, osservando allo specchio il riflesso del viso di Stefan sulla mia spalla.
"Che stai facendo?" mi chiede.
"Mi taglio i capelli." gli rispondo io, con un tono che sfiora il solenne.
"E perchè?"
"Perchè sembro una checca, conciato in questo modo!" indico con un dito la mia testa, assumendo un'espressione tra l'inorridito e lo sconvolto.
Stef resta zitto. Non è un tipo logorroico, come invece lo sono io.
"Cioè, mi hai visto l'altro giorno? Con addosso quel vestito?!" continuo a strepitare. "Una checca, una fottutissima CHECCA!" Stef sorride. "Sei la mia checca, non una qualsiasi."
Sorrido anch'io, e mi giro nel suo abbraccio.
"Allora mi sta bene." mormoro, alzandomi sulle punte e posando le mie labbra sulle sue.



Angolino!
One shot stupida, ma mi sono divertita a scriverla. Mi sono ispirata ad un'intervista dove viene fatto vedere a Brian una sua esibizione live, dove cantava, appunto, Pure Morning, e indossava quello che lui dopo definirà un "fucking dress" {vestito da puttana}. Ho dovuto, era troppo perfetto per non prenderci spunto! E poi, ci sono troppe poche fanfiction con questo pairing, insomma!

Bacioni,
~ Giulia


EDIT: Ho inserito la nota OOC, perchè mi sono resa conto che in effetti Brian Molko, sebbene non lo conosca personalmente, non rimpiangesse e non si crucciasse della sua immagine sessuale ambigua. Indipercui, un Molko un po' OOC.